Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

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domenica 31 dicembre 2017

PR 3 Consacrazione dell’Italia

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, tu hai sempre guardato all'Italia con quello stesso occhio di predilezione con cui l’ha guardata il tuo figlio Gesù.
Tu hai voluto questa terra disseminata dei tuoi Santuari.
Te la consegniamo, questa nostra Patria: sia sempre tua e del tuo Figlio; custodiscila.
Sia pura la Fede, siano buoni i costumi, siano ordinate le famiglie, sia cristiana la scuola; e regni la giusta pace tra tutti.
Che questa Italia continui a svolgere e compia sempre meglio la sua missione: di essere centro vivo ed operante di civiltà cristiana.
 Salve Regina…
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PR 2 Per la Santa Chiesa e per i Sacerdoti

O Gesù mio, ti prego per la Chiesa intera: concedile l’amore e la luce del tuo Spirito, rendi efficaci le parole dei Sacerdoti, affinché spezzino anche i cuori più induriti e li facciano ritornare a Te, o Signore.
Signore, dacci Sacerdoti Santi, e Tu stesso conservali nella serenità.
Fa che la potenza della tua Misericordia li accompagni dovunque e li custodisca contro le insidie che il demonio non cessa di tendere all'anima di ogni Sacerdote. La potenza della tua Misericordia, o Signore, distrugga tutto ciò che potrebbe offuscare la santità del Sacerdote, perché Tu sei Onnipotente.
Ti chiedo, Gesù, di benedire con una luce speciale i Sacerdoti dai quali mi confesserò nella mia vita. Amen.
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SC 23 Commento al Vangelo del 31.12. 2017 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca  (2,22-40)
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il Bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il Bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di Lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del Bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il Bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la Grazia di Dio era sopra di Lui. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Oggi si incontrano due eventi che non devono passare senza una valutazione attenta. La Sacra Famiglia è quello più importante, sia per quella del Cielo che per la famiglia umana, presa di mira da una società sempre più disorientata, direi stranita da misteriosi impulsi lanciati da quanti desiderano una società diversa se non opposta a quella stabilita da Dio.
Poi, è l’ultimo giorno dell’anno, ci accorgiamo che il tempo vola via e non c’è modo per trattenerlo, quantomeno rallentarlo, per poter compiere tante opere sante o trascorrere delle ore in modo migliore. Il tempo passa e non ritorna, restano i ricordi e le conseguenze delle opere compiute.
Albert Einstein diceva che “il tempo è un’illusione”, convinzione che scaturiva dalla sua Teoria della Relatività, e rimane molto impegnativo approfondire la sua meccanica quantistica e studi che a lui stesso, geniale scienziato, richiesero decine di anni.
La sua affermazione sul tempo scaturiva da intuizioni brillanti e oggi possiamo dire che la “nuova velocità” del tempo non è una novità.
Sant’Agostino nel 300 scriveva: “Che cos’è il tempo? Se nessuno me lo domanda, lo so. Se voglio spiegarlo a chi me lo domanda, non lo so più”.
Noi siamo consapevoli che oggi il tempo vola più velocemente che in passato e non abbiamo spiegazioni razionali.
Il tempo passa più velocemente e apparentemente sembra seguire le troppe preoccupazioni delle persone, indaffarate nel compiere tante cose con maggiore rapidità e dinamismo rispetto al passato. Le persone rincorrono tante cose tranne che il tempo.
Il tempo è inesorabile e sfugge via, ma le persone non si preoccupano di trattenerlo compiendo solo quanto è migliore!
Qui sorge il dilemma: che cosa è buono in questa vita? Solo l’ateo non sa rispondere, il cristiano lo sa. «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10,41-42).
Di tutte le famiglie, c’è da considerare che solo la Sacra Famiglia non sprecò mai il tempo, e non correva via veloce come oggi perché tutto era sottoposto al dominio di Dio. La nostra società ha escluso Dio e non si accorge più del tempo sprecato e della vita che si deteriora globalmente.
Il tempo è ciò che più viene desiderato, ma che, ahimè, peggio viene usato dalle persone che non danno importanza al tempo.
L’anno che volge al termine ci richiama ad una valutazione complessiva, alla verifica di quanto fatto e come è stato fatto. Non possiamo lasciare l’anno senza “conoscerlo” meglio, ora che abbiamo la possibilità di valutarlo perché è quasi terminato.
In queste poche ore di quest’anno più che preoccuparsi dei preparativi, bisogna fermarsi con un interesse speciale per controllare lo stato dell’anima. Non si vede ma è da essa che scaturisce la gioia o la tristezza, la pace o la guerra, la verità o la falsità, la religiosità o l’ipocrisia.
La Sacra Famiglia mostra a tutti il modo di vita all’interno delle vostre famiglie, insegna con l’amore e la verità che la pratica religiosa non può essere solo esteriore, non si può ingannare Dio con la presenza fisica mentre il cristiano odia o finge o si illude di servire il Signore.
La famiglia è la vera scuola di religiosità, di rispetto del prossimo e di verità.
Ogni famiglia deve specchiarsi nella Sacra Famiglia, non potranno mai regnare le virtù del Vangelo senza questi tre importanti e indispensabili riferimenti. Genitori e figli trovano in Gesù, Maria e Giuseppe i modelli perfetti per fondare le loro famiglie sui valori inscindibili dalla vera Fede.
Noi vogliamo appartenere permanentemente alla Famiglia di Dio, Lui ci invita e ci chiede le buone disposizioni interiori, la disponibilità a lasciare tutto ciò che fa sprecare tempo, quel tempo che non torna più e che non potrà essere recuperato.
Il nuovo anno sia pieno di amore verso Gesù Cristo, l’umanità ritrovi l’Amore di Dio ed auguro di cuore a tutti voi di crescere nella Fede!
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GR 24 Commento Vangelo del 31.12.2017

