Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

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martedì 31 marzo 2009

99 - Vangelo del Giorno 1/4

Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (8,31-42)

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.
Gli risposero: “Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno.
Come puoi tu dire: Diventerete liberi?”.
Gesù rispose: “In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenza di Abramo.
Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!”.
Gli risposero: “Il nostro padre è Abramo”.
Rispose Gesù: “Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro”.
Gli risposero: “Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!”.
Disse loro Gesù: “Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato”.

98 - Signore da chi andremo?

Giovanni 6, 68
«Gli rispose Simon Pietro: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna»

1 Timoteo 6,12
«Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni»

Giovanni 5,24
«In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita»

Romani 6,23
«Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore»

Giovanni 4,14
«Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà
in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna»

97 - Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono

Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942),
carmelitana, martire, copatrona d'Europa

Meditazione per l'Esaltazione della Croce, 14/09/1939

Davanti a te il Salvatore è appeso alla croce perché si è fatto obbediente fino alla morte di croce (Fil 2,8)...
Davanti a te, il tuo Salvatore è appeso alla croce, nudo e vulnerabile, perché ha scelto la povertà... Davanti a te il tuo Salvatore è appeso alla croce con il cuore aperto.
Ha sparso il sangue del suo cuore per guadagnare il tuo cuore. Se vuoi seguirlo nella santa castità, il tuo cuore deve purificarsi da ogni desiderio terreno...
Le braccia del Crocifisso sono stese per attirarti al suo cuore. Vuole la tua vita per darti la sua. Ave Crux, spes unica! Salve, santa croce, nostra unica speranza!
Il mondo è in fiamme... Ma al di sopra di tutte le fiamme, si erge la croce che non può essere consumata da nulla. Essa è il cammino dalla terra al cielo.
Essa porta con sé nel seno della Trinità chi l'abbraccia con fede, con amore e nella speranza.
Il mondo è in fiamme. Senti l'urgenza di spegnerle? Alza il tuo sguardo verso la croce.
Dal cuore aperto sgorga il sangue del Redentore, il sangue che spegne le fiamme dell'inferno. Libera il tuo cuore... e i flutti dell'amore divino lo riempiranno fino a farlo traboccare e gli daranno di produrre frutto fino ai confini della terra.
Senti il gemito dei feriti su tutti i campi di battaglia?
Non sei né medico né infermiera, non puoi medicare le loro piaghe. Sei rinchiusa nella tua cella, e non puoi giungere fino a loro. Senti il grido di angoscia dei morenti?
Vorresti essere un sacerdote e assisterli. Sei commossa dallo sconforto delle vedove e degli orfani? Vorresti essere un angelo consolatore e portarti in loro soccorso.
Alza gli occhi verso il Crocifisso. Se sei sua sposa, nella fedele osservanza dei tuoi voti, il suo prezioso sangue sarà anche tuo. Legata a lui, sarai presente ovunque, come è presente anche lui. Non qui o là, come il medico, l'infermiera o il sacerdote, ma su tutti i fronti, in tutti i luoghi di desolazione – presente nella forza della croce...
Gli occhi del Crocifisso si posano su di te: ti interrogano, ti scrutano.
Sei pronta a rifare alleanza con il Crocifisso? Cosa gli risponderai? «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Lc 6,68).
Ave Crux, spes unica!

96 - Novena al Volto Santo

O Gesù, che nella Tua crudele Passione divenisti "l'obbrobrio degli uomini e l'uomo dei dolori",
io venero il Tuo Volto Divino, sul quale splendevano la bellezza e la dolcezza della divinità e che è divenuto per me come il volto di un lebbroso...
Ma io riconosco sotto quei tratti sfigurati il Tuo infinito amore, e mi consumo dal desiderio di amarTi e di farTi amare da tutti gli uomini.
Le lacrime che sgorgano con tanta abbondanza dagli occhi Tuoi sono come perle preziose che mi è caro raccogliere per riscattare con il loro infinito valore le anime dei poveri peccatori.
O Gesù, il tuo Volto adorabile rapisce il mio cuore.
Ti supplico di imprimere in me la Tua somiglianza divina e di infiammarmi del Tuo amore affinché possa giungere a contemplare il Tuo Volto glorioso.
Nella mia presente necessità accetta l'ardente desiderio del mio cuore accordandomi la grazia che Ti chiedo.
Così sia.
«Signore, nell'ora della nostra morte guardaci con lo sguardo pietoso con il quale guardasti il ladro pentito»
Da recitarsi per nove giorni consecutivi

lunedì 30 marzo 2009

95 - Vangelo del giorno 31/3

Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (8,21-30)

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: “Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire”.
Dicevano allora i Giudei: “Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?”.
E diceva loro: “Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo.
Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati”.
Gli dissero allora: “Tu chi sei?”. Gesù disse loro: “Proprio ciò che vi dico. Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui”. Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.
Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite”. A queste sue parole, molti credettero in lui.

94 - Il sole di giustizia

Sant'Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano e dottore della Chiesa
Lettere, 26, 11-20 ; PL 16, 1088-1090

Gli scribi e i farisei avevano condotto al Signore Gesù un'adultera con questo tranello : se l'avesse assolta sarebbe sembrato non tenere in nessun conto la Legge ; se invece l'avesse condannata, avrebbe tradito la sua missione, essendo venuto per rimettere i peccati di tutti...
Mentre essi parlavano, Gesù chinò il capo e si mise a scrivere in terra col dito. E poiché aspettavano la sua risposta, alzando il capo disse : « Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei ».
Quale cosa è più divina di questa sentenza, che cioè punisca i peccati solo colui che è senza peccato ?
Come potrestri sopportare che punisse i peccati degli altri chi difende i propri ?
Non si condanna da sé colui che condanna in altri ciò che egli stesso commette ?
Questo disse Cristo, e intanto scriveva in terra. Che cosa ?
Forse così : « Tu osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio » (Lc 6, 41).
Scriveva in terra con quel dito con cui aveva scritto la Legge (Es 31, 18).
I peccatori « saranno scritti nella polvere » (Ger 7, 13), i giusti in cielo, come disse ai discepoli : « Rallegratevi, perché i vostri nomi sono scritti nei cieli » (Lc 10, 20).
Udita quella parola, andarono via uno dopo l'altro « cominciando dai più anziani », ...
È ben detto che uscirono fuori coloro che non volevano essere con Cristo : fuori c'è la lettera, dentro i misteri.
Coloro che vivevano all'ombra della Legge senza poter vedere il sole di giustizia (Ml 3, 20), nelle sacre letture andavano dietro a cose paragonabili più alle foglie degli alberi che al frutto.

93 - L'unico cuore al mondo

Cuore coronato di spine, rianima i nostri spiriti sopraffatti dall'aggressione dei sensi; e sul materialismo, che c'imprigiona, riapri la visione del Paradiso, col desiderio trasfigurante della Comunione dei Santi.
Sii tu l'unico cuore del mondo, affinché tutti apprendiamo, nel tuo unico amore, a riamarci.
Donaci una mano, quella mano forata da un chiodo e crocifiggici con te, perché, ucciso l'uomo vecchio possiamo nascere con te a vita nuova, quella vita di santità che è vero anticipo della gioia del cielo.
Fà rifiorire sull'orizzonte un filo di serenità.
Risorgi presto nel cuore di tutti, e sopra le piaghe inaridite del terrore torna, o Crocifisso, a far rifiorire l'amore.
Amen.

domenica 29 marzo 2009

92 - Vangelo del giorno 30/3

Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (8,1-11)

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”.
Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo.
Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”.
E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”.
Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”.
E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.

