Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

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lunedì 31 dicembre 2012

2043 - Commento al Vangelo del 31/12/2012


+ Dal Vangelo secondo Giovanni  (1,1-18)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però Lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di Grazia e di Verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: Grazia su Grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la Grazia e la Verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è Lui che Lo ha rivelato. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Abbiamo già meditato il Prologo del Vangelo di San Giovanni nel giorno di Natale, adesso ci concentriamo nella verifica dell’anno trascorso, è un vero consuntivo o bilancio o resoconto che ognuno di noi deve fare con sincera coscienza emettendosi alla presenza di Dio. Se l’uomo riuscisse nel proposito di restare alla presenza di Dio da quando si sveglia fino al sonno della notte, diventerebbe quasi divinizzato.
Questo esercizio spirituale prevede la capacità di avere la percezione in qualsiasi momento della giornata che Dio è presente e vede tutto, ascolta tutto, conosce i nostri pensieri. E chi riflette con amore e dominio sui sensi sulla presenza di Dio, trova la forza di evitare di compiere opere peccaminose, di parlare con un linguaggio triviale, di giudicare con cattiveria e di odiare nel proprio cuore qualcuno.
Se Gesù vede tutto, ascolta ogni parola e conosce i nostri pensieri, anche il nostro respiro e ne distingue le variabilità, è presente anche quando si compiono azioni senza essere visti da altri… nei momenti in cui si è convinti di essere soli.
Non mi riferisco a peccati contro la castità, ovviamente è inclusa, il mio riferimento riguarda molte opere di corruzione sociale che si compiono con la convinzione di non essere visti da nessuno. È la corruzione nelle istituzioni che sta portando l’Italia al default, alla bancarotta teleguidata da coloro che vorranno successivamente comprare i beni e i titoli di Stato con 6 centesimi…
Gesù in effetti vede tutto, adesso sta lasciando agire buoni e cattivi perché posseggono il libero arbitrio, verrà però il tempo della mietitura, Lui l’ha profetata benissimo e nessuno può accampare pretesti di incapacità nella comprensione. Gesù ne parla in Matteo capitolo 13, all’inizio spiega la parabola del buon Seminatore che conosciamo, anche se molti cristiani non ricordano che se non diventiamo terreno fertile, quanto viene seminato da Gesù in noi si perde e non si troverà più.
Dopo avere spiegato questa parabola, Gesù ne racconta un’altra certamente più inquietante, ed è la parabola della zizzania:«Un'altra parabola espose loro così: Il Regno dei Cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania?”. Ed egli rispose loro:“Un nemico ha fatto questo”. E i servi gli dissero: “Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio”» (Mt 13,24-30). 
Non ho riportato questa parabola per darne un significato apocalittico, non è questa la ragione, ho voluto solamente evidenziare il libero arbitrio che ogni persona possiede e utilizza per prendere le sue scelte, quindi decide la sua sorte o futuro eterno. Quei personaggi che oggi possono sembrare importanti nella società pagana, forse un giorno bruceranno nell’inferno per non avere accolto Dio nella loro vita. Dipende dalle loro scelte.
O si è buon grano o zizzania.
Adesso i cattivi sono zizzania che cresce in mezzo al buon grano, sembra che nessuno si accorga della zizzania, c’è invece Dio che vede tutto e a tutti darà quello che meritano. Quelli che sono zizzania per sé e per gli altri causando sofferenze in molti modi, si illudono di non essere scoperti da nessuno perché essi ignorano Dio, sanno che esiste ma dall’abisso non possono vedere la Luce Divina.
I buoni attendono il premio da Gesù, lo ricevono in questa vita e poi sarà sempre gioia e felicità. Cos’è questa vita dinanzi l’eternità?
In questi tempi sembra che Gesù faccia silenzio, infatti sta osservando tutto e sicuramente non con gioia, Lui conosce i pensieri più segreti dei cattivi e sa molto bene che la pace nel mondo è davvero insicura, a causa del solito pensiero egemonico di grandezza che da decenni riaffiora nelle menti superbe dei potenti del mondo. La superiorità sugli altri e il dominio del mondo sono progetti mai sopiti nei cuori di alcune potenze straniere.
Ritorniamo a noi e cerchiamo oggi di trovare del tempo da dedicare alla revisione del 2012, un anno passato più in fretta degli altri anni, forse la premura dei cattivi di arrivare al dominio del mondo globale ha accelerato i ritmi del tempo… e le lancette sono corse senza rispettare gli antichi secondi. Fatto sta che un anno è andato via, noi dobbiamo verificare come siamo messi nella vita spirituale. Ognuno di noi deve conoscere il proprio stato spirituale anche rispetto un anno fa, lo faccia con sincerità dopo avere recitato il Santo Rosario o aver pregato bene.
Il primo punto da valutare è quello dell’amore verso Dio e il prossimo, ogni persona che conosciamo/incontriamo. Se l’amore a Gesù si valuta con difficoltà, l’amore agli altri si può valutare con maggiore facilità. È importante non conservare mai odio o rancore verso chi ci ha fatto del male, al contrario, dobbiamo pregare per loro e considerarli come amici. È certamente impegnativo, questo non dipende dalla volontà ma dalla purità interiore, dal cuore puro e dalla vita virtuosa.
Chi pratica le virtù ed è sempre orientato nel fare del bene, ama tutti e prega bene, con semplicità riesce a perdonare gli altri.
Quando si raggiunge questo grado di spiritualità, non si pensa più al male ricevuto e non si ricordano gli altri con rancore. Scompare dal cuore ogni sentimento di avversione verso chi ci ha danneggiato e si considerano come brave persone. In molti casi sicuramente sarà difficile dialogare o mangiare assieme, ma chi ama e perdona nel suo cuore si sente già una persona rinata a nuova vita.
Dobbiamo anche verificare se noi abbiamo fatto intenzionalmente del male agli altri e le cause che hanno spinto in queste circostanze.
Riguardo l’anno trascorso, posso esprimere una grande gioia per il lavoro svolto con questa newsletter giornaliera, fonte di buoni propositi e di istruzioni secondo la sana dottrina della Chiesa. Ho visto molti di voi cambiare completamente mentalità ed è stata una vera rinascita nel Cuore di Gesù. Mi rammarico solamente di non avere potuto rispondere a quasi cinquemila mail arrivate, ma ho risposto a quasi quattromila richieste di consigli. Spero di trovare la possibilità di rispondere alla posta rimasta, ma ho ricordato tutti voi nelle mie preghiere, ogni giorno ho pregato e prego per tutti gli iscritti alla newsletter e vi invio benedizioni di guarigioni da ogni malattia e di liberazioni da ogni disturbo diabolico.
Come vi ho scritto, ognuno di voi è per me un’anima da aiutare e da avvicinare alla Madonna, Ella vi farà conoscere suo Figlio Gesù.
Oggi è il tempo della verifica interiore, cercate un angolo silenzioso della casa e riflettete sulle cose che avete fatto bene e su quelle che invece avete compiuto in modo diverso dal Vangelo di Gesù o non le avete compiute affatto. Cercate di capire perché non le avete compiute bene o le avete ignorate, cosa vi ha spinto a comportarvi senza virtù in talune circostanze che hanno arrecato dispiacere a Gesù e alla Madonna.
È importante fare l’esame di coscienza dell’anno passato come se Gesù e la Madonna fossero presenti, davanti a voi. E lo sono!

