+ Dal Vangelo secondo Marco (10,28-31)
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità Io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La promessa di Gesù è inestimabile, assicura i suoi seguaci che riceveranno “cento volte tanto” di quello che faranno di buono nella loro vita. La riflessione di questa Parola è una spinta molto forte per motivare i nostri sacrifici, per pregare con maggiore intensità e amore.
Moltissimi cristiani non avvertono alcuna necessità di pregare e di fare rinunce quando la loro vita appare serena, quando tutto sembra scorrere bene e non c’è alcuna sofferenza o malattia da risolvere. È automatico non pensare alla preghiera nelle condizioni ottimali in cui pensano di vivere i cristiani tiepidi.
Nessuno li condanna, nella loro libertà possono scegliere quando pregare o anche il rifiuto di pregare. Ad ogni azione corrisponde una conseguenza. È il cristiano a stabilire quale relazione intrattenere con il Signore, in base a questa corrispondenza riceve molte Grazie ed aiuti o non riceve nulla.
Come è possibile incolpare Gesù quando nella vita sorge qualche sofferenza, se in passato c’è stato disinteresse verso Lui?
Gesù promette di donare “cento volte tanto” a quanti osservano le sue parole. È fin troppo chiaro il suo ragionamento: merita molte Grazie chi osserva il suo Vangelo ed almeno si sforza di migliorare giornalmente la sua vita, con propositi sinceri di pregare di più e praticare le virtù.
Non è facile rinnegarsi nell’orgoglio, nella superbia, nei pensieri che fluttuano e scombussolano la mente, privandola della lucidità spirituale che permette di capire la scelta migliore e di seguirla con una buona riuscita.
Come si deve intendere “cento volte tanto”? Ho già scritto che Gesù dona “cento volte tanto”secondo le buone opere, le opere di carità che si compiono. A Padre Pio concedeva incalcolabili miracoli richiesti con una Fede granitica, ad un cristiano tiepido Gesù dona poco, quel poco che merita.
Ognuno di noi decide cosa ricevere da Gesù, quanti aiuti e Grazie ottenere da Lui.
Non è Gesù a resistere o a non preoccuparsi di noi, tanto che è morto in Croce per redimerci, allora siamo noi, ognuno di noi sceglie bene o male nella sua vita e ne subirà tutte le conseguenze. Il Signore ci invita a fare quello che ci chiede e ci ricompenserà abbondantemente, in modo inimmaginabile.
Chi comprende questo si rende conto che rinnegarsi è una grande vittoria nella sua vita, chi non lo comprende rimane sempre nel suo mondo, teorizzato con continui pensieri prettamente fondati sulle cose materiali.
Cristiani che da decenni vanno a Messa ancora sono bloccati al primo gradino della scala spirituale per l’incapacità di rinnegarsi e lasciare agire lo Spirito Santo nella loro vita.
Non si preoccupano della Volontà di Dio e vivono una divisione interiore che non comprendono ma che si materializza nelle scelte che compiono o nei propositi contraddittori che vogliono realizzare. Propositi così adorati ma dannosi per la morale e per lo spreco di denaro, che arrivano quasi a materializzarsi anche se ancora non sono state compiute determinate opere.
Che relazione spirituale si vive con Gesù e la Madonna quando a Loro si dedicano pochi minuti giornaliere per le preghiere e il cuore è sazio di interessi e cose umane? Come possono pretendere di ricevere Grazie o per assurdo “cento volte tanto”?
Fermarsi nella vita per riflettere è indispensabile, quasi come l’aria che respiriamo.
Non è avveduto chi si illude di godersi la vita per la sua professione o il lavoro che svolge. Tutto questo è indispensabile, ma sono mezzi e servono per vivere dignitosamente e cercare Gesù Cristo in una condizione di serenità interiore, per elevarsi spiritualmente dalla materia che dissipa e stravolge anima e mente.
Il cristiano tiepido non comprende che è la preghiera ad elevarlo da una condizione naturale e priva del soprannaturale, dello Spirito di Dio.
Oggi Gesù ci dice che è sempre pronto a donare “cento volte tanto” ai credenti che compiono del bene, opere buone ed osservano il Vangelo.
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