Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

mi trovate anche su questo blog
---------------------------------------------------------------



Visualizzazione post con etichetta Pasqua. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Pasqua. Mostra tutti i post

martedì 22 aprile 2014

3018 - Edizione straordinaria: Cristo è risorto

Cronaca giornalistica di un evento che ha cambiato la storia e l'uomo
di Nicola Rosetti
Quello che vi stiamo per raccontare ha dell’incredibile. Il cadavere di Gesù di Nazareth non si trova più nel luogo dove era stato posto l’altro ieri a seguito dell’esecuzione della condanna a morte eseguita per ordine del Prefetto di Giudea Ponzio Pilato.
Come i nostri lettori ricorderanno, il decesso di Gesù, originario di Betlemme, ma vissuto per molti anni a Nazareth, è avvenuto attorno alle ore 15.00 di venerdì scorso, in una zona sita fuori dal centro abitato di Gerusalemme, dopo il verificarsi di non pochi tafferugli in città. Il corpo era stato poi trasportato via e adagiato in un sepolcro, lontano solo poche decine di metri dal luogo dell’esecuzione.
Ma veniamo ai fatti odierni. Secondo le prime ricostruzioni, stamattina, alle prime luci dell’alba, alcune followers di Gesù si sono recate al sepolcro, dove avrebbero avuto la visione di un angelo che annunciava loro la resurrezione del loro maestro.
Dai primi rilievi eseguiti sul posto, si evince che la pesante pietra posta a chiusura del sepolcro è stata rotolata, tuttavia, si esclude ogni possibile forma di dolo, poiché gli agenti della polizia ebraica che erano di guardia non hanno notato la presenza di estranei nei paraggi. Nella zona si sono altresì registrate scosse sismiche la cui entità non è ancora stata resa nota.
Siamo riusciti a contattare Giovanni, una delle persone più vicine a Gesù, e ai nostri microfoni ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Il nostro capo, Pietro ed io, dopo essere stati avvisati, siamo andati di fretta al sepolcro. Una volta entrati, abbiamo visto il fazzoletto che era stato avvolto sul suo capo come irrigidito, come se avesse ancora conservato i lineamenti della faccia. Il lenzuolo che avvolgeva il suo corpo, invece, era afflosciato, come se il corpo di Gesù si fosse smaterializzato”.
Un’altra eccezionale dichiarazione è stata resa da Maria Maddalena (altra attivista del gruppo molