Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

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giovedì 26 settembre 2019

MD 45 Messaggio del 25 settembre 2019 a Marija

Cari figli! 
Oggi vi invito a pregare per le mie intenzioni affinché possa aiutarvi. 
Figlioli, pregate il rosario e meditate i misteri del rosario perché anche voi nella vostra vita passate attraverso le gioie e i dolori. In questo modo trasformate i misteri nella vostra vita perché la vita è un mistero finché non la mettete nelle mani di Dio. 
Così avrete l’esperienza della fede come Pietro che ha incontrato Gesù e lo Spirito Santo ha riempito il suo cuore. 
Anche voi, figlioli, siete invitati a testimoniare vivendo l’amore con il quale di giorno in giorno Dio vi avvolge con la mia presenza. 
Perciò, figlioli, siate aperti e pregate col cuore nella fede. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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domenica 15 settembre 2019

GR 218 Granellino di sabato 14.09.2019

IL GRANELLINO🌱
(Gv 3,13-17)
Ieri un lettore de IL GRANELLINO mi ha scritto chiedendomi di fare una meditazione sul significato cristiano della croce perché - mi diceva - oggi nelle nostre chiese non si parla più della croce.
Bene, cos'è la croce? La croce è il ponte o la scala che unisce la terra al cielo. La croce è Gesù Cristo che, con il suo Sangue preziosissimo, ci ha riconciliato con il Padre. Chi cammina su questo ponte o chi sale per questa scala avrà la vita eterna, cioè parteciperà alla stessa vita d'amore di Dio Padre Figlio e Spirito Santo. Accogliere Gesù Cristo significa mettere in pratica la Sua parola. La parola di Gesù ci chiama e ci esorta a portare la croce quotidiana. Cos'è questa croce quotidiana? È la conversione quotidiana che ci porta a morire al peccato per vivere in Cristo, nostro Redentore.
Se, per esempio, la Parola di Dio ti chiama a perdonare chi ti sta mettendo in croce, sei esortato a farlo. È ovvio che se perdoni, i pagani ti diranno che sei debole e gli intellettualoidi miscredenti ti diranno che sei stolto. Ma il cristiano, illuminato dallo Spirito Santo, sperimenta che perdonare è segno di fortezza e di sapienza. La fortezza e la sapienza soprannaturale danno l'amore per la croce come fonte di vita eterna.
Dice Gesù: “Chi vuole essere mio discepolo prenda la sua croce e mi segua!". Qual è la croce, cioè qual è la persona, la situazione o la condizione che rifiuti e ti sta mettendo nella ribellione?
Vorrei ricordare che la depressione è sempre il frutto amaro del rifiuto della croce. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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mercoledì 11 settembre 2019

GR 217 Granellino di martedì 10.09.2019

IL GRANELLINO🌱
(Lc 6,12-19)
Quante scelte sbagliate facciamo lungo il percorso della nostra esistenza umana! Quando facciamo le nostre scelte istintivamente e sensualmente, il più delle volte le facciamo sbagliate che, a lungo andare, saranno cause di tante lacrime amare. Le conseguenze delle scelte sbagliate possono durare per tutta la nostra esistenza. Che significa fare scelte sensualmente e istintivamente? Significa far scelte in fretta e farle secondo le apparenze esteriori. Per esempio, forse ti sei sposato con una ragazza che ai tuoi sensi era piacevole, attraente e gradevole . Ma, poi, sposandola, hai scoperto che la sua personalità era debole, accidiosa, vanitosa e frivola. La tua scelta non fu fatta con la sapienza del cuore. Per questo motivo, dopo pochi anni di matrimonio, hai divorziato da lei.
Per sbagliare di meno, cioè per fare scelte più secondo le vie e i pensieri di Dio bisogna pregare per avere la scienza, l'intelligenza e la sapienza soprannaturale affinché si possa vedere e comprendere oltre quello che vedono e comprendono i nostri occhi e la nostra intelligenza.
Nel Vangelo di oggi vediamo Gesù che, prima di scegliere i suoi discepoli, trascorre una notte in preghiera. La Preghiera è luce. La luce non ti fa camminare nel buio. La Preghiera è il vero navigatore che ti indica dove andare e qual è la volontà di Dio da seguire. La Preghiera ti dà anche la forza di compiere la volontà di Dio.
Dopo la preghiera Gesù scende in mezzo alla folla e tutti lo vogliono toccare perché da Lui usciva una forza che guariva ogni sorta di malattia e dalla sua bocca uscivano parole di grazia. Cosa esce da te? Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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GR 216 Granellino di lunedì 09.09.2019

