Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

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venerdì 25 gennaio 2019

MD 28 Messaggio del 25 gennaio 2019 a Marija

Cari figli! 
Oggi, come madre vi invito alla conversione. Questo tempo è per voi, figlioli, il tempo del silenzio e della preghiera. 
Perciò, nel calore del vostro cuore cresca il chicco della speranza e della fede e voi, figlioli, di giorno in giorno sentirete il bisogno di pregare di più. 
La vostra vita diventerà ordinata e responsabile. 
Comprenderete, figlioli, di essere passeggeri qui sulla terra e sentirete il bisogno di essere più vicini a Dio e con l’amore darete testimonianza della vostra esperienza dell’incontro con Dio, che condividerete con gli altri. 
Io sono con voi e prego per voi ma non posso senza il vostro Si. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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lunedì 14 gennaio 2019

SC 307 Commento al Vangelo di lunedì 14.01.2019 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Perché convertirsi a Gesù?



Convertitevi e credete nel Vangelo.

+ Dal Vangelo secondo Marco (1,14-20)
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a Me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e Lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a Lui. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ieri si è concluso il Tempo di Natale e oggi inizia il Tempo Ordinario, periodo che sarà sospeso il Mercoledì delle Ceneri per riprendere dopo il Tempo di Pasqua. La meditazione che ci offre il Vangelo è la chiamata dei primi discepoli.
Il Signore chiama i discepoli nel mezzo del loro lavoro. Chiama anche noi mentre siamo impegnati nelle attività della vita ordinaria, e vuole che rimaniamo al nostro posto perché santifichiamo quelle attività in cui siamo impegnati e facciamo conoscere Gesù attraverso esse.
A Natale abbiamo compreso il motivo della venuta di Dio in mezzo a noi, facendosi Uomo per renderci simili a Dio.
L’Amore che Gesù ha portato sulla Terra è il segno che Dio ama tutti e non vuole che nessuno si perda, ma lascia la libertà delle scelte.
L’Amore che sovrabbonda in Dio e che di continuo fuoriesce dalla Santissima Trinità, si è fatto Persona, anche se non umana perché di umano ha solamente la natura. La seconda Persona Divina vuole incontrare tutte le creature umane e innanzitutto cerca discepoli per inviarli in ogni direzione.
Quando Gesù inizia la vita pubblica, chiama dodici uomini a condividere con Lui una missione eccezionale e meravigliosa, anche se piena di insidie e di sofferenze. Non si incontra mai la vera gioia se non c’è stata prima la sofferenza.
La chiamata dei primi discepoli ci indica che Dio vuole donarci molte Grazie ma ci chiede di donargli spazio nella nostra vita, nelle cose quotidiane e di trovare buon tempo per pregare bene. Moltissime Grazie che Dio vuole donarci rimangono sospese perché non vengono richieste o non si conduce un cammino spirituale impegnato.
Si compiono molte cose ma ci si dimentica di quella più importante: l’adorazione di Gesù, quindi, il dialogo con Lui nella preghiera.
I primi discepoli risposero con generosità, tanto che lasciarono tutto per seguire il Signore e mortificando le loro scelte personali. Così avviene quando Dio invita al sacerdozio o alla vita consacrata quelle anime chiamate a donarsi totalmente all’Amore per riempirsi di Amore soprannaturale.
I primi quattro discepoli, Pietro, Andrea, Giovanni e Giacomo, conoscevano già il Signore, ma questo è il momento preciso in cui, rispondendo alla chiamata divina, decidono di seguirlo definitivamente, senza condizioni, senza calcoli, senza riserve.
Si fidano di Gesù Cristo e ripongono tutto in Lui, non mettono in dubbio alcun aspetto della sua dottrina. Da qui nasce la santità!
Come i primi quattro discepoli, Gesù chiama anime a condividere la sua missione e le cerca mentre svolgono la loro ordinaria attività, come Dio fece con i Magi attraverso quel che poteva essere loro più familiare, la luce di una stella.
Tutti siamo chiamati a diventare veri discepoli di Gesù, anche restando nel mondo e continuando la vita ordinaria.
La chiamata di Gesù alla conversione quando viene accolta dal peccatore, vale più delle ricchezze e degli onori del mondo. Chi si converte entra nel Cuore di Dio e attua quella realizzazione per cui è stato creato.
Una vita senza Dio è il trionfo della debolezza umana e arriverà il tempo in cui il peccatore scoprirà all’improvviso il suo disastro definitivo.
«Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Il Signore Gesù ci sceglie e ci lascia lì dove ci troviamo, perché proprio lì, in quel luogo e in quell’ambiente, Lo amiamo e Lo facciamo conoscere attraverso i vincoli familiari, le relazioni di lavoro e di amicizia.
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Preghiera a Gesù Bambino

O Gesù Bambino, mi rivolgo a Te e ti prego per la tua Santa Madre, di assistermi in questa necessità (chiedere la Grazia), poiché credo fermamente che la tua Divinità può venirmi in aiuto. Spero con fiducia di ottenere la tua santa Gra­zia.
Ti amo con tutto il cuore e con tutte le forze dell'anima mia. Mi pento sinceramente dei miei pec­cati e ti supplico, o buon Gesù, di donarmi la forza di vincerli.
Prendo la ferma risoluzione di non offenderti mai più, e mi offro a Te con la disposizio­ne di soffrire piuttosto che di dispiacerti.
Ormai, voglio servirti con fedeltà.
Per amore tuo, o divino Gesù Bambino, amerò il mio prossimo come me stesso.
O Gesù Bambino pieno di potenza, ti supplico di nuovo, assistimi in questa circostanza (chiedere la Grazia). Fammi la Grazia di possederti eter­namente con Maria e Giuseppe in Cielo e di adorar­ti con i Santi Angeli. Così sia.
Salve Regina…

SC 306 Commento al Vangelo di domenica 13.01.2019 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Significato del nostro Battesimo!


BATTESIMO DEL SIGNORE

Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.

