Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

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domenica 25 novembre 2018

MD 23 Messaggio del 25 novembre 2018 a Marija

Cari figli! 
Questo tempo è tempo di grazia e di preghiera, tempo di attesa e di donazione. 
Dio si dona a voi perché lo amiate al di sopra di ogni cosa. 
Perciò, figlioli, aprite i vostri cuori e le vostre famiglie affinché quest’attesa diventi preghiera ed amore e soprattutto donazione. 
Io sono con voi, figlioli e vi esorto a non rinunciare al bene perché i frutti si vedono, si sentono, arrivano lontano. 
Perciò il nemico è arrabbiato e usa tutto per allontanarvi dalla preghiera. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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mercoledì 21 novembre 2018

SC 290 Commento al Vangelo di mercoledì 21.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Presentazione della Beata Vergine Maria

Dal Vangelo secondo Matteo (12,46-50)
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua Madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua Madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed Egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la Volontà del Padre mio che è nei Cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Come si festeggia per Gesù un Ciclo cristologico che raccoglie tre eventi, il Natale, otto giorni dopo il suo Santissimo Nome e il 2 febbraio la sua Presentazione al Tempio, così per la Madonna c’è un Ciclo mariano che inizia l’8 settembre con la sua Natività, il 12 con la festa del suo Santissimo Nome e oggi è la Presentazione al Tempio, di questa Fanciulla.
La festa mariana di oggi è molto antica, si intuisce dallo stesso Vangelo di Luca, soprattutto viene celebrato in Oriente dal V secolo, legato alla dedicazione della Chiesa di Santa Maria Nuova in Gerusalemme nel 543.
Si inizia a parlare di questa festa nel 1166, fu l’Imperatore di Bisanzio, Michele Commeno, a precisarlo in una sua costituzione. Filippo di Maizières, gentiluomo francese cancelliere presso la corte del Re di Cipro, essendo stato inviato come ambasciatore ad Avignone presso il Papa Gregorio XI nel 1372, gli narrò con quale magnificenza, si celebrasse presso i Greci il 21 novembre in onore della Madre di Dio.
Gregorio XI introdusse questa festa ad Avignone, e Sisto V la rese obbligatoria per tutta la Chiesa, nel 1585. Clemente VIII la innalzò al grado «doppio maggiore», e come per altre feste ne rielaborò l’Ufficiatura.
Quando la devozione alla Madonna arrivò ad una forte affermazione, iniziarono gli attacchi incrociati e si studiarono piani per minimizzarla. Tanti libri e studi affermano che c’è un’intenzionale deviazione dottrinale per «distrarre» i cattolici, ridimensionando il ruolo di Maria Santissima come hanno indicato i Papi devoti e autori di importanti encicliche sulla Madre di Dio.
Oggi è diventato quasi impopolare chiamarla con questo titolo, anche se è stato il Concilio di Efeso nel 431 a dichiararla Theotókos, e 197 Padri conciliari condannarono gli insegnamenti del nestorianesimo e stabilirono che Gesù è una Persona sola, non due persone distinte, completamente Dio e completamente Uomo, con un Corpo e un’Anima razionale.
Negli ultimi decenni è iniziata una decadenza devozionale verso la Madonna, in contemporanea si registra l’avanzare spedito e tentacolare delle nuove teorie teologiche nella Chiesa, tutte progressiste che mirano a trasformare la dottrina cattolica.
Il primo interrogativo è fin troppo spontaneo e riguarda la docile obbedienza dei Santi e delle Sante alla Tradizione della Chiesa. Perché tutti Loro non hanno avuto alcun prurito di novità e mai hanno immaginato di modificare una sola parola del Vangelo e del Magistero della Chiesa?
Mi riferisco anche a un Santo dei nostri tempi come Papa Giovanni Paolo II, morto appena 13 anni fa, non indico Santi dei secoli passati. Questo Papa non modificò nulla dell’antica Fede cattolica, gli mancava quel prurito citato da San Paolo, prurito che è invece presente dove si è perduta la Fede in Gesù e si vive con questo insensato desiderio di modificare il Vangelo.
La carriera, la ricerca ossessionante del potere e del denaro, già manifesta la perdita della Fede in quel Gesù che la storia ci ha trasmesso, che la Chiesa ci ha fatto conoscere e che ha annunciato la sua dottrina come immutabile, definitiva.
Le nuove dottrine che serpeggiano nella Chiesa continuano a seminare confusione e morte spirituale, è una nuova teologia che raggruppa tantissime novità infondate e che si chiama postmodernismo.
È la madre delle eresie, il termine fu usato per la prima volta da Jean-François Lyotard in un’opera pubblicata nel 1979. Lyotard notava come gruppi diversi di persone utilizzano lo stesso linguaggio per indicare delle realtà molto diverse e soggettive.
I teologi e gli scrittori cattolici che esprimono teorie soggettive riscuotono successo, ma chi li segue? Chi è smarrito e alla ricerca interiore di sé.
I libri molto soggettivi in cui si espone il nulla perché inventato, pubblicati dai teologi modernisti, sono considerati da loro come dogma e cadono nella più ridicola contraddizione, perché sono proprio loro a rifiutare i dogmi della Chiesa. Si sostituiscono con estrema facilità a Gesù e alla Chiesa.
I loro scritti e le omelie incentrate sulle false teorie moderniste, sono devastanti e deformano la genuina Fede dei buoni, come conseguenza in questi si forma una nuova religiosità, non più identica a quella insegnata dal Signore Gesù.
Per esempio, trovano ridicolo la recita del Santo Rosario, ma in tutte le apparizioni la Madonna insistentemente ripete di recitare il Santo Rosario.
Gesù conosce tutto questo e per misericordia ha inviato sua Madre, la Mediatrice. La Madre di tutti noi però non è stata ascoltata dai suoi figli.
Adesso molti corrono senza una meta, il più tragico dramma nella vita di un cattolico è il distacco dalla sana dottrina della Chiesa.