(Lc 2,22-40)
Satana e chi vive sotto la sua azione malefica vogliono distruggere la famiglia progettata secondo il cuore di Dio. L'azione di Satana è soprattutto contro l'unità e l’indissolubilità del matrimonio. Non c'è un amore per sempre. Ci si sposa con la mentalità di amare l'altro o l'altra fino a quando c'è una convenienza personale. Una mentalità laica afferma che l'uomo (la donna) cambia e può cambiare anche la persona da amare. Questa è una mentalità che nei giovani genera la paura di sposarsi. Se non c'è amore fedele e per sempre - dicono i giovani - allora è meglio convivere. La convivenza non impegna l'uomo e la donna ad amarsi, ma a lasciarsi quando si vuole.
Tra i coniugi che vivono senza Dio non esiste il perdono reciproco, senza il quale è difficile, se non impossibile, rimanere uniti nell'amore quando sopravvengono ore difficili.
Il divorzio non è la soluzione dei problemi coniugali; al contrario, con una nuova unione i problemi crescono e si moltiplicano.
Un altro diabolico attacco contro il matrimonio è la mentalità che può esistere il matrimonio tra due donne o tra due uomini. Questa è una mentalità che si sta diffondendo sempre più.
Questa è una generazione perversa e adultera. Di questo passo al parlamento, in un futuro non lontano, si voterà per la legge che approverà il matrimonio tra un essere umano e un animale. I perversi diranno che dove c'è amore tutto è lecito.
Dove si scarta Gesù Cristo il male non ha limiti; è come palla di neve che, scendendo dalla montagna, si ingrossa sempre più.
Dove si scarta Cristo, nella famiglia non c'è unità e amore. La casa è come un albergo. I figli diventano ribelli e aggressivi.
Distrutta la famiglia, cosa ci rimane? Nella società ci sarà solo miseria morale e materiale.
Cominciamo a pregare nelle nostre famiglie. Dove c'è la preghiera, non dimora il diavolo dell'aborto, del divorzio, dell'adulterio, della violenza e dell'omosessualità. La preghiera è la forza della famiglia. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)

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sabato 30 dicembre 2017

SC 22 Commento al Vangelo del 30.12. 2017 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (2,36-40)
Maria e Giuseppe portarono il Bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore. C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal Tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del Bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il Bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la Grazia di Dio era su di Lui. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Anna, la profetessa che adora Gesù Bambino davanti al Tempio e inizia a parlare di Lui a quanti si trovano nei dintorni, ci mostra l’atteggiamento del cristiano che ha veramente incontrato il Signore. La conoscenza bisogna approfondirla soprattutto quando l’oggetto è Dio.
In questo tempo di rilassamento religioso, i cristiani che non vogliono perdere Gesù devono pregare con maggiore partecipazione.
Non è spirituale compiere solo delle opere anche se buone, le opere devono essere il frutto della preghiera, esse vanno compiute per amore di Dio. L’intenzione è importante, come lo è anche la pratica delle buone opere, ma senza rivolgersi a Dio ognuno può fermarle a se stesso.
Nella preghiera sono importanti la perseveranza e le buone disposizioni: fra le altre, la Fede e l’umiltà. In Anna troviamo una Fede straordinaria, ella vede il Bambino e conosce che è Lui il Messia atteso, e la sua Fede è emanazione della sua umiltà.
Non può esistere una grande Fede se non c’è un cammino di rinnegamento e di approfondita conoscenza personale. Non possiamo recarci a pregare come il fariseo di quella parabola che il Signore raccontò per alcuni che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altri.
Il fariseo stando in piedi pregava così: “O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri (…) Digiuno due volte a settimana…”. Ci accorgiamo subito che il fariseo è entrato nel Tempio senza amore. Lo stesso può avvenire nel cristiano che prega senza amore e non riesce ad entrare nella vera preghiera.
Il fariseo è il centro dei suoi pensieri, l’oggetto della sua stima.
E quindi invece di lodare Dio loda se stesso. Non c’è amore nella sua preghiera, non c’è neppure carità perché non c’è umiltà. Non ha bisogno di Dio.
Al contrario, abbiamo molto da imparare dalla preghiera del pubblicano, umile, attenta, tutta rivolta a Dio, fiduciosa.
Questa preghiera si eleva facilmente verso i Cieli perché è piena di amore e le Grazie si ottengono con maggiore facilità.
Ognuno procuri di non fare dei monologhi quando prega, non si deve orbitare attorno a noi stessi, rievocando i fatti nostri senza riferirli a Dio o lasciando che l’immaginazione divaghi senza freno.
Il Signore ci chiede semplicità.
Desidera che riconosciamo le nostre mancanze e che gli parliamo delle nostre cose e delle sue.
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GR 23 Commento Vangelo del 30.12.2017

(Lc 2,36-40)
Conosco qualche vedova che, morto lo sposo, si è data alla pazza gioia... si cerca sempre qualche amore. Niente di male se il fine di questa ricerca è un amore sano. Conosco molte vedove che, essendo libere da impegni coniugali, come Anna la profetessa, si sono dedicate più seriamente a coltivare la vita spirituale e a compiere opere socialmente caritatevoli.
San Paolo, in una delle sue lettere, esorta le vedove a non contrarre un altro matrimonio, per avere la libertà di dedicarsi maggiormente alle realtà spirituali. Certamente non è facile per le vedove giovani non pensare ad un altro matrimonio perché è difficile vivere senza un amore umano e carnale, ma non è neppure impossibile se si cerca la grazia di Cristo. Se la castità viene vissuta con spirito nevrotico, è meglio sposarsi allora, ovviamente sempre mosse dall'amore. Si può essere casti, ma non puri. 
Una mia zia mi raccontava sempre che, da giovane vedova, dovette andare in ospedale. Durante la sua permanenza in ospedale, ci fu un giorno in cui litigó con una suora la cui vita era consacrata agli ammalati. La suora, a dire il vero, non era di sentimenti molto compassionevoli e misericordiosi; cosí un giorno mia zia, con tono di rimprovero, le disse: "Suora, se tu pensi di essere donna di Dio solo perché hai fatto voto di castità, ti sbagli di molto. Io sto vivendo in castità dall'etá di 22 anni, pur non avendo fatto il voto di castità. Mi sposai quando avevo 20 anni e due anni dopo mio marito andó in guerra senza mai piú ritornare a casa. Ed io non ho mai più conosciuto un uomo".
Morto il marito dopo 8 anni di vita coniugale, non avendo avuto figli, Anna la profetessa, mossa dallo Spirito Santo, si dedicó totalmente alla vita del Tempio, posseduta dall’amore di Dio, che è più forte e più dolce dall'amore umano. Dicono i mistici e le mistiche che il matrimonio con Dio genera una pace e una quiete fisica e spirituale che non si può descrivere con termini umani. É un'estasi d'amore soprannaturale.
Se sei una vedova, come vivi la tua vedovanza? Voglio sperare che tu la viva con spirito di serenità e di pace, senza ribellarti e mormorare contro Dio per questa tua storia di solitudine affettiva.
Mi dispiace molto quando mi si dice: "Padre, che vivo a fare! Da quando mio marito é morto, la mia vita non ha piú senso". Il senso della vita non é il marito, ma Dio. In Paradiso non ci sará piú marito o moglie, come ha detto Gesù. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)

