Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

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giovedì 31 ottobre 2019

3S 21 - Quando ti preoccupi di dare troppo importanza alla Madonna...

Leggiamo ciò che dice san Luigi Grignon de Monfort nel suo Trattato della vera devozione a Maria:
La ragione per quale poche anime arrivano alla pienezza dell’età di Gesù Cristo, è che Maria, che più che mai la madre di Gesù Cristo e la sposa feconda dello Spirito Santo, non è abbastanza formata nei loro cuori. 
Colui che vuole avere il frutto ben formato e maturo, deve avere l’albero che lo produce; chi vuole avere il frutto della vita, Gesù Cristo, deve avere l’albero della vita, che è Maria. 
Chi vuole avere in sé l’opera dello Spirito Santo , deve avere la sua sposa fedele e indissolubile, la divina Maria…
Siate dunque persuasi che più voi, nelle vostre preghiere, terrete lo sguardo fisso in Maria come pure nelle vostre contemplazioni, azioni e sofferenze, se con uno sguardo distinto e particolare, almeno con uno sguardo generale ed impercettibile, tanto più perfettamente voi troverete Gesù Cristo che è sempre con Maria, grande, potente, operante ed incomprensibile, più che nel cielo ed in alcuna creatura dell’universo.

3S 20 - Recitare sempre il Rosario

da Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli
I Santi ci attraggono con i loro esempi.
La lotta ci stimoli.
Se oggi c’è una crisi dolorosa anche per il Rosario, vuol dire che questo deve essere il momento del maggior impegno per difenderlo e diffonderlo.
C’è stato più di qualche Santo, come il beato Domenico della Madre di Dio, che arrivò a fare il “voto” di diffondere la devozione al Rosario.
Impegniamoci anche noi.
Non dimentichiamo mai che “il Rosario è devozione divina, la più divina dopo la Santa Messa” come dice san Carlo Borromeo. Non per nulla la Madonna a Fatima ha chiesto il Rosario con materna insistenza, per salvarci.
Qualche giorno prima della morte, a san Pio da Pietrelcina fu chiesto di dire qualche buona parola. San Pio rispose con voce profonda e paterna: “Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario“. Fu quasi il suo testamento, tutto mariano.
Recitate sempre il Rosario“: è la raccomandazione di tutti i Santi, della Chiesa, di chi ama la Madonna. Questa raccomandazione camminerà per i secoli e s’incarnerà nei Santi di Dio, i veri, grandi innamorati della Madonna.

mercoledì 30 ottobre 2019

3S 19 - Abbandonarsi al Signore

La fede cattolica si pone in un rapporto di collaborazione con la ragione, non è né contro né senza, ma con la ragione.
E pur vero però che se andiamo a leggere il Vangelo ci accorgiamo che spesso il Signore elogia i bambini e la loro capacità di abbandonarsi. Un esempio: “Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: ‘Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il Regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il Regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso. E, prendendoli fra le braccia e imponendo loro le mani, li benediceva.” (Marco 10, 13-16)
Dunque, il Signore loda la fede dei piccoli, loda cioè quella fede che si esprime in un abbandono totale. Attenzione però: la fede come abbandono, come fiducia estrema, non è una fede che si contrappone alla ragione. La fede con la ragione non è la fede intellettuale; questa (la fede intellettuale) è di chi conosce e di chi può conoscere, mentre la fede cattolica non è semplicemente la fede della conoscenza: se così fosse sarebbe avvantaggiato il teologo nei confronti di chi – non per propria colpa – non ha ricevuto i talenti per conoscere tante cose (i bambini, le persone semplici, gli analfabeti…).
Allora chiariamoci: la fede con la ragione (o intelligenza della fede) non è quella degli intellettuali, bensì quella fede che parte da un presupposto: capire che Dio c’è (e non occorrono tante argomentazioni intellettuali per esserne certi), capire di non potercela fare da sé, cioè di aver bisogno, capire che Gesù Cristo è l’unica Via, l’unica Verità, l’unica Vita…e poi, senza temere, affidarsi totalmente a Lui.
Questa è l’essenza della spiritualità dell’infanzia di santa Teresina del Bambin Gesù. Ella diceva di sentirsi tra le braccia del Signore e, per questo, di non temere mai nulla. Qualsiasi cosa il Signore avesse permesso nella sua vita, si sarebbe sempre abbandonata a Lui perché il Signore non può volere che il meglio per ogni creatura.
Questa dell’abbandono è una strada che non fa a meno dell’intelligenza: prima bisogna capire che il Signore è il tutto della propria vita e poi, una volta che lo si è capito, è da stolti non abbandonarsi a Lui. Dunque non si tratta di un abbandono cieco. La risposta di chi parte dalla consapevolezza del bisogno, anche quando capita qualcosa nella vita il cui senso sembra sfuggire (c’è ma non si capisce), è: Signore, io non capisco quello che mi sta succedendo, ma lo voglio vivere tra le Tue braccia!
Dunque, abbandonarsi al Signore non significa fede irragionevole. La definizione cattolica della fede è: assenso dell’intelletto alle verità rivelate. L’intelletto viene coinvolto, deve essere coinvolto: è necessario capire la ragionevolezza di ciò che viene proposto, ma, una volta che si è capito, bisogna abbandonarsi. Ogni uomo infatti sarà giudicato non dalla capacità di aver capito, ma dall’essersi affidato e abbandonato.

3S 18 - Il Rosario nelle famiglie

da Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli
Che cosa dire del Rosario nelle famiglie? E’ uno dei capitoli più belli delle famiglie che hanno donato Santi alla Chiesa. Sono davvero in molti i Santi che appartenevano a famiglie devote del Santo Rosario. Pensiamo a san Gabriele dell’Addolorata, san Giuseppe Cafasso, santa Gemma Galgani, san Leonardo Murialdo, santa Maria Goretti, santa Maria Bertilla Boscardin, beato Contardo Ferrini, san Massimiliano Maria Kolbe, san Pio da Pietrelcina, e tanti altri.
E’ uno degli spettacoli più edificanti quello della famiglia riunita in preghiera per la recita del Rosario. Si ha la percezione esatta della picolla “Chiesa domestica“, che ha il suo cuore in Maria e il suo altare nel Crocifisso.
Era commovente, ad esempio, la premura con cui la beata Anna maria Taigi, madre di sette figli, curava la recita quotidiana del Rosario nella sua famiglia, secondo la testimonianza degli stessi figli.
Quando la famiglia Boscardin si riuniva la sera per il Santo Rosario, la piccola Maria Bertilla non cedeva a nessuno l’onore di intonarlo e di enunciare i misteri.
Il beato Giuseppe Tovini, papà di dieci figli, la sera diceva il Rosario con tutta la famiglia e “tutti dovevano essere presenti, anche i più piccini, perché -era una sua idea- pur non comprendendo il significato di quella preghiera le orecchie infantili si assuefacevano al ritmo della recitazione.”
Ha ben ragione il papa Paolo VI di scrivere che il Rosario “sia da ritenere come una delle più eccellenti ed efficaci preghiere in comune, che la famiglia cristiana è invitata a recitare“, e ammonisce che se le famiglie “vogliono vivere in pienezza la vocazione e la spiritualità proprioa della famiglia cristiana, devono dispiegare ogni energia per eliminare tutto ciò che ostacola gli incontri in famiglia e le preghiere in comune.” (Marialis cultus, 54).
Non ci deve essere tempo per nessun’altra cosa, quando si tratta di recitare il Rosario nella famiglia, perché, dice il Papa Pio XII, “non vi è mezzo più sicuro della recita quotidiana del Rosario, per invocare la benedizione di Dio sopra la famiglia…“.
Il beato Bartolo Longo, considerando tutti i grandi benefici di grazia del Rosario nelle famiglie, istituì una Pia Unione Universale, promotrice della recita del Rosario nelle famiglie.
E’ incalcolabile, crediamo, la forza unificante del Santo Rosario recitato insieme in una famiglia. Oggi, purtroppo, questa cara tradizione, una delle più belle e preziose delle nostre famiglie cattoliche, si sta sciaguratamente dissolvendo, e sono già milioni i Rosari che ogni giorno non si dicono più nelle case cristiane. Dove sta andando a finire il materno messaggio della madonna di Fatima?
Il Rosario è stato eliminato dalla televisione. Che tristezza!