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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2042 - San Silvestro I, Papa


Silvestro, la cui data di nascita è ignota, secondo il Liber Pontificalis”, era figlio di un certo Rufino, romano, mentre, secondo la leggendaria Vita beati Sylvestri, di una certa Giusta.
È importante sottolineare che nel 313, durante il pontificato del papa africano Milziade, gli imperatori Costantino e Flavio Galerio Valerio Liciniano (alias Licinio) diedero piena libertà di culto ai cristiani per cui la posizione pubblica della Chiesa affrontò un cambiamento epocale: il passaggio dalla Roma pagana alla Roma cristiana.
Dopo la morte di Milziade, nel 314, Silvestro fu consacrato vescovo di Roma ed occupò tale posizione per ventuno anni, ossia fino al 335. Secondo le antiche leggende, ebbe strette relazioni con Costantino, ma ciò che riportano è in contrasto con gli avvenimenti storici. Queste leggende furono tramandate attraverso la Vita beati Sylvestri, comparsa in seguito presso le Chiese orientali e tramandata in greco, siriaco e latino attraverso il Constitutum Sylvestri (un resoconto apocrifo, di un supposto sinodo romano, comparso tra il 501 ed il 508), ed attraverso la Donatio Constantini”.
I racconti riportati in tutti questi scritti, riguardo a Silvestro, la conversione e il battesimo di Costantino, la donazione dell'imperatore al papa, i diritti garantitigli, ed il concilio di 275 vescovi a Roma, sono completamente leggendari.
La storia, secondo la quale avrebbe battezzato Costantino, è pura leggenda poiché prove dell'epoca mostrano che l'imperatore ricevette il sacramento nei pressi di Nicomedia per opera di Eusebio, vescovo di quella città.
La leggendaria relazione di Silvestro con Costantino fu importante nel Medioevo per dimostrare le basi storiche del potere temporale della Chiesa. Costantino, nel 325, indice il primo Concilio ecumenico a Nicea, dove si approva il Credo che contro le dottrine di Ario riafferma la divinità di Gesù Cristo (« Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre »).
Silvestro I inviò i suoi legati, ma ancora non è certo se Costantino avesse concordato in anticipo con il papa la convocazione del concilio, né se, oltre alle firme dei suoi legati in calce ai documenti conciliari, ci fosse una espressa conferma papale alle deliberazioni.
Silvestro I promosse anche la costruzione delle grandi basiliche costantiniane di Roma. Secondo il Liber Pontificalis, su suggerimento del papa, Costantino fondò la prima basilica di S. Pietro sul Colle Vaticano, sopra un preesistente tempio dedicato ad Apollo, tumulandovi, in un sarcofago di bronzo, il corpo dell'apostolo Pietro. Sempre grazie al connubio tra Silvestro e Costantino sorsero la Basilica ed il battistero del Laterano vicino all'ex Palazzo imperiale dove ora viveva il papa, la basilica del Palazzo Sessoriano (basilica di Santa Croce in Gerusalemme), la Basilica di S. Paolo fuori le mura sulla Via Ostiense, e molte chiese cimiteriali sulle tombe di martiri.
Senza dubbio il papa contribuì anche allo sviluppo della liturgia. Durante il suo regno, probabilmente, fu scritto il primo martirologio romano. Il nome di Silvestro è legato anche alla creazione della "Schola cantorum". Fece costruire, inoltre, sulla Via Salaria, presso le catacombe di Priscilla, una chiesa cimiteriale le cui rovine sono tornate alla luce verso la fine dell'800.
Papa Silvestro I, secondo il Depositio episcoporum, l'elenco dei giorni della sepoltura dei vescovi romani, che fu compilato appena un anno dopo la sua morte, fu sepolto il 31 dicembre 355 nella chiesa da lui voluta presso le catacombe di Priscilla. La sua sepoltura è espressamente menzionata negli itinerari dei fedeli del VII secolo. 
Il 2 giugno 761, secondo un'antica tradizione, Papa Paolo I lo fece traslare nell'oratorio della chiesa di S. Silvestro in Capite ed il 17 luglio dello stesso anno lo fece portare all'interno della chiesa, dove fu ritrovato durante i restauri del 1596. Papa Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini, 1592-1605) lo fece porre sotto l'altare maggiore.
 