91 - Se il chicco di grano muore, produce molto frutto

San Cirillo Alessandrino (380-444), vescovo, dottore della Chiesa
Commento sul Libro dei Numeri, 2 ; PG 69, 619

Cristo fu la primizia della nuova creazione...
Infatti risuscitò sgominando la morte; anzi ascese al Padre, come dono offerto quale primizia dell'umana natura, rinnovata nella incorruttibilità...
Così possiamo anche consideralo come un manipolo di frumento come quelli che il Signore domandava a Israele di offrirgli nel Tempio (Lv 23,9).
Il genere umano può essere paragonato al grano nel campo: nascendo dalla terra, in attesa della sua conveniente crescita, è strappato via via dalla morte lungo il corso del tempo.
Così disse Cristo stesso ai suoi discepoli: «Non dite voi: ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura?
Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna» (Gv 4,35-36).
Cristo, nascendo dalla santa Vergine, è sorto in mezzo a noi come una spiga di frumento. Egli stesso anzi, si definisce come un grano di frumento: «In verità vi Dio: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto».
Perciò egli si è fatto davanti al Padre come qualcosa di consacrato e immolato per noi, simile a un manipolo di spighe, primizia della terra.
Un'unica spiga, ma considerata non sola bensì unita a tutti noi che, come un manipolo formato da molte spighe, siamo un solo fascio.
Cristo Gesù infatti è uno solo, ma può essere considerato, ed è realmente, come un manipolo compatto di spighe, in quanto contiene in sé tutti i credenti, in una mirabile unità spirituale; altrimenti perché il beato Paolo avrebbe scritto: «Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli» (Ef 2,6)?
Essendo egli uno di noi, siamo diventati concorporei con lui e mediante la sua carne abbiamo ottenuto l'unione con lui.
Per questo, egli stesso, in un altro punto rivolge a Dio Padre queste parole: «Come tu Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola» (Gv 17,21).
Il Signore è dunque la primizia dell'umanità destinata ad essere riportata nel granaio del cielo.

90 - Il Signore è gioia

Sofonia 3,14-18
Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico.
Re d'Israele e' il Signore in mezzo a te, tu non vedrai piu' la sventura.
In quel giorno si dira' a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore tuo Dio in mezzo a te e' un salvatore potente.
Esultera' di gioia per te, ti rinnovera' con il suo amore, si rallegrera' per te con grida di gioia, come nei giorni di festa».
Ho allontanato da te il male, perché tu non abbia a subirne la vergogna.

Filippesi 4, 4.
"Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi."

89 - Non turbarti nel riconoscerti come sei

Non ho bisogno di miracoli: per me sono più che sufficienti quelli della Scrittura.
Invece, ho bisogno del tuo compimento del dovere, della tua corrispondenza alla grazia.

Ripetiamo con le parole e con le opere: Signore, confido in te; mi basta la tua provvidenza ordinaria, il tuo aiuto d'ogni giorno.
Non dobbiamo chiedere al Signore grandi miracoli. Dobbiamo piuttosto supplicarlo di aumentare la nostra fede, di illuminare la nostra intelligenza, di fortificare la nostra volontà.
Gesù resta sempre vicino a noi e si comporta sempre per quello che è.

sabato 28 marzo 2009

88 - Vangelo Quinta Domenica Quaresima/B

Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (12,20-33)

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci.
Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.
Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me».
Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

87 - Beati i puri di cuore

Matteo 5, 8.
"Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio."

Salmo 50, 12.
"Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo."

Ezechiele 36, 25-27.
"Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi."

Galati 5, 16.
"Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne."

Matteo 6, 22."
La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il corpo sarà nella luce."

86 - Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo


Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo
—il Grande Sconosciuto—
perché è Lui che ti deve santificare.
Non dimenticare che sei tempio di Dio.
Il Paraclito è nel centro della tua anima:
ascoltalo e segui docilmente
le sue ispirazioni.

85 - Vedere Dio

San Teofilo di Antiochia (? - circa 186), vescovo
Libro ad Autòlico,1, 2.7 ; SC 20, 58

Quelli che vedono con gli occhi del corpo, percepiscono ciò che si svolge in questa vista terrena e distinguono le cose differenti tra di loro: la luce e le tenebre, il bianco e il nero, il brutto e il bello... La stessa cosa si può dire di quanto riguarda le orecchie e cioè i suoni acuti, i gravi e i dolci.
Allo stesso modo si comportano gli orecchi del cuore e gli occhi dell'anima in ordine alla percezione di Dio.
Dio infatti, viene visto da coloro che lo possono vedere, cioè da quelli che hanno gli occhi. Ma alcuni li hanno annebbiati e non vedono la luce del sole. Tuttavia per il fatto che i ciechi non vedono, non si può concludere che la luce del sole non brilla. Giustamente perciò essi attribuiscono la loro oscurità a se stessi e ai loro occhi.
Tu hai gli occhi dell'anima annebbiati per i tuoi peccati e per le tue cattive azioni...
Quando il peccato ha preso possesso dell'uomo, egli non può più vedere Dio...
Ma se vuoi, puoi essere guarito.
Affidati al medico ed egli opererà gli occhi della tua anima a del tuo cuore.
Chi è questo medico? È Dio, il quale per mezzo del Verbo e della sapienza guarisce e dà la vita. Dio per mezzo del Verbo e della sapienza, ha creato tutte le cose...
Se capisci queste cose, o uomo, e se vivi in purezza, santità e giustizia, puoi vedere Dio.
Ma prima di tutto vadano innanzi nel tuo cuore la fede e il timore di Dio e allora comprenderai tutto questo.
Quando avrai deposto la tua mortalità e ti sarai rivestito dell'immortalità (1 Cor 15,53), allora vedrai Dio secondo i tuoi meriti; egli infatti fa risuscitare insieme con l'anima anche la tua carne, rendendola immortale e allora, se ora credi in lui, divenuto immortale, vedrai l'Immortale.

venerdì 27 marzo 2009

84 - Vangelo del giorno 28/3

Il Cristo viene forse dalla Galilea?

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (7,40-53)

In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: “Questi è davvero il profeta!”. Altri dicevano: “Questi è il Cristo!”. Altri invece dicevano: “Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?”. E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: “Perché non lo avete condotto?”. Risposero le guardie: “Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo!”.
Ma i farisei replicarono loro: “Forse vi siete lasciati ingannare anche voi? Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!”. Disse allora Nicodemo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù: “La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?”.
Gli risposero: “Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea”.
E tornarono ciascuno a casa sua.

83 - Preghiera al Volto Santo


di S. Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo

O Gesù, che nella tua crudele Passione divenisti «l'obbrobrio degli uomini e l'uomo dei dolori », io venero il tuo Volto divino, sul quale splendevano altra volta la bellezza e la dolcezza della divinità e che ora è divenuto per me come il volto di un lebbroso!
Ma io riconosco sotto quei tratti sfigurati il tuo infinito amore, e mi consumo dal desiderio di amarti e di farti amare da tutti gli uomini. Le lagrime che sgorgano con tanta abbondanza dagli occhi tuoi mi appaiono come perle preziose, che mi è caro raccogliere, per riscattare col loro infinito valore le anime dei poveri peccatori.
O Gesù, il cui Volto adorabile rapisce il mio cuore, ti supplico d'imprimere in me la tua somiglianza divina, e d'infiammarmi del tuo amore, affinché possa giungere a contemplare in cielo il tuo Volto glorioso.
Amen

82 - Cercarono di arrestarlo....