3S 17 - ”Bacerò la Corona”

da Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli
L’amore dei Santi alla corona del Rosario è pari alla stima che essi nutrivano per questa preghiera.
Con venerazione essi portavano questo piccolo oggetto sacro, con devozione lo adoperavano, con premura lo custodivano.
Bacerò la corona ogni volta che la prenderò in mano“: è il proposito del giovanissimo Servo di Dio Fratel Sebastiano Aniceto; un proposito comune a tanti santi.
In particolare, una caratteristica molto frequente dei Santi è quella di portare costantemente la corona del Rosario fra le mani o al collo o legata al polso.
Basterebbe ricordare, a d esempio, i quadri di santa Bernadetta, san Giovanni Berchmans, sant’Ignazio da Laconi, sant’Antonio Maria Claret, del beato Stefano Bellesini. di san Nunzio Sulpizio e di molti altri.
I Santi non volevano mai separarsi da questa celeste ghirlanda, che era per loro di conforto e di aiuto. C’era chi non riusciva a predicare se non aveva la corona fra le mani. “Senza la corona -diceva don Giacomo Alberione- non sono capace di fare neanche un’esortazione.
Il giovane modello, san Giovanni Berchmans, imitando il suo padre fondatore, sant’Ignazio di Loyola, amava portare la corona del Rosario al collo, e spesso lo si sentiva ripetere giulivo: “Non mi è più possibile sfuggire all’amore di Maria… mi ha legato per il collo!
Per la notte, santa Bernadetta ci raccomandava questo …segreto: “Alla sera, quando andate a dormire, prendete la corona; addormentatevi recitandola; farete come quei bambini che si addormentano, chiamando, con voce sempre più fioca: mamma, mamma...”
Portiamola sempre con la corona. Il demonio ha paura di quest’arma.

lunedì 28 ottobre 2019

3S 16 - qualunque cosa con il Rosario!

da Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli
Nella vita di san Pio X si racconta che un giorno, durante un’udienza, si presentò a lui un ragazzo con la corona del Rosario al collo. San Pio X guardò il ragazzo, lo fissò per qualche istante, e gli disse: “Ragazzo, mi raccomando, qualunque cosa… con il Rosario!”
Queste parole così semplici di san Pio X ci fanno subito comprendere il valore del Santo Rosario nella sua portata più vasta: “qualunque cosa con il Rosario!”.
Grazie e consolazioni, conversione e santificazione, sostegno e spinta, conforto e letizia… insomma, “qualunque cosa” bella e santa ci può venire dal Rosario.

3S 15 - il Rosario in mezzo al chiasso

da Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli
La buona volontà e l’amore rendono fecondo il Rosario anche quando le condizioni esterne non facilitano in nulla il raccoglimento e il gusto della recita.
Si racconta di quel soldato in trincea, che scriveva una lettera alla mamma in mezzo al baccano infernale delle artiglierie in azioni. Un commilitone gli disse: “Ma come fai a scrivere con questo fracasso? Chissà quanti strafalcioni ci scappano!” “Non fa niente -rispose l’altro- gli strafalcioni se li corregge la mamma. L’importante è che io le scriva.” “Hai ragione” concluse il primo.
Proprio così. L’amore  e la buona volontà bastano da soli a dare contenuto e valore al Rosario, che è come una lunga e affettuosa lettera alla Mamma del Cielo, magari non priva di strafalcioni, ma sempre a Lei accetta e cara.
Come recitare con attenzione il Rosario?“, fu chiesto una volta a san Pio da Pietrelcina. E il Padre rispose: “L’attenzione dev’essere portata all’Ave, al saluto che rivolgi alla Vergine nel mistero che contempli. In tutti i misteri essa era presente, a tutti partecipò con l’amore e con il dolore.
In tal modo potremo scoprire, volta a volta, i dolci gaudi, i tremendi dolori e le celesti glorie della beatissima Vergine, ed Ella ci renderà partecipi di tutte le grazie contenute nei suoi gaudi, nei suoi dolori e nelle sue glorie.