Il Vangelo non è pesante come appare a quanti hanno perduto ogni fervore spirituale. Gesù è esigente, ma solo seguendo Lui il cattolico raggiunge la dimensione spirituale più elevata e ne ha benefici quasi infiniti. Per sé e i familiari, anche per tutti quelli che incontra.
Non si conosce Gesù perché non si conosce la Madonna. Lo hanno detto e scritto tutti i Santi: dobbiamo credere a Loro o ai teologi senza Dio?
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martedì 20 novembre 2018

SC 289 Commento al Vangelo di martedì 20.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (19,1-10)
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e Lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’Uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La figura di Zaccheo viene sottovalutata soprattutto dagli studiosi, viene inquadrato come un individuo che disturba l’affannosa ricerca della carriera, del potere e del denaro. Così si riduce chi non ascolta più Gesù e non rimane vicino a Lui davanti al Tabernacolo.
Zaccheo è colui che si spoglia del denaro, della carriera e del potere per servire umilmente Gesù Cristo. «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Le sue parole creano fastidio e avversione a quanti parlano di Cristo senza più pregare e credere in Cristo, ma la finzione terminerà presto!
Zaccheo è un modello prezioso di cristiano meritevole di grande stima. Quando sarà terminata la realizzazione del nostro «Centro di Preghiera», nei periodici convegni, ritiri e simposi che organizzerò, approfondiremo anche Zaccheo, «piccolo» di statura e grande di cuore.
Zaccheo era un pubblicano, ricco e avido di denaro, implacabile sanzionatore di elevate tasse che imponeva per conto dell’Impero romano. Un appaltatore delle imposte, abile come i più scaltri commercianti, pagava allo stato un canone come prodotto di una tassa che poi esigeva per proprio conto.
La conversione di Zaccheo ci dà numerosi spunti di riflessione e che non riesco a completare in questo commento. Già il suo lavoro di esattore esoso e crudele lo presenta come un nemico del Bene, senza cuore, amore e bontà verso il prossimo.
Ma proprio da queste caratteristiche esce fuori un uomo nuovo, rinato dopo avere incontrato il Signore. Entrato Gesù a Gerico, Zaccheo desidera vederlo. Dobbiamo partire da qui, dal suo desiderio, i dati non ci forniscono altre conoscenze per cercare di capire la sua ricerca interiore di Dio.
Racconta un detto dei Padri del deserto: «Un uomo alla ricerca di Dio chiese a un cristiano: “Come posso trovare Dio?”. Il cristiano replicò: “Ora te lo mostro”. Lo portò sulla riva del mare e immerse la faccia dell’altro nell’acqua per tre volte.
Poi gli chiese: “Cosa desideravi più di ogni altra cosa quando la tua faccia era nell’acqua?”. “L’aria”, replicò l’uomo che cercava Dio. “Quando desidererai Dio come hai desiderato l’aria, lo troverai”, disse il cristiano».
A Zaccheo era venuta a mancare l’aria essenziale, il suo stato spirituale agonizzante non riusciva a guarire nonostante le ricchezze ed era alla ricerca di Dio. Non era sufficiente il Dio degli ebrei, non erano più le retoriche spiegazioni degli scribi a dargli la vera gioia che forse non aveva mai conosciuto.
Questo primo dato è sufficiente per capire che i beni materiali non possono soddisfare l’anima spirituale che anela senza sosta a Dio.
Un altro dato che evidenzio per scartarlo è l’assenza di curiosità in Zaccheo. La maggioranza dei cittadini di Gerico spingevano e si accaldavano per riuscire a vedere Gesù, amato da pochi e scrutato da molti, soprattutto dai numerosi nemici appollaiati ai lati delle strade con quel sospetto inflessibile.
La salita di Zaccheo sul sicomoro, un albero maestoso che cresce fino ad un’altezza di 20 metri, e raggiunge i 6 metri di larghezza, con una chioma ampia e tondeggiante, è la salita del suo Calvario. Porta sulle spalle la croce confezionata da se stesso, con i suoi innumerevoli peccati ed è felice di compiere questo sforzo.
Non avrebbe mai immaginato di incrociare lo sguardo di Gesù, ma Gesù era a Gerico in cerca dei peccatori come lui, se non peggiori.
L’aspetto commovente che evidenzia la bontà e l’indulgenza di Gesù, è la sua iniziativa. È Gesù a guardare Zaccheo salito sull’albero.
«Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Uno scandalo per i «puritani»ebrei, essi non consideravano l’Amore di Dio e Gesù non usò rispetto umano davanti a loro, ignorando i loro vergognosi giudizi.
Fu Gesù a guardare Zaccheo, mentre Zaccheo aveva cercato di vedere il Signore. Una volontà nell’uomo determinata a rinascere una seconda volta nello Spirito Santo, anche se non conosceva ancora questo indispensabile passaggio.
I veri cristiani si riconoscono per avere superato questo passaggio descritto da Gesù a Nicodemo, in mancanza di questo si resta istintivi.
Molto non si conosce di Gesù quando è assente l’amore, così Zaccheo è un caso che va approfondito ampiamente per la sua uscita dagli schemi del suo tempo. Sull’altro pubblicano Matteo, Gesù aveva un disegno speciale: renderlo Apostolo e poi grande Santo, ma Zaccheo è l’uomo qualunque anche di oggi che scopre di essere solo, nonostante le ricchezze e le amicizie.
Non fu la curiosità che fece salire Zaccheo sull’albero, ma il forte desiderio di trovare Dio in Gesù. Zaccheo era inquieto, e riempiva se stesso con la vita che conduceva. L’inquietudine è sempre stata uno dei sintomi della ricerca umana di Dio, come Sant’Agostino conosceva bene: «Hai fatto il nostro cuore inquieto, finché non riposa in Te».
Gesù usa misericordia anche ai più grandi peccatori che Lo cercano, Egli guarda anche i grandi peccatori ma quanti di essi cercano il suo Volto?
Gesù si lascia trovare da chi Lo cerca con sincerità, senza pentimento ci si ferma alla conoscenza esteriore, anche scientifica ma vuota di Amore.
