(Gv 17,20-26)
Quando, durante la catechesi, rivolgo la seguente domanda all'assemblea in ascolto: quali sono i segni della fede nella morte e risurrezione di Gesù Cristo? Purtroppo pochissimi sanno rispondere con esattezza. Bene, quali sono i segni della fede? Sono due ed essi sono: l'unità e l'amore. Quando Gesù prega per l'unità dei suoi discepoli ha in mente l'unità che trascende tutte le differenze sociali e religiose. Il mondo è diviso in classi, ma nella comunità cristiana abbiamo tutti la stessa dignità. Lo Spirito di Cristo unisce e non divide. Nella vita sociale il povero non può sedersi a mensa con il ricco, il grande professionista con l'analfabeta, il giovane con l'anziano, il giusto con il peccatore, l'alto prelato con un semplice fedele e così via.
Nella vita possiamo svolgere ruoli diversi, ma il cristianesimo ci insegna che la nostra dignità viene dalla verità che siamo tutti figli di Dio perciò preghiamo: Padre nostro.
Una volta, durante un’agape, chiesi a un membro della comunità parrocchiale, custode di un condominio situato sulla collina di Posillipo: “Perché sei così gioioso?”. Ed egli: "Perché siedo accanto a Gianni". Gianni era un grande e stimato neurochirurgo in città, ora in pensione.
L'unità tra i cristiani è la più grande prova della fede nel Risorto. Le divisioni nelle comunità cristiane sono il più grande male che si procura alle fede cristiana.
Il cristiano non è discriminante. Non è come il testimone di Geova che, appena vede un cattolico, fugge.
Il secondo segno della fede cristiana è l'amore. Cos'è l'amore? L'amore è soprattutto perdono. Si litiga pure tra i membri di una comunità cristiana, ma la cosa più bella è chiedere e concedere il perdono. L'amore non disprezza nessuno e non si sente migliore e superiore a nessuno. L'amore non vive tranquillo se vede che un fratello non ha niente da mangiare. L'amore sa condividere. L'amore non ha nemici. Sa abbracciare il suo Giuda così come fece Gesù nell'Orto degli Ulivi.
L'amore del cristiano è soprannaturale, cioè viene dallo Spirito Santo. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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giovedì 17 maggio 2018
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