Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

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martedì 22 maggio 2018

SC 163 Commento al Vangelo di martedì 22.05.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Marco (9,30-37)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma Egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’Uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e Lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio Nome, accoglie Me; e chi accoglie Me, non accoglie Me, ma Colui che mi ha mandato». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ieri siamo rientrati nel Tempo liturgico Ordinario, con la Pentecoste è terminato il Tempo liturgico iniziato con la Quaresima e poi con il Tempo di Pasqua. Le meditazioni adesso si allargano a tutto il Vangelo per conoscerlo in ogni sua sfumatura.
La Parola di oggi evidenzia l’ovvia e perfetta capacità di Gesù di riconoscere con massimo anticipo tutti gli avvenimenti. Il discernimento immediato e non derivante da una riflessione, in Gesù era completo, non è lo stesso per gli uomini. Solo i Santi ci hanno dimostrato che possedevano questa capacità di riconoscere e dividere il bene dal male.
Il discernimento nel cristiano è quasi un obbligo possederlo, non tanto alla maniera dei Santi per la comprensibile difficoltà ad elevarsi fin dove arrivano le anime contemplative. Ogni cristiano possiede quel discernimento proporzionato alla sua Fede, comprende la realtà così come gliela presenta la sua Fede, dirige la sua vita secondo la sua Fede.
Senza il discernimento anche i vescovi possono agire in modo sbagliato.
Alcuni giorni fa a Reggio Emilia si è svolta una veglia di preghiera omosex, contro l’omofobia, guidata dal vescovo e moltissimi fedeli hanno gridato allo scandalo, sono rimasti fuori della Chiesa e hanno recitato il Santo Rosario. Non solo a Reggio Emilia, anche in altre città italiane sono state organizzate dai vescovi le veglie omosex.
Ci sarebbe tanto da dire su queste veglie, della loro preoccupazione di correre dietro gli slogan del mondo, della paura del giudizio altrui se predicano Cristo e proclamano ad alta voce il Vangelo che non condanna all'inferno gli omosessuali ma condanna la loro vita. Di conseguenza se questa potentissima lobby presente ovunque, pretende diritti inammissibili, tanti diventano codardi e complici di ideologie immorali.
Molti buoni Vescovi e Sacerdoti vorrebbero parlare pubblicamente ed insegnare la morale cattolica anche a chi afferma di non giudicare la perversione omosessuale, essi usano prudenza ed evitano di suscitare persecuzioni dai più potenti. Forse c’è anche paura nell’osservare un silenzio che fa molto rumore, non si potrà per sempre restare in un mutismo equivoco.
Ci sono laici coraggiosi che evidenziano con fermezza i comportamenti carnevaleschi della lobby omosessuale. Il sindaco di Novara a marzo scorso ha negato il patrocinio al gay pride, ritenendolo “un corteo folkloristico”. Meglio ancora ha precisato che è “un’inutile ostentazione”.
Queste manifestazioni non apportano alcun contributo alla crescita e alla consapevolezza dei problemi di questo tipo, e chi ne soffre non va assolutamente detestato, deve però sapere che si può guarire. Le persone che pregano vincono con facilità queste tentazioni, perché il più delle volte sono istigazioni dei diavoli e con il Santo Rosario scompaiono i diavoli e le tentazioni.
L’impulso parte dalla mente e non dall’organo genitale, è la mente che deve ritrovare l’equilibrio e scacciare frustrazioni o tentazioni nel voler commettere atti sessuali con persone del proprio sesso o di voler cambiare sesso o di vestirsi con abiti dell’identità che si vuole rappresentare.
Con il discernimento comprendiamo che Dio ama tutti ma non accetta la condizione di peccato in cui vogliono rimanere i peccatori e li invita alla conversione, altrimenti a cosa serve la Confessione, l’apostolato, la missione nelle Nazioni pagane, le preghiere e le penitenze dei buoni cattolici?
Molti cristiani non hanno compreso la necessità di obbedire a Dio per avere da Lui tutto quello che chiedono di buono.
Senza rinnegamento e un cammino di rinascita spirituale dopo avere sepolto l’orgoglio, continuano a perseguire le loro idee sbagliate e non riescono a vedere le loro contraddizioni. Con le poche preghiere che recitano hanno una grande considerazione di sé e non vanno oltre, rimanendo sicuri solo delle idee personali, trascurando la stessa esistenza di Dio.
Per loro Dio esiste quando sono nella sofferenza, per il resto mettono Dio fuori dalla loro vita e non si impegnano nel seguire l’insegnamento cardine che permette di diventare veri seguaci di Gesù Cristo.
“Se qualcuno vuol venire dietro a Me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23). Chi lascia la sua croce, lascia Gesù.
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