Se molte sono le leggende intorno a Silvestro I, tuttavia questi deve aver colpito i suoi contemporanei: infatti, appena morto, viene subito onorato pubblicamente come “Confessore”. Anzi, è tra i primi a ricevere questo titolo, attribuito, dal IV secolo in poi, a chi, pur senza martirio, ha trascorso una vita sacrificata a Cristo.
Un anno dopo la sua morte, a Papa Silvestro I era già dedicata una festa al 31 dicembre.
La chiesa cristiana ortodossa e le chiese cattoliche che seguono i riti orientali lo celebrano il 2 gennaio.  
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sabato 29 dicembre 2012

2041 - Commento al Vangelo del 29/12/2012


+ Dal Vangelo secondo Luca (2,22-35)
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il Bambino Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore -come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore»- e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò chela Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione -e anche a te una spada trafiggerà l’anima-, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La figura del vecchio Simeone è una cornice importante ma non determinante durante la presentazione del Bambino al Tempio. Simeone rappresenta l’attesa di tutto Israele, incarna le profezie di tutti i Profeti che hanno atteso per lunghi secoli la venuta del Messia. Nessuno però aveva immaginare la Divinità del Messia, era stato sempre indicato come un uomo. Neanche Simeone riesce ad entrare in questo mistero, ma lui è felice nel vedere l’Atteso delle genti.
Il nome Simeone deriva dal verbo sentire, lui era un uomo giusto che sentiva Dio, nel senso che percepiva le sue ispirazioni, era puro e la Voce di Dio si liberava nella sua mente. Sentire Dio non è un fatto comune, anche se ogni essere umano è chiamato ad entrare in dialogo con Dio, però la libertà dell’uomo carnale e le sue scelte spesso allontanano da questo incontro i più deboli e i peccatori.
Sentire Dio è indispensabile per esempio agli esorcisti, altrimenti non sono mai in grado di conoscere per Grazia Divina la natura del male e la presenza dei diavoli nelle persone. Senza questa capacità l’esorcista deve affidarsi al suo intuito e se non è un intuito abbastanza purificato, può anche sbagliare diagnosi e dire il contrario di ciò che vive la persona sofferente.
Si conoscono casi abbastanza dolorosi di persone possedute dai diavoli, esse andavano a trovare un esorcista e sentivano come valutazione che non c’era neanche l’ombra dei diavoli. Mentre quella persona soffriva terribilmente a causa della ossessione diabolica.
Invece gli esorcisti che hanno la capacità di sentire Dio riescono immediatamente a capire se c’è la presenza dei diavoli in una persona oppure si tratta di una malattia da sanare con le cure adeguate e le medicine. Non ci sono molti esorcisti in Italia, comunque si possono trovare quelli che continuano a sentire Dio, ricordo due straordinari esorcisti che tanto bene hanno fatto e che ora sono in Cielo: Padre Candido Amantini e Padre Ettore Cunial. Riuscivano a percepire la presenza dei diavoli e davano le giuste indicazioni per rimuovere oggetti fatturati dai maghi che si trovavano nelle case di quanti soffrivano.
Come si può sentire Dio? Innanzitutto è un dono di Dio, inoltre la persona deve partecipare conducendo una vita pura e osservando i Comandamenti. Sono molto importanti i Sacramenti (Confessione ed Eucaristia), e la recita di più Corone del Rosario al giorno. È evidente che se il Rosario viene recitato male o con scarso amore verso la Madonna, l’effetto sarà minimo, non sarà la preghiera più forte dell’esorcismo.
Il Vangelo ci dice che Simeone ricevette il premio, vide il Salvatore prima di morire, questo ci indica pure che Gesù prende sul serio le nostre richieste quando sono buone ed aiutano la vita spirituale. Tutto possiamo chiedere a Gesù, deve però avere i requisiti della convenienza spirituale e fisica per chi chiede una Grazia. Faccio un esempio: se uno chiede nella preghiera il trasferimento di lavoro da una parte a un’altra e questo non avviene, forse l’intervento di Gesù sta nel non permettere quel trasferimento perché Egli sa che altrove quella persona avrebbe gravi problemi lavorativi o di altro genere. Non ricevere quella Grazia è una Grazia…
Gesù vuole aiutarci sempre, oltre alla preghiera fatta bene, dobbiamo intuire la convenienza per l’anima di ciò che chiediamo.
Simeone chiedeva di vedere il Messia prima di morire, richiesta nobile e da uomo santo. Per arrivare a pensare a Gesù come priorità più importante nella nostra vita, c’è da compiere una vera conversione del cuore, un cammino di rinnegamento. La Madonna ieri sera, 28 dicembre 2012, in un messaggio a Medjgorje ha invitato tutti a mettere Gesù al primo posto:
«Cari figli, anche oggi desidero invitarvi alla gioia, vi invito di nuovo alla gioia. Nello stesso tempo, vi invito alla responsabilità. Cari figli, accogliete responsabilmente i miei messaggi e vivete i miei messaggi, perché, vivendo i miei messaggi, desidero condurvi a mio Figlio. In tutti questi anni in cui sono insieme a voi, il mio dito è rivolto verso mio Figlio, verso Gesù, perché desidero condurvi tutti a Lui. Perciò, anche nei prossimi giorni, la vostra domanda sia -io vi pongo questa domanda-: “Che cosa posso fare perché il mio cuore sia più vicino a Gesù?”. Che questa domanda vi guidi. Dite a voi stessi: “Che cosa devo lasciare? Che cosa devo rifiutare, perché il mio cuore sia più vicino a Gesù?”. Pregate, cari figli! Io pregherò per tutti voi, affinché la vostra risposta nei vostri cuori sia: “Sì, desidero essere più vicino a Gesù!”. Grazie, cari figli, perché anche oggi avete risposto alla mia chiamata e avete detto sì».
Sono diversi i punti che suscitano davvero una profonda riflessione e vi invito a fermarvi un po’ a guardarvi dentro per capire cosa bisogna eliminare. Questa frase della Madonna è molto importante, è l’incrocio per seguire Lei oppure ingannarsi, pur frequentando spesso Medjugorje: Accogliete responsabilmente i miei messaggi e vivete i miei messaggi”.
Questo ci indica che non basta andare a Medjugorje, è indispensabile meditare i messaggi della Vergine e viverli, quantomeno bisogna sforzarsi ogni giorno di fare qualcosa in più rispetto al giorno prima. Molti vanno a Medjugorje ma non migliorano mai nella vita spirituale. Non si deve andare a Medjugorje come in una gita mondana, per vedere da turisti dove appare la Madonna senza impegnarsi nel proposito di cambiare vita.
Non serve a nulla andare a Medjugorje come turisti, rimane solo il piacere emotivo della gita e poi svanisce. Chi vive i messaggi invece si santifica.
La Madonna dice che non solamente occorre accogliere i suoi messaggi, ma bisogna farlo responsabilmente, con una partecipazione personale forte e convinta. E poi porsi le domande che ha indicato per fare una verifica possibilmente giornaliera, paragonabile all'esame di coscienza. Se non si rientra in sé non si incontrerà mai la propria spiritualità e la persona si considererà sempre perfetta. Poniamoci queste domande e chiediamo sempre a Gesù di aiutarci a metterle in pratica:
“Che cosa devo lasciare? Che cosa devo rifiutare, perché il mio cuore sia più vicino a Gesù?”.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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2040 - Messaggio di Medjugorje del 28/12/2012