La salita di Zaccheo sul sicomoro ci dice che ognuno di noi deve compiere sacrifici e rinunce se vuole incontrare quel Gesù che la Santa Tradizione ci ha trasmesso in questi millenni. La salita è sempre faticosa, soprattutto se il fardello dei peccati è pesante ed è presente una Fede debole simile alla fiammella.
Non vogliamo seguire le novità moderniste che già profetizzava San Paolo, la Luce la troviamo nella Verità del Magistero autentico della Chiesa.
Il sicomoro è stato la salvezza eterna di Zaccheo, noi quale mezzo utilizziamo per elevarci dal mondo corrotto e così «respirare» Dio?
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lunedì 19 novembre 2018

SC 288 Commento al Vangelo di lunedì 19.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (18,35-43)
Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da Lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che Io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua Fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Nell’oscurità è impossibile distinguere e vedere nitidamente, proprio come il cieco del Vangelo si rimane sospesi nel dubbio, anche con il timore di cadere mentre si cammina. Un cieco non vede la strada, non vede nulla attorno a sé e si deve affidare agli altri.
Un cieco non riesce a cucinare, a sistemare la casa, a guidare un mezzo, non può compiere tutte quelle azioni che necessitano di una conoscenza visiva. È un vero dramma non vedere i colori, i volti dei familiari, la natura ridente, tutto quello che circonda la persona.
Un cieco ha il vantaggio di riflettere, avendo sicuramente a disposizione più tempo disponibile rispetto a quanti lavorano fuori e dentro casa.
La riflessione invece viene a mancare a quelli che vedono o pensano di vedere la realtà e di conoscerla perfettamente.
Una delle condanne più aspre di Gesù ai suoi nemici riguarda proprio l’incapacità di capire la realtà nella sua oggettività. Ne consegue anche l’incapacità di agire onestamente, di fare del bene per il grande orgoglio presente in essi.
Si illudono di vedere e di capire la realtà, essi invece interpretano gli eventi secondo le proprie convinzioni, i piaceri, le ancorate inclinazioni.
La cecità intellettuale è molto più dannosa di quella fisica.
Nel mondo si intuisce che quasi tutte le persone sono convinte di fare bene, di avere sempre ragione. Seguono le convinzioni naturali che sono nella mente, quindi, dipende dai loro pensieri che scaturiscono dallo spirito acquisito e che per loro è sempre quello giusto.
Tanti litigi e incomprensioni avvengono in ogni ambiente, a cominciare dalla famiglia, perché ognuno probabilmente interpreta in modo molto personale ogni situazione, anche come si deve cucinare il cibo.
È naturale la diversità di gusto, le scelte dell’abbigliamento, del colore delle sedie e delle stanze, ma il colore bianco non può diventare grigio o addirittura nero. Eppure, nell’interpretazione degli eventi reali molti percepiscono in modo diverso eventi e vicende, da come oggettivamente essi sono.
Non è normale avere idee opposte su qualcosa che appare nitidamente in un determinato modo. Allora subentra la slealtà, si vuole essere ipocriti pur di difendere l’amata squadra di calcio o le scelte politiche di un politico qualunque.
L’accordo c’è solamente dove si perseguono finalità comuni e non c’è spazio per le novità!
In questi tempi si segue con interesse la politica italiana per le scelte economiche passate e attuali. Ogni Partito ha la sua verità, tutti i Partiti seguono le proprie ideologie e scaricano sugli avversari ogni responsabilità. Oltre a questo, in diversi Partiti ci sono le correnti e ogni corrente ha una sua linea secondaria che cerca sempre di sostituire quella di tutto il Partito.
Queste correnti all’interno di un Partito hanno diversi responsabili, sono tanti politici dentro una corrente che pensano in modo diverso dalle altre correnti dello stesso Partito. O sono tutti uomini di scienza o c’è una profonda incapacità di discernere, come effettivamente avviene.
Si dirà che da sempre ci sono state correnti all’interno dei Partiti, vorrà dire che mai hanno avuto in comune il bene del popolo!
Se si ama il popolo, i 5 milioni di poveri in canna presenti oggi in Italia, non esiste più l’opinione di destra, centro o sinistra, esiste il bene da compiere senza attribuirsi meriti che vanno condivisi tra i buoni che guardano al di fuori dei loro interessi.
La politica internazionale è incurabile, tutti i politici del mondo si mostrano eruditi e luminari ma non risolvono nulla, intanto i problemi aumentano e non mostrano di possedere alcuna soluzione alle complicazioni che si aggiungono alle altre.
La cecità intellettuale è la vera malattia che distrugge la persona umana. Toglie il discernimento e la ricerca della verità!
Solo Gesù può far vedere i ciechi di questo mondo, illusi di vedere fin troppo bene, sono però nell’ottica sbagliata e carichi di opere cattive.
Solo Gesù può guarire dall’oscurità in cui vivono quelle persone che determinano con il loro lavoro il futuro di milioni di uomini e donne, ed intendo i medici, gli avvocati, i magistrati, i politici, tutti quelli che nei loro ambiti sono chiamati ad aiutare la gente.
Chiediamo ogni giorno a Gesù di farci vedere e interpretare la realtà con i suoi occhi, con il suo Cuore. Senza Gesù si è sempre ciechi!
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SC 287 Commento al Vangelo di domenica 18.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario 

+ Dal Vangelo secondo Marco  (13,24-32)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’Uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli Angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che Egli è vicino, è alle porte. In verità Io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli Angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Le profezie di Gesù i cristiani non possono ignorarle, non devono trovare pretesti per allontanarli dalla mente per la paura di perdere quanto piace di materiale e di altro o per vivere in una dimensione molto personale e che si chiama inganno della mente.
Il cristiano come gli atei è libero di gestire la sua volontà e di intraprendere le scelte che desidera. Quando si stacca da Gesù Cristo per proseguire la sua vita senza Dio e non rispetta più le parole sante del Signore, non teme il futuro che lo attende.
Ogni cristiano dimostra di seguire Gesù se osserva i suoi insegnamenti, ancora più intensamente devono avvalorarlo i suoi Ministri sacri.
Il Vangelo oggi ci presenta una profezia scioccante e che i mansueti credono perché hanno piena Fede in Gesù. Lui lo ha detto e così sarà.