San Giovanni della Croce (1542-1591), carmelitano
dottore della Chiesa
Cantico spirituale, strofa 1

« Cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso »

Dove ti sei nascosto, Amato? Sola qui, gemente, mi hai lasciata!
Come il cervo fuggisti, dopo avermi ferita; gridando t'inseguii: eri sparito!
«Dove ti sei nascosto?» È come se l'anima dicesse: «Verbo, Sposo mio, mostrami dove sei nascosto».
Con queste parole gli chiede di manifestarle la sua essenza divina, perché il «luogo dove è nascosto» il Figlio di Dio è, come dice san Giovanni, «il seno del Padre» (Gv 1,18), cioè l'essenza divina, inaccessibile a ogni occhio mortale e nascosta a ogni umana comprensione.
Per questo Isaia, parlando con Dio, si è espresso in questi termini: «Veramente tu sei un Dio nascosto» (Is 45,15).
Occorre dunque notare che, per quanto grandi siano le comunicazioni e le presenze di Dio nei confronti dell'anima e per quanto alte e sublimi siano le conoscenze che un'anima può avere di Dio in questa vita, tutto questo non è l'essenza di Dio, né ha a che vedere con lui.
In verità, egli rimane ancora nascosto all'anima.
Nonostante tutte le perfezioni che scopre di lui, l'anima deve considerarlo un Dio nascosto e mettersi alla sua ricerca, dicendo: «Dove ti sei nascosto?» Né l'alta comunicazione né la presenza sensibile di Dio sono, infatti, una prova certa della sua presenza, come non sono testimonianza della sua assenza nell'anima l'aridità e la mancanza di tali interventi.
Per questo il profeta Giobbe afferma: «Mi passa vicino e non lo vedo, se ne va e di lui non m'accorgo» (Gb 9,11).
Da ciò si può dedurre che se l'anima sperimentasse grandi comunicazioni, conoscenze di Dio o qualsiasi altra sensazione spirituale, non per questo deve presumere che tutto ciò sia un possedere Dio o essere più dentro di lui, oppure quello che sente o intende sia essenzialmente Dio, per quanto grande sia tutto questo.
D'altra parte, se tutte queste comunicazioni sensibili e spirituali venissero a mancare, non per questo deve pensare che le manchi Dio...
L'intento principale dell'anima, quindi, in questo verso non è chiedere solo la devozione affettiva e sensibile, che non dà la certezza evidente che si possiede per grazia lo Sposo in questa vita. Domanda soprattutto la presenza e la chiara visione della sua essenza, di cui desidera avere la certezza e possedere la gioia nella gloria.

81 - Vangelo del giorno 27/3

Cercavano di arrestare Gesù, ma non era ancora venuta la sua ora

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (7,1-2.10.25-30)

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne. Andati i suoi fratelli alla festa, vi andò anche lui; non apertamente però, di nascosto.
Alcuni di Gerusalemme dicevano: “Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia”. Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: “Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato”.
Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.

giovedì 26 marzo 2009

80 - Se credereste a Mosè, credereste anche a me

San Giovanni Crisostomo (circa 345-407)
sacerdote a Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Discorsi sulla Genesi, 2
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Nei tempi antichi, il Signore che aveva creato l'uomo, parlava in prima persona all'uomo, in tale modo che questi poteva udirlo.
Così egli conversava con Adamo..., come poi conversò con Noè e Abramo. E anche quando il genere umano era precipitato nell'abisso del peccato, Dio non ha spezzato tutte le relazioni con lui, anche se necessariamente queste erano meno familiari, perché gli uomimi se ne erano resi indegni.
Egli dunque consentì a stabilire nuovamente con loro dei rapporti benevoli, con lettere però, come per intrattenersi con un amico assente; in questo modo egli poteva, nella sua bontà, legare nuovamente a sè tutto il genere umano; Mosè è il latore di queste lettere che Dio ci manda.
Apriamo queste lettere; quali sono le prime parole? «In principio Dio creò i cielo e la terra». Che meraviglia!... Mosè che è nato molti secoli dopo, è stato veramente ispirato dall'alto per raccontarci le meraviglie che Dio ha fatte alla creazione del mondo...
Non sembra forse dirci chiaramente: «Sono forse gli uomini ad avermi insegnato ciò che sto per rivelarvi? No assolutamente, bensì il solo Creatore, che ha operato queste meraviglie. Guida lui la mia lingua perché io vi le insegni. Da allora, vi prego, imponete il silenzio ad ogni reclamo del ragionamento umano. Non ascoltate questo racconto come se fosse la parola del solo Mosè; Dio in persona vi parla; Mosè è soltanto il suo interprete»...
Fratelli, accogliamo dunque la Parola di Dio con un cuore grato e umile...
Dio infatti ha creato tutto, e prepara tutte le cose e le dispone con sapienza... Egli conduce l'uomo con ciò che è visibile, per farlo giungere alla conoscenza del Creatore dell'universo...
Egli insegna all'uomo a contemplare il Costruttore supremo nelle sue opere, cosicché sappia adorare il suo Creatore.

79 - Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente

Sant'Efrem Siro (circa 306-373), diacono in Siria, dottore della Chiesa
Omelie sulla Madre di Dio, 2, 93-145 ; CSCO 363 et 364, 52-53

Contemplate Maria, carissimi, vedete come Gabriele è entrato da lei e alla sua obiezione: «Come è possibile?» il servo dello Spirito Santo le ha dato questa risposta: «Questo è facile per Dio; per lui tutto è semplice».
Considerate come lei ha creduto alla parola udita e ha detto: «Eccomi, sono la serva del Signore». Da allora il Signore è sceso in un modo che lui solo conosce; si è messo in movimento ed è venuto nel modo che piaceva a lui; è entrato in lei senza che lei lo sentisse, e lei l'ha accolto senza provare nessuna sofferenza.
Portava in lei, come si porta un bambino, colui che riempie il mondo. Egli è disceso per essere il modello che avrebbe rinnovato l'antica immagine di Adamo.
Per questo motivo, quando ti viene annunciata la nascita di Dio, sta' in silenzio.
Ti sia presente in mente la parola di Gabriele, perché nulla è impossibile alla gloriosa Maestà che si è abbassata per noi ed è nata dalla nostra umanità.
In quel giorno, Maria è divenuta per noi il cielo che porta Dio, poiché la Divinità sublime è discesa e ha stabilito in lei la sua dimora.
In lei Dio si è fatto piccolo – pur senza diminuire la sua natura – per farci crescere.
In lei, ha tessuto per noi un abito con il quale ci avrebbe salvati. In lei si sono compiute tutte le parole dei profeti e dei giusti. Da lei è sorta la luce che ha cacciato le tenebre del paganesimo.
Numerosi sono i titoli di Maria...; lei è il palazzo nel quale ha abitato il potente Re dei re, ma egli non l'ha lasciata come era venuto, perché da lei egli ha preso carne ed è nato.
Lei è il cielo nuovo nel quale ha abitato il Re dei re; in lei è sorto Cristo e da lei egli è salito per rischiarare la creazione, formata e plasmata a sua immagine.
Lei è la vite della vigna che ha portato il grappolo; lei ha dato un frutto che supera la natura; e lui, benché diverso da lei per natura, ha rivestito il suo colore quando da lei è nato.
Lei è la sorgente della quale sono sgorgate le acque vive per gli assetati, e coloro che vi si dissetano portono frutto cento volte tanto.

mercoledì 25 marzo 2009

78 - Messaggio di Medjugorje del 25 marzo 2009

Cari figli, in questo tempo di primavera quando tutto si risveglia dal sonno dell’inverno, svegliate anche voi le vostre anime con la preghiera affinché siano pronte ad accogliere la luce di Gesù risorto.
Sia Lui, figlioli, ad avvicinarvi al suo Cuore affinché siate aperti alla vita eterna.
Prego per voi e intercedo presso l’Altissimo per la vostra sincera conversione.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
Su questo argomento vedere anche

77 - Vangelo del giorno 26/3

Vi accusa Mosè, nel quale avete posto la vostra speranza

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (5,31-47)

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: “Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c’è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace.
Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi.
Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza.
Ma voi non volete venire a me per avere la vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma io vi conosco e so che non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste.
E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo?
Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c’è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza.
Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto.
Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?”.

76 - Dio non ci abbandona!

Osea 11, 8.
Come potrei abbandonarti, Efraim, come consegnarti ad altri, Israele?
Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione.

Isaia 49, 15.
Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.