IL GRANELLINO🌱
(Lc 6,6-11)
Chissà da quanti anni l'uomo dalla mano destra paralizzata frequentava la sinagoga senza mai essere guarito! Si vede che la sinagoga non era un luogo ricolmo della potenza dello Spirito Santo. Il rito che si svolgeva era senz'altro vuoto dell'unzione dello Spirito Santo. E, al dire di molti cattolici, è il rito noiosio e glaciale che si sperimenta in molte chiese, purtroppo.
Per me, l'uomo con la mano destra paralizzata cosa rappresenta? Rappresent
a il cristiano che è avaro, avaro non solo rispetto a gesti di generosità economica, ma anche a gesti di tenerezza. Come il bambino, l'avaro tiene sempre il pugno chiuso dicendo: "Questo è mio ed è solo mio". L'avaro ti può chiamare anche "tesoro mio", ma in realtà il suo tesoro è quello che possiede e se lo tiene gelosamente stretto nel suo pugno.
Il Cristiano non dice mai "dammi", ma, aprendo il pugno, dice sempre "prendi".
Quanti pugni chiusi nel momento della raccolta delle offerte durante l'offertorio! Molti cattolici ancora non credono nelle parole della Sacra Scrittura: "Dio ama chi dona con gioia e largamente". Non si dona al sacerdote, ma ai poveri. E se il sacerdote amministra la tua offerta in maniera disonesta, peggio per lui! Un giorno dovrà dare conto a Dio per essere stato un amministratore disonesto.
Quando ero parroco, grazie alle catechesi che facevo costantemente, molte mani paralizzate si aprirono alla condivisione.
Per me, la mano paralizzata rappresenta anche colui a colei che non è capace di fare gesti di tenerezza. Siamo fatti per fare e ricevere gesti di tenerezza.
La carezza è vita e lo schiaffo è morte.
Il pugno innalzato verso il cielo in segno di sfida non appartiene ai miti, ma ai violenti
Se dopo anni di preghiera, di rosari e di comunioni hai ancora la mano paralizzata, significa che non hai incontrato Gesù.
Chi veramente ha incontrato Gesù ha un cuore grande nell'amore. Amen. Alleluia.

(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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lunedì 9 settembre 2019

GR 215 Granellino di domenica 08.09.2019

IL GRANELLINO🌱
(Lc 14,25-33)
Se avessi amato mio padre, mia madre, i miei fratelli, le mie sorelle e il mio paese più del Signore, non sarei andato in seminario all'età di 12 anni. Certo, il mio distacco da loro fu doloroso.
Fino all'età di 21 anni dovetti superare molte difficoltà di ogni genere per rimanere in seminario. All'età di 21 anni i miei superiori mi chiesero di andare negli USA per continuare gli studi. Anche questo distacco fu molto doloroso. Nel ‘66 gli Usa erano un paese ancora molto lontano. Nonostante siano passati molti anni, sento ancora nel mio cuore il grido lancinante e drammatico che mia madre, morbosamente legata a me, diede nel salutarmi. Se non avessi amato il Signore più degli affetti familiari, non avrei obbedito ai miei superiori.
Dieci anni trascorsi negli USA. I primi anni furono difficili: nuova lingua, nuovo stile di vita e nuovo modo di pensare. Dopo 4 anni ritornai in Italia da prete, solo per vacanza. Al ritorno negli Stati Uniti d'America, dai miei superiori mi fu affidato il compito di svolgere il mio ministero sacerdotale in una parrocchia di lingua inglese.
Spesi sei anni in parrocchia. Furono anni di gioia, ma anche di delusioni. Nonostante le molteplici tentazioni, amavo il mio sacerdozio più di ogni altra cosa. Secondo la mentalità umana ero diventato un prete di successo, ma, secondo Dio, ero ancora pieno di me stesso.
Non essendo in sintonia con la mentalità dei miei superiori, decisi di ritornare in Italia.
Venuto a Napoli, vissi i primi anni nella povertà di qualsiasi genere. Il Signore, però, mi è stato sempre vicino, dandomi la forza e la sapienza di superare molte difficoltà e di portare la mia croce quasi sempre con umiltà e mitezza. Non sono mai diventato depresso.
Il mio relazionarmi con il prossimo è stato sempre fondato sul perdono.
Ora, se Dio vuole, il 30 maggio dell'anno prossimo celebrerò
il cinquantesimo anno della mia ordinazione sacerdotale. Ma sento che il Signore mi sta chiamando a sacrificare la cosa che più amo: il mio Isacco. Pregate per me. Amen ALLELUIA.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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GR 214 Granellino di sabato 07.09.2019