+ Dal Vangelo secondo Luca (3,15-16.21-22)
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene Colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di Lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in Te ho posto il mio compiacimento». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La richiesta fatta da Gesù di ricevere il battesimo da Giovanni già ci indica che il rito è indispensabile per fare parte della famiglia del Padre. Anche se il battesimo di Giovanni non era sacramentale ma di preparazione all’incontro con il Messia, Gesù lascia fare Giovanni, contento nel vedere tanta gente che lo riceve perché era un segno di adesione a Dio.
A quel tempo il battesimo indicava l’accettazione di Dio e la conversione personale.
Il battesimo ricevuto da Gesù non ha creato alcun imbarazzo a quanti Lo conoscevano, Egli si è sottomesso e adempiuto la Legge.
A Gesù non mancava nulla, era il Figlio di Dio e quel battesimo non aggiungeva nulla alla sua Sapienza, anzi proprio Lui lo permetteva.
Non ci poteva essere alcuna sottomissione di Gesù di fronte al Battista, al contrario egli rimase sorpreso quando Gesù chiese il battesimo.
Quando Gesù «dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?”.Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì» (Mt 3,13-15).
Questo è il racconto che fa Matteo, con poche parole chiarisce il motivo del battesimo di Gesù e l’inferiorità del Battista.
Gesù adempie la volontà del Padre per eliminare i nostri peccati, per vincere il peccato riscattandoci con la Croce, e non aveva alcun bisogno del battesimo di Giovanni, però nella sua risposta troviamo il significato che richiama l’Antico Testamento: “Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia”.
Lo aveva utilizzato Isaia, per lui  “adempiere ogni giustizia” corrisponde a “preparare la via del Signore e raddrizzare i sentieri” (Is 40,3).
Lo aveva proclamato anche lo stesso Battista, riferendosi al Profeta medesimo (preparare la via del Signore), però Gesù volle predisporre le nostre vie, rimanendo accanto a noi e diventando Lui stesso la Via.
Gesù si presenta con infinita umiltà dinanzi al Battista e vuole compiere la stessa immersione degli altri. Battesimo significa immersione, ed è quello che Gesù compie dal momento in cui decide di scendere nel mondo.
Gesù si immerge completamente nella realtà degli uomini, coglie le contraddizioni, i drammi, le domande, le gioie e i dolori e la morte.
Nelle acque del Giordano Gesù compie il rito che facevano quelli che accettavano la predicazione del Battista che aveva come obiettivo la preparazione della venuta del Messia e proprio il Messia si presenta e si fa conoscere.
Gesù si immerge nelle acque come si immerge dentro questo popolo e prende su di sé le angosce e le sofferenze di tutti.
Nel Battesimo che istituirà Gesù, non ci sarà solo un segno esteriore dell’acqua, questa viene chiamata materia del Sacramento, per mezzo della quale lo stesso Cristo, in forza dello Spirito Santo, ci libererà dal peccato presente in tutti (peccato originale) rialzandoci e eleggendoci a vita nuova.
Rimane importante considerare il Battesimo di Gesù, non solamente perché è un Sacramento, il primo, è un evento importante che fa da cerniera tra la sua nascita e le fasi gloriose e dolorose della sua vita pubblica.
Senza il Battesimo nessuno entra nella famiglia di Dio e rimane impossibile accedere agli altri Sacramenti.
Gesù diede inizio alla sua missione quando aveva circa trent’anni di età. Prima di iniziare la vita pubblica e manifestarsi al mondo come Messia e Figlio di Dio, volle immergersi nell’acqua  anche per due manifestazioni: quella del Battista che Lo ha indicato come l’Agnello di Dio e si è umiliato dinanzi a Gesù e, soprattutto, quella del Padre: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in Te ho posto il mio compiacimento».
Tutti i cristiani ricevono il Battesimo al più presto dopo la nascita per i molteplici doni connessi al Sacramento. Con il Battesimo innanzitutto si diventa una nuova creatura, ed esso costituisce la nascita alla vita nuova in Cristo.
Il Battesimo oltre a liberare dal peccato originale, purifica da tutti i peccati e fa del battezzato una“nuova creatura” (2 Cor 5,17), un figlio adottivo di Dio, diventato partecipe della natura divina, quindi membro di Cristo e coerede con Lui, oltre che tempio vivo dello Spirito Santo.
La Santissima Trinità dona al battezzato la Grazia santificante, la Grazia della giustificazione, quindi, le virtù teologali, i doni dello Spirito Santo, gli infonde le virtù morali.
L’organismo della vita soprannaturale del cristiano ha la sua radice nel santo Battesimo. Con esso il cristiano partecipa alla Grazia di Cristo.
Le promesse battesimali che un bambino non può sostenere, vengono espresse dai genitori e dai padrini, si tratta di:
Rinunciare al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio.
Rinunciare alle seduzione del male, per non lasciarvi dominare dal peccato.
Rinunziare a satana, origine e causa di ogni peccato.
Credere in Dio, Padre Onnipotente, Creatore del cielo e della terra.
Credere in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre.
Credere nello Spirito Santo, la Santa Chiesa Cattolica, la comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna.
È facile dimenticare queste promesse battesimali se non si meditano spesso e non si osservano. Noi siamo miracolati perché battezzati!
«Incorporato a Cristo per mezzo del Battesimo, il battezzato viene conformato a Cristo. Il Battesimo segna il cristiano con un sigillo spirituale indelebile (“carattere”) della sua appartenenza a Cristo. Questo sigillo non viene cancellato da alcun peccato, sebbene il peccato impedisca al Battesimo di portare frutti di salvezza. Conferito una volta per sempre, il Battesimo non può essere ripetuto» (Catechismo n° 1272). 
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giovedì 10 gennaio 2019

SC 305 Commento al Vangelo di giovedì 10.01.2019 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Perché prego per ognuno di voi