Ma qual è la ragione di questo avvenimento che dovrà verificarsi? Accadrà solo questo di tremendo oppure seguiranno molto presto le profezie contenute nell'Apocalisse, con le sette coppe dell’ira ardente di Dio, che si scaricheranno nel mondo, sull'umanità?
L’ultimo Libro della Bibbia, l’Apocalisse, descrive dettagliatamente gli eventi che si verificheranno quando il mondo si allontanerà da Dio e Roma, chiamata la prostituta, sarà diventata la capitale della corruzione. Non per i suoi abitanti onesti e buoni, si intende quel potere mondiale che verrà esercitato fra breve da Roma, dopo anni di incontri segreti sempre a Roma anche all'interno di ambienti sacri.
Le sette coppe dell’ira ardente di Dio che si scaricheranno sull’umanità saranno esclusivamente la risposta di Dio verso quanti hanno deciso da qualche secolo di fargli guerra, cominciando con la corruzione dei costumi; il pervertimento della gioventù con illimitati diversivi per inoculare la convinzione della non esistenza di Dio e bestemmiarlo; convincendo la gioventù e gli adulti che la vita è solo questa, è l’appagamento dei sensi, quindi tanta immoralità e depravazione sessuale.
Favorire il degrado morale è una delle tattiche perseguite per sradicare Gesù dai cuori, per addormentare la coscienza e stordire tutti.
I cristiani che leggono nel Vangelo di oggi la profezia di Gesù e mostrano qualche sorpresa, non hanno capito nulla della realtà né di Dio.
Dio è Amore e non vuole mai il male, né le guerre, ma è Dio Creatore e non potrà permettere agli iniqui chiamati potenti del mondo, di distruggere la sua Chiesa o di far mettere il marchio dell’Anticristo a sette miliardi di uomini e donne, così da trasformare quasi tutti in adoratori di colui che dichiarerà di essere il vero Cristo, come viene preparato dall’elite che vuole governare il mondo, con una sola economia, una sola moneta, una sola religione, ecc.
Il capitolo 16 dell’Apocalisse spiega la ragione della reazione di Dio alla satanica volontà dei seguaci del Male di distruggere il Cristianesimo.
In questi due millenni sono già avvenuti molti attacchi contro la Chiesa di Cristo per distruggerla, tutti si sono infranti contro la potentissima protezione della Madre di Dio, così oltre cento anni fa è stato deciso di corrompere la Chiesa dall’interno per annientarla.
Prima di elencare brevemente le sette coppe dell’ira di Dio, evidenzio due volte i versetti 13-14 del capitolo 16 dell’Apocalisse: «Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a rane: sono infatti spiriti di demoni che operano prodigi e vanno a radunare tutti i re di tutta la terra per la guerra del gran giorno di Dio Onnipotente».
Il drago è il comunismo, mai vivo e agguerrito come oggi; la bestia è la Massoneria; il falso profeta chi è? L’Apocalisse aiuta a capire!
Di seguito una sintesi del capitolo 16 dell’Apocalisse, i castighi e le tremende piaghe colpiranno solo i nemici di Gesù, quelli che non meritano:
«Udii poi una gran voce dal tempio che diceva ai sette Angeli: “Andate e versate sulla terra le sette coppe dell’ira di Dio”.
Partì il primo e versò la sua coppa sopra la terra; e scoppiò una piaga dolorosa e maligna sugli uomini che recavano il marchio della bestia e si prostravano davanti alla sua statua.
Il secondo versò la sua coppa nel mare che diventò sangue come quello di un morto e perì ogni essere vivente che si trovava nel mare.
Il terzo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti delle acque, e diventarono sangue.
Il quarto versò la sua coppa sul sole e gli fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco.
E gli uomini bruciarono per il terribile calore e bestemmiarono il Nome di Dio che ha in suo potere tali flagelli, invece di ravvedersi per rendergli omaggio.
Il quinto versò la sua coppa sul trono della bestia e il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua per il dolore e bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei dolori e delle piaghe, invece di pentirsi delle loro azioni.
Il sesto versò la sua coppa sopra il gran fiume Eufrate e le sue acque furono prosciugate per preparare il passaggio ai re dell’oriente. Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti immondi, simili a rane: sono infatti spiriti di demoni che operano prodigi e vanno a radunare tutti i re di tutta la terra per la guerra del gran giorno di Dio Onnipotente.
Il settimo versò la sua coppa nell’aria e uscì dal tempio, dalla parte del trono, una voce potente che diceva: “È fatto!”. Ne seguirono folgori, clamori e tuoni, accompagnati da un grande terremoto, di cui non vi era mai stato l’uguale da quando gli uomini vivono sopra la terra. La grande città si squarciò in tre parti e crollarono le città delle Nazioni.
(…) era davvero un grande flagello» (Ap 16,1-4.8.10-14.17-19.21).
L'interpretazione immediata, dato il contesto, è che si tratti della battaglia finale tra i re della Terra (incitati da satana) e Dio, tra il Bene e il Male. Invece si tratta della fine dei tempi dominati da satana e la scomparsa dalla Terra di tutti i cattivi, e Gesù spiega questa purificazione con la parabola della mietitura del buon grano e della zizzania. I buoni resteranno per glorificare la Santissima Trinità.
«Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio» (Mt 13,30).
Da oltre un secolo è in atto la battaglia finale contro il Cristianesimo e Gesù ha usato finora una pazienza infinita, ha dato messaggi all'umanità, come ha voluto far intervenire sua Madre. Le apparizioni della Madonna per scuotere dai pericoli incombenti e svegliare le coscienze sono state incalcolabili.
Loro due hanno cercato in tutti i modi di svegliare miliardi di uomini e donne sprofondati in una devastante corruzione di mente e cuore, in una immoralità primitiva.
Gesù nutre un grande amore per ciascuno di noi, non vuole perderci, ha dato la Vita per noi: miliardi di persone però Lo maledicono...