Cari figli, 
anche oggi desidero invitarvi alla gioia, vi invito di nuovo alla gioia. 
Nello stesso tempo, vi invito alla responsabilità. 
Cari figli, accogliete responsabilmente i miei messaggi e vivete i miei messaggi, perché, vivendo i miei messaggi, desidero condurvi a mio Figlio. 
In tutti questi anni in cui sono insieme a voi, il mio dito è rivolto verso mio Figlio, verso Gesù, perché desidero condurvi tutti a Lui. 
Perciò, anche nei prossimi giorni, ponetevi questa domanda: "Che cosa posso fare perché il mio cuore sia più vicino a Gesù?"
Che questa domanda vi guidi. 
Dite a voi stessi: "Che cosa devo lasciare? Che cosa devo rifiutare, perché il mio cuore sia più vicino a Gesù?"
Pregate, cari figli! Io pregherò per tutti voi, affinché la vostra risposta nei vostri cuori sia: "Sì, desidero essere più vicino a Gesù!". 
Grazie, cari figli, perché anche oggi avete risposto alla mia chiamata e avete detto sì.
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venerdì 28 dicembre 2012

2039 - Commento al Vangelo del 28/12/2012


 + Dal Vangelo secondo Matteo  (2,13-18)
I Magi erano appena partiti, quando un Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il Bambino e sua Madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il Bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il Bambino e sua Madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Fin dalla nascita Gesù incontrò sulla sua strada persone cattive, istigate da satana, molto nervoso nell'attesa del Messia e non riusciva a capire la santità che emanava quel Bambino. Le persone accondiscendenti alle istigazioni di satana rimangono sempre responsabili perché si prestano per compiere opere cattive. Di sicuro satana non poteva istigare contro Gesù le persone buone, egli occupava la mente dei cattivi e li accecava con il suo fumo infernale, infatti sono sempre le persone perfide e perverse ad attaccare il Cristianesimo o a manipolare le Sacre Scritture.
L’episodio che il Vangelo ci racconta oggi avvenne a Betlemme, anche Erode era stato colpito da satana e voleva uccidere Gesù Bambino perché Lo temeva, erano le profezie sul Messia a preoccuparlo, aveva paura di un Bambino di poche settimane, un neonato che allattava e dormiva beatamente. Quale danno poteva arrecargli quel Bambino? Lo sapeva bene satana che attendeva con forte agitazione la venuta del Messia e voleva colpirlo subito, anche senza avere prove sufficienti sulla sua identità.
Non potendo riconoscere il Messia, Erode progettò di far morire tutti i bambini di Betlemme di età inferiore ai due anni. Non aveva alcuna pietà verso gli Innocenti morti al posto di Gesù Bambino, martiri senza rendersene conto. Lo stesso compiono quelle mamme che non riconoscono un bambino non appena arriva la gravidanza e lo uccidono con l’aborto.
Dalla nascita fino all’ultimo istante di vita Gesù fu sempre perseguitato, questa è la verità, questo è il modo corretto per conoscere gli anni che trascorse nel mondo. Nonostante il lungo filo rosso delle persecuzioni, Gesù visse beatamente i suoi 33 anni, era Dio è vero, ma la sua umanità gioiva ininterrottamente, anche nella più acuta sofferenza il Signore era sempre beato.
Quindi, è possibile anche per noi che soffriamo rimanere sempre sereni e nella pace profonda, dinanzi alle persecuzioni.
Non solo Gesù, anche Maria e Giuseppe nel Vangelo sono indicati come vittime della cattiveria di Erode, saranno incompresi successivamente in Egitto e soprattutto quando torneranno a vivere a Nazareth. Gli stessi parenti non comprendevano la loro perenne letizia e Li irridevano, biasimavano la Vergine Maria perché era troppo buona con Gesù Bambino. Ma Gesù nonostante l’età, non diede mai preoccupazioni e il suo comportamento era irreprensibile.
Di cosa doveva rimproverarlo la Madonna?
Diversa è la mentalità di molte mamme di oggi, soprattutto negli Stati Uniti è venuta fuori la mentalità di educare i figli piccoli esclusivamente con elogi ed abbracci, lo sostengono gli educatori americani, sicuramente lontani dal giusto equilibrio educativo. Perché ci sono due estremi nell’educazione di oggi: il perfetto buonismo con relativo disinteresse della crescita dei figli e il perfetto rigorismo militare. In tutti e due i casi c’è una pericolosissima esagerazione e i danni nei figli saranno permanenti. Se non interviene la Grazia di Dio a sanare le ferite.