Oggi si è adempiuta questa Scrittura

+ Dal Vangelo secondo Luca (4,14-22)
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nazaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di Me; per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di Grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di Lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di Grazia che uscivano dalla sua bocca. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ieri Gesù ci ha assicurato che rimanere vicini a Lui significa perdere tutte le paure che questa società trasmette giornalmente. Tante situazioni e notizie dall’Italia e dal mondo suscitano turbamenti e si vive nella sofferenza, inoltre si portano dentro ire e rivalse da eseguire.
In questi ultimi anni la cattiveria è esplosa in una forma devastante e colpisce soprattutto gli innocenti, le persone che non posseggono una commisurata cattiveria. Il male si scarica con facilità sulle persone buone ma che non pregano, mentre tutte quelle che pregano vengono protette dalla Madonna, da San Michele Arcangelo e dagli Angeli Custodi.
Oltre la paura che si porta nel cuore e che causa malattie, una paura suscitata anche dalle opere di parenti e nemici implacabili, molto spesso mascherati sotto finti sorrisi, ci sono oggi molte altre paure causate dall’insicurezza che arriva dalla politica internazionale, dal futuro incerto, dalle insicurezze suscitate dagli economisti che annunciano crisi economiche, anche dalla fiducia riposta in qualche familiare.
Ieri Gesù ci ha detto di non avere paura di nulla e di ricorrere a Lui nelle difficoltà, di«costruire» sulla Roccia granitica e incrollabile.
La vita frenetica non permette in molti casi di accorgersi di una tensione che mette stanchezza psicofisica e rende nervosi, poco comprensivi e per nulla docili. Oltre la Grazia che ci arriva dai Sacramenti, le piante medicinali sono il migliore rimedio naturale per curare il corpo.
Molti non si accorgono di essere ipertesi, non hanno il tempo per accorgersi dei rischi cardiovascolari che si creano a causa della vita agitata, ma ci sono anche altri fattori. Perché poi? Quale premio o encomio si pensa di ottenere dal mondo conducendo una vita frenetica e disordinata?
La preghiera del Santo Rosario rilassa anche il corpo, rende regolare la frequenza cardiaca e infonde molta serenità che viene dalla Madonna.
Ci sono rimedi naturali creati da Dio e che bisogna conoscere. Per il rilassamento muscolare vengono indicati vari rimedi come l’arnica, un rimedio eccezionale per molti problemi, utile anche per il rilassamento, soprattutto l’arnica è un antinfiammatorio naturale.
Completo questo aspetto indicando altri rimedi naturali per il rilassamento muscolare: camomilla, lavanda, menta piperita, passiflora, pepe di Cayenna, rosmarino. Ci sono altre piante che servono allo scopo, ma la «medicina» più efficace rimane l’aglio. I benefici sono molteplici e spaziano da una parte all’altra del corpo.
Sto scrivendo con grande serenità non per avere preso qualche infuso tra quelli indicati sopra, questa è l’ora migliore per preparare il commento al Vangelo in quanto non arrivano telefonate, né faccio incontro o rispondo a tantissime e-mail arretrate, e mi concentro solo sulla Parola di Dio.
Ieri ho inviato il commento molto tardi per tanti impegni e durante la preparazione mi sarò fermato una decina di volte per rispondere alle telefonate che considero molto importanti per aiutare chi si trova nella malattia, nella sofferenza o nella confusione. Sono sempre tempestivo nel rispondere per aiutare tutti.
Quasi sempre una sola parola calma chi soffre, un consiglio indirizza verso la strada migliore, una benedizione che do riporta pace e gioia.
Ogni giorno succede così e considero tutto importante, non mi disturba chi mi chiama e se sono impegnato in un incontro, faccio richiamare più tardi.
Molte volte devo riprendere il filo del commento e tra una parola cancellata e un’altra che si inserisce, qualche errore nel testo ci può pure scappare. Non ho come i giornalisti, i correttori di bozze e loro scrivono un articolo ogni settimana o alcuni editoriali. Io scrivo ogni giorno e di una materia difficile come quella spirituale.
Moltissimi mi scrivono e mi telefonano esprimendo riconoscenza per la loro conversione e il forte cammino di Fede intrapreso, leggendo i miei commenti. Loro sono a conoscenza che vorrei dare molto di più e che non mi accontento di quello che faccio. Penso sempre di fare poco!
Spesso durante la preparazione di un commento mi arrivano molte telefonate e contemporaneamente suonano perché qualcuno cerca consigli e devo sospendere il commento. Scivola all’ultimo posto quando in realtà deve essere il primo lavoro della mia giornata dopo le preghiere nel silenzio della notte e l’alba che non è arrivata.
Questo commento viene inviato a circa 20 mila lettori. Per inviarlo a tutti si impiegano oltre sei ore, al primo arriva subito e all’ultimo inserito arriva dopo oltre sei ore. C’è la garanzia di questa importante piattaforma che utilizzo a pagamento e costa ogni anno circa 500 euro.
Non mi risparmio per far conoscere Gesù e la Madonna, anche se sono sfinito voglio aiutare tutti. Ho però bisogno delle vostre preghiere!
C’è molto apostolato da compiere e moltissimi peccatori sono diretti alla dannazione eterna. A questo ci penso ogni giorno, non faccio altro che ripetere preghiere per la conversione dei peccatori, è urgente far arrivare il messaggio del Vangelo per la loro conversione e non c’è certezza che si realizzi.
È mattina molto presto, ancora non è spuntata l’alba e dalla finestra osservo le luci delle città lontane lungo la costa che arriva a Palermo, oltre il mare distante in linea d’aria circa 8 chilometri. Il Centro di Preghiera si trova a quasi 400 metri di altezza ed è come una terrazza da dove è possibile ammirare in estate e quando il sole è raggiante, meravigliosi tramonti a Nord che lasciano estasiati. Ogni sera c’è uno spettacolo meraviglioso.
Sopra ho riparlato della paura, di non avere paura perché chi confida in Gesù non teme nulla.
Nelle tribolazioni Lui è sempre vicino e ci consola, calma la tensione e addolcisce i pensieri. È Gesù la migliore medicina spirituale, ma Lui ci invita ad utilizzare anche quanto ha creato come Dio e sono molte le piante medicinali efficaci.
Come i compaesani di Gesù, fissiamo i nostri occhi su di Lui ma non imitiamoli nel rifiutarlo per la loro invidia. In Gesù si realizza tutta la Parola dell’Antico Testamento, Egli è Dio Amore che usa misericordia e dimentica tutti i peccati di chi si pente.
Chi incontra Lui trova tutta la gioia della vita in una grande pace interiore!
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mercoledì 9 gennaio 2019

SC 304 Commento al Vangelo di mercoledì 09.01.2019 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Sono Io, non abbiate paura!