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venerdì 29 dicembre 2017

SC 21 Commento al Vangelo del 29.12. 2017 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (2,22-35)
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il Bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore -come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore»- e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il Bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli Lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da Te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
Il Padre e la Madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di Lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua Madre, disse: «Ecco, Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione -e anche a Te una spada trafiggerà l’anima-, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Non deve confondere l’atteggiamento di Maria e Giuseppe dinanzi al vecchio e timorato Simeone, in Loro c’è solo la gioia di sentire anche dagli altri parole belle sul futuro del Bambino. Il Padre e la Madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di Lui”.
Lo stupore indica la meraviglia, la felicità perché si parlava bene del piccolo Gesù. Ogni genitore è felice quando si parla bene del figlio o della figlia, quando si esprimono futuri e splendidi presagi, anche se quel genitore non sa cosa avverrà veramente nel futuro.
Lo stupore di Maria e Giuseppe è diverso, non è di chi non conosce il futuro del Bambino Gesù, anzi, sono maggiormente felici perché conoscono chi è Lui e cosa farà in Israele e non solo. Ed è davvero grande la Fede di Maria Santissima, quindi, solo una Donna Immacolata poteva accogliere nel suo grembo il Figlio di Dio.
La purezza interiore, e s’intende anche quella intellettuale, stabilisce il grado di comunione che si raggiunge con Dio, la capacità di conoscerlo e di amarlo in modo sempre più virtuoso. Non è la dottrina sapienziale a garantire la vera comunione con il Signore, è la spiritualità che si vive.
La dignità davanti a Dio che raggiunge il cristiano è la conseguenza della sua spiritualità, solo con questa disposizione può elevarsi e approfondire i misteri di Dio. Con la sola sapienza umana non si và da nessuna parte, anche i corrotti e gli eretici hanno grande sapienza ma non hanno lo Spirito di Dio e vivono nella disperazione.
L’elevazione spirituale è operata dal cristiano che crede con totale abbandono, la sua Fede si perfeziona di continuo e Dio interviene per accompagnare e facilitare la crescita. Non è la sua cultura a renderlo virtuoso davanti a Dio, è l’osservanza dei Comandamenti, la pratica delle virtù e dei Sacramenti.
La sapienza umana senza Dio è pericolosa perché si diventa privi di scrupoli, si arriva ad agire con sfacciataggine e senza freni.
Vediamo Simeone che è “uomo giusto e timorato di Dio”, profetizza il futuro del Bambino Gesù e della Madre che avrà trapassata l’Anima dalla lancia del dolore, profetizza non per la sua cultura, è la sua piccolezza spirituale a permettergli di conoscere ciò che mente umana non può sapere.
Lo Spirito Santo non solo parlava a Simeone: “Era su di lui” e lo trasfigurava rendendolo sempre più fervoroso e onesto.
La docilità e la preghiera di Simeone sono le pratiche per avvicinarsi a Dio e crescere nella Fede. Egli non “ragiona” sulle cose di Dio, crede perché si fida ciecamente di Dio. Così hanno fatto i Santi, questo è l’atteggiamento dei cristiani impegnati nel cammino spirituale.
Dio si manifesta nella Fede e nell’umiltà del credente, non è la sapienza umana a permettere di penetrare i misteri soprannaturali, al contrario, la sapienza umana diventa superbia e fa uscire dal cammino spirituale, conduce ad assumere atteggiamenti opposti.
Dopo il peccato originale l’anima umana ha perduto il dominio dei sensi e l’inclinazione naturale verso le cose di Dio. Solo nella Madonna non fu così, mentre per noi sì. In Lei, essendo stata preservata dal peccato originale, tutto era armonia, come agli inizi. Inoltre era abbellita dalla presenza, del tutto singolare e straordinaria, della Santissima Trinità nella sua Anima.
La Madonna pregava incessantemente perché faceva tutto in stretta relazione con suo Figlio: quando parlava a Gesù e ogni volta che Lo guardava e quando gli si rivolgeva o gli sorrideva, o quando pensava a Lui. La sua preghiera si fondeva con la sua stessa vita, col lavoro e l’attenzione agli altri. Il suo silenzio interiore era ricchezza, pienezza e contemplazione.
Tutto diventa preghiera quando c’è l’intenzione di piacere al Signore e si mette al centro di tutto, quando si vivono i suoi insegnamenti.
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GR 22 Commento Vangelo del 29.12.2017

(Lc 2,22-35)
Chi incontra Cristo tutto il resto diventa immondizia. Davanti al diamante certamente non sceglierai il ferro, vero? Se ancora non hai scelto Cristo è perché non l'hai incontrato. Simeone lo incontrò nella sua vecchiaia. Perciò, appena lo prese tra le braccia, pregò dicendo: "Ora lascia, Signore, che il tuo servo vada in pace". Il vero incontro con Gesù toglie dal cuore dell'uomo la paura di passare all'altro mondo. Incontrare Gesù è già vedere e gustare l'altro mondo. L'attesa di Simeone per incontrare Gesù è stata lunga. Non sei tu a decidere come, quando e dove incontrare Gesù. Se hai un forte desiderio d'incontrare Gesù, sarà Egli a venirti incontro. 
Zaccheo nutriva un grande desiderio di vedere Gesù. Cosa accadde? Accadde che fu Gesù ad andare incontro a lui.
Che in me e in te ci sia sempre la grande preghiera del Salmista: "Come la cerva anela ai corsi d'acqua così l'anima mia anela a te, Signore!". 
Mi fanno compassione quelle persone che, dopo aver fatto un pellegrinaggio, mi dicono: "Padre, sono deluso. Pensavo che in quel santuario avrei fatto un'esperienza forte della presenza di Gesù, ma non ho visto e non ho sentito niente!". Il Signore non è un pupazzo che, muovendo dei fili, si presenta sul palcoscenico della nostra esistenza.
Dove Simeone incontrò il Signore? Nel Tempio, luogo di verità e di preghiera. Certo, il Signore può incontrarci ovunque. Infatti il Signore si rivelò a Saulo sulla via di Damasco. Ma, a mio avviso, il luogo dove il Signore predilige rivelarsi è il Tempio dove il popolo si riunisce per adorare e rendere culto a Dio.
Una comunità in adorazione, in ascolto della Parola del Signore e nel fare memoria dei misteri della vita di Gesù è segno della presenza del Risorto. Infatti Gesù afferma: "Dove due o tre sono riuniti nel mio nome Io sono in mezzo a loro.".
Non allontanarti dalla tua Comunità cristiana, la tua scuola di amore. Quando lo Spirito ti muove ad andarci, vacci subito e con gioa. Potrebbe essere la volta in cui Gesù decide di rivelarsi proprio a te. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
P.S. Grazie di cuore a tutti i lettori che si ricordano di me nelle loro preghiere.
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PR 1 Preghiera - Ho fede in Te, Gesù