IL GRANELLINO🌱
(Lc 6,1-5)
Chi legge e medita attentamente la Bibbia comprende, con la Grazia dello Spirito Santo, che il cristianesimo non è una religione, ma una VERITÀ. Qual è questa Verità? Eccola: Dio è amore. Cos'è una religione? È l'uomo che cerca di capire chi è Dio e cosa vuole Dio dall'uomo.
La relazione dell'uomo, che non accoglie Gesù Cristo, con Dio è fondata su ciò che egli capisce di Dio.
Ovviamente la conoscenza umana di Dio è sempre molto, ma molto limitata. Chi ci ha rivelato chi è Dio è Gesù Cristo che alla samaritana disse: “È giunta l'ora in cui il Padre cerca veri adoratori in spirito e verità”. Adorare Dio in spirito non significa confinarlo in certi spazi, luoghi, norme e formalismi.
Dio trascende spazi, luoghi, norme e forme. Non c'è un luogo dove adorare Dio e poi al di fuori di quel luogo l'uomo può vivere come se Dio non esisistesse. Non c'è un luogo sacro e un luogo profano. Non c'è un tempo per adorare e un tempo in cui puoi dimenticare Dio. Questa è la religione dei pagani che vanno nel Tempio per dare cose a Dio e non per ricevere i doni di Dio. Adorare Dio in verità significa credere che la natura di Dio è amore e misericordia e significa anche che l'uomo, essendo creatura e figlio di Dio, deve diventare amore accogliendo lo Spirito Santo che ci è stato donato per mezzo di Gesù Cristo.
La Verità è che l'uomo deve sempre coltivare amore per se stesso e per il prossimo in ogni tempo, circostanza e luogo. Prima di ogni legge o regola fatta dall'uomo, il cristiano deve mettere in pratica la legge dell'amore che rispetta e promuove la dignità dell'uomo.
Quando la forma va contro la dignità dell'uomo bisogna dimenticarla. Prima del culto, viene l'amore.
A un uomo, per esempio, che è a terra sanguinante non posso dire: "Vado prima a messa e poi ti porto in ospedale!”. Se lo facessi, mancherai di amore verso Dio e il prossimo. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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sabato 7 settembre 2019

GR 213 Granellino di venerdì 06.09.2019

IL GRANELLINO🌱
(Lc 5,33-39)
Il digiuno che si fa non è una virtù, ma solo uno strumento per essere virtuosi. Purtroppo, molto facilmente si cade nella tentazione di amare più il digiuno che la virtù. Digiunando, pensiamo di dare da mangiare al Signore.
Il Signore non mangia e non beve. Perciò Egli vuole che facciamo opere di vita eterna se vogliamo diventare suoi amici.
Il digiuno o tutte le opere di penitenza sono in funzione della carità. Chi digiuna deve avere fame e sete dell'amore di Dio e del prossimo. Il digiuno viene fatto per crescere nella carità, cioè nell'amore soprannaturale. Se digiuni senza il desiderio di crescere nella carità, il tuo digiuno serve solo a perdere peso e non a crescere nella virtù teologica della carità.
Se digiuni a pane e acqua, e non dai da mangiare agli affamati e non dai alle anime il cibo spirituale della Parola di Dio e dell'Eucarestia, non andrai in Paradiso.
Se digiuni a pane e acqua e non dai da bere agli assetati e non dai l'acqua spirituale della grazia, della preghiera e dei sacramenti, non andrai in Paradiso.
Se digiuni a pane e acqua e non dai il vestito a chi è nudo e non dai la veste interiore della purezza di spirito alle anime, non andrai in Paradiso.
Se digiuni a pane e acqua e non vai a visitare gli infermi e non porti le anime nella Chiesa, ospedale per le malattie spirituali, non andrai in Paradiso.
Se digiuni a pane e acqua e non seppellisci in un cuore di misericordia divina le mortificazioni, i torti, le ingiustizie, le offese ricevute e ogni ricordo che possa nuocerti al presente, non andrai in Paradiso.
Lo Spirito Santo viene versato solo nel cuore che vuole amare.
La sobrietà poi è, a mio avviso, il miglior digiuno che si possa fare. La sobrietà è un digiuno che dura un anno intero. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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martedì 3 settembre 2019