Videro Gesù camminare sul mare

+ Dal Vangelo secondo Marco (6,45-52)
Dopo che i cinquemila uomini furono saziati, Gesù ordinò poi ai discepoli di salire sulla barca e precederlo sull'altra riva, verso Betsàida, mentre Egli avrebbe licenziato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed Egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte Egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti Lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma Egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono Io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Anche se avevano assistito da poco a un miracolo che solo Dio poteva compiere, gli Apostoli erano rimasti deconcentrati e bloccati nelle loro convinzioni, che non erano contrarie a Gesù ma neanche avevano chiaro il suo messaggio centrale.
Gli Apostoli hanno compiuto un cammino di Fede che prevedeva delle tappe e delle prolungate riflessioni per un’assimilazione migliore. Se consideriamo che nei secoli a venire e in questi tempi ci sono autorevoli cristiani che non hanno accolto correttamente il messaggio di Gesù Cristo, gli Apostoli meritano una grande comprensione perché tutto avvenne in poco tempo.
Non avevano il tempo per riflettere e solo alcuni più dotti tra gli Apostoli assimilavano con profitto ogni insegnamento di Gesù.
Gesù scelse i suoi Apostoli guardando solo al cuore degli uomini e li volle appartenenti alle varie correnti del giudaismo di allora, dai farisei ai discepoli di San Giovanni Battista, dagli zeloti a personaggi diciamo appartenenti alla gente comune, come pure un pubblicano.
L’episodio di oggi conferma l’assoluta importanza del cammino di Fede per arrivare alla vera conversione, quella completa e che si riconosce quando si mette al centro della vita e si compie la Volontà di Dio. Se non c’è questa disponibilità a camminare dove e come vuole Gesù, la vera conversione deve ancora arrivare e non c’è alcuna certezza che si completerà.
Ognuno sceglie quale cammino di Fede compiere: tiepido e debole, modesto e limitato, elevato e sublime. Chi più ama Gesù più obbedisce.
Il cammino di Fede non si improvvisa e occorrono diverse condizioni per proseguirlo. Gli Apostoli avevano le migliori condizioni ma non esisteva una Tradizione come l’abbiamo noi di duemila anni. Quanto ascoltavano era anche per loro una novità, che era edificante ed esigente ma rimaneva sempre un difficile impegno da vivere, nel pieno delle loro fragilità.
Noi abbiamo a disposizione incalcolabili conoscenze che ci offre la Chiesa e le esperienze dei Santi, soprattutto c’è la Sacra Tradizione che raccoglie tutta la nostra Fede contenuta nel Catechismo del 1992, che rimane l’unica vera dottrina della Chiesa Cattolica.
Il termine Tradizione o Sacra Tradizione, indica la trasmissione di notizie e fatti riguardanti la Fede, avvenuta dapprima solo oralmente nei primi trenta anni del Cristianesimo e poi conservata anche in forma scritta. La Sacra Tradizione è la modalità della trasmissione della Rivelazione della Chiesa Cattolica, unitamente con le Sacre Scritture e il Magistero della Chiesa.
Ci è stata consegnata la nostra Fede da quanti sono venuti prima di noi, viene trasmessa di generazioni in generazioni. Gli Apostoli non avevano mai ascoltato da nessun’altro le parole di Gesù, questo spiega il cuore indurito quando vedono Gesù camminare sulle acque.
Ancora oggi Gesù ci cammina accanto ma in molti non Lo vedono per l’assenza del cammino di Fede oppure Lo ignorano!
Per gli Apostoli non era un’operazione semplice collegare più eventi in una ridotta razione di tempo, c’era da compiere una elaborazione dei concetti spiegati da Gesù e il cammino compiuto da loro durò appena tre anni prima della trasformazione con l’arrivo dello Spirito Santo nella Pentecoste.
Gli Apostoli e i cristiani hanno una identica missione ma sono due condizioni diverse, tutti i cristiani, comunque, con il Battesimo vengono chiamati a diventare missionari del Vangelo nei luoghi che frequentano. Chi si preoccupa di parlare di Gesù e dei suoi miracoli? Chi invita parenti e amici alla Confessione e alla Santa Messa festiva?
Spesso è l’imbarazzo a non fare parlare di Gesù, c’è una sorta di soggezione come se si dovesse dire qualcosa di sconveniente.
Gesù dà la forza spirituale a quanti la chiedono nella preghiera e sprona a fare apostolato nel suo Nome: «Coraggio, sono Io, non abbiate paura!».
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martedì 8 gennaio 2019

SC 303 Commento al Vangelo di martedì 08.01.2019 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Come pecore senza pastore