Riporto dal sito/blog di Annalisa Colzi questa preghiera

Signore, ho bisogno di Te. Signore, Tu passi ogni giorno per le vie del mio cuore, Tu conosci di cosa ho bisogno. Signore Gesù, Via, Verità e Vita, concedimi la grazia che mi sta tanto a cuore….(chiedere la grazia di cui si necessita). Signore, io grido come Bartimeo, il povero cieco: Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me’ e tu mi chiederai: Che vuoi che io ti faccia? Concedimi o Signore la grazia di cui ho davvero tanto bisogno. Tu Signore mi chiedi ancora e ancora: Credi Tu che Io possa fare questo? Ed io con tutto me stesso ti rispondo: Si, credo che Tu possa fare questo o mio Signore! 
Ho fede in Te Gesù.
Signore Tu hai detto: Chiedete ed otterrete, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Ed io chiedo la grazia….io cerco da Te Signore la grazia……sto bussando o mio Dio alla porta della Tua Bontà, della Tua Misericordia….concedimi la grazia……
Ho fede in te Gesù.
Padre del cielo e della terra, Padre e Creatore di ogni creatura, nel nome di Gesù ti chiedo di donarmi la grazia…..Gesù stesso ha detto: Qualunque cosa chiederete al Padre nel mio nome, Egli ve la concederà. 
Ho fede in te Gesù.
O mio Signore e mio Dio, io so che me la concederai la grazia perchè come Tu stesso hai detto: Passeranno il cielo e la terra ma non passeranno le mie parole… Io ho fede in Te Gesù e con la stessa fiducia del centurione io ti dico: o Signore non ho bisogno di nessun segno, a me basta la Tua parola!
O Maria, Vergine Santissima, la Tua intercessione è grande agli occhi di Dio, Tu sei la Piena di grazia, la Regina del cielo e della terra. Tu Maria, anticipasti i segni di Gesù alle nozze di Cana, dove trasformò l’acqua in vino. Intercedi per me affinché Gesù trasformi la mia preghiera nella grazia che tanto mi sta a cuore. 
Ho fede in te Gesù.

giovedì 28 dicembre 2017

SC 20 Commento al Vangelo del 28.12. 2017 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (2,13-18)
I Magi erano appena partiti, quando un Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con Te il Bambino e sua Madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il Bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il Bambino e sua Madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del Profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:
«Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Che colpa avevano questi Innocenti per essere uccisi? Oppure che colpa avevano gli innocenti europei che in questi anni sono stati uccisi negli attentati organizzati dai terroristi musulmani? Non è stata neanche colpa loro trovarsi nel luogo sbagliato, ogni cittadino deve essere libero di passeggiare, deve sentirsi protetto dallo Stato in qualsiasi momento.
Oggi ci sono molti nuovi Erode, soprattutto i terroristi musulmani, questo deve dire il cristiano che crede ancora in Gesù Cristo!
Sono odiatori camuffati da religiosi, hanno la bramosia di invadere l’Europa e trovano complicità in molti europei delle istituzioni, infatuati ipocritamente dei poveri senza però muovere personalmente un dito per aiutare e servire i poveri.
Oramai gli italiani hanno compreso che l’immigrazione generalizzata è un business, è una ideologia volta a modificare le sane tradizioni dei cristiani, è l’odio puro e razzista contro Gesù e la sua Santa Chiesa.
Gli immigrati africani sono in larghissima parte strumentalizzati e innocenti di quanto avviene di inconcepibile in Europa, sono costretti ad attraversare il Mediterraneo anche in inverno, ma dietro c’è la grande organizzazione con in prima fila il miliardario Soros a finanziare le Ong e questo esodo. Vengono prima illusi, poi picchiati e tenuti prigionieri per venire in Italia. Sono molte le testimonianze degli immigrati.
È inconcepibile per noi cristiani accettare e favorire una immigrazione forzata, volta a destabilizzare il Cristianesimo e la cultura europea!
Ieri è venuto fuori il dato sulla situazione di circa 9 milioni di italiani che vivono in povertà, famiglie senza lavoro, disoccupati che non riescono a vivere dignitosamente, pensionati e anziani che non possono comprare le medicine. Chi sta al potere dovrebbe preoccuparsi di loro e fare quasi l’impossibile per offrire condizioni di vita più decenti.
Ci lascia sgomenti, per esempio, l’abbandono dei terremotati del Centro Italia e dopo 16 mesi la maggioranza di essi vive ancora nei container e nelle roulotte, in condizioni climatiche da morire. Questa esperienza la dovrebbero provare per almeno un mese quanti si sono dimenticati dei terremotati e si preoccupano solo dello Ius soli e dell’immigrazione.
Quante discussioni inutili e ideologiche sullo Ius soli, quante bugie vengono dette nelle interviste dai professionisti dell’inganno.
L’Italia è la Nazione europea che ha dato più cittadinanze delle altre Nazioni, come registra il dato del 2015, quando venne data la cittadinanza a 178 mila stranieri, mentre la Germania che ha 20 milioni di abitanti in più, diede la cittadinanza a circa 80 mila stranieri.
La legge sulla cittadinanza agli immigrati in Italia esiste ed è efficiente, ma gli ideologi della cultura della morte vogliono una nuova legge che dia agli immigrati immediatamente tutti i diritti che quasi non hanno gli italiani poveri. Si può accettare una pretesa simile?
Già da alcuni anni diversi Cardinali e Vescovi africani hanno invitato i loro fedeli a non emigrare perché si tratta di un miraggio, un abbaglio, di una scelta piena di insidie. In questi giorni altri Prelati africani hanno ribadito che non bisogna emigrare.
L’Arcivescovo di Dakar il senegalese Benjamin Ndiaye sostenuto e spalleggiato dal suo omologo nigeriano Arcivescovo Joseph Bagobiri, insieme ad altri Prelati, sono contrari a questa folle emigrazione, che vede questi innocenti immigrati trattati come schiavi per costringerli ad arrivare in Italia con le false promesse di trovare benessere.
Mi fanno molta tenerezza gli immigrati e prego per loro, ma quale futuro li attende in Italia?
I profughi hanno diritto all’accoglienza perché fuggono dalla guerra e sono il 5%, gli altri vengono solo a soffrire in tutti i sensi. Sono pochi quelli che riescono ad inserirsi e ad accettare le nostre tradizioni, pochi immigrati rispetto al numero elevato.
Sono innocenti è vero, strumentalizzati dalla falsa politica e dai mercanti ideologici, immigrati che trovano la sofferenza e non la felicità.
Gli Innocenti che festeggiamo oggi furono uccisi per l’odio di Erode contro Gesù Bambino, e non è facile spiegare la sofferenza, tantomeno quella degli innocenti. Quando soffre chi è causa del suo male, si comprende che c’è stata la ricerca di quella sofferenza, non voluta sicuramente, ma bisogna capire dove si va a finire percorrendo strade sbagliate.
La sofferenza causa spesso scandalo, e si erge davanti a molti come un immenso muro che impedisce di vedere Dio e il suo infinito Amore per gli uomini. Perché Dio Onnipotente non risparmia tanto dolore apparentemente inutile? Dio non vuole mai la sofferenza, la malattia, la guerra.
Il dolore è un mistero.
Tuttavia, il cristiano riesce a scoprire nell’oscurità della sofferenza, propria e altrui, la mano amorosa e provvida di suo Padre Dio che sa di più e vede più lontano, e in qualche modo ode le parole di San Paolo ai primi cristiani di Roma: “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”(Rom 8,28).
Il dolore si presenta in varie forme, nessuna delle quali è spontaneamente desiderata da alcuno. Ciò nonostante Gesù proclama “beati” (lieti, felici, fortunati) quelli che piangono, quelli che in questa vita sopportano una croce un po’ più pesante: malattie, deficienze, dolore fisico, povertà, diffamazione, ingiustizia…
La Fede cambia di segno il dolore, che, unito a Gesù, si trasforma in una “carezza di Dio”, in qualcosa che possiede grande valore e fecondità.
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GR 21 Commento Vangelo del 28.12.2017