3S 14 - il Rosario per far felice la Madonna

da Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli
Recitare il Rosario è come accogliere la Madonna in noi, facendola entrare e dimorare nella nostra povera anima.
Dovremmo essere tutti così puri e ardenti come l’apostolo vergine, prediletto di Gesù, san Giovanni Evangelista, che “accolse Maria in casa sua” (Giovanni 19, 27).
Pensiamo al candore del cuore e alla confidenza filiale con cui recitavano il Rosario santa maria Goretti e san Domenico Savio, santa Bernadetta e san Pio X, san Gabriele dell’Addolorata e santa Gemma Galgani, san Gerardo e santa Maria Bertilla…
Quale conforto non doveva essere per la Madonna ascoltare le loro voci ed entrare nei loro cuori così puri e ardenti!
E noi, invece? Non contentiamoci della solita mediocrità. Regiamo. Impegniamoci. Mettiamo anche noi la mente pura, il cuore affettuoso e tanta confidenza filiale, quando recitiamo il Rosario.
Sforziamoci di imitare i Santi. Non valga per noi il lamento della Madonna a santa Caterina Labouré: “Non si recita bene il Rosario“.
Dalla vita di questa Santa sappiamo che da quando ella udì quel lamento della Vergine Santa, per tutta la vita se lo portò “come una spina nel cuore“.
Ricordiamo anche noi quel lamento della Madre Divina. E se le vogliamo bene, dobbiamo offrirle Rosari che le siano graditi. Chi ama si sforza di fare piacere alla persona amata, e tanto ama quanto si sforza.
Se la Madonna vedrà il nostro sforzo nel recitare bene il suo Rosario sarà felice del nostro amore per Lei.

sabato 26 ottobre 2019

MD 47 Messaggio del 25 ottobre 2019 a Marija

Cari figli! 
Oggi vi invito alla preghiera. 
La preghiera sia il balsamo per la vostra anima   perché il frutto della preghiera è la gioia, il dare, il testimoniare Dio agli altri attraverso le vostre vite. 
Figlioli, se vi abbandonate completamente a Dio, Lui si occuperà di tutto, vi benedirà e i vostri sacrifici   avranno senso. 
Io sono con voi e vi benedico tutti con la mia 
benedizione materna. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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3S 13 - impariamo dai Santi

da Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli
San Francesco di Sales raccomandava ai suoi numerosi figli spirituali il Rosario con grande affetto “in compagnia dell’Angelo Custode“.
San Paolo della Croce recitava il Rosario con tanta devozione che sembrava parlasse con la Madonna; e raccomandava con trasporto a tutti: “il Rosario si deve recitare con grande devozione perché si parla con la Santissima Vergine“.
Dell’angelico giovane san Stanislao Kostka è stato scritto che quando recitava il Rosario “in ginocchio dinanzi alla madre sua, commuoveva di meraviglia, con quel suo modo soave e pieno di fede con cui la invocava, si sarebbe detto che l’aveva realmente davanti a sé e la vedeva”.
San Vincenzo Pallotti voleva che il Rosario fosse recitato sempre con decoro, sia nelle Chiese che nella case, negli ospedali, per le strade. Una volta, un sacerdote recitava il Rosario troppo in fretta, il santo si avvicinò e gli disse con grazia: “Ma se qualcuno avesse un po’ d’appetito (spirituale), lei con la sua fretta gli impedirebbe di soddisfarlo.”
Santa Caterina Labouré colpiva chi la osservava recitare il Rosario, per l’intenso sguardo d’amore con cui fissava l’immagine della Madonna e per l’accento pacato e dolce con cui pronunciava le parole dell’Ave Maria.
Sant’Antonio Maria Claret fin da ragazzo recitava il Santo Rosario con trasporto vivissimo. Invogliava i suoi compagni di scuola, dirigeva lui la recita e “si avvicinava quanto più poteva alla balaustra dell’altare della Vergine, assumendo l’atteggiamento di un cherubino“.
Quando santa Bernadetta recitava il Rosario, i suoi “occhi neri, profondi e brillanti, diventavano celestiali. Contemplava la Vergine in spirito; sembrava ancora in estasi”. Lo stesso, dell’angelica martire Santa Maria Goretti è stato scritto che recitava il Rosario “con volto assorto quasi in visione di cielo“.
Anche san Pio X recitava il Rosario “meditandone i misteri, assorto e come assente alle cose della terra, pronunciando le Ave con tale accento che qualcuno ebbe a pensare se egli non vedesse in spirito la Purissima che invocava con sì infuocato amore“.
E chi non ricorda come recitava il Rosario alla Radio vaticana il papa Pio XII? Enunciava il mistero, qualche attimo di silenzio contemplativo, poi la recita scandita e amorosa del Padre nostro e dell’Ave Maria.
Infine, ricordiamo il beato Giuseppe Tovini, avvocato, sociologo, scrittore, padre di dieci figli, che recitava ogni sera il Rosario con la famiglia, in modo veramente edificante. La figlia carmelitana ci attesta che “pregava con le ginocchia piegate, appoggiate al sedile della sedia, con le mani giunte sopra il petto, la testa leggermente bassa oppure rivolta con amore e gran fervore verso l’immagine della Madonna.
Ma, in definitiva, chi potrà dire con qual trasporto d’amore e con quanta partecipazione interiore i Santi recitavano il Rosario? Beati loro!