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sabato 17 novembre 2018

SC 286 Commento al Vangelo di sabato 17.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (18,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di Lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’Uomo, quando verrà, troverà la Fede sulla terra?». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La domanda posta da Gesù che chiude questo brano del Vangelo, riguarda i nostri tempi, adesso si sta arrivando nel cattolicesimo alla sommità dell’apostasia, che significa l’abbondano della Fede.
Questa nuova condizione spirituale e umana di quanti hanno clamorosamente fallito nei confronti di Dio e hanno scelto il suo opposto, sviluppa una mentalità dai tratti tutti perversi, anche perché più autorità si riveste nella gerarchia della Chiesa, più penetrante e distruttivo è il male che si accoglie in sé.
«Ma il Figlio dell’Uomo, quando verrà, troverà la Fede sulla terra?».
Molti cattolici asseriscono di avere Fede, altri ancora predicano la Fede, ma cosa è veramente la Fede? Credere in Dio Padre, nel Figlio Gesù, nel Loro Spirito santificatore. Quindi, la Fede la possiede chi osserva i Comandamenti di Dio e mette in pratica gli insegnamenti del Vangelo.
Molti cattolici sono inesattamente convinti di possedere la Fede in Gesù e allo stesso compiono opere condannate proprio da Gesù, come si risolve questa incompatibilità?
Solo Dio conosce l’intenzione intima di ognuno di noi e ci può giudicare, comprende perfettamente dove è presente la buonafede e dove la malizia, dove il tradimento peggiore di Giuda e la scarsa preghiera per debolezza, dove la bontà e l’ingiustizia.
Dal tragico rilassamento religioso che ha contagiato molti tra vescovi, sacerdoti e frati, si notano conseguenze disastrose per il cattolicesimo, e molti di loro rappresentano un esercito senza armi spirituali perché non pregano più e non possono più respingere gli attacchi dei diavoli. Sono dominati dai diavoli, questa è la ragione delle nuove dottrine che inventano.
Quanti tradiscono Gesù sono disarmati senza Croce e il Santo Rosario, noncuranti, indifferenti e disamorati delle cose di Dio.
Come si arriva a questa condizione di tradimento? Fare l’opposto di quanto indica Gesù è un grave e spesso premeditato tradimento.
Il più delle volte si inizia con piccole omissioni o trascuratezze nella preghiera e nella rinuncia di sé. I diavoli «aiutano» a non far caso alle iniziali mancanze, come avviene nel mondo quando a molti arrivano ispirazioni negative che spingono ai peccati mortali con queste parole: «Tanto lo fanno tutti. Che c’è di male?».
Gesù ci richiama alla vigilanza anche dei pensieri per non farci staccare dalla Roccia che è Lui, e aggrappati ad Essa avremo molta forza.
I peccati indeboliscono nella volontà il cristiano, ancora di più, l’aumento dei peccati segna una maggiore fiacchezza nel compiere buone opere, e non c’è la disposizione interiore adeguata per vivere il Vangelo. Questo spiega la perdita della Fede anche da parte di vescovi, sacerdoti e frati.
La Fede in Gesù non è solo quella che si manifesta andando a Messa o recitando delle preghiere. La Fede autentica richiede onestà e coerenza, anche il superamento di tante tentazioni e prove giornaliere per l’aiuto che si chiede e si riceve dal Signore, inoltre l’abbondano in Dio che è Padre ed ascolta sempre le nostre preghiere.
«In quella città c’era anche una vedova, che andava dal giudice e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”». Ella ottenne giustizia!
Gesù continua: «E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di Lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’Uomo, quando verrà, troverà la Fede sulla terra?».
Cosa doveva fare Dio Padre per dimostrarci il suo Amore oltre alla crocifissione del Figlio?
Tutto passa in questa terra, solo Dio è eterno, e chi è saggio si preoccupa principalmente di crescere nella Fede in Cristo, per avere una corrispettiva protezione divina e superare tante prove che improvvise sbucano e si rimane affranti o sgomenti perché all’inizio appaiono dolorose e talvolta insuperabili.
Tutto diventa possibile e facile con Gesù, bisogna crederci fermamente e chiedere con fiducia e umiltà. «Gesù, pensaci Tu».
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venerdì 16 novembre 2018

SC 285 Commento al Vangelo di venerdì 16.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (17,26-37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’Uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’Uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed Egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù continua ad avvisare i presenti e anche tutti noi sulla fine dei tempi, di questi tempi privi di verità e di giustizia, senza amore e con un accentuato egoismo, senza Dio perché si è rifiutato per dare sfogo ai propri piaceri e così rimanere incatenati nel Male.
Quando una famiglia vive varie sofferenze a causa di errori gravi commessi da una o più persone, in quella famiglia regna il Male, non c’è pace e sincerità, c’è invece un vivo desiderio di mettere fine a tutti i malanni. Si aspetta, quindi, la fine di quei tempi dolorosi e negativi.
Ogni persona saggia, anche non credente, comprende che l’umanità è ridotta all’agonia, anche per gli insegnamenti devastanti che per ventiquattro ore al giorno milioni di emittenti televisive del mondo insinuano in tutte le trasmissioni e solo nelle Tv cattoliche è possibile ascoltare un messaggio di amore, di verità e di pace.
Il peccato sociale e personale ha superato il limite di una misericordia che è infinita ma non secondo la convenienza dell’uomo.
Nella storia non erano mai avvenute variazioni climatiche come in questi nostri tempi, stiamo assistendo alle conseguenze della devastazione commessa dall’uomo con esperimenti atomici, manipolazioni genetiche, alterazioni degli alimenti e delle medicine, immissione nell'aria di gas velenoso e di polveri inquinanti.
Due giorni fa è caduta una pioggia gialla a Soleto (Lecce), in realtà da diversi giorni sta cadendo una pioggia acida di colore giallo particolarmente difficile da rimuovere. L’inchiesta della Procura dovrà chiarire l’origine della sostanza inquinante che sta creando allarme tra i cittadini. Aspetto da non sottovalutare è l’alta concentrazione di malattie gravi nel paese.
Non è con la paura che si supera un comprensibile shock, la stessa paura manifesta la distanza dalla realtà per continuare a vivere nel proprio guscio. L’assenza della Fede in Gesù fa deprimere e si vive nel terrore, al contrario chi ha Fede in Lui è consapevole che la fine di questi tempi dominati dal Male e dall’esaltazione dei vizi, devono avere una fine.