(Mt 2,13-18)
Chi è Erode? È colui (o colei) che, posseduto dal maligno, rovina la purezza e l'innocenza di un bambino o bambina. Il pedofilo non esiste solo nel clero come una certa stampa laica e ostile al Vangelo vuole farci credere, ma esiste anche nelle famiglie e negli asili e scuole. Com'è difficile, crescendo in età, purificare la memoria dall'aver subito, da piccolo, un atto di violenza sessuale. Solo la grazia di Gesù Cristo può chiudere la ferita in maniera tale che non procuri più sofferenza. La grazia è talmente forte che si arriva a pregare anche per la conversione della persona assassina. 
Chi è Erode? È colui o colei che non fa crescere il bambino alla presenza di Dio. Oggi c'è una moda che fa dire ad alcuni genitori: "Non porto mio figlio in Chiesa per essere battezzato perché sarà lui, quando sarà grande a decidere se essere cristiano. 
Senza Dio la personalità dell'uomo crescerà come una vite selvatica. Chi fa crescere il figlio senza Dio è un Erode. Chi è Erode? È il papà violento, prepotente e ubriacone che schiaccia la personalità del figlio mentre cresce in età. È la mamma che manda sua figlia a prostituirsi perché deve portare danaro a casa. Chi è Erode? È l'uomo che costringe la sua donna ad abortire dicendo: “Io non voglio questo figlio che hai nel grembo. Scegli allora: o lui o me!". E la donna, per debolezza e ignoranza, come Erode uccide il bambino. Chi è Erode? È la donna che, per fare carriera, non porta avanti la sua gravidanza. Dio perdona il peccato dell'aborto? Sì, lo perdona, perché Gesù ha versato il suo Sangue preziosissimo anche per gli aborti che si commettono deliberatamente o per ignoranza. Per sentire il perdono di Dio, però, bisogna veramente pentirsi e fare penitenza. A mio avviso la penitenza migliore è, se si può, sostenere economicamente un bambino povero. Chi è Erode? È il medico abortista, soprattutto se uccide per fare soldi.
Oggi non si parla dell'aborto come crimine anche nella Chiesa. Alcuni del clero non parlano dell'aborto per non mettere davanti alla coscienza dell'assemblea che ascolta la gravità del peccato. Così il popolo perisce per ignoranza. Questa è una mentalità diabolica che educa la gente ad amare più gli animali che la vita che sta nel grembo di una donna. 
Voglio sperare che Pannella sia in Paradiso perché Dio l'abbia perdonato, ma non diciamo che, quando era in mezzo a noi, era un santo. Amiamo la vita perché è sacra. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)