3S 12 - il Rosario sotto i bombardamenti

da Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli
Quanto a noi, purtroppo, è vero che il Rosario finiamo col non amarlo, omettendolo anche senza rimpianto, solo perché non lo recitiamo bene. Siamo distratti e dissipati da cento cose durante il giorno, e il tempo del Rosario non si salva da questa continua distrazione.
Spesso, poi, ci riduciamo a recitare il Rosario in fretta, all’ultimo momento, magari a letto, stanchi e assonnati… E poi ci lamentiamo che il Rosario non produce frutti e ci appare una preghiera sterile e monotona. Ma è inutile pretendere fiori dagli sterpi e frutti da piante inaridite.
La buona volontà e l’amore, invece, rendevano bene accetti alla Madonna anche i Rosari che sant’Alfonso de’ Liguori recitava a dorso di mulo attraverso le campagne, che santa Francesca Saverio Cabrini recitava sui transatlantici solcando gli oceani, che san Massimiliano Maria Kolbe recitava di sera attraverso i dormitori mentre i suoi frati si mettevano a letto, che santa Maria Bertilla recitava accanto agli ammalati nell’Ospedale sotto la furia dei bombardamenti, che il beato Orione recitava sui camion per i trasporti e per le fughe durante l’imperversare della guerra, che san Pio da Pietrelcina recitava lungo i corridoi o scendendo lentamente le scale, pressato da ogni lato dai fedeli.
Saranno tanto buoni i nostri Rosari quanta buona volontà e amore ci avremo messi nel recitarli.

martedì 22 ottobre 2019

3S 11 - il Rosario negli ospedali e nei palazzi reali

da Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli
San Giuseppe Moscati, grande clinico di Napoli, portava sempre la corona del Rosario in tasca. Quando era in sala medica, di fronte a casi difficili, metteva per qualche attimo la mano in tasca, stringeva la corona e chiedeva aiuto alla Madre Divina. E le sue diagnosi avevano spesso del portentoso, a volte del miracoloso.
San Camillo de Lellis, il Fondatore dei Ministri degli infermi, fece risuonare di Ave Maria le corsie di tanti ospedali e ricoveri per sofferenti. Ogni giorno egli recitava il Rosario con i malati all'ospedale, e ai suoi figli raccomandava, con l’esempio e con la parola, che anche “negli uffici e impieghi più materiali di casa -in cucina, guardaroba, lavanderia- si doveva abitualmente pregare recitando la corona“.
San Giovanni di Dio e santa Giovanna Antida da Thouret, san Vincenzo Pallotti e santa Maria Bertilla, hanno svolto un’opera santa di conforto spirituale e di sostegno morale per tanti ammalati con la recita del Santo Rosario che trasforma ogni letto dell’ammalato in un altare di preghiera e sacrificio vivente.
Spostiamoci ora sui monti, e pensiamo al giovane studente Piergiorgio Frassati e al maestro universitario il beato Contardo Ferrini, ambedue appassionati alpinisti, ma ambedue ancor più appassionati amatori del Rosario, che non tralasciavano mai di recitare anche nei giorni di audaci ascensioni, ai rifugi alpini, negli alberghi o sui picchi dei monti…
Ci fu anche qualche palazzo reale in cui la recita del Rosario risuonò devota nelle grandi sale dei sovrani. La reggia in cui visse la beata Maria Cristina di Savoia è stata ricordata da molti per l’esempio singolare offerto dalla Beata, la quale, fin da fanciulla, si aggirava ogni pomeriggio per le stanze reali suonando un campanello per chiamare il personale di servizio alla recita del Rosario.
L’ultimo esempio, tanto più attuale, quanto più significativo e coraggioso, è quello del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, che durante un solenne discorso all’ONU, nel Palazzo delle Nazioni Unite, teneva il Rosario fra le mani.