Moltiplicando i pani, Gesù si manifesta Profeta

+ Dal Vangelo secondo Marco (6,34-44)
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma Egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma Egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La compassione di Gesù verso una moltitudine di persone che vivono come pecore senza Pastore è dolorosissima, adesso si è aggiunta la grande sofferenza di vedere indifferenti molti Pastori che rappresentano Lui, hanno ricevuto il dono del sacerdozio ministeriale ma lo hanno dimenticato.
C’è anche l’aspetto ingannevole nei cuori di quei Pastori trasformisti, bravi a spostare l’attenzione su diversivi ricreativi e divertenti, per nascondere un’amara verità, cioè, il loro allontanamento con il cuore da Gesù Cristo.
All’interno della Chiesa la crisi è straripante e si arriverà inevitabilmente ad un grande scisma come mai avvenuto in passato. La ragione principale (sembrerà strano) nasce dalla «dottrina dell’accoglienza» che ha sostituito il Vangelo, ha fatto dimenticare Gesù e la Madonna nelle omelie, se ne parla per edulcorare il messaggio centrale che rimane l’accoglienza.
L’accoglienza è un sinistro attacco alla nostra Fede, è un’operazione voluta dagli Illuminati che governano anche la Massoneria mondiale, odiano mortalmente la Chiesa Cattolica, l’intero genere umano e non sopportano il numero della popolazione mondiale attuale.
Perché odiano? Chi riesce a ragionare con un folle? Questi sono lucidamente folli e potenti perché i più ricchi del mondo e più posseduti dallo spirito satanico. Si considerano padroni di questo pianeta, pretendono che non sia abitato da 7 miliardi di persone. È impossibile da loro una risposta sensata, non ne danno l’occasione e ingannevolmente si mostrano generosi.
Si trovano sul web articoli di scienziati schietti e affidabili, asseriscono che è in atto una guerra silenziosa ma micidiale contro l’umanità.
Questo ricchissimo gruppo segreto, composto dai più ricchi, riesce a sfuggire al momento alla conoscenza dell’umanità, non a Gesù e a Maria.
Perché la necessità di tantissime autentiche apparizioni della Madonna in molte parti del mondo, con la ripetizione dell’invito a ritornare a Dio e ai Sacramenti? E Gesù che parla ai mistici per far sapere all’umanità i pericoli incombenti se non si prega e non si ritorna ad una intensa vita spirituale?
Si può essere dubbiosi o si può avere paura nel leggere determinate rivelazioni date da Loro due, bisogna chiedersi perché incalzano con continui richiami alla conversione. Guardate come è ridotta l’umanità senza Dio e come è immersa nei vizi più immondi e disonorevoli per l’essere umano. Le Chiese vuote non significano nulla? Non hanno «compassione di loro, sono come pecore che non hanno pastore».
Mons. Henri Delassus morto in Francia nel 1921, nell’opera «Il problema dell’ora presente», denunciava le premesse di una mondializzazione e il profilarsi di un governo mondiale, per effetto di una cospirazione di matrice massonico-giudaica, il cui scopo fondamentale sarebbe la distruzione integrale della Chiesa Cattolica.
In quest’opera Mons. Delassus riporta citazioni tratte da libri segreti e documenti della Massoneria, nei quali non solo i massoni si attribuivano la riuscita della Rivoluzione francese, ma ne erano fieri. In questi documenti ufficiali la Massoneria proclama che il loro obiettivo è di continuare quell’opera. Impegno che non hanno mai dimenticato.
Il 90% dei massoni di tutto il mondo non conosce la vera finalità dei capi della Massoneria mondiale.
Oggi Gesù ci mostra la sua ininterrotta compassione per tutti quelli che non hanno Pastori.
La gente che ascoltava aveva fame e Gesù con grande interessamento ha saziato tutti con la moltiplicazione miracolosa di pani e pesci. Ogni genere di necessità può saziare il Signore, bisogna restare vicini a Lui, cercarlo costantemente e non perderlo più una volta incontrato.
Nel mondo il Vangelo di Gesù appare come superato, ma vediamo che tutti quelli che ne sono lontani, non trovano mai una pace interiore equilibrata, frutto della Grazia di Dio. Non è la vita sfrenata che assapora ogni voglia a saziare di bene la propria anima. È impossibile.
Ognuno anela al bene spirituale e se non lo cerca nei luoghi preposti, lo cerca altrove e si lascia guidare dalle proprie debolezze, simili a belve feroci. Molti Pastori dell'Ovile di Gesù hanno abbandonato il gregge e lo sbandamento arreca molta impressione. La responsabilità dello smarrimento di molte pecore non viene compresa adesso in tutta la sua gravità e si continua a vivere nell'indifferenza, ma sarà molto doloroso il momento della restituzione di quanto era stato affidato.
Gesù è il Bene. Vuole riempire la nostra vita con la sua pace e la felicità, solo Lui può saziare, appagare la nostra esistenza. «Tutti mangiarono a sazietà».
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SC 302 Commento al Vangelo di lunedì 07.01.2019 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Gesù Cristo, sindaci e immigrati