mercoledì 27 dicembre 2017

SC 19 Commento al Vangelo del 27.12. 2017 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (20,2-8)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario -che era stato sul suo capo- non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Tra i Dodici, Gesù aveva un amore particolare per Giovanni, questo ci indica che il Signore guarda ciò che siamo dentro, non tanto le parole che si pronunciano nel suo Nome o le attività di apostolato. Anche nell’apostolato può nascondersi l’insidia della compiacenza, dell’amor proprio.
Gesù trovava in Giovanni l’innocenza, la purezza, la docilità dei buoni, ecco la ragione dell’amore verso questo Apostolo.
Tra tutti i Dodici è stato Giovanni ad adorare incessantemente la presenza di Dio nel mondo, e quanto di spirituale descrisse nel suo Vangelo, manifesta anche le incalcolabili Grazie ricevute proprio per l’adorazione del Maestro nei tre anni di conoscenza. La sua fedeltà totale a Gesù presuppone una mansuetudine che è propria dei bambini, quelli ancora innocenti anche nei pensieri.
Egli aveva lasciato il padre sulla barca con i suoi garzoni per seguire Gesù, e lo fece con amore indiviso, esclusivo.
Questo è l’amore che desidera il Signore soprattutto dai suoi Ministri, chiede un amore totale, una vicinanza sincera e purificata dagli interessi mondani. In San Giovanni, e in tutti, la vocazione dà senso anche al più piccolo fatto. La vita intera è impegnata dai piani che il Signore ha su ciascuno di noi.
Tutta la vita di Giovanni era concentrata in Gesù, suo Signore e Maestro, trovò lo scopo della sua vita nell’essere fedele a Gesù. Non oppose alcuna resistenza alla chiamata, e seppe stare sul Calvario quando tutti gli altri erano scomparsi.
Così deve essere la nostra vita, dal momento che, benché il Signore rivolga poi chiamate speciali, l’intera sua predicazione è già una vocazione, un invito a seguirlo in una vita nuova di cui Egli possiede il segreto.
Il Signore ha chiamato tutti noi -alcuni con una vocazione specifica- a seguirlo, a imitarlo, e a proseguire nel mondo l’opera della sua Redenzione. E da tutti attende una fedeltà allegra e ferma, come fu quella dell’Apostolo Giovanni. Anche nei momenti difficili.
Come Pietro, Giovanni ricevette dal Signore particolari dimostrazioni di amicizia e confidenza. L’Evangelista definisce discretamente se stesso “il discepolo che Gesù amava”. Gesù, quindi, gli portava uno speciale affetto. Prova ne sia che, nel momento solenne dell’Ultima Cena, quando Gesù annuncia il tradimento di uno di loro, Giovanni non esita a domandare al Signore, poggiando il capo sul suo petto, il nome di colui che sta per tradire.
La suprema espressione di fiducia nel discepolo amato avviene quando, dalla Croce, il Maestro affida a lui l’amore più grande che abbia avuto sulla terra: la sua Santissima Madre. Se per Giovanni fu importante il momento in cui Gesù lo chiamò a seguirlo lasciando ogni cosa, ora, sul Calvario, riceve l’incarico più delicato: prendersi cura della Madre di Dio.
Giovanni è rimasto tre anni vicino a Gesù, ha mangiato molte volte con Lui, ha percorso tanti chilometri per la predicazione e ha ascoltato con meraviglia gli insegnamenti del Vangelo, ma non si è mai stancato né si è occupato di altro: tutta la sua adorazione la riservava per il Signore.
Il suo è stato un amore irresistibile che si può raggiungere solamente se è rivolto a Dio, un amore che non porta al successo umano, porta ad incontrare anche sofferenze e dolorose prove. Questa è stata la vita di Gesù, Egli non fu compreso dai cattivi, non fu amato da quanti non vollero rinunciare alla loro mentalità umana.
Quando si ama Gesù la vita cambia, si diventa una nuova creatura e gli interessi umani vengono purificati, i pensieri diventano spirituali.
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GR 20 Commento Vangelo del 27.12.2017

(Gv 20,2-8)
Gesù amava tutti i discepoli, ma, senza alcun dubbio, si compiaceva di Giovanni. Forse perché seguiva Gesù per amore e non per interesse. Puoi avere mille amici, ma ti confidi e ti riveli totalmente solo con chi ti compiaci. Ed era quello che faceva Gesù con Giovanni. Grazie a questa intimità con Gesù, Giovanni è stato amico fedele di Gesù fino a sotto la croce, facendosi riconoscere, senza paura di essere anche lui perseguitato, come uno dei suoi discepoli. 
Cosa aveva capito Giovanni di Gesù? Che Gesù era l'Amore incarnato. Ecco perché il Vangelo e le lettere di Giovanni sono pregne di amore soprannaturale; per questo motivo chi non ama comprende poco gli scritti di San Giovanni, l'evangelista per eccellenza del Dio-Amore. 
Esiste la vera amicizia? Si, ma solo tra due persone che cercano e amano Gesù con fervore. Chi ha condiviso i miei momenti di gioia e soprattutto di dolore nella vita? Chi ama veramente Gesù Cristo. Un'amicizia radicata nel reciproco amore verso il Signore è fondata sulla roccia. I venti, le piogge e i terremoti non la distruggono, anzi la rendono più forte. Non invidiare l'amicizia dei mafiosi e dei camorristi (e quanti mafiosi e camorristi nelle nostre parrocchie e comunità religiose!) perché la loro non è vera amicizia. Essi sono amici tra di loro fino a quando l'uno non invade il campo dell'altro.
Chi è il vero amico? È colui che, quando tu non occupi più un ruolo importante nella Chiesa e nel mondo, ti rimane vicino. È colui che, quando sei nel dolore, ti rimane accanto. È colui che, quando vieni calunniato, non ha timore di frequentarti. È colui che, quando sei ammalato, ti viene ad accarezzare la fronte.
Chi ha trovato un amico ha trovato un tesoro. 
Attenzione ai falsi amici perché sono come oggetti di ferro indorato. Abbi mille amici, ma confidati con uno solo di essi. L'amicizia vera è rara. Ringrazio il Signore per il dono di alcuni veri amici che, grazie al loro sincero e disinteressato amore, ho superato delusioni, debolezze, fallimenti e tentazioni. E sono contento quando essi mi dicono che, anche loro, grazie alla mia amicizia e alla mia presenza nella loro vita, hanno superato dolori e sofferenze. Grazie, Signore, che mi sei amico perché la tua amicizia mi sta aiutando ad essere amico del prossimo. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)

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martedì 26 dicembre 2017

SC 18 Commento al Vangelo del 26.12. 2017 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (10,17-22)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi Apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio Nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato». 

Questa promessa di Gesù: Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”, non va intesa in alcun modo in senso letterale, o meglio, non si può applicare a tutti i cristiani. Non è sufficiente considerarsi cristiano e credenti per essere come una tromba dello Spirito Santo, un amplificatore fedele, anche perché sotto l’ispirazione sua non si può che dire la verità.
Qui però non si parla di verità o bugia, Gesù ha spiegato che il suo Spirito agisce negli Apostoli perché fedeli a Lui, ma non in tutti, perché Giuda non solo non era coerente, ma remava addirittura contro il Vangelo di Gesù.
La distinzione è presto fatta, lo Spirito Santo parla in coloro che hanno compiuto un profondo cammino di rinnegamento, che non seguono più la vecchia mentalità superba e non si fidano troppo delle loro opinioni.
Lo Spirito Santo agisce agevolmente nelle anime docili e purificate, non ispira le anime superbe, quelle che magari pregano e si considerano migliori degli altri. Sappiamo che non è la preghiera prolungata o la celebrazione come anche la partecipazione giornaliera alla Santa Messa a rendere le anime docili e pure.
Se non c’è il cammino del rinnegamento, tutto è inutile o quasi! Lo afferma Gesù, è molto chiaro nel dire “rinnega te stesso”.
La superbia è il primo degli impedimenti all’azione dello Spirito Santo, infatti dove dimora la superbia non c’è la possibilità dell’ascolto della Parola di Dio, dei consigli spirituali, e l’unico ascolto è quello dei propri compiacimenti, ciò che rende orgogliosi.
L’illusione colpisce quei cristiani convinti di fare molto considerando la pratica religiosa esteriore, così agivano anche i farisei che significa ipocriti. Noi non dobbiamo mai sentirci appagati o migliori degli altri solo perché recitiamo il Santo Rosario o partecipiamo alla Messa. Questo è il minimo per il cristiano che segue Cristo.
La nostra reale preoccupazione deve riguardare la vita interiore, ciò che siamo dentro, i vizi ancora attivi, i giudizi facili che si ripetono quando si parla, le bugie diventate pratica abitudinaria. Gesù ci vede e distingue perfettamente ogni nostra opera, con quale intenzione viene compiuta, lo spirito che ci muove, la verità sempre presente nelle parole o le bugie per ingannare il prossimo.
Il cristiano parla e le sue parole lo identificano perfettamente, rivelano l’onestà o l’ipocrisia o una confusione persistente.
Il mondo necessita di cristiani come Santo Stefano protomartire, il primo cristiano ad aver dato la vita per testimoniare la propria Fede in Cristo e per la diffusione del Vangelo. Il suo martirio è descritto negli Atti degli Apostoli dove appare evidente sia la sua chiamata al servizio dei discepoli sia il suo martirio, avvenuto per lapidazione, alla presenza di Paolo di Tarso prima della conversione.
I veri cristiani hanno un solo linguaggio, quello del Vangelo, quindi sempre veritiero, e non si preoccupano delle reazioni dei cattivi di questo mondo. Ovunque si trovano cattivi che esteriormente annunciano Gesù o dicono di seguirlo andando a Messa, mentre interiormente non sono in pace con nessuno e imprecano, ingiuriano quelle persone davvero buone e oneste.
L’onestà non sta solo nel non rubare nulla, è ancora più importante l’onestà intellettuale, quella che fa agire sempre con retta intenzione, non ha un doppio pensiero, non rilascia opinioni come se fossero dogmi, ed è presente solo nei cristiani impegnati nel sincero rinnegamento.
“Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani”.
Per compiere questo cammino è indispensabile raccogliersi ogni giorno in preghiera, trovare degli angoli di tempo nella giornata per dialogare con Gesù, aprire a Lui il cuore e mostrargli ciò che siamo, anche se Lui ci conosce perfettamente, ma desidera la nostra umiliazione, la nostra piena sincerità. Nella preghiera umile troviamo sempre il Signore!
Per fare questo cammino spirituale occorre il silenzio e qui nella Casa di Preghiera che stiamo ultimando, si prevede la nascita di altre strutture vicine o comunque nella zona, per accogliere quelle persone desiderose di trovare un ambiente spirituale e crescere nella Fede.
Riguarda le persone sole che vogliono fare parte di una Casa famiglia, un luogo dove si respira il Vangelo, per vivere come in casa propria insieme ad altre persone di provata lealtà e creare una comunità familiare, per condividere momenti di preghiera e di vita spirituale. In un luogo che facilita la preghiera contemplativa.
Non è prevista l’accoglienza di famiglie, è un invito rivolto alle persone che vivono sole o in famiglia ma desiderose di una vita più spirituale.
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GR 19 Commento Vangelo del 26.12.2017

(Mt 10,17-22)
Spesso mi si dice: "P. Lorenzo, faccio tanto bene e la gente mi maltratta... mi sto impegnando ad essere mite ed umile e la gente mi perseguita e ciò avviene nella mia stessa famiglia. Da quando frequento seriamente la Chiesa, persino mio marito e i miei figli mi trattano da pezza da piedi. Come mai?". Gesù non ha detto: "Siate miei discepoli e tutti vi stimeranno e ameranno. Anzi Egli ha detto: "Sarete perseguitati a causa del mio nome". Quindi non stupirti se, impegnandoti ad essere mite e umile nel nome del Signore, vieni lapidato dalla gente che è ostile a Cristo o dai tuoi parenti, i quali, anche se dicono di credere in Gesù Cristo, vivono però come se Egli non fosse mai nato. Non tutti amano la Parola di Dio e, di conseguenza, quelli che sono ostili ad essa, sono ostili anche ai cristiani che sinceramente la mettono in pratica. Il vero cristiano, nella società e nella stessa famiglia, è lo specchio della coscienza. Perciò, chi si vede sporco ed è ostinato a rimanere tale, è infastidito dallo specchio e lo frantuma. Cosa dice Gesù a quelli che vengono perseguitati a causa del Vangelo? Ecco cosa dice: "Beati voi quando sarete perseguitati a causa del Vangelo perché grande sarà la vostra ricompensa". La ricompensa consiste nel vedere e gustare l'amore di Dio Trinità che è, come dicono i martiri, un'esperienza indicibilmente dolce. Spesso anch'io sono stato perseguitato non solo dalla gente ostile al Vangelo, ma anche da quelli che pensano di essere cristiani ma non hanno proprio niente di Cristo. Qual è l'atteggiamento che dobbiamo avere quando veniamo perseguitati a causa del Vangelo? È quello di Stefano martire che, mentre veniva perseguitato, pregava dicendo: “Padre, perdona loro perchè non sanno quel che fanno!". Fece la preghiera di Gesù mentre era in croce.
Per arrivare a fare questa preghiera bisogna avere un’intimità con Gesù Cristo, senza la quale facilmente si cede alla tentazione della vendetta. Agendo così, non siamo testimoni di Cristo e le realtà del cielo non saranno mai viste e gustate. Amen. Alleluia. 
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)