2ª Corinzi 13, 4.
Infatti egli fu crocifisso per la sua debolezza, ma vive per la potenza di Dio.
E anche noi che siamo deboli in lui, saremo vivi con lui per la potenza di Dio nei vostri riguardi.

1ª Corinzi 1, 25.
Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

1ª Giovanni 3, 20.
Rassicuriamo il nostro cuore qualunque cosa esso ci rimproveri.
Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.

Isaia 1, 18.
"Su, venite e discutiamo" dice il Signore.
"Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana."

martedì 24 marzo 2009

75 - segnalazione post 24/3

Segnalo un bellissimo e assolutamente imperdibile post di Scarlet dal suo blog Tracce di infinito

http://tracceinfinito.blogspot.com/2009/03/gli-inizi-della-nostra-redenzione.html

interessante anche quello di Angel dal blog La via la verità la vita

http://amoreperlaverita.blogspot.com/2009/03/incredibile-movimento-anticlericale_24.html

..... fossi in voi, li leggerei...

74 - Vangelo del giorno 25/3 Annunciazione

Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio

+ Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”.
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”.
Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”.
Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.
E l’angelo partì da lei.

73 - Vuoi guarire ?

Sant'Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano e dottore della Chiesa
Trattato sui misteri, 24s

Quel paralitico della piscina di Betzaetà attendeva un uomo [per aiutarlo a discendere nella piscina].
E quale uomo, se non il Signore Gesù, nato dalla Vergine Maria?
Alla sua venuta avrebbe operato la liberazione, non più mediante la sua ombra, ma con la realtà della sua presenza. Non più di uno solo, ma di tutti.
Era dunque lui di cui si aspettava la venuta, lui del quale Dio Padre disse à Giovanni Battista: «L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito, è colui che battezza in Spirito Santo» (Gv 1,33)...
E qui per quale ragione lo Spirito discese in forma di colomba se non perché tu vedessi, perché tu conoscessi che anche quella colomba, che il giusto Noè fece uscire dall'arca, era figura di questa colomba, cioè perché tu riconoscessi la figura del sacramento del battesimo?...
E perché dubitare ancora, dopo che nel vangelo te lo proclama chiaramente il Padre dicendo: «Questi è il Figlio mio prediletto nel quale mi sono compiaciuto» (Mt 3,17)?
Te lo proclama il Figlio sul quale lo Spirito Santo si è mostrato in forma di colomba. Te lo proclama Davide: «Il Signore tuona sulle acque, il Dio della gloria scatena il tuono, il Signore sull'immensità delle acque» (Sal 28,3).
La Scrittura stessa ti attesta che alle preghiere di Gedeone il fuoco discese dal cielo e a quelle di Elia fu mandato il fuoco che consacrò il sacrificio (Gdc 6,21 ; 1 Re 18,38).Non fare attenzione ai meriti personali dei sacerdoti, ma al loro ministero...
Il Signore Gesù disse: «Dove sono due o tre, là sono anch'io» (Mt 18,20).
Credo perciò che, quando è invocato dalle preghiere dei sacerdoti, è presente. Quanto più non si degnerà di accordare la sua presenza dov'è la Chiesa, dove sono i suoi misteri? Sei sceso dunque nel fonte battesimale.
Ricordati che cosa hai risposto: che credi nel Padre, che credi nel Figlio, che credi nello Spirito Santo...
Con l'impegno della tua parola, ti sei obbligato a credere nel Figlio come credi nel Padre, a credere nello Spirito Santo come credi nel Figlio e, se una differenza fai, e che, trattandosi della morte in croce, la credi solo di Gesù Cristo.

72 - Se non vedete segni e prodigi, voi non credete

Gregorio di Narek (circa 944 - vers 1010), monaco e poeta armeno
Il libro di preghiere, 12,1 ; SC 78, 102

« Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato » (Gl 3,5 ; Rm 10,13).
Quanto a me, non solo lo invoco ma per prima cosa credo nella sua grandezza.
Non per i suoi doni persevero nella supplica, ma perché lui è la Vita vera, e in lui respiro ; senza di lui non c'è né moto né progresso.
Non tanto dai legami della speranza, quanto dai vincoli dell'amore io sono attirato.
Non dei doni, bensì del Donatore, ho sempre nostalgia.
Non alla gloria aspiro, ma il Signore glorificato io voglio abbracciare.
Non la sete della vita sempre mi consuma, ma il ricordo di colui che dà la vita.
Non per il desiderio della felicità spasimo, e nel più profondo del mio intimo piango, ma per il desiderio di colui che la sta preparando.
Non il riposo io cerco, ma il volto di colui che placherà il mio cuore supplice.
Non per il banchetto nuziale io sospiro, ma per il desiderio dello sposo.
Nell'attesa sicura della sua potenza nonostante il fardello dei miei peccati, con una speranza incrollabile e fidandomi nella mano dell'Onnipotente, credo che non soltanto otterrò il perdono, ma pure che lo vedrò, in persona, grazie alla sua misericordia e alla sua pietà e, benché io meriti in verità di essere proscritto, che erediterò il cielo.

71 - L'apparizione Annuale a Mirjana Dragicevic-Soldo 18 Marzo

La veggente Mirjana Dragicevic-Soldo ha avuto apparizioni giornaliere dal 24 giugno 1981 fino al 25 dicembre 1982. In occasione della sua ultima apparizione quotidiana, rivelandole il decimo segreto, la Vergine le rivelò che avrebbe avuto apparizioni annuali il 18 marzo e così è stato in tutti questi anni.
Più di mille pellegrini si sono riuniti per la preghiera del rosario alla Croce Blu.

L'apparizione è iniziata alle 13:52 ed è durata fino alle 13:58.

"Cari figli! Oggi vi invito a guardare in modo sincero e a lungo nei vostri cuori. Che cosa vedrete in essi? Dov'è in essi mio figlio e il desiderio di seguirmi verso Lui? Figli miei, questo tempo di rinuncia sia un tempo nel quale domandarvi: che cosa vuole Dio da me personalmente? Che cosa devo fare? Pregate, digiunate e abbiate il cuore pieno di misericordia. Non dimenticate i vostri pastori. Pregate che non si perdano e che restino in mio figlio, affinchè siano buoni pastori per il loro gregge."

La Madonna ha guardato tutti i presenti e ha continuato:

Di nuovo vi dico: Se sapeste quanto vi amo piangereste di felicità. Grazie

lunedì 23 marzo 2009

70 - Per vincere la paura

Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?

Il Signore è difesa della mia vita,

di chi avrò timore?

salmo 27,1

69 - Vangelo del giorno 24/3

Sull’istante quell’uomo guarì

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (5,1-3.5-16)

Era un giorno di festa per i Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Vi è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzata, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato.
Gesù, vedendolo disteso e sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: “Vuoi guarire?”. Gli rispose il malato: “Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita.
Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me”. Gesù gli disse: “Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”. E sull’istante quell’uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato.
Dissero dunque i Giudei all’uomo guarito: “È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio”. Ma egli rispose loro: “Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina”. Gli chiesero allora: “Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?”.
Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: “Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio”.
Quell’uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

domenica 22 marzo 2009

68 - Tesori

Non accumulatevi tesori sulla terra,
dove tignola e ruggine consumano
e dove ladri scassinano e rubano;
accumulatevi invece tesori nel cielo,
dove né tignola né ruggine consumano,
e dove ladri non scassinano e non rubano.

Matteo 6,19-20

67 - La festa nasce dal servizio

Giovanni 13, 3-5.12-17.

«Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.
Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.
Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.
In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato.
Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica

66 - Vangelo del giorno 23/3

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (4,43-54)

In quel tempo, Gesù partì dalla Samaria per andare in Galilea.
Ma egli stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria. Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino.
Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire.
Gesù gli disse: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”.
Ma il funzionario del re insistette: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia”. Gesù gli risponde: “Va’, tuo figlio vive”.
Quell’uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: “Tuo figlio vive!”. S’informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: “Ieri, un’ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato”.
Il padre riconobbe che proprio in quell’ora Gesù! ; gli aveva detto: “Tuo figlio vive”, e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea.