MD 44 Messaggio del 2 settembre 2019 a Mirjana

Cari figli, pregate, pregate il Rosario tutti i giorni, questa corona di fiori che mi lega direttamente, come madre, ai vostri dolori, alle vostre sofferenze, ai desideri ed alle speranze.
Apostoli del mio amore, sono con voi per mezzo della grazia e dell’amore di mio Figlio e chiedo a voi le preghiere. Per poter convertire le anime, il mondo ha tanto bisogno delle vostre preghiere. Per poter cambiare le anime, chiedo a voi le preghiere. Aprite con totale fiducia i vostri cuori a mio Figlio e Lui in essi scriverà le Sue parole e questo è l’amore. Vivete un legame indissolubile con il Sacro Cuore di mio Figlio.
Figli miei, come madre vi parlo! È arrivata l’ora di inginocchiarvi davanti a mio Figlio, che Lo riconosciate come vostro Dio, il centro della vostra vita. Offritegli i doni: ciò che Lui ama più di tutto è l’amore verso il prossimo, la misericordia ed il cuore puro.
Apostoli del mio amore, molti miei figli non riconoscono ancora mio Figlio come loro Dio, non hanno ancora conosciuto il Suo amore, ma voi, con la vostra preghiera detta con cuore puro e aperto, con i doni che offrite a mio Figlio, farete sì che anche i cuori più induriti si aprano. Apostoli del mio amore, la forza della preghiera detta dal cuore, la potente preghiera piena d’amore cambia il mondo, perciò figli miei, pregate, pregate, pregate. Io sono con voi, vi ringrazio.
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domenica 1 settembre 2019

GS43 - Saranno molte le Grazie che riceverà

Sabato 31 agosto 2019

+ Dal Vangelo secondo Matteo (25,14-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele -gli disse il suo padrone-, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele -gli disse il suo padrone-, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Da Gesù abbiamo ricevuto in dono molti beni spirituali, noi siamo solo amministratori e non padroni. Dopo averci invitati alla vigilanza, il Signore nel Vangelo della Messa ci propone una parabola che è un nuovo richiamo alla responsabilità dinanzi ai doni e alle Grazie ricevute.
Un talento era una antica unità di misura della massa. Era un peso di riferimento per il commercio, nonché una misura di valore pari alla corrispondente quantità di metallo prezioso. Il talento era equivalente pressappoco a cinquanta chili di argento, e si usava per misurare grosse quantità di denaro.
L’uomo consegnò ai tre servi una quantità immensa di beni e chiese di farli fruttificare, ognuno aveva comunque la libertà di gestire i talenti.
Gesù in questa parabola ci spiega che ognuno di noi è responsabile dei doni ricevuti, non li può sotterrare, non può ignorarli ma li deve conoscere, non deve fare come il terzo servo che per paura di non saperli far fruttare non li utilizzò e sotterrò quello che aveva ricevuto.
Ai tempi di Gesù, il talento equivaleva a seimila denari, e un denaro nel Vangelo è quanto corrispondeva alla paga giornaliera del bracciante.
Come vediamo i beni donati dal padrone ai tre servi furono immensi, anche il servo che ricevette meno beni (un solo talento) ebbe da lui una quantità di denaro ragguardevole. È il primo insegnamento di questa parabola: abbiamo ricevuto beni incalcolabili.
Il tema della corrispondenza alla Grazia di Dio, all’adempimento di quanto deve osservare il cristiano, va a sgretolare quella convinzione tutta umana di coloro che si considerano perfetti o giustificano la poca preghiera, sicuri di fare molto con la partecipazione alla Messa festiva.
Essi dimenticano la vera osservanza degli insegnamenti del Vangelo e la pratica delle buone opere, che si compiono solamente nella verità.
I due servi che hanno ricevuto cinque e due talenti, sono lodati dal padrone per il loro impegno, hanno osservato solo quanto aveva detto l’uomo ricco partito per un viaggio, senza deviare su altre strade o impegni che non vengono da Dio e allontanano dalla Fede.
La prova della lontananza pericolosa da Gesù arriva dall’aridità, dal mancato impegno spirituale e dalle scelte opposte alla Volontà di Dio.
Questo succede ai cattolici come anche a quei Sacerdoti e Prelati che sono premurosi nell’eseguire iniziative frutto di pensieri personali: sono impegni pastorali ma solo apparentemente spirituali, invece arrecano distrazioni umane pericolose e appare evidente la compiacenza dei diavoli.
Sono pensieri di organizzazione pastorale o iniziative umane che mettono inquietudine, ansia, determinazione di compierli subito.
In questi casi il cattolico cammina sul ciglio del burrone, è paralizzato nello spirito dalle sue stesse frenesie o ossessioni, nel senso che non può fare più a meno di compiere determinate opere sbagliate o di compiacersi delle opere (inutili) che annullano la sua preghiera. Così il cattolico perde la comunione con Gesù e si incammina solitario verso il precipizio.
Al contrario chi prega bene, si eleva di continuo nella contemplazione delle cose di Dio. Diventa migliore e aiuta gli altri con la sola presenza o con parole sincere, giorno dopo giorno diventa sempre più simile a Gesù Cristo!
I due servi che hanno ricevuto cinque e due talenti hanno osservato le disposizioni del padrone, che è figura di Gesù, e ricevono un sovrabbondante premio e con il premio aumenta anche la stima, la fiducia del padrone nei loro confronti.
Lo stesso agire compie Gesù verso quanti osservano la sua Parola e li premia con molte Grazie, trasmette i suoi sentimenti e diventano nuove persone interiormente ed esteriormente. Gesù dona abbondantemente il suo Spirito che sostituisce quello umano e sbarra la strada allo spirito diabolico, che cerca di continuo di opprimere quel credente come in passato.
Oggi Gesù ci dice che il cristiano autentico non solo partecipa alla Messa festiva, egli è chiamato per il suo bene ad osservare in ogni circostanza della vita la Legge di Dio che contempla l’amore verso tutti, l’onestà intellettuale e pratica, la verità, l’umiltà, la bontà, la mitezza, il rinnegamento, ecc.
Come nella parabola, Dio ha dato ad ognuno di noi dei doni, insieme ai Comandamenti e alla Sacra Scrittura, dicendoci di far fruttificare tutto il bene concesso alla nascita e durante la vita. Chiediamoci se abbiamo tenuto questo in grande considerazione e se le nostre scelte seguono il volere di Dio.
Dalle nostre opere e dalle scelte si comprende chi siamo interiormente e se è presente lo Spirito di Dio.
Ognuno può fare questa valutazione ed eventualmente immettersi finalmente nella Via della Verità e incontrare la vera Vita. Chi continua a camminare nell’errore e nella falsità andrà a sfracellarsi, perderà la sua anima e nulla è più preziosa dell’anima, della vita eterna!
Molti ripartono daccapo con la determinazione di osservare con sincerità il Vangelo e solo in questo modo mostrano di amare Gesù e la Madonna.
Con l’aiuto della Beata Vergine diventa più facile il cammino di Fede, si acquisisce la vera spiritualità del Vangelo e crescono i frutti spirituali.
Chi dirige la sua volontà nella Volontà di Gesù, vedrà cambiare il male presente nella sua vita in Bene e saranno molte le Grazie che riceverà.
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GS42 - L’olio della lampada è la preghiera

Venerdì 30 agosto 2019

 + Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il Regno dei Cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La spiegazione di questa parabola che appare al tempo stesso incomprensibile e banale, è la perdita del Paradiso delle vergini stolte per non avere amato lo Sposo, che è Gesù Cristo. Non amandolo, non hanno osservato i Comandamenti, non hanno obbedito né compiuto la sua Volontà.
Questa pena cade anche su quanti seguono il Signore solo esteriormente, quindi, partecipano alle funzioni o le guidano, ma hanno il cuore altrove, adorano idoli come quanti ne presenta la televisione, anche il denaro e il cibo ricercato con bramosia. Sono innamorati di altro e Dio non conta più nelle loro esistenze, ha un posto marginale.
Questo ci fa capire la deriva di tanti cattolici e la mancanza del desiderio di rialzarsi e riprendere il buon cammino, magari aumentando la disponibilità a seguire e amare le cose di Dio. Il collegamento è fin troppo evidente e le conseguenze le stabilisce sempre il cattolico.
È il credente a determinare quale cammino spirituale compiere, in che modo osservare la Parola di Dio e se sradicare l’orgoglio.
I cattolici che dicono e non fanno sono come le cinque vergini stolte, infatti sono presenti alla preparazione e a tutto quello che esteriormente richiede poco impegno nel rinnegamento. Però rimangono troppo legati alle proprie fissazioni e non riescono a modificare i chiodi fissi piantati nella mente e cadono non per le forze negative dei diavoli ma per il proprio orgoglio.
È l’orgoglio che apre le porte ai diavoli e questi festeggiano...
Questa parabola meditata bene almeno una volta nella vita, insegna che più che il ragionamento Gesù vuole l’amore, e l’amore si manifesta esclusivamente nell’obbedire a Lui, con la conseguente rinuncia a tutto ciò che è futile e irrilevante per la vita spirituale, in preparazione di quella eterna.
Le cinque vergini stolte della parabola vanno incontro a una punizione tremenda: «In verità io vi dico: non vi conosco».
La spiegazione sta nella mancanza di amore verso Gesù Cristo, esse -come tanti cristiani indifferenti- non hanno amato Colui che prepara il banchetto per festeggiare, non Lo hanno amato ed infatti non hanno preparato quanto necessario per l’incontro con Lui.
La rovina spirituale alle volte inizia con piccoli errori che nel tempo assumono forme gigantesche, fino a perdere tutto, sia il Paradiso che le cose importanti di questa vita. Si guastano amicizie e si interrompono relazioni anche con i parenti, quando con una rinuncia o un po’ di ragionamento è possibile amare e compiere ciò che è giusto.
Lo Spirito Santo ci insegna che non basta aver cominciato a percorrere la strada che conduce a Cristo: è necessario mantenerla con una vigilanza incessante e un rinnegamento giornaliero, perché la tendenza di ogni uomo, di ogni donna, è quella di attenuare l’impegno che la vocazione cristiana comporta.
Quasi senza che ce ne rendiamo conto, può insinuarsi nell’anima il desiderio di rendere compatibile la decisione di seguire Gesù Cristo con l’adeguarsi a un ambiente imborghesito. È necessario stare all’erta, poiché la pressione di un ambiente che ha come norma di vita la ricerca insaziabile del benessere e della comodità può farsi molto forte.
Si diventerebbe simili alle cinque vergini stolte, inizialmente piene di buoni propositi, ma che si stancarono presto e non poterono andare incontro allo sposo, per il quale si stavano preparando da un giorno intero. Quindi, si possono coltivare buoni propositi senza poi viverli, né metterli in pratica.
La preghiera o il ricorso ai Sacramenti non devono praticarsi solo nel bisogno, non c’è da prepararsi spiritualmente solo quando si viene colpiti da coloro che vivono nella doppiezza e causano molte sofferenze e avversità. La preparazione all’incontro con Gesù deve sempre permanere nella nostra vita, non dobbiamo perdere l’olio che mantiene accesa la luce della carità e l’intimità con Gesù.
La virtù teologale della carità deve sempre illuminare le nostre azioni, in ogni circostanza, in ogni momento: quando tutto procede bene come anche nella malattia, nella stanchezza e nell’insuccesso; tra persone amabili e con chi è più arduo convivere in armonia; nel lavoro, in famiglia, sempre.
L’olio che mantiene accesa la carità è la preghiera attenta e piena d’amore: l’intimità con Gesù Cristo. Una preghiera fiduciosa, umile e abbondante. Dobbiamo essere molto sinceri con Dio e con noi stessi, per essere sempre aperti ai suoi suggerimenti, combattendo l’egoismo.
Chi si affeziona a una vita comoda, chi rifugge l’abnegazione e il sacrificio o si lascia condurre solamente dal desiderio di gratificazioni personali, non troverà le forze necessarie per darsi con tutto il cuore e con tutta l’anima a Gesù e agli altri.
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Medaglia di San Benedetto