Nella storia Dio è sempre intervenuto, mai però l’uomo si era spinto fino a manipolare tutto quello che per tutti noi è ancora incomprensibile. È gravissima l’opera che si compie nei laboratori e in molti centri segreti, dove operano con molta probabilità anche molti scienziati scomparsi misteriosamente. «Presi» dalle Nazioni guidate da satana!
L’uomo è causa del suo male, le conseguenze però riguarderanno sette miliardi di persone. solo i devoti della Madonna, quelli che pregano molto e recitano il Santo Rosario ogni giorno, rimarranno incolumi quando le Nazioni si scontreranno, alla fine di questi tempi maledetti.
Nel frattempo, ieri è stato cambiato il «Padre Nostro». Da sedici anni vescovi e teologi che stranamente non si sono fidati di duemila anni della Santa Tradizione della Chiesa, neanche di tutti i Papi fino a Benedetto XVI che hanno sempre ripetuto la preghiera più potente insegnata da Gesù Cristo, sono riusciti a modificare sia il «Padre Nostro» che il «Gloria» della Messa.
Una modifica incoraggiata dallo stesso papa Francesco perché egli non trovava consona quella traduzione e aveva rimarcato la sua volontà di cambiamento, facendo notare che per quel versetto specifico non era stata fatta «una buona traduzione». 
Questa scelta di cambiare il «Padre Nostro» con la motivazione che non era stata fatta «una buona traduzione» inquieta i buoni cattolici, i quali rimangono sbalorditi e capiscono che rimane impossibile un errore durato duemila anni, con milioni di traduzioni identiche che riportavano sempre la frase «non indurci in tentazione».
Con la scusa della sbagliata traduzione si potranno cambiare alcune parole della Santa Messa e sarà eliminato il Sacrificio Eucaristico.
Nella mente e, soprattutto, nell’inconscio di molti cristiani si farà presente questo pensiero: allora finora ho pregato male, ho sbagliato a pregare? Non è assolutamente così. Non hanno sbagliato milioni di Santi e Sante, e noi abbiamo fiducia in queste Anime che hanno rinunciato a tutto per compiere solo la Volontà di Dio.
Gesù non avrebbe forse rivelato ai Santi l’errore della traduzione? Ma per Gesù è questa la traduzione corretta: «Non indurci in tentazione».
Un Papa è chiamato a confermare la Fede cattolica e non a modificarla, deve solo trasmettere quanto ha ricevuto dalla Santa Tradizione.
Gesù e la Madonna hanno parlato del «Padre Nostro» nei secoli e nei decenni passati a molti mistici e lo hanno anche spiegato. All’autentica veggente Pina Micali che ha ricevuto molti messaggi perfettamente in sintonia con il Catechismo della Chiesa, Gesù ha spiegato il «Padre Nostro», quindi anche la frase in questione. Questo ha confermato Gesù:
«E non ci indurre in tentazione. Chiedete a Dio di non lasciarvi slittare nella prova, di non permettere che Lo offendano. Letteralmente il testo greco dice: liberaci, strappaci via dal demonio, dal maligno che va in giro cercando chi divorare. Vegliate e pregate per non entrare in tentazione, ma per liberarvi dal male. Questa è la preghiera che ha lasciato il Padre Mio».
Ho spiegato varie volte in questi anni che le parole «non ci indurre in tentazione» riportate nel Vangelo sono state dette da Gesù, e vogliono dire di non permettere a noi la caduta nella tentazione, di fermarci quando ci troviamo sul punto di cadere, di darci la forza necessaria per vincere la tentazione.
La traduzione del «Padre Nostro» è sempre stata perfetta.
Non abbiate paura, abbandonatevi alla Volontà di Dio e pregate con fiducia. Non siamo mai soli, oltre agli Angeli Custodi che vigilano su ognuno, Gesù e la Vergine Santa non ci perdono di vista, ci amano intensamente e ci amano così come siamo.
Loro attendono sempre un maggiore impegno spirituale da parte nostra ma non ci lasciano mai soli. Vedrete che la Madonna trionferà!
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SC 284 Commento al Vangelo di giovedì 15.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (17,20-25)
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il Regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il Regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il Regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’Uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’Uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che Egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il più spigoloso problema nel cattolicesimo è per la stragrande maggioranza di cattolici la mancata percezione del senso di appartenenza alla vera Chiesa di Cristo. Non si curano della sua stabilità e affermazione nel mondo, non sanno di essere loro stessi Chiesa e che ne sono figli affidabili se la riconoscono come Madre.
Parlare di madre o padre alle nuove generazioni è in molti casi una perdita di tempo, sono figure che esistono solo nel bisogno per poi trascurarle e considerarle come genitori/servi, che devono rimanere disponibili per accontentare tutti i capricci dei figli.
La supremazia della mentalità moderna, sregolata e libertaria dei giovani si afferma dove non c’è Dio, quindi non è un discorso rivolto a tutti voi che leggete, comunque ognuno riconosce la sua responsabilità nell’educazione dei figli e se qualcosa non è stata fatta bene, c’è tempo per recuperare in molti casi.
È pure vero che anche molti genitori atei o scettici vogliono inculcare una sana educazione ai loro figli, una buona formazione umana, ma non trasmettono i valori morali cristiani, non esiste in tutti loro la percezione e la gravità del peccato e non hanno come riferimenti i dieci Comandamenti.
Tra voi genitori che leggete c’è il desiderio di compiere un cammino spirituale corretto e coerente, avvertite la responsabilità davanti a Dio di trasmettere quella Fede che avete ricevuto nel Battesimo e che avete coltivato, ma la domanda che ognuno deve porsi è questa: quanta Fede possiedo?
Ognuno ha quella Fede che ha voluto far crescere con la preghiera e l’osservanza della morale, e quanti non hanno coltivato con impegno la loro Fede, hanno ancora modo e tempo per conoscere Gesù e credere fermamente in Lui. C’è ancora tempo per ricominciare e mettere Dio al centro.