Il Regno dei Cieli è vicino

+ Dal Vangelo secondo Matteo (4,12-17.23-25)
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nazaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il Regno dei Cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il Vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed Egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il Vangelo di oggi esprime con tutta la sua potenza la divinità di Gesù Cristo, narrando alcuni degli innumerevoli miracoli compiuti da Lui in mezzo ai pagani, per portare la speranza e suscitare in essi l’interesse verso Dio. Predicava nel crocevia dei pagani e lo faceva con molta chiarezza e semplicità, tenendo fermo l’argomento della necessità della conversione per entrare nel Regno di Dio, conoscere il Padre e ottenere la vita eterna.
Da alcuni decenni nella Chiesa si è oscurata questa predicazione, non si parla di Gesù come il Salvatore e il Guaritore, non si insiste nelle prediche sulla sua divinità. Un Gesù buono e tollerante non attrae quelli che cercano la Via della felicità e solo Gesù ha il potere di donarla.
La gente vuole sentire il messaggio autentico e completo di Gesù, desidera nel suo intimo ricevere scossoni per scuotersi e rialzarsi dal suo trono di dissipazione e confusione. Un Vangelo annacquato e svuotato del suo messaggio essenziale non è più efficace ed è un nuovo vangelo «composto in laboratorio».
La Chiesa deve rimettere al centro del suo essere, della sua predicazione, della sua vita, il Signore Gesù. Questa è la vera rivoluzione, non il neomodernismo che elimina il soprannaturale e ogni Verità del Vangelo.
La rivoluzione che viene citata spesso deve riportare il Vangelo integrale al centro della predicazione, in caso contrario scaturisce una involuzione come nei fatti sta avvenendo. Il termine rivoluzione fa intendere un cambiamento, un rovesciamento, una ribellione.
Ma cambiare cosa, il Vangelo? Rovesciare cosa, la Sacra Tradizione della Chiesa? Ribellarsi a chi, al Signore Gesù?
Non hanno compreso che bisogna rivoluzionare i loro cuori per orientarli a Dio, per ritornare a Gesù Cristo. La Chiesa necessita urgentemente di una ricostruzione, di un riordino del suo messaggio centrale, di una riforma della mentalità progressista di prelati e sacerdoti lanciati verso il loro dissolvimento spirituale.
Non necessita una riforma dottrinale anche se si continua a compierla al contrario per favorire quella protestante, compromettendo e svilendo la sana dottrina della Chiesa. Il cambiamento deve avvenire nei cuori di tutti quelli che parlano di rivoluzione e di «Chiesa dal basso», una Chiesa che non può produrre alcuna Verità, questa viene solo dall’Alto.
Le belle parole pronunciate dinanzi a molti fedeli, spesso sono piacevoli all’orecchio e al cuore ma nascondono un altro senso. Qui deve essere il discernimento a darci la cognizione del contenuto, anche se appare di difficile acquisizione. Lo Spirito di Dio però avvisa i buoni che determinate parole che ascoltano, appagano l’intelletto ma spengono la Fede.
Una battaglia simile, sempre contro la Tradizione della Chiesa, riguarda l’accoglienza degli  immigrati e viene rievocato il senso di civiltà.
Chi ama davvero gli immigrati li fa desistere dall’attraversamento del Mediterraneo in inverno per gli ovvi pericoli, e a quelli che sono già in Italia mette a disposizione edifici e grandi spazi per una ospitalità dignitosa.
Molti parlano di business, un grande giro di denaro. Lo stesso intreccio economico è presente nella politica. Da alcuni giorni si conosce la disobbedienza di alcuni sindaci al decreto legge«Sicurezza e Immigrazione», e già all’inizio appariva un’operazione strumentale. Il sindaco di Palermo si è molto agitato per accogliere gli immigrati. Ottima reazione se fosse fondata sull’amore gratuito.
Palermo è una bellissima città con «infiniti» problemi, accentuati dall’incuria attuale, vede il suo sindaco preoccupato di favorire l’ingresso di migliaia di immigrati, dove già vivono decine di migliaia di disoccupati.
Ogni iniziativa del sindaco Orlando mira a qualcosa che nessuno può cogliere sul momento perché lontana a venire, per qualcuno egli vuole distogliere l’attenzione dall’incapacità di risolvere i problemi della città, ma qui ballano i soldi. Sono 150 milioni di euro quelli che perdono i sindaci, a Palermo sarebbero andati 15,5 milioni di euro. Ecco il motivo della rivolta dei sindaci.
Non è la solidarietà ai migranti, i sindaci e le cooperative amiche si ribellano alla legge perché non riceveranno più i fondi per gli Sprar.
Un cardinale ha detto in una intervista che fanno bene i sindaci a non osservare la legge, mostrando diversi cattivi esempi in una sola volta.
Oggi la Chiesa pratica una politica scollata con la gente e continua a perdere molto seguito. Le Cattedrali sono vuote, i cattolici non si confessano, c’è una ribellione verso la gerarchia e la «nuova dottrina dell’accoglienza» degli immigrati ha già allontanato decine di milioni di cattolici solo in Italia.
La Chiesa accoglie tutti i peccatori pentiti, per gli immigrati c’è lo Stato che deve provvedere, oppure i prelati donino molti milioni di euro per una decorosa ospitalità a tutti loro. Il Vangelo non è solo l’accoglienza degli immigrati, questo viene dopo, c’è un’altra urgenza perenne ed è la centralità di Gesù Cristo e del suo Vangelo.
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SC 301 Commento al Vangelo di domenica 06.01.2019 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