3S 10 - Rosari nei bunker e nei deserti

da Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli
La recita del Rosario ha fatto risuonare di preghiera mariana gli ambienti più disparati e i luoghi più impensati. dalla Radio Vaticana, che ci fece udire più volte il Rosario recitato da Papa Pio XII, dalle prigioni, dai campi di concentramento, dagli ospedali… si può dire che forse non c’è luogo da cui non sia venuto fuori, almeno qualche volta, il Rosario.
Il beato Teofano Venard, martire del XIX secolo, perseguitato e messo in prigione, santificò la sua “gabbia” con l’umile corona del Rosario, che recitava con una tenerezza da commuovere chiunque lo osservasse. Lo stesso faceva san Gaspare del Bufalo, durante la prigionia con altri sacerdoti perseguitati.
San Massimiliano Maria Kolbe, offertosi a morire in sostituzione di un papà di famiglia nel campo di concentramento di Auschwitz, chiuso nel bunker della fame insieme a nove compagni, trasformò l’orrendo sotterraneo in una novella catacomba cristiana risonante della più sofferta preghiera a Maria. “Non sembra neanche più il bunker della fame, questo qui sotto. -annotava uno degli operai del bunker- Par di scendere in una cripta d’una Chiesa. Mai successo prima d’ora… Dalla cella dove erano sepolti quegli infelici si udivano ogni giorno le preghiere recitate ad alta voce, il Rosario e i canti religiosi, ai quali si associavano anche i condannati rinchiusi nelle celle vicine… Ogni volta che scendevo lì sotto, le ardenti preghiere e gli inni alla Santissima Vergine si diffondevano per tutto il sotterraneo. Era il padre Massimiliano Kolbe a cominciare, e tutti gli altri rispondevano…
Trasportiamoci ora nel deserto del Sahara, e vi troviamo Fratel Carlo de Foucauld, il piccolo fratello di Gesù. Scopriamo subito che egli volle come Patrona del suo romitorio di Beni-Abbès la Madonna del Rosario, e tra i suoi appunti spirituali possiamo leggere questo proposito: “Dire ogni giorno il santo Rosario intero e a voce alta con grande fedeltà e grande amore.” Non è commovente pensare a quelle Ave Maria recitate nel silenzio a voce alta e risuonanti di duna in duna?

lunedì 21 ottobre 2019

3S 9 - Cento Rosari al giorno

da Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli
Ricordiamo in modo speciale il portentoso modello del secolo venteesimo, che Dio ha donato all’umanità: Padre Pio da Pietrelcina. Egli recitava, in media, oltre cento Rosari al giorno. La cosa parrebbe incredibile, se non l’avesse confidato egli stesso e se da tanti non si fosse visto il santo cappuccino pregare instancabilmente, per anni e anni, di giorno e di notte, con la corona del Rosario sempre in moto fra quelle sue mani piagate e sanguinanti.
Si può dire che egli pregasse con il Rosario l’intera giornata. E qualche volta disse che avrebbe voluto le giornate lunghe quarantott’ore, per poterne recitare il doppio!
Davvero la Madonna a Fatima non ha parlato invano per Padre Pio. E si vede che egli doveva essere più che convinto delle parole di Lucia, la veggente di Fatima: “da quando la Vergine Santissima ha dato grande efficacia al santo Rosario, non c’è problema né materiale, né spirituale, nazionale o internazionale, che non si possa risolvere con il Santo Rosario e con i nostri sacrifici.” E ancora: “Lo scadimento del mondo è senza dubbio frutto della decadenza dello spirito di preghiera. E’ stato in previsione di questo disorientamento che la Madonna ha raccomandato con tanta insistenza la recita del Rosario… Il Rosario è l’arma più potente con cui possiamo difenderci in battaglia.”
Padre Pio non ha certo tenuto quest’arma a riposo. Al contrario, l’ha adoperata giorno e notte, in ogni sorta di lotte contro il nemico. Quando era giovane sacerdote, a San Giovanni Rotondo, e dormiva con i ragazzi del seminario, in un angolo del dormitorio, dietro una tendina, una notte, uno dei ragazzi sentì un brutto rumore di ferri che si contorcevano e di gemiti soffocati di Padre Pio che supplicava: “Madre mia, aiutami!” Al mattino, il ragazzo andò al letto di Padre Pio e vide i ferri della tendina tutti contorti. Al pomeriggio, durante la ricreazione, i ragazzi chiesero con insistenza a Padre Pio il perché di quei ferri contorti e dei gemiti notturni. padre Pio alla fine li accontentò, per insegnare loro la necessità della preghiera e la forza del Rosario contro il nemico. Cosa era successo? Uno dei ragazzi, assalito da tentazione impura, aveva invocato Padre Pio, suo Padre Spirituale. Padre Pio si era messo subito in aiuto, recitando il Rosario. Il nemico, vistosi battuto, scaricò la sua rabbia su Padre Pio, assalendolo furiosamente. La forza del Rosario!