Occorre frequentare Gesù con le buone letture e le preghiere da snocciolare durante la giornata, anche brevi preghiere che chiamo atti di amore, di lode, di ringraziamento, di aiuto, di fiducia, di varie richieste, di sostegno nelle prove, di allontanamento delle maledizioni e delle negatività, di guarigione da ogni malattia.
Chi scopre davvero Gesù è una persona felice e realizzata. Gesù è presente nel cristiano proporzionatamente all’amore che si dona a Lui.
La presenza di Gesù in un genitore, lo rende migliore e maggiormente responsabile, intento non ad accontentare i figli ma a donare ciò che è giusto e meritorio. L’educazione è questione di cuore, i cristiani hanno molto in più da donare e se pregano molto, riescono a trovare l’equilibrio che dona solamente Gesù Cristo.
Dobbiamo riconoscere che molti genitori di oggi non hanno basi solide per trasmettere ai figli la formazione religiosa, loro stessi non l’hanno ricevuta o l’hanno percepita appena. Molti genitori sbagliano per l’insufficiente conoscenza degli insegnamenti di Gesù e le sue parole rappresentano per i cristiani, le norme da osservare e far eseguire ai figli.
Molti giovani privi di una corretta formazione religiosa, non conoscono i doveri ma pretendono solamente diritti e non comprendono l’importanza dei principi morali. Poi si drogano, hanno una mentalità insensata o fanno sesso libero con gli amici e le amiche…
Voi genitori che coltivate la Fede in Gesù non abbattetevi se i vostri figli sono particolarmente scatenati e hanno una mentalità «pericolosa» che sconvolge anche la vita familiare. La responsabilità alle volte si attribuisce ragionevolmente alle cattive frequentazioni e alla televisione.
Molto spesso i genitori dimenticano che devono pregare molto per i loro figli e consacrarli ogni mattina al Cuore Immacolato di Maria.
Il Regno di Dio è presente dove c’è la Fede in Gesù Cristo, dove Lui regna con la sua Grazia, significa quei principi che ci separano dal regno del mondo e dal demonio. Il Regno di Dio è la presenza di Dio nei nostri cuori.
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mercoledì 14 novembre 2018

SC 283 Commento al Vangelo di mercoledì 14.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (17,11-19)
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua Fede ti ha salvato!».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Quando l’uomo e la donna si trovano nella sofferenza sono molto più docili, condiscendenti e anche sottomessi alle indicazioni spirituali o terapeutiche. I dieci lebbrosi manifestano benissimo l’agitazione e la comprensibile preoccupazione presente negli ammalati e in quanti si trovano a lottare contro qualsiasi forma di male.
I dieci lebbrosi erano costretti a vivere lontano dai centri abitati, nascosti nelle grotte e vagabondavano nei luoghi deserti. Il loro destino era segnato ancora più delle piaghe che aumentavano di spessore e di fetore.
Ogni giorno che passava rappresentava un giorno in meno di vita e di speranza, loro ne erano consapevoli e la sofferenza prolungata superava di molto quella dei condannati a morte di questi tempi, che si trovano nelle carceri degli Stati Uniti.
Per capire il miracolo ricevuto dai dieci lebbrosi, si deve conoscere la loro tremenda e crescente sofferenza, una conoscenza che risulterà sempre minima e difettosa, almeno proviamo a inquadrare la loro condizione di condannati ad una agonia devastante, con la perdita corrosiva degli arti e con la materia purulenta che fuoriusciva da molte parti del corpo ad indicare la putrefazione inesorabile.
Per i lebbrosi non esisteva alcuna possibilità di guarigione, da questo possiamo intuire il senso di morte che emanavano le loro persone, non tanto per il fetore, quanto per la condizione simile agli zombi che la letteratura e la cinematografia hanno fatto conoscere nella forma più spaventosa e disgustosa.
Arriva dalla tradizione vudù praticata diffusamente ad Haiti, e lo zombi indica la figura di un morto vivente, un cadavere ambulante.
I dieci lebbrosi del Vangelo erano nelle condizioni simili, ma ancora liberi di scegliere e di pregare, potevano sperare in un miracolo.
Erano lebbrosi reali, gli zombi sono un’invenzione che nasce all’interno della magia nera e che arreca effetti tremendi in quelle persone che la praticano, fino a diventare interiormente simili agli zombi. Tutti quelli che compiono malefici o inviano maledizioni sono legati ai diavoli.
Chi pratica la magia nera ha scelto allo stesso tempo l’inferno, si è schierato dalla parte dei diavoli e la sua vita presenta pochi momenti di apparente appagamento solo per un potere che esercita o il denaro che possiede e ottenuto con l’aiuto delle potenze malefiche.
È denaro che puzza come le piaghe dei lebbrosi, non potrà mai esserci pace e balsamo in chi compie del male deliberato verso il prossimo!
Il denaro guadagnato onestamente non puzza mai, diventa maledetto se arriva da operazioni o attività illecite. Chi prende consapevolezza della gravità del denaro ottenuto illecitamente, deve disfarsene presto compiendo opere buone.
La mancanza dei principi morali rende l’uomo come un morto vivente, un cadavere ambulante, ma chi si preoccupa di questo?
I dieci lebbrosi nella loro disgrazia cercavano di incontrare Gesù e sentendo il gran vociare della gente Lo supplicavano da lontano: «Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!». Con la voce soffocata dal male che portavano addosso, apparivano come grandi adoratori del Signore, ma subito dopo la guarigione immediata, andarono via senza ringraziarlo.
«Appena li vide, Gesù disse loro: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”».
I sacerdoti del Tempio non erano guaritori, dovevano limitarsi a constatare l’avvenuta guarigione, per reintegrare il lebbroso guarito, con un lungo rituale di purificazione e di espiazione. All'ottavo giorno poteva rientrare nella comunità e nel Tempio per il sacrificio dell’olocausto, il ringraziamento ufficiale.
Gesù guarì istantaneamente i dieci lebbrosi ma solo uno ritornò indietro e Lo ringraziò.