I Magi erano sinceri, umili e buoni


EPIFANIA  DEL  SIGNORE

Siamo venuti dall’Oriente per adorare il Re

+ Dal Vangelo secondo Matteo (2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è Colui che è nato, il Re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del Profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il Bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il Bambino con Maria sua Madre, si prostrarono e Lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La stella guidava i Magi, tre uomini che scrutavano i corpi celesti e per una Fede che non comprendevano ma che suscitava in loro un vivo desiderio di mettersi in viaggio dalle lontane Indie, sospinti da uno spirito umile e desideroso di adorare il Salvatore del mondo. Gesù rivelò a Maria Valtorta il 28 febbraio 1944 che per Indie vuol dire l’Asia meridionale, dove ora è Turchestan, Afganistan e Persia.
La ragione della chiamata di questi tre eminenti studiosi da tre Nazioni diverse e sconosciuti tra loro, la conosce solo Dio, noi contempliamo il loro misterioso cammino come quello che deve compiere il peccatore di oggi, desideroso di lasciare se stesso per trovare il Signore.
La loro festa liturgica si festeggia il 24 luglio, giorno della traslazione delle reliquie dei tre Magi d’Oriente adoratori di Cristo da Milano a Colonia in Germania, avvenuta nel 1162 per volere di Federico I Barbarossa. Nel 1247, visto il grande culto instauratosi, Papa Innocenzo IV concesse speciali indulgenze per i pellegrini.
Nel racconto evangelico di Matteo, indica nella parola «Magi» una categoria di persone pie e venerabili: erano sapienti e studiosi di astrologia.
I nomi dei tre comparvero in un manoscritto di Parigi del secolo VII, essi erano Bithisarea, Melchior, Gathaspa; il Prete cronista Agnello, nel secolo IX scrisse che i Magi si chiamavano Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, nomi divenuti poi comuni in Occidente.
Questi tre pagani erano onesti intellettualmente, umili, sinceri ricercatori della Verità e studiosi degli astri per scoprire l’esistenza di Dio. Erano anche ignari della rivelazione di Dio agli ebrei, e fu la loro sete di conoscere il vero Dio a spingerli contemporaneamente e da Nazioni diverse verso Israele.
Erano tre come le tre Persone divine; pagani perché quel Bambino era nato per tutti e non solo per gli ebrei; ricchi per donare al Re Bambino tanto oro e altri beni, che sarebbero serviti per il sostentamento della Sacra Famiglia in Egitto dopo la fuga a causa di Erode.
I Magi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. I doni più preziosi dell’Oriente, quanto esiste di più prezioso, per Dio. Gli offrono oro, simbolo di regalità; l’incenso, il profumo che, bruciato ogni sera sull’altare, simboleggiava la speranza del Messia; la mirra, perché Dio incarnato prenderà su di sé le nostre miserie, si farà carico dei nostri dolori.
La mirra è il sacrificio, che non deve mai mancare nella nostra vita cristiana. Sacrifici offerti a Gesù, non solo per i personali interessi.
La visita dei tre Magi partita da molto lontano, sembra organizzata dal più rinomato staff presidenziale moderno, invece è stato sufficiente lo Spirito di Dio. Egli si è manifestato nei loro cuori ed essi hanno avvertito autonomamente il grande desiderio di partire seguendo la stella per conoscere il Re Salvatore del mondo e prostrarsi davanti a Lui in adorazione.
Lo Spirito di Dio li fece incontrare lungo il cammino, tutti e tre infatti seguivano la stella.
Una stella mai vista in passato nelle loro ricerche, e contemplandola sentivano crescere il desiderio di seguirla fino ad avvertire interiormente che il significato della speciale stella, era la nascita di un Bambino che era Figlio di Dio e Salvatore del mondo.
La mistica Maria Valtorta nella visione del 28 febbraio 1944 la descriveva in questo modo.
«Una stella, di insolita grandezza che la fa parere una piccola luna, si avanza nel cielo di Betlemme. E le altre paiono eclissarsi e farle largo come ancelle al passare della regina, tanto il suo splendore le soverchia e annulla.
Dal globo, che pare un enorme zaffiro pallido, acceso internamente da un sole, parte una scia nella quale, al predominante colore dello zaffiro chiaro, si fondono i biondi dei topazi, i verdi degli smeraldi, gli opalescenti degli opali, i sanguigni bagliori dei rubini e i dolci scintillii delle ametiste. Tutte le pietre preziose della terra sono in quella scia, che spazza il cielo con un moto veloce e ondulante come fosse viva».
L’Epifania è la prima manifestazione di Gesù al mondo intero, anche questo significato aveva la venuta dei tre Magi. Gesù si manifesta anche a noi nell’esistenza quotidiana, nella quale dobbiamo saper recuperare quella luce che permette di rompere la monotonia di giorni sempre uguali e di incontrare il Signore.
Alle volte non ci rendiamo esattamente conto di quanto è vicino Gesù alla nostra vita, perché Dio si presenta a noi sotto l’insignificante presenza di un pezzo di pane, perché non si rivela nella sua gloria, perché non si impone irresistibilmente, perché, infine, passa nella nostra vita come un’ombra, invece di innalzare il vessillo del suo potere su tutte le cose.
Il Figlio di Dio poteva nascere in un palazzo reale o in una casa sontuosa, poteva far apparire dal nulla tutto l’oro necessario per un ottimo sostentamento a Betlemme e in Egitto, poteva avere tutte le migliori condizioni per non patire il freddo e non lasciare nella sofferenza la Madre e il suo Sposo.
Gesù è Bambino che non parla ancora, ma insegna come Dio e dice che dobbiamo guadagnare meriti nella vita con i sacrifici, le rinunce.
La volontaria privazione di qualcosa si chiama rinuncia, senza danneggiare la salute fisica né accentuare disagi inutili. Nell’equilibrio e con molta serenità interiore si riescono a compiere grandi opere spirituali per ottenere il dominio della propria volontà. Solo in questo modo si riescono a praticare le virtù con facilità e si potrà raggiungere una profonda conoscenza personale.
I Magi erano sinceri, umili e buoni. Dio era «nascosto» in un Bambino e i Magi seppero scoprirlo per la loro integrità morale, questa è la condizione per credere in Gesù con grande Fede. L’indifferenza verso Gesù e il Vangelo storico è presente nei cuori conquistati dalla presunzione, dalla falsità esistenziale e da una ottusa concezione di eternità in questa terra.
Oggi Dio è «nascosto» nell’Eucaristia, occorre la Fede per credere e così l’adoratore rimane per lungo tempo dinanzi a Lui in adorazione. I Magi percorsero migliaia di chilometri per adorare Gesù, noi abbiamo a pochi metri lo stesso Gesù in forma sacramentale nel Tabernacolo e magari rimaniamo indifferenti. Qual è la nostra Fede verso l’Eucaristia? Siamo pronti a rinunciare a qualcosa per andare in Chiesa ad adorare Gesù che rimane ad attendere?
Gli effetti che scaturiscono dall’adorazione dell’Eucaristia sono straordinari e si ottengono grandi Grazie. I Santi ogni giorno restavano ore ad adorare.
Da soli non siamo forti nella rinuncia delle vanità, non sapremo cercare Dio per adorarlo con la stessa anelante gioia dei tre Magi. Abbiamo bisogno di una stella, una guida perfetta per trovare Gesù Cristo, restare con Lui e prostrarci in adorazione con la nostra Fede.
La nostra Stella è Maria Santissima, è Lei che ci insegna ad adorare suo Figlio presente nell’Eucaristia e ci fa crescere nella Fede santa e perfetta. Lei è la Maestra di perfezione spirituale e la formatrice dei Santi. Lei è la Condottiera che salverà la Chiesa con il suo esercito di anime umili, buone, pie e coraggiose, che pregano ogni giorno il Santo Rosario per le sue intenzioni.
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mercoledì 2 gennaio 2019

SC 300 Commento al Vangelo di mercoledì 02.01.2019 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Dopo di me verrà uno che è prima di me.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (1,19-28)
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il Profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il Profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il Profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, Colui che viene dopo di me: a Lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La testimonianza di Giovanni Battista è come una perla preziosa e raro valore, per questo se ne ascoltano poche di simili. Solo le Anime grandi hanno un basso sentire di sé, la consapevolezza che tutto è dono di Dio e quanto compiono di buono e straordinario è permesso sempre da Dio.
Questo non sminuisce i talenti della singola persona, la Grazia di Dio non umilia la natura umana ma la eleva, la impreziosisce, la migliora rispettando la volontà e le attitudini di ciascuna persona.
Ci sono molti atei ingegnosi e talentuosi in molte materie, scienze e branche, hanno talenti che la natura umana non fornisce a caso né è possibile acquisirle senza il potere che viene da Dio. Tutto il Bene, quindi, arriva da Dio, solo che gli atei non si interessano né gradiscono sentire questa verità.
La maggiore vicinanza a Gesù permette l’acquisizione del suo Spirito, queste parole incidetele nel cuore e nella mente.
Nessuno si illuda di riuscire a compiere determinate opere buone o di giungere ad alti gradi nella sua professione senza quelle qualità e attitudini ricevuti gratuitamente da Gesù Cristo. Da qui la ragione di uno scritto di San Tommaso d’Aquino, il più grande teologo della Chiesa.
Egli ha insegnato che tutti dobbiamo ringraziare il Signore per quanto ricevuto nella vita, per il bene e le capacità naturali connesse, soprattutto per il benessere ottenuto grazie ai talenti innati che hanno facilitato e favorito il successo.
Per questo, i beni materiali che abbondano vanno distribuiti ai poveri o donati per cause giuste. Solo i buoni però sono in grado di donare parte dei loro beni, essi pregano e comprendono che tutto il bene che hanno è arrivato da Dio, lo ha permesso, ha dato i talenti per ottenerlo.
Tra i protestanti ricchi o benestanti è una prassi donare mensilmente parte dei loro guadagni. Tra i cattolici non c’è questa santa usanza.
Gesù desidera una vita dignitosa per tutti e ha ricolmato di doni e talenti ogni uomo e ogni donna. Non sono tutti uguali questi doni, Dio sa bene prima ancora del concepimento nel grembo della madre di una nuova creatura, quali doni dare e verso quali interessi deve orientarla.
Influiscono anche i genitori, il bambino fecondato riceve nello stesso momento l’eredità genetica, già è stato stabilito il colore degli occhi e dei capelli, l’altezza e altre caratteristiche. Ma i talenti spirituali e altri pratici li dona Dio.
Sono molti gli uomini che non hanno preso consapevolezza dei loro talenti, le ragioni sono molte e misteriose, che partono dal disinteresse della stessa persona, dall’indirizzo scolastico intrapreso, dal lavoro che si svolge senza averlo potuto determinare. I professionisti hanno scelto e quasi tutti sono gratificati, non vanno però a ricercare l’esistenza di altri talenti forse migliori.
La realizzazione di una persona si coglie dalla spiritualità che vive, come vive, dalla sua onestà e dalla coerenza. Avvicinarsi a Gesù significa assumere la sua immagine spirituale, diventare come Lui e perseguire le identiche finalità nella nostra vita.
Giovanni Battista con le sue poche parole ci dà un insegnamento capace di cambiare la vita di chi non prova a conoscersi bene o di chi si illude di conoscersi bene. «In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, Colui che viene dopo di me: a Lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Egli non accetta la gloria e l’elogio degli uomini, qui c’è la sua grandezza e solo chi è in comunione con Gesù agisce sempre con rettitudine.
Tutti noi di questa Parrocchia virtuale stiamo camminando sulle stesse impronte di Gesù, né vogliamo fare altro di quanto ci indica Lui nel Vangelo. Seguendo Gesù scopriremo le virtù da praticare e il suo indispensabile aiuto per diventare persone nuove, animati dallo Spirito di Dio.
Ringrazio quanti mi hanno augurato un Santo Anno, ringrazio molti del sostegno mensile che inviano per il completamento della costruzione della Casa di Preghiera, e queste donazioni evidenziano la loro piena adesione al progetto della Madonna, qui nel luogo dove vivo. 
Sono moltissimi i messaggi ricevuti, ne pubblico alcuni per la condivisione che tanto vi piace. La nostra Parrocchia virtuale è viva e forte.
La prima testimonianza accredita quanto ha detto Don Pronzato su Padre Pio a Radio Maria il 31 dicembre: ha parlato della saldezza del Padre spirituale.

«Carissimo Padre  Giulio...  Padre Pronzato ha davvero ragione  perché sono le stesse parole che mi hanno ripetuto mia mamma e mio papà quando abitavamo a San Giovanni Rotondo. Io ero piccola ma i miei andavano sempre a confessarsi da Padre Pio, ma non solo, andavano da lui anche soltanto per chiedere consiglio su ogni decisione che dovevano prendere. Mio papà è stato cacciato dal confessionale per ben tre volte! Mio padre però non è andato mai via... ha sempre aspettato, a debita distanza, che alla fine Padre Pio lo chiamasse per dargli l'assoluzione, dopo aver constatato comunque  che la lezione fosse servita per il bene di mio padre. Padre Pio era un vero Padre! Grazie infinite Padre Giulio per esserci come Padre Spirituale perché abbiamo bisogno della sua Guida! Le auguro ogni Bene! Buon Anno! Rosaria Zanotto (Milano)».

«Grazie veramente di cuore per tutto quello che ci dona ogni giorno, che il Signore continui a custodirla ed illuminarla della sua luce. Grazie. Antonio e Nadia (San Marino)».

«Padre Giulio buonasera e grazie infinite per il suo augurio di Santo Anno e la sua benedizione nel nome di Gesù e della Mamma celeste! Io la ricordo sempre nelle mie preghiere !!!!! Grazie per quello che ci offre con dedizione suprema ai nostri cuori!!!! Grazie grazie e con tanta stima buon anno di cuore. Grazie infinite di tutto. Monica (Trento)

«Buon Anno Padre Giulio e che il Signore la benedica!  Il commento dell'ultimo dell'anno è arrivato come sempre diritto al cuore. Da quando ho fatto spazio a Gesù, ogni anno è stato più bello dell'altro. Riflettendo, negli ultimi due anni ho curato poco la parte spirituale della mia vita, spesso ho vissuto momenti di confusione e abbandono. A volte pensavo: forse non sono più all'altezza di fare questo cammino. Nel mentre, invece, il Signore agiva lo stesso. Mi ha ricolmato di Grazie e benedizioni lo stesso. Ho cercato di confessarmi spesso e non mancare mai a Messa.
Abbiamo bisogno di essere scossi, abbiamo bisogno di serietà e severità per essere veri testimoni di Cristo e non lasciare che il male ci vinca.
Per cui ringrazio Gesù con tutto il cuore per l'anno passato e per il nuovo anno che è appena iniziato. Voglio rinnovare i miei propositi e cercare con l'aiuto di Maria di vincere vizi e cattive abitudini per poter essere una brava moglie, madre ma soprattutto vera testimone di Gesù!
Buon anno Padre Giulio, Dio la benedica e benedica tutte le persone come lei che ci aiutano ad andare avanti con coraggio! Francesca (Parma)
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Medaglia di San Benedetto