3S 8 - Rosari per le strade

da Il Santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli
(…) la recita del santo Rosario fatta silenziosamente mentre si cammina o di viaggia, è stata l’occupazione più solita fra i Santi.
Alcuni Santi lo dimostrarono anche esternamente di strada in strada con la corona sempre in moto fra le dita.
San Giovanni battista de La Salle camminava sempre con la corona in mano; non solo, ma fece persino obbligo a tutti i suoi figli di percorrere le vie della città recitando di continuo il Rosario.
San Luigi Maria Grignon di Monfort ebbe il Rosario come compagno inseparabile dei suoi interminabili viaggi missionari, santificando con le Ave Maria le strade e le regioni della Francia.
San Filippo Neri, San Felice da Cantalice, Sant’Alfonso Maria dei Liguori, Sant’Antonio Maria Claret, e tanti altri, non facevano certamente mistero del loro camminare o viaggiare recitando Rosari senza numero.
Era bello vedere San Leonardo da Porto Maurizio tornare la sera in convento, dopo le fatiche apostoliche, recitando il Rosario tutto assorto e sereno. Lo stesso, era uno spettacolo edificante vedere il giovane San Giovanni Berchmans con altri giovani confratelli recitare devotamente il Rosario per le vie della città.
San Carlo da Sezze, andando e venendo dalla campagna, recitava sempre la corona. E il servo di Dio padre Anselmo Treves, se incontrava qualcuno per via, era solito chiedere: “Ha fatto buona passeggiata?… Ha seminato molte Ave Maria per la sua strada?
San Corrado da Parzhan, l’umile cappuccino della Baviera, radunava i ragazzi per le strade e recitava con essi il Rosario in pia processione che edificava tutto il paese.
Santa Giovanna d’Arco era molto facile scorgerla tutta assorta mentre cavalcava accanto al suo Re. Fu lo stesso Re a chiederle una volta che cosa stesse “sognando” mentre cavalcava così raccolta e silenziosa: “Gentile Sire, -rispose l’eroina- sto recitando il Rosario“.
Ai nostri tempi, Santa Bertilla Boscardin a Vicenza, San Massimiliano Maria Kolbe a Roma, don Dolindo Rutolo a Napoli, attraversavano le vie della città recitando Rosari.
San Giuseppe Cafasso racconta che un giorno, al mattino molto presto, incontrò per le vie di Torino una vecchietta tutta raccolta. Il Santo si avvicinò e le disse: “Come mai, mia buona vecchietta, per la via a quest’ora?“. “Passo a pulir le strade.” Rispose la vecchietta. Stupito, il Santo chiese: “Che cosa vuol dire?“. “Questa notte è stato carnevale, e si sono commessi tanti peccati. Perciò, io passo recitando il Rosario, per purificare le strade da tanti peccati“. Bravissima vecchietta!
Che dire oggi delle nostre strade? Corruzione, scandali, sconcezze sui muri, sulle persone, nei gesti, nelle parole (bestemmie, turpiloquio), nelle canzoni… Non sarebbe, oggi, tanto più necessario passare con la corona del Rosario in azione per purificare queste strade del mondo appestate dal sesso?

Medaglia di San Benedetto