65 - Bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo

Discorso attribuito a Sant'Efrem Siro (circa 306-373), diacono in Siria, dottore della Chiesa

Sulla penitenza

Quando il popolo peccò nel deserto (Num 21,5), Mosè, che era profeta, ordinò agli Israeliti di innalzare un serpente sopra una croce, cioè di mettere a morte il peccato...

Dovevano guardare un serpente, perché i figli d'Israele erano stati colpiti dai serpenti per il loro castigo. E perché da serpenti? Perché avevano ripetuto la condotta dei nostri progenitori.

Adamo e Eva infatti avevano peccato tutti e due mangiando dal frutto dell'albero; gli Israeliti avevano mormorato, per una questione di cibo.

Proferire parole di lamentela perché mancavano di verdura, è il culmine della mormorazione. Questo afferma il salmo: «Mormorarono contro Dio nel deserto» (Sal 77,19). Ora anche nel paradiso, il serpente è stato all'origine della mormorazione.

I figli d'Israele dovevano così imparare che lo stesso serpente che aveva tramato la morte di Adamo, aveva procurato la morte anche a loro. Mosè dunque l'ha sospeso al legno, affinché guardandolo, tutti fossero condotti per similitudine, a ricordarsi dell'albero.

Coloro infatti che lo guardavano erano salvi, non certo grazie al serpente, bensì grazie alla loro conversione. Guardavano il serpente e si ricordavano il loro peccato. Perché erano stati morsi, si pentivano e, una volta ancora, erano salvi.

La loro conversione trasformava il deserto in dimora di Dio; il popolo peccatore diveniva con la penitenza un'assemblea ecclesiale e, anzi, suo malgrado, adorava la croce.

64 - Vangelo Quarta Domenica di Quaresima/B

Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (3,14-21)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie.
Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate.
Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

sabato 21 marzo 2009

63 - Il pubblicano... non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo

Il fariseo diceva: "Non sono come gli altri."
Che vuol dire: Come gli altri, se non "tutti" eccettuato lui?
"Io sono giusto, tutti gli altri sono peccatori.
"Non sono come gli altri uomini ingiusti, rapaci, adulteri".
Ed eccoti, dalla vicinanza del pubblicano un'occasione d'un maggiore orgoglio.
"Io sono unico, quest'altro invece è uno degli altri. Io non sono tale qual è costui, grazie alle mie opere buone, per cui non sono ingiusto. Io digiuno due volte alla settimana e offro la decima parte di ciò che possiedo".
Per che cosa pregava Dio? Cercalo nelle sue parole e non vi troverai nulla. Era salito per pregare; ma non volle pregare Dio, bensì lodare se stesso. Non gli bastava non pregare Dio ma lodava se stesso; oltre a ciò insultava chi pregava.
Il pubblicano invece «s'era fermato a distanza», ma tuttavia era vicino a Dio.
Lo teneva lontano il rimorso, ma lo avvicinava lo spirito di fede. Il publicano s'era fermato a distanza, ma il Signore lo guardava da vicino.
Poiché «eccelso è il Signore ma guarda alle cose umili», gli eccelsi invece, com'era quel fariseo, «li conosce da lontano» (Sal 137,6).
Dio conosce, è vero gli esseri sublimi da lontano, ma non li perdona. Ascolta ancora l'umiltà del pubblicano. Non basta che stesse a distanza: non osava neppure alzare lo sguardo al cielo. Per poter essere guardato da Dio, non osava alzare lo sguardo. Non osava volgere lo sguardo in alto: l'opprimeva il rimorso, lo sollevava la speranza.
Ascolta ancora: «Si batteva il petto». Esigeva il castigo nei propri confronti; per questo il Signore lo perdonava perché confessava. «O Dio, sii benigno con me peccatore».
Ecco chi prega!
Perché stupirsi che Dio perdona, dal momento che uno riconosce se stesso?.
Hai sentito l'accusatore superbo, hai sentito l'umile confessione del colpevole: ascolta ora il giudice. «Io vi dico in verità - parla la Verità, parla Di, il giudice afferma - Io vi dico in verità che il pubblicano dal tempio se ne tornò giustificato a casa sua, a differenza del fariseo».
Di', o Signore, il motivo. Ascolta perché: «Perché chi si esalta sarà umiliato, chi invece s'umilierà sarà esaltato» .
Tu gradisci, Dio gli umili di cuore.

Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorsi, 115

venerdì 20 marzo 2009

62 - Vangelo del giorno 21/3

+ Dal Vangelo secondo Luca (18,9-14)

In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri:
“Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.

61 - Lo amerai...

Os 14, 2-10; Sal.80; Mc 12, 28-34

E’ una grande gioia meditare questo Vangelo che ci parla del “primo di tutti i comandamenti”, dell’amare.
“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Questo è appena l’inizio della “professione di fede” d’Israele.
E’ uno dei brani più importanti, più conosciuti e più cari al cuore del popolo eletto. Il pio israelita lo ripete più volte al giorno, in casa, al lavoro, o nella sinagoga, ovunque si trova.
Inizia con l’invito all’ascolto rivolto all’intera comunità ebraica, perché questa è qualificata come “popolo dell’ascolto”, come assemblea in perenne atteggiamento di ascolto. San Benedetto all’inizio della sua Regala invita i monaci all’ascolto, cioè ad amare e servire Dio conformandosi alla sua santissima volontà.
Questo comandamento esprime anche la vocazione di ogni uomo, di ogni cristiano. Ed è una grande felicità aver trovato chi amare e come amare. Marco vuole inserire nel cuore dell’uomo il dono della fede e dell’amore.
Ci offre tre precisazioni in merito all’esercizio concreto dell’amore: “con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”.
La triplice ripetizione ci mette sull’avviso che qui si sta parlando della radicalità dell’amore: non si ama con una certa misura, non si ama poco, né con scadenza di calendario.
Si ama con totale dedizione, in pienezza e per sempre.
“La misura dell’amore insegna san Bernardo, è di amare senza misura”. Dio unico esclude ogni altro idolo; e la dipendenza da lui è sorgente e garanzia di unità per l’uomo. Il comandamento dell’amore sarebbe impossibile per noi se fossimo soli, soltanto con il nostro povero cuore. Ma Dio ci ha dato il suo Figlio e nel suo Figlio ci ha dato un cuore nuovo.
Perché possiamo amarlo con tutto il nostro cuore, con la nostra intelligenza, la nostra anima e amare con lo stesso amore il nostro prossimo.
Abbiamo il cuore di Gesù, che è il nostro grande tesoro.
Ringraziamo con gioia Dio Padre, che ci ha amato per primo e ci ha dato in Gesù la possibilità di rispondere al suo amore.

tratto dai Monaci benedettini

giovedì 19 marzo 2009

60 - Padre dammi Gesù

don Serafino Falvo

Padre, dammi il dono più bello,
più grande, più prezioso che possiedi:
Gesù!

Quando sono ammalato,
dammi Gesù
perché egli è la Salute.

Quando mi sento triste,
dammi Gesù
perché Egli è la Gioia.

Quando mi sento debole,
dammi Gesù
perché Egli è la Forza.

Quando mi sento solo,
dammi Gesù
perché Egli è l'Amico.

Quando mi sento legato,
dammi Gesù
perché Egli è la Libertà.

Quando mi sento scoraggiato,
dammi Gesù
perché Egli è la Vittoria.

Quando mi sento nelle tenebre,
dammi Gesù
perché Egli è la Luce.

Quando mi sento peccatore,
dammi Gesù
perché Egli è il Salvatore.

Quando ho bisogno d'amore,
dammi Gesù
perché Egli è l'Amore.

Quando ho bisogno di pane,
dammi Gesù
perché Egli è il Pane di Vita.