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lunedì 25 dicembre 2017

SC 17 Commento al Vangelo del 25.12. 2017 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1-18)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno accolta.
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di Lui; eppure il mondo non Lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi, e i suoi non Lo hanno accolto.
A quanti però Lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo Nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece Carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di Grazia e di Verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di Lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: Grazia su Grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la Grazia e la Verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno Lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre,
è Lui che Lo ha rivelato. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Questo famoso e molto avversato Prologo di San Giovanni narra la duplice generazione di Gesù di Nazareth. Dal Medioevo e fino al 1968 il Prologo si leggeva alla fine della Santa Messa, un momento liturgico non al di fuori del Sacrificio Eucaristico, ma che indicava proprio nel Verbo, il Sacerdote e la Vittima operanti nella Santa Messa.
L’altare è figura di Cristo morto per noi sulla Croce, il Prologo ricapitolava la sua provenienza, la sua presenza nel mondo e il rifiuto da parte del mondo. “Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di Lui; eppure il mondo non Lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non Lo hanno accolto”
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Già questi versetti risvegliano in noi la vera missione di Gesù e ci avvicinano di più a Lui, diventiamo più solidali e Lo amiamo con maggiore convinzione. La lettura del Prologo è la meditazione più efficace del Vangelo per approfondire la Persona di Gesù e avvicinarci a Lui.
La santa pratica della lettura del Prologo alla fine della Santa Messa compenetrava i presenti e rinnovava il ricordo di Gesù.
Il Prologo è indicato come “Inno al Logos”, questo testo iniziale del Vangelo di San Giovanni è considerato il testo capitale del cristianesimo primitivo. Questo scritto ha avuto la culla di nascita nella comunità del Cristianesimo iniziale, quella costituitasi in Asia Minore a Efeso, con alla guida Giovanni e la stessa Maria Santissima che aveva seguito Giovanni su indicazione di Gesù.
Questa di Efeso era la comunità madre del Cristianesimo e la Regina era la Madonna. Quindi, solo dove è presente la Madre di Dio c’è la Chiesa di Cristo, questo non avviene tra i protestanti che rifiutano la Madonna e la loro preghiera tra balletti e urli, tra esaltazione e saltelli, tra applausi e finte estasi, non scaturisce da Dio.
Tutti i cristiani riconoscono il Prologo come l’estrema capacità di sintesi che traccia la storia dell’intero universo, a partire proprio dal Logos eterno, la Parola di Dio indicata nella seconda Persona della Trinità. Questo Logos è quel Messia già annunziato dagli antichi Profeti di Israele, è il Cristo che ha un Nome: Gesù di Nazareth.
Il fatto incredibile e difficile da accettare per i razionalisti di ogni categoria, è che Dio si fa Uomo, lo fa non per sé ma per amore nostro.
È l’Amore che muove instancabilmente Dio, un Amore senza limiti anche per quanti non Lo amano e vivono una vita cupa, senza la vera felicità, senza pace, verità e perdono. Per tutti Dio si incarna, non discrimina né indica dei predestinati come le false religioni e le sètte che nei secoli hanno invaso il mondo.
Il Logos eterno, infinito e invisibile, la seconda Persona della Trinità si fa Carne nel grembo della Vergine Maria per dare a chi Lo accoglie e a chi crede in Lui il “potere di diventare figli di Dio”. Il Vangelo ci dice che diventano figli di Dio solo quanti riconoscono in Gesù il Figlio di Dio, gli altri sono creature di Dio ma non inseriti nel Corpo mistico.
È nel Natale del Bambino che si stabilisce l’adozione di tutti quelli che riceveranno il Battesimo, liberati dal peccato originale e ricolmati dei doni dello Spirito Santo. La ricezione del Battesimo non è un avvenimento apparente ed esteriore, è il Sacramento che ci incorpora in Cristo e ci rende creature speciali. Ogni cristiano dovrà poi saper vivere i doni ricevuti.
La differenza tra un cristiano battezzato e un ateo si trova in tanti aspetti della vita, hanno due diversi modi di interpretarla, di affrontarla, di sperare in qualcosa non ancora visibile, anche nel linguaggio e nelle opere.
Il cristiano battezzato a cui mi riferisco è impegnato nel cammino spirituale, è colui che fa fruttificare i doni dello Spirito Santo, anche se con difficoltà e con le soventi cadute. Ma si rialza e riprende il cammino con audacia e fermezza.
Il credente a Natale deve guardare il Bambino nella mangiatoia come l’Onnipotente e se Egli ancora non parla e non cammina, è Colui che dall’eternità è la Parola di Dio e conosce ogni anfratto dell’universo. Non è un Bambino inerte perché è Dio, e la meraviglia è che Dio sceglie di farsi debole come noi, è quel Bambino che muove tutto dalla culla, ma ha bisogno del latte della Madre Santissima.
Il Natale ci dice che si può sempre ricominciare il cammino di Fede con maggiore entusiasmo, con una rinnovata certezza che Gesù nasce per rendere forti e maturi tutti quelli che osservano la sua Parola.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno accolta”.
Oggi è opportuno chiedersi se abbiamo accolto il Bambino Divino con santi propositi, se vogliamo crescere nella Fede come Lui cresce nel Corpo.
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GR 18 Commento Vangelo del 25.12.2017

Quando puoi dire Buon Natale con la potenza dello Spirito? 
Se abiti nel cuore del Padre celeste che è l'unico luogo dove si vive nella pace e nell'amore. 
Se ami te stesso senza avere un complesso di inferiorità o un complesso di superiorità.
Se accetti te stesso come figlio di Dio, salvato da Gesù Cristo e santificato dallo Spirito Santo.
Se accetti la tua storia di dolore e di sofferenza senza ribellarti, ma la vivi con umiltà e mitezza.
Se ami tutti indistintamente, soprattutto amando colui o colei che ti sta mettendo in croce.
Se non sei un classista e sei generoso con i poveri.
Se benedici coloro che ti maledicono e preghi per coloro che ti maltrattano. 
Natale è il giorno in cui, in maniera particolare, dobbiamo cantare l'amore fedele ed eterno di Dio che ci ha fatto il grande dono di suo Figlio che è venuto a riconciliarci con Dio, con noi stessi, con la nostra storia, con il prossimo e con il creato. Perciò, chi non accoglie con fede Gesù Cristo e dice Buon Natale è un bugiardo. Il giorno di Natale passerà, ma non Gesù Cristo che è la vita eterna. 
A tutti voi che amate il Padre celeste in Gesù Cristo nell'unità dello Spirito auguro una fede sempre più illuminata, una speranza sempre più viva e una carità sempre più ardente perché possiate portare i tiepidi, gli agnostici e gli altri alla culla del Bambino Gesù per adorarlo. Amen. Alleluia. 
(P. Lorenzo dei Padri vocazionisti)

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Medaglia di San Benedetto