Negli Usa un grande successo stanno avendo i corsi di buone maniere per bimbi, in questo modo forse imparano anche i genitori. La società di oggi ha fatto dimenticare anche le buone maniere a tavola, sia per gli orari diversi in cui si è a casa, sia per la fretta dovuta al poco tempo che si dedica al pranzo o alla cena con annesso mancato dialogo pacifico tra i familiari e lo scambio di pareri su tutto. Questo è un metodo buono per dialogare in armonia, dedicando un po’ più di tempo non tanto al pasto ma allo stare insieme.
Si dice che il corso di buone maniere a tavola sia opportuno a molti, e non si tratta solamente di buona educazione, è importante anche per il comportamento che devono avere i bambini, essi devono comportarsi come adulti ed osservare le regole del galateo. Le norme di comportamento le persone buone le portano in sé, però c’è molta indifferenza o superficialità nell’educazione dei bambini.
Da quanto ho letto in passato sulla mancanza di buona educazione dei giovani riguardo gli anziani sul tram non cedendo il posto o non aiutando ad attraversare la strada a quanti hanno difficoltà motorie o a non rispettare il passaggio dei pedoni sulle strisce pedonali, si capisce che molti giovani non hanno ricevuto alcuna formazione morale.
Sono accontentati in tutto non appena aprono bocca. E questa è la rovina dei propri figli.
Per non parlare del mancato rispetto che oggi molti giovani hanno verso i genitori. I colpevoli ovviamente sono i genitori, solo loro a non avere formato religiosamente e moralmente i figli.
L’ultima teoria americana di educare i figli solo con elogi ed abbracci è una stupidata enorme, come grave è l’eccesso opposto di picchiarli anche per piccoli errori. L’equilibrio sta nel mezzo, innanzitutto occorre parlare molto con i bambini e spiegare cosa devono fare e cosa non devono assolutamente compiere perché sbagliato e dannoso.
Con queste informazioni i figli crescono con indirizzi precisi da seguire, non improvvisano né vanno fuori strada. Se sbagliano per debolezza, si richiamano e si spiega nuovamente la causa dell’errore, ma se perseverano perché capricciosi, è indispensabile introdurre piccole punizioni, come privarli per qualche tempo dei cartoni animati o qualcos’altro ad essi gradito.
Così collegano l’errore con la privazione ed impareranno a non compiere ciò che è sbagliato e che era stato detto dai loro genitori.
Questa educazione è fondata sull'amore, sul vero amore cristiano, e diventare formatore dei propri figli è una missione importante, è la responsabilità che si assumono i genitori quando devono crescere i loro figli. Ma non tutti i genitori vogliono perdere tempo dietro i loro figli, perché essi hanno altri impegni extrafamiliari, impegni forse opposti al Vangelo.
Questa dimenticanza dei genitori nei confronti dei loro figli, priverà questi della formazione religiosa indispensabile per cominciare a pregare e di quella civica per stare dignitosamente nella società. La dimenticanza dei genitori è la rovina dei cuori dei giovani che sono buoni fino a quando non seguiranno altri interessi viziosi.
Questi bambini e i ragazzi cresciuti senza amore dai genitori, saranno per tutta la loro vita vittime dei loro istinti più bassi e seguiranno sempre ciò che alletta i sensi e non l’anima. Quando scrivo di una educazione senza amore da parte di genitori troppo moderni, intendo anche l’eccessivo amore che diventa buonista e giustificatore di ogni trasgressione. Ogni eccesso è sempre un difetto.
È mancanza di vero amore quando si permette di tutto ai figli per ricevere da loro consensi ed anche libertà di muoversi…

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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2038 - Un commento di un lettore ai messaggio di Medjugorje

Un lettore di nome Sergio ha lasciato questo commento ad un messaggio di Medjugorje pubblicato nel blog:

Immenso è il Tuo amore Padre Onnipotente per tutti i Tuoi figli, ti ringraziamo per il dono della vita, e per il dono della vita eterna grazie a Gesù Tuo Figlio e nostro Signore.
E' bello annunciare il Tuo amore Gesù a tutti gli uomini e condividere ciò che tu ci doni attraverto lo Spirito Santo. Si è veramente la carità più grande donare ciò che è ancora Tuo , la Tua Parola il Santo Vangelo. 