Quando ho bisogno di denaro,
dammi Gesù
perché Egli è la Ricchezza Infinita.

Padre,
a qualsiasi mia richiesta
per qualsiasi mio bisogno,
rispondi con una sola parola,
la tua Parola eterna:
Gesù.

59 - Vangelo del giorno 20/3

+ Dal Vangelo secondo Marco (12,28-34)

In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”.
Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele.
Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.
E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi”.
Allora lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore e con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici”.
Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”.
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

58 - Preghiera a San Giuseppe

Ti onoriamo, o glorioso San Giuseppe! perché sei il Santo più ono­rato del cielo e della terra.
Dio Padre ti onorò affidando alla tua custodia il suo Figlio Gesù e la sua Figlia Maria, i due tesori più amati del suo cuore.
Dio Figlio ti onorò chiamandoti Padre, obbedendoti e affidando la sua vita e la sua cura nelle tue mani.
Lo Spirito Santo ti onorò consegnan­doti la sua Sposa, la Vergine Maria, come tua sposa. Gesù e Maria, dopo averti onorato standoti sottomessi per trent'anni consecutivi, assistette­ro alla tua preziosa morte.
La Chiesa ti onora istituendo feste in tuo onore, chiamandoti Patrono della Chiesa Universale, assicurando che degno di sommi onori e lodi.
I Santi e i fedeli, tutti ti invocano con perseveranza, con entusiasmo e amore sempre cre­scente, come Santo senza eguali, che soccorre in tutte le necessità, che difende in tutte le difficoltà, consola in tutte le tribolazioni, e protegge in tutte le disgrazie della vita, e in modo speciale, nell'ora della morte.
In dignità e grazia, in santità e glo­ria, non troveremo nessun altro Santo, dopo Maria, più onorato da Dio e dagli uomini che Te, glorioso Patriarca.
Cosa non potresti ottenere, benedetto Santo, in favore dei tuoi devoti? Le tue suppliche hanno la forza di un comando con Gesù e Maria.
Chi è come Te, che in cielo può chiamare Figlio il Re della gloria e Sposa Maria, Regina del cielo e della terra?
Tutti speriamo e confi­diamo in Te, perché in vita possiamo conoscere, amare e servire Gesù, Maria e Te, e dopo la nostra morte godere in Vostra compagnia la mise­ricordia eterna dell'Altissimo.
Amen

57 - meditazione su San Giuseppe

pubblico questa meditazione che ho ricevuto tramite il gruppo di preghiera Oremus, pur ignorandene l'autore

Il culto di San Giuseppe, il padre putativo di Gesù, nella Chiesa d’Oriente era praticato già attorno al IV secolo, mentre in Occidente si è affermato solo attorno all’anno Mille e lo attestano i martirologi, primo fra tutti quello del monastero di Richenau, ricordandolo al 19 marzo, data diventata festa universale della Chiesa con Gregorio XV nel 1621.
Nei Vangeli canonici solo Matteo e Luca parlano di Giuseppe, indicandolo come il promesso sposo di Maria, come lei discendente della stirpe di David.
Matteo racconta di Maria sposata secondo l’uso ebraico a Giuseppe, un artigiano del luogo. Il matrimonio ebraico avveniva in due tempi: con il fidanzamento la donna restava nella propria casa pur passando sotto la potestà del marito, trascorso normalmente un anno si celebravano le nozze, un corteo accompagnava la sposa alla casa dello sposo dove si svolgeva il pranzo. Se nel periodo cosiddetto di fidanzamento nascevano figlioli, erano considerati legittimi a meno che non fosse manifesto il tradimento. Giuseppe e Maria si trovavano proprio nel periodo di fidanzamento quando l’angelo Gabriele annunciò alla Vergine il concepimento per opera dello Spirito Santo. “Maria ne informò Giuseppe suo sposo”, ci racconta Matteo, “ il quale, essendo anche giusto non voleva ripudiarla pubblicamente e decise di licenziarla in segreto”.
Ma un angelo apparve in sogno a Giuseppe e gli disse di non aver paura a prendere presso di sé Maria, perché la sua gravidanza era di origine divina. Giuseppe è di nuovo presente in Matteo alla nascita di Gesù, nella fuga in Egitto, Luca lo ricorda fino alla presentazione al Tempio di Gesù, quando questi ha dodici anni, poi le sue tracce spariscono. Intorno al VII secolo la chiesa Copta ricordava la sua morte il 20 luglio.
Nei Vangeli apocrifi, cioè non riconosciuti dalla Chiesa come ispirati dal Signore anche se ne accoglie qualche passo, Giuseppe è indicato come un uomo vecchio, il Protovangelo di Giacomo, addirittura, parla di un anziano vedovo con figli costretto da un sogno del sommo Sacerdote a prendere presso di sé la dodicenne Maria allevata nel Tempio. Lo Pseudo Matteo afferma che i figli del vedovo si chiamavano Giacomo, Giuseppe, Giuda e Simone (tranne Giuseppe sono i nomi di tre dei dodici apostoli), più due sorelle non meglio identificate. L’anziana età di Giuseppe e il fatto che avesse figli ribadita da questi e altri racconti, più che qualcosa di grottesco, serviva probabilmente ad evidenziare la forte differenza d’età tra i due sposi e il possibile concepimento divino, a spiegare l’accenno ai “fratelli di Gesù” che fanno Matteo e Giovanni nei loro Vangeli.
Da san Girolamo in poi, molti teologi hanno rifiutato l’idea dell’anziano vedovo con figli, affermando che era usanza ebraica del tempo indicare come fratelli quelli che erano solo parenti.Comunque sia, resta il fatto che per secoli il povero San Giuseppe è stato rappresentato come un vecchio dai capelli e dalla barba bianca. Bisogna arrivare alla fine del medioevo perché sia rappresentato come un uomo di mezza età. Personalmente ricordo mons. Nolli che, circa una trentina di anni or sono, affermava indignato che non era pensabile che il Signore affidasse suo figlio ad un uomo anziano e di conseguenza debole, per di più povero artigiano come per secoli si è detto, ma che doveva essere un uomo nel pieno vigore delle sue forze e benestante. Più o meno quello che, con qualche aggiustamento, si sta dicendo ora a dispetto degli insegnamenti che ho ricevuto nella mia infanzia.
Per i fedeli, Giuseppe è diventato il modello del padre e dello sposo per la sua devozione alla Madonna e al figlio, per la Chiesa è l’esempio dell’uomo ideale, che sa obbedire al volere divino assumendo responsabilità e rinunciando ai propri diritti. Una santità che non ha bisogno di fatti eclatanti, come dichiarò Paolo VI parlando del padre putativo di Gesù.La festa del 1° maggio, istituita nel 1955 da Pio XII, che ricorda san Giuseppe artigiano, è un’aggiunta per cristianizzare la troppo laica festa dei lavoratori.
Del resto, anche il 19 marzo, il mese è dedicato interamente al santo, è la sovrapposizione ad una festa pagana, quella di Libero un antico dio italico della fecondità, che si teneva il 17. Quel giorno, i ragazzi che avevano compiuto i quindici anni indossavano la toga virile.
Libero era rappresentato con un ragazzo accanto, un po’ come San Giuseppe e Gesù, nel giorno di Libero si consumavano focacce, nel giorno del santo ogni paese ha i suoi dolci, generalmente frittelle visto che è detto “San Giuseppe frittellaro”.
Per quanto tardiva nella Chiesa, la devozione popolare al santo è sempre stata altissima. Giuseppe è il nome più comune in Italia, gli sono state dedicate molte congregazioni e ha ispirato molte pratiche pie, come quella di recitare sette Pater e sette Ave al giorno in memoria dei Sette dolori e allegrezze di San Giuseppe, senza specificazione di quali siano, il mercoledì è il giorno a lui dedicato con cicli di preghiere 15 o 19 mercoledì prima della sua festa.
La prima chiesa dedicata a San Giuseppe sembra essere quella bolognese eretta nel 1130, santa Teresa d’Avila era una sua devota e pose una decina di monasteri, fra quelli che fece costruire, sotto la sua speciale protezione. Nel 1621 i Carmelitani posero l’intero ordine sotto il suo protettorato, nel 1726 fu inserito nelle litanie dei santi, l’8 dicembre del 1870 Pio IX lo proclamò patrono della Chiesa universale, dichiarando a chiare lettere la sua superiorità su tutti i santi, seconda solo a quella della Madonna. Nel 1962 Giovanni XXIII introdusse il suo nome nel canone della messa, oltre ad affidargli il Concilio Vaticano II.
Le reliquie attribuite a San Giuseppe sono molte: a Perugia, in Duomo si conserva il suo anello nuziale prima conservato a Chiusi dove era stato portato da Gerusalemme nell’XI secolo. A Notre- Dame, naturalmente a Parigi, ci sono gli anelli di fidanzamento di Giuseppe e Maria. Nel 1254 un certo sire di Joinville disse di avere riportato dalla crociata la cintura del santo, alcuni frammenti della quale sono conservate sempre nella capitale francese nella chiesa dei Foglianti. Ad Aquisgrana ci sarebbero le sue fasce, o i calzari, ma sembra fossero del Bambino.
A Firenze, i Camaldolesi dicono di possedere il suo bastone, quello che nell’iconografia si vede fiorito o con sopra una colomba, ma frammenti di bastone sarebbero anche in Santa Cecilia e Sant’Anastasia a Roma, a San Giuseppe del Mercato e a San Domenico a Bologna. Nelle chiese di Santa Maria al Portico e Santa Maria in Campitelli a Roma si conserverebbero frammenti della sua tomba e l’elenco potrebbe continuare a lungo.San Giuseppe è il patrono delle famiglie, è invocato per una buona morte e per i moribondi, poiché si presume sia morto prima della vita pubblica di Gesù e che perciò sia spirato tra le sue braccia.
È il protettore dei padri di famiglia, dei carpentieri, ebanisti, falegnami e artigiani e operai in genere essendo stato un artigiano. È il patrono delle ragazze da marito che attraverso la sua intercessione sperano di ottenere un buon partito, in ricordo della leggenda che non ripudiò Maria; dei senzatetto per non aver trovato posto nel caravanserraglio quando nacque Gesù e perciò invocato da chi cerca casa, dei pionieri e degli emigranti per la fuga in Egitto, è invocato contro le tentazioni carnali per la sua vita casta accanto alla Madonna, e contro l’usura.
Infatti, i primi Monti di Pietà si chiamavano Monti di san Giuseppe. Nel XV secolo era invocato contro la peste, in Scozia s’invoca la sua intercessione per chiedere il bel tempo o la pioggia. In Sicilia, quando si scioglieva un voto lo si faceva con il cosiddetto “banchetto di San Giuseppe” al quale erano invitati i poveri.
Nelle Filippine il suo nome è stato dato ad un fiore.