L’uomo e la donna quando ottengono la guarigione fisica o ricevono una Grazia spirituale, molto spesso si dimenticano del Signore e anche di quanti hanno pregato. La mancata riconoscenza avviene anche verso i Sacerdoti che si sacrificano per le persone che chiedono aiuti e Grazie.
Il Sacerdote non si offende, riconosce di essere solo uno strumento chiamato da Dio ad essere un intercessore, ma è grave non ringraziare Gesù.
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martedì 13 novembre 2018

SC 282 Commento al Vangelo di martedì 13.11.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (17,7-10)
In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La moralità di una persona non si misura solo su alcuni aspetti della sua vita, il requisito essenziale si trova nell'onestà intellettuale, disposizione integrale verso il bene e potente motore che alimenta tutte le opere che si compiono.
La moralità viaggia nell'imparzialità, ed è quella dignità che prorompe puntigliosamente dalla persona che ne è provvista.
L’onore e il prestigio sociale si percepiscono in modo differente da tanti che hanno formazioni diverse. C’è il corrotto e chi ama l’incorruttibilità.
«Tutto il mondo è paese», ogni popolo e ogni Nazione hanno dei difetti, che fanno semplicemente parte della natura umana, motivo per cui è inutile lamentarsi sempre del paese in cui abitiamo, poiché determinate cose, soprattutto scandali politici, casi di malasanità, casi di corruzione o altro, accadono in ogni parte de mondo e fanno semplicemente parte della natura umana.
Diversamente da altre Nazioni, in Italia si è perduto da decenni la concezione della politica come missione, intesa come servizio per il bene comune, praticata come l’arte del buon governo, con abilità, prudenza e accortezza.
Nel mondo c’è forse più corruzione dell’Italia, ma forse non c’è una improvvisazione e molti interessi personali come da noi, ed è un virus che maledettamente si trasmette da decenni nella politica italiana. Abbiamo sentito storie in passato che ci hanno arrecato amarezze e delusioni, e questo batterio nocivo presente nella mente di chi fa politica in Italia, non sarà vinto fino a quando non comprenderanno il significato della moralità.
Non si improvvisa l’integrità morale, né si materializza solo quando si pronunciano parole che appaiono come magiche perché in grado di rallegrare e tranquillizzare per qualche mese chi ascolta. L’arte del buon governo anche in un piccolo paesino, produce solo frutti buoni e concreti, mentre le ipocrite parole si volatilizzano e gli ingannati scoprono di non avere alcun discernimento.
Oggi Gesù ci dice che la moralità è in queste parole: «Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». Ovviamente di buono, di utile e di onesto.
Queste parole di Gesù non possono ripeterle sinceramente quanti non fanno ciò che indica la morale, sono dimentichi che l’uomo è creato a imitazione di Dio e indirizzato da Lui verso grandi opere di solidarietà. Senza questa convinzione nessun politico vive il suo impegno come una missione e non si impegna senza un tornaconto.
Dopo avere visto un servizio su Report (Rai3) di ieri sera, molti avranno perduto ogni speranza non solo nei politici, nella stessa vita umana.
Nell’eccellente reportage che sembra un maestoso thriller americano, viene rappresentata la corruzione nella sua massima espressione, e vede coinvolti centinaia di personaggi di ogni settore, soprattutto delle istituzioni politiche.
L’inchiesta gira attorno a un uomo, chiamato «apostolo dell’antimafia», ed essendo apostolo aveva molti seguaci, e sono nomi famosi.
Dal minuto 11 del video, il bravo conduttore e il giornalista che intervista molti appartenenti a questa vasta rete, spiegano la presenza di corrotti collegamenti trasversali tra uomini delle istituzioni e molti altri in una Sicilia mai così tradita dai suoi amministratori.
Il reportage descrive una «serena» alleanza tra personalità che dovrebbero stare su fronti opposti, comunque a lottare per il bene comune. Nel video si conosce una tragedia immane, una rete di relazioni che fanno crollare la fiducia verso ciò che rappresentano tutti quelli coinvolti.
Migliaia di voi ricorderanno cosa scrissi subito dopo l’elezione di Crocetta a presidente della Regione Siciliana, la mia immensa delusione non tanto per le sue scelte di vita che non approviamo, era grande la negatività che avvertivo in me riguardo tutto il suo cerchio magico che non conoscevo.
Non indicavo solamente questo politico come una ulteriore disgrazia per la Sicilia, già altri avevano compromesso le speranze dei siciliani.
Altri politici con le loro scelte avevano voluto per i siciliani un inferno per le mancate promesse e per le ampie concessioni alla selezionata compagnia.
Nel versetto 9 del III Canto dell’inferno, Dante ha scritto: «Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate». Da quanto si conosce adesso hanno perduto ogni speranza quanti sono entrati nel cerchio magico dell’ex antimafia, ma chissà… forse la loro speranza rinascerà per la sussistenza della famigerata rete che si è lacerata ma non spezzata?
La meravigliosa isola siciliana da decenni attende politici liberi e armonizzati con la verità per formare un coro intonato e rivalutare il territorio. Per dire le parole di Gesù. «Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». Da un anno sembra che il presidente e alcuni suoi collaboratori siano impegnati per dare alla Sicilia quello che merita. Ogni Regione italiana merita il meglio.
Dopo decenni di disgrazie politiche, oggi in Sicilia c’è un governo che appare impegnato per il bene comune ma che non cura l’aspetto comunicativo e non mi pare che rilascino interviste ai quotidiani e ai telegiornali per far conoscere le buone iniziative.
Il presidente siciliano e altri sono in un governo del silenzio, meno male che hanno scelto la direzione della legalità e non dell’omertà.
La Sicilia ha tutte le potenzialità per divenire uno dei luoghi più frequentati del mondo e dare lavoro a decine di migliaia di giovani e disoccupati. Ovunque bisogna lavorare sinceramente per spezzare alleanze ambigue, per emarginare gradualmente quei politici che si servono della politica per i loro fini e sono garanti esclusivi dei loro amici.
«Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». Possano ripeterlo tanti politici del mondo, ma senza Gesù non avranno mai il desiderio del bene comune!
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Medaglia di San Benedetto