Sia Lode, Onore e Gloria a Te Trinità Santissima. 
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giovedì 27 dicembre 2012

2037 - Commento al Vangelo del 27/12/2012


+ Dal Vangelo secondo Giovanni (20,2-8)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario -che era stato sul suo capo- non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Oggi è la festa di San Giovanni Apostolo, è una buona occasione per discutere di purezza, proprio Lui fu il discepolo più amato da Gesù per la sua purezza del corpo, della mente e del cuore. Come è lontano dall'ambiguità e dalla sozzura intellettuale di Giuda. Gesù li aveva entrambi nel suo gruppo e conosceva perfettamente i loro cuori, dava a entrambi insegnamenti importanti, ma mentre il perfido li rifiutava, San Giovanni divenne giorno dopo giorno candido come un Angelo.
La purezza oggi è quasi scomparsa in questa società. Non riguarda solo il corpo, la purezza interessa anche la mente e il cuore, infatti se manca questa grande qualità morale, il cristiano non è in realtà un vero seguace di Gesù. Si consideri però che i peccati si commettono per debolezza in quanto la persona si sforza di evitarli, ma sono più gravi i peccati ricercati, voluti intenzionalmente, bramati e progettati. La mancata purezza ha quindi più cause.
Prima di approfondire il discorso sulla purezza, devo aprire una finestra sul messaggio che la Madonna non ha dato il 25 dicembre alla veggente di Medjugorje. È vero ha parlato Gesù Bambino che si è drizzato con uno scatto e ha detto: “Io sono la vostra pace, vivete i miei Comandamenti”ma il silenzio della Madonna è stato parecchio rumoroso. La Madonna poteva anche non dare il messaggio, questo non avrebbe suscitato alcuna riflessione, invece nello stesso giorno ha parlato ad un altro veggente e a lui ha dato il messaggio.
Ha parlato Gesù a Medjugorje in una apparizione dopo 31 anni e questo ci riempie di gioia, ma perché la Madonna non ha parlato alla veggente e lei in diretta a radio Maria ha detto che aveva pianto tre volte? Lascia molto perplessi questo pianto della veggente più del silenzio della Madonna, in circostanze normali la veggente avrebbe accolto le parole di Gesù dopo ben 31 anni di silenzio con una gioia immensa, invece il silenzio della Madonna l’ha raggelata.
Ritorniamo alla purezza che avevo sopra introdotta e cominciamo a capire se fa parte della nostra vita. Nel Cristianesimo la purezza indica, in senso generale, integrità morale, onestà, assenza di malizia, caratteristiche che oggi ritroviamo difficilmente in questa società. È vero che anche tra gli atei ci sono molte persone oneste, ma non si fanno scrupoli se devono dire bugie o commettere peccati mortali che per loro non sono peccati, perché non credenti.
La purezza applicata al campo della castità, esprime il distacco dai desideri sensuali. E qui il discorso si fa più delicato per i giovani e le persone non ancora sposate. Sono sempre in bilico per non cadere, possono arrivare proprio sull’orlo del precipizio a causa della impossibilità di resistere alle tentazioni per la mancanza di spiritualità.
I coniugi non hanno questo problema compiendo i loro rapporti sessuali secondo la morale, quindi sempre aperti alla vita nascente.
Perdere la purezza del corpo è uno dei più gravi peccati di questa società senza morale, un atteggiamento pericoloso per la vita spirituale quando viene deliberato preventivamente. Gesù disse a Maria Valtorta: “Lo schiavo della lussuria diviene ladro e barattiere, crudele, omicida, pur di servire la sua padrona”.
La vita privata degli altri non ci interessa né vogliamo sindacarla, una verità deve essere chiara: se non c’è un vero cammino di Fede non è possibile domare i leoni passionali interiori. Forse si resiste una volta, diverse volte, poi non c’è più resistenza dinanzi un pensiero che satana invia di continuo alla mente. Invece satana fugge dalle persone che pregano o lo rifiutano quando si presenta con le sue tentazioni.
È facile liberarsi da ogni forma di tentazione quando si prega, è sufficiente anche una sola Ave Maria.
Ma se la mancata purezza del corpo è più manifesta nelle persone sottoposte a questa schiavitù, rimane più complesso identificare quanti non hanno nel cuore la purezza della verità. La “purezza del cuore” viene indicata da Gesù nel Discorso della Montagna, come una qualità che permette di “vedere” Dio (Mt 5,8), quindi, di elevarsi ad altezze spirituali considerevoli e possedere una mentalità molto spirituale.