56 - Non temere di prendere con te Maria, tua sposa

Giovanni Paolo II Redemptoris custos, 18-19

Rivolgendosi a Giuseppe con le parole dell'angelo, Dio si rivolge a lui come allo sposo della Vergine di Nazaret. Ciò che si è compiuto in lei per opera dello Spirito Santo esprime al tempo stesso una speciale conferma del legame sponsale, esistente già prima tra Giuseppe e Maria.
Il messaggero chiaramente dice a Giuseppe: «Non temere di prendere con te Maria, tua sposa». Pertanto, ciò che era avvenuto prima - le sue nozze con Maria - era avvenuto per volontà di Dio e, dunque, andava conservato.
Nella sua divina maternità Maria deve continuare a vivere come «una vergine, sposa di uno sposo» (Lc 1,27).
Nelle parole dell'«annunciazione» notturna Giuseppe ascolta non solo la verità divina circa l'ineffabile vocazione della sua sposa, ma vi riascolta, altresì, la verità circa la propria vocazione. Quest'uomo «giusto» che, nello spirito delle più nobili tradizioni del popolo eletto, amava la Vergine di Nazaret ed a lei si era legato con amore sponsale, è nuovamente chiamato da Dio a questo amore.«Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa»; quello che è generato in lei «viene dallo Spirito Santo»: da tali espressioni non bisogna forse desumere che anche il suo amore di uomo viene rigenerato dallo Spirito Santo?
Non bisogna forse pensare che l'amore di Dio, che è stato riversato nel cuore umano per mezzo dello Spirito Santo (Rm 5,5), forma nel modo più perfetto ogni amore umano? Esso forma anche - ed in modo del tutto singolare - l'amore sponsale dei coniugi, approfondendo in esso tutto ciò che umanamente è degno e bello, ciò che porta i segni dell'esclusivo abbandono, dell'alleanza delle persone e dell'autentica comunione sull'esempio del mistero trinitario.

mercoledì 18 marzo 2009

55 - Messaggio a Miriana del 18/3/09

Cari figli!
Oggi vi invito a guardare in modo sincero e a lungo nei vostri cuori.
Che cosa vedrete in essi?
Dov'è in essi mio figlio e il desiderio di seguirmi verso Lui?
Figli miei, questo tempo di rinuncia sia un tempo nel quale domandarvi: che cosa vuole Dio da me personalmente? Che cosa devo fare?
Pregate, digiunate e abbiate il cuore pieno di misericordia. Non dimenticate i vostri pastori.
Pregate che non si perdano e che restino in mio figlio, affinchè siano buoni pastori per il loro gregge.
La Madonna ha guardato tutti i presenti e ha contiunato:
Di nuovo vi dico: Se sapeste quanto vi amo piangereste di felicità. Grazie.

54 - Vangelo del giorno 19/3 S.Giuseppe

+ Dal Vangelo secondo Matteo (1,16.18-21.24)

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”.

Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo.

53 - questo è il momento

Qualcuno ha detto: se aspetti di essere bravo per tornare a Dio, non lo farai mai. (le parole probabilmente non sono proprio queste ma il concetto si).
Credo che la frase appena citata (se qualcuno me la sa riferire correttamente e ricordare l'autore avrà tutta la mia riconoscenza) si adatti molto bene al post 52 che riferisce un messaggio della Regina della Pace.
Ogni momento, ogni istante è occasione di conversione e di ritorno a Dio.
Non dobbiamo accampare scuse sul ritardare il nostro ritorno a Dio. Lui, come il padre della parobola del figliol prodigo è alla finestra che aspetta di vederci ritornare da lontano.
E sarà Lui a venirci incontro e ad accoglierci.
Perciò sù.. usiamo il periodo di Quaresima per una seria confessione e una vera conversione.

Questo è il momento per tornare a Gesù.

52 - Misericordia

Un giorno la Madonna ci ha detto una bella cosa:

Satana tante volte approfitta di una persona che si sente indegna, che si sente depressa, che ha vergogna di Dio: questo è proprio il momento in cui Satana approfitta per distoglierci da Dio.
La Madonna ci ha detto di avere questa idea fissa: Dio è vostro Padre e non importa come tu sei.
Non lasciate nemmeno un momento di debolezza a Satana, a lui già gli basta per non farti incontrare col Signore.
Mai lasciate Dio perchè Satana è troppo forte. Per esempio se hai commesso un peccato, se hai litigato con qualcuno, non rimanere solo, ma chiama subito Dio, chiedigli perdono e vai avanti.
Dopo un peccato ci mettiamo a pensare e dubitare che Dio non possa perdonare... Non così.... noi misuriamo sempre Dio dalla nostra colpa. Diciamo: se il peccato è piccolo Dio mi perdona subito, se il peccato è grave Gli occorre tempo ...
A voi servono due minuti per riconoscere di aver peccato; ma al Signore non occorre tempo per perdonare, il Signore perdona subito e voi dovete essere pronti per chiedere e accettare il Suo perdono e non lasciate che Satana approfitti di questi momenti di sbandanento, di deserto. Chiamatelo come siete, andate avanti subito; davanti a Dio non dovete presentarvi belli e preparati; no, ma andate a Dio come siete così che Dio possa rientrare subito nella vostra vita anche nei momenti in cui si è più peccatori.
Proprio quando ti sembra che il Signore ti ha lasciato è quello il momento di tornare, presentandoti così come sei.
Marija Dugandzic (una dei veggenti di Medjugorje)

martedì 17 marzo 2009

51 - La morte ma non il peccato!