È nel cuore che bisogna cominciare la ricostruzione della purezza personale, se si purifica il cuore da ogni attaccamento o affezione ai peccati, ne consegue che anche la mente viene liberata da una dipendenza alla negatività come visione di vita e dai pensieri che facilitano i vizi a peccare di continuo e con molta inclinazione.
Senza la purificazione del cuore non avverrà mai l’inizio del cammino spirituale.
Molti cristiani pregano e vanno a Messa, ma non hanno mai pensato alla purificazione del cuore, lasciandolo pieno di vizi, attaccamenti esagerati alle passioni, dipendenza da ogni debolezza che apre la porta ai più gravi peccati. Sono molti i cristiani che si considerano buoni ma non compiono un minimo sforzo per distruggere la vecchia mentalità istintiva e corrotta, per iniziare una nuova vita, una nuova rinascita spirituale.
Sono cristiani che si fermano appena all’inizio del cammino di conversione, per loro è già sufficiente qualche preghiera e la Messa domenicale, per il resto non compiono nulla di veramente spirituale.
Ieri nel chiudere il commento ho scritto: “La superbia acceca l’intelletto e induce una persona a credere sempre il contrario della verità e ciò che è oggettivamente giusto”. La superbia può essere abbattuta o diminuita solamente dal rinnegamento, dalla rinuncia a tutto ciò che è peccato, e parte dal cuore questo cambiamento. Non si tratta solamente di voler fare o pensare diversamente, è necessario uno sforzo continuo nella rinuncia di tutto ciò che è peccato o porta a peccare.
La purificazione del cuore aiuta la mente a non giudicare più e a non parlare con ambiguità, a non diffamare e a non voler danneggiare gli altri. Se il cuore è purificato, la mente riceve gli impulsi corretti e la sua direzione sarà orientata verso il bene e l’onestà. Solo i “puri di cuore” vedranno Dio, ma già in questa vita vengono illuminati dalle continue ispirazioni Divine e vivono un Paradiso anticipato.
E se la mente viene orientata al bene e all’onestà, anche il corpo conoscerà quella virtù mai prima sperimentata, si avrà maggiore rispetto del corpo e non si lascerà andare dietro ogni tentazione. Quindi, la purificazione del cuore alimenta una mente onesta, ne consegue che anche il corpo beneficia di questa integrità perché si avrà una forte padronanza nel controllo dei pensieri e delle tentazioni.
Devo riportare alcune frasi scritte ieri nella newsletter per ribadire alcuni aspetti che molti già leggono ma non le mettono in pratica.
“La persona che si avvicina con maggiore amore a Gesù nella verità ed umiltà, viene inondata dallo Spirito di Dio e gradualmente perde le opinioni molto carnali di ciò che esiste e comincia a vedere la realtà come essa è. A questo conduce solo una vita spirituale onesta intellettualmente, occorre non seguire più le visioni sbagliate della realtà che piacciono e create artificiosamente dalle illusioni mentali.
È facile deviare dalla sana dottrina cattolica, sia per la ripetizione dei peccati mortali non confessati, sia per l’indebolimento della Fede. Chi non controlla la sua superbia e la lascia dominare sulla volontà, compie tantissimi errori morali e di discernimento.
Quando un cattolico rimane così vulnerabile, può diventare chiunque, un eretico o un mago, un imbroglione o un persecutore dei veri seguaci di Gesù, Sacerdoti e laici. Ecco spiegato come esiste nel Cristianesimo una vera lotta tra opposte posizioni dottrinali: ci sono quelli che seguono fedelmente Gesù e sono pochi; ci sono molti che seguono Gesù ma vivono in una illusione mentale, nel senso che Lo seguono teoricamente e non nella vita pratica e reale.
Questi cattolici spesso assumono posizioni sociali in piena contraddizione con il Vangelo ed ignorano volutamente i loro errori.
In questo contesto religioso aperto a molti aggiornamenti delle nuove dottrine che avanzano, noi che vogliamo seguire veramente Gesù, siamo pochi rispetto all’alta percentuale di quei cattolici che vogliono invece determinare tutto nella Chiesa, dare ordini anche al Papa, decidere cosa debbono fare e non fare i Sacerdoti, cambiare la morale sessuale, introdurre nuove liturgie festaiole e dissacratorie, togliere la Confessione e ridurre la Santa Messa ad un incontro ricreativo”.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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2036 - San Giovanni, Apostolo ed Evangelista


Catechesi di Papa Benedetto XVI (5 luglio 2006)
 
Cari fratelli e sorelle,
dedichiamo l'incontro di oggi al ricordo di un altro membro molto importante del collegio apostolico: Giovanni, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo. Il suo nome, tipicamente ebraico, significa “il Signore ha fatto grazia”. Stava riassettando le reti sulla sponda del lago di Tiberìade, quando Gesù lo chiamò insieme con il fratello (cfrMt 4,21; Mc 1,19). Giovanni fa sempre parte del gruppo ristretto, che Gesù prende con sé in determinate occasioni. E’ insieme a Pietro e a Giacomo quando Gesù, a Cafarnao, entra in casa di Pietro per guarirgli la suocera (cfr Mc 1,29); con gli altri due segue il Maestro nella casa dell'archisinagògo Giàiro, la cui figlia sarà richiamata in vita (cfr Mc 5,37); lo segue quando sale sul monte per essere trasfigurato (cfr Mc9,2); gli è accanto sul Monte degli Olivi quando davanti all'imponenza del Tempio di Gerusalemme pronuncia il discorso sulla fine della città e del mondo (cfr Mc 13,3); e, finalmente, gli è vicino quando nell'Orto del Getsémani si ritira in disparte per pregare il Padre prima della Passione (cfr Mc 14,33). Poco prima della Pasqua, quando Gesù sceglie due discepoli per mandarli a preparare la sala per la Cena, a lui ed a Pietro affida tale compito (cfr Lc 22,8).
Questa sua posizione di spicco nel gruppo dei Dodici rende in qualche modo comprensibile l’iniziativa presa un giorno dalla madre: ella si avvicinò a Gesù per chiedergli che i due figli, Giovanni appunto e Giacomo, potessero sedere uno alla sua destra e uno alla sua sinistra nel Regno (cfr Mt20,20-21). Come sappiamo, Gesù rispose facendo a sua volta una domanda: chiese se essi fossero disposti a bere il calice che egli stesso stava per bere (cfr Mt 20,22). L’intenzione che stava dietro a quelle parole era di aprire gli occhi dei due discepoli, di introdurli alla conoscenza del mistero della sua persona e di adombrare loro la futura chiamata ad essergli testimoni fino alla prova suprema del sangue. Poco dopo infatti Gesù precisò di non essere venuto per essere servito ma per servire e dare la propria vita in riscatto per la moltitudine (cfr Mt 20,28). Nei giorni successivi alla risurrezione, ritroviamo “i figli di Zebedeo”impegnati con Pietro ed alcuni altri discepoli in una notte infruttuosa, a cui segue per intervento del Risorto la pesca miracolosa: sarà il discepolo che Gesù amava a riconoscere per primo il Signore e a indicarlo a Pietro (cfrGv 21,1-13).
All'interno della Chiesa di Gerusalemme, Giovanni occupò un posto di rilievo nella conduzione del primo raggruppamento di cristiani. Paolo infatti lo annovera tra quelli che chiama le “colonne” di quella comunità (cfr Gal2,9). In realtà, Luca negli Atti lo presenta insieme con Pietro mentre vanno a pregare nel Tempio (cfr At 3,1-4.11) o compaiono davanti al Sinedrio a testimoniare la propria fede in Gesù Cristo (cfr At 4,13.19). Insieme con Pietro viene inviato dalla Chiesa di Gerusalemme a confermare coloro che in Samaria hanno accolto il Vangelo, pregando su di loro perché ricevano lo Spirito Santo (cfr At 8,14-15). In particolare, va ricordato ciò che afferma, insieme con Pietro, davanti al Sinedrio che li sta processando: Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato (At4,20). Proprio questa franchezza nel confessare la propria fede resta un esempio e un monito per tutti noi ad essere sempre pronti a dichiarare con decisione la nostra incrollabile adesione a Cristo, anteponendo la fede a ogni calcolo o umano interesse.
Secondo la tradizione, Giovanni è il discepolo prediletto, che nel Quarto Vangelo poggia il capo sul petto del Maestro durante l'Ultima Cena (cfr Gv 13,21), si trova ai piedi della Croce insieme alla Madre di Gesù (cfr Gv 19, 25) ed è infine testimone sia della Tomba vuota che della stessa presenza del Risorto (cfr Gv 20,2; 21,7). Sappiamo che questa identificazione è oggi discussa dagli studiosi, alcuni dei quali vedono in lui semplicemente il prototipo del discepolo di Gesù. Lasciando agli esegeti di dirimere la questione, ci contentiamo qui di raccogliere una lezione importante per la nostra vita: il Signore desidera fare di ciascuno di noi un discepolo che vive una personale amicizia con Lui. Per realizzare questo non basta seguirlo e ascoltarlo esteriormente; bisogna anche vivere con Lui e come Lui. Ciò è possibile soltanto nel contesto di un rapporto di grande familiarità, pervaso dal calore di una totale fiducia.  È ciò che avviene tra amici; per questo Gesù ebbe a dire un giorno:Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici ... Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi (Gv 15,13.15).
Negli apocrifi Atti di Giovanni l'Apostolo viene presentato non come fondatore di Chiese e neppure alla guida di comunità già costituite, ma in continua itineranza come comunicatore della fede nell'incontro con “anime capaci di sperare e di essere salvate” (18,10; 23,8). Tutto è mosso dal paradossale intento di far vedere l'invisibile. E infatti dalla Chiesa orientale egli è chiamato semplicemente il Teologo, cioè colui che è capace di parlare in termini accessibili delle cose divine, svelando un arcano accesso a Dio mediante l'adesione a Gesù.
Il culto di Giovanni apostolo si affermò a partire dalla città di Efeso, dove, secondo un’antica tradizione, avrebbe a lungo operato, morendovi infine in età straordinariamente avanzata, sotto l'imperatore Traiano. Ad Efeso l'imperatore Giustiniano, nel secolo VI, fece costruire in suo onore una grande basilica, di cui restano tuttora imponenti rovine. Proprio in Oriente egli godette e gode tuttora di grande venerazione. Nell'iconografia bizantina viene spesso raffigurato molto anziano e in atto di intensa contemplazione, quasi nell'atteggiamento di chi invita al silenzio.
In effetti, senza adeguato raccoglimento non è possibile avvicinarsi al mistero supremo di Dio e alla sua rivelazione. Ciò spiega perché, anni fa, il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Atenagora, colui che il Papa Paolo VI abbracciò in un memorabile incontro, ebbe ad affermare:Giovanni è all'origine della nostra più alta spiritualità. Come lui, i ‘silenziosi’ conoscono quel misterioso scambio dei cuori, invocano la presenza di Giovanni e il loro cuore si infiamma (O. Clément, Dialoghi con Atenagora, Torino 1972, p. 159). Il Signore ci aiuti a metterci alla scuola di Giovanni per imparare la grande lezione dell’amore così da sentirci amati da Cristo “fino alla fine” (Gv 13,1) e spendere la nostra vita per Lui.
 
Scritti Canonici di Giovanni : Vangelo - Apocalisse- Lettere (3)
 
Significato del nome Giovanni : "il Signore è benefico, dono del Signore" (ebraico).
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Medaglia di San Benedetto