Romani 6, 23.
"Il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore ."

Matteo 10, 28.
"E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna."

Romani 13, 12.
"La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce."

Matteo 5, 29-30.
"Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna..

"Ebrei 1 2,4.
"Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato."

50 - Vangelo del giorno 18/3

+ Dal Vangelo secondo Matteo (5,17-19)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.
In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno senza che tutto sia compiuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli.
Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli”.

49 - L'atto di abbandono a Gesù

Don Dolindo Ruotolo, sacerdote napoletano vissuto e morto in concetto di santità ha scritto questo insegnamento sull'abbandono in Dio ispiratogli da Gesù stesso:

Perché vi confondete agitandovi? Lasciate a me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà.
Vi dico in verità che ogni atto di vero, cieco, completo abbandono in me, produce l 'effetto che desiderate e risolve le situazioni spinose. abbandonarsi a me non significa arrovellassi, sconvolgersi e disperarsi,volgendo poi a me una preghiera agitata perché io segua voi e cambiare così l'agitazione in preghiera.
Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell'anima, stornare il pensiero della tribolazione,e rimettersi a me perché io solo vi faccia trovare,come bimbi addormentati nelle braccia materne, all'altra riva.
Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo e volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi affligge.
Quante cose io opero quando l'anima, nelle sue necessità spirituali e in quelle materiali si volge a me, mi guarda e dicendomi “PENSACI TU” chiude gli occhi e riposa!
Avete poche grazie quando vi assillate per produrle; ne avete moltissime quando in preghiera c'e un affidamento pieno a me; Voi nel dolore pregate perché lo tolga, ma perché lo tolga come voi credete Vi rivolgete a me, ma volete che io mi adatti alle vostre idee; non siete infermi che domandano al medico la cura, ma che gliela suggeriscono.
Non fate così ma pregate come vi ho insegnato nel Pater. “SIA SANTIFICATO IL TUO NOME”, cioè sii glorificato in questa mia necessità.“VENGA IL TUO REGNO”Cioè tutto concorra al tuo regno in noi e nel mondo: “ SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ'” ossia pensaci tu.
Io intervengo con tutta la mia onnipotenza, e risolvo le situazioni più chiuse.Ecco tu vedi che il malanno incalza invece di decadere ? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia “Sia fatta la tua volontà, pensaci tu.
Ti dico che io ci penso, e che intervengo come medico, e compio anche un miracolo quando occorre. Tu vedi che l'infermo peggiora?
Non ti sconvolgere, ma chiudi gli occhi e di “PENSACI TU”. Ti dico che io ci penso.
E' contro l'abbandono la preoccupazione, l'agitazione e il voler pensare alle conseguenze di un fatto. E' come la confusione dei fanciulli quando pretendono che la mamma pensi alle loro necessità, e vogliono pensarci loro, intralciando con le loro idee e con i loro capricci infantili il suo lavoro.
Chiudete gli occhi e lasciatevi portare dalla corrente della mia grazia,chiudete gli occhi e lasciatemi lavorare, chiudete gli occhi e non pensate al momento presente, stornate il pensiero dal futuro come da una tentazione.
Riposate in me credendo alla mia bontà, e vi giuro per il mio amore, che dicendomi con queste disposizioni: “ PENSACI TU”, io ci penso in pieno, vi consolo, vi libero , vi conduco. E quando debbo portarvi in una via diversa da quella che vedete voi, io vi addestro, vi porto nelle mie braccia, poiché non c'è medicina più potente di un mio intervento in amore.
Ci penso solo quando chiudete gli occhi. Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, a tutto pensare, e vi abbandonate così alle forze umane,o peggio agli uomini, confidando nel loro intervento. E' questo che intralcia le mie parole e le mie vedute. Oh come desidero io da voi questo abbandono per beneficarvi e come mi accoro nel vedervi agitati!
Satana tende proprio a questo: ad agitarvi per sottrarvi alla mia azione e gettarvi in preda delle iniziative umane.
Confidate perciò in me solo, riposate in me, abbandonatevi a me in tutto .
Io faccio miracoli in proporzione del pieno abbandono in me,e del nessun affidamento in voi: io spargo tesori di grazie quando voi siete nella piena povertà !
Se avete vostre risorse, anche in poco, o se le cercate, siete nel campo naturale, seguite quindi il percorso naturale delle cose che e spesso intralciato da satana.Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli, neppure fra i Santi.Opera divinamente chi si abbandona a Dio.
Quando vedi che le cose si complicano, di con gli occhi dell'anima chiusi “ GESÙ PENSACI TU” E distraiti, perché la tua mente è acutaper te è difficile vedere il male.
Confidare in me spesso, distraendoti da te stesso. Fa così per tutte le tue necessità. Fate così tutti, e vedrete grandi continui e silenziosi miracoli. Ve lo giuro per il mio amore. Io ci penserò, ve lo assicuro.
Pregate sempre con questa disposizione di abbandono,e ne avrete sempre grande pace e grande frutto, anche quando io vi faccio la grazia dell'immolazione di riparazione e di amore che impone la sofferenza. Ti sembra impossibile? Chiudi gli occhi e di con tutta l'anima “ GESÙ PENSACI TU” Non temere ci penso io . E tu benedirai il mio nome umiliando te stesso. Le tue preghiere non valgono un patto di fiducioso abbandono; ricordali bene.
Non c'è novena più efficace di questa:“OH GESÙ MI ABBANDONO IN TE PENSACI TU”“ABBANDONATI AL MIO CUORE..E VEDRAI”
Voglio che tu creda nella mio onnipotenza, e non nella tua azione: che tu cerchi di mettere in azione Me, non te negli altri.
Tu cerca la mia intimità, esaudisci il mio desiderio di averti, di arricchirti di amarti come voglio. Lasciati andare,l lasciami riposare in te, lasciami sfogare su di te continuamente la mia onnipotenza. Se tu rimarrai vicino a me e non ti preoccuperai di fare per conto tuo, di correre per uscire, per dire di avere fatto, mi dimostrerai che credi nella mia onnipotenza e io lavorerò intensamente con te quando parlerai, andrai, lavorerai, starai in preghiera o dormirai perchè ai miei diletti dò il necessario anche nel sonno (salmo 126).
Se starai con me senza voler correre , non preoccuparti di cosa alcuna per te, ma la rimetterai con totale fiducia a me, io ti darò tutto quello che ti necessita, secondo il mio disegno eterno. Ti darò i sentimenti che voglio da te, ti darò una grande compassione verso il tuo prossimo e ti farò dire e fare quello che vorrò. Allora la tua azione verrà dal mio Amore.
Io solo, non tu con tutta la tua attività, potrò fare dei figli nuovi che nascono da Me. Io ne farò tanti di più quanto più tu vorrai essere un vero figlio quanto il mio Unigenito, perché lo sai che “se farai la mia volontà mi sarai fratello, sorella e madre” per generarmi negli altri, perché io produrrò nuovi figli, servendomi di veri figli.
Quello che tu farai per riuscire è tutto fumo in confronto a quello che faccio Io nel segreto dei cuori per quelli che amano.
”Rimanete nel mio amore se rimarrete in me e rimangono in voi le mie parole, chiedete quello che volete e vi sarà dato”(Gv. 15)

Medaglia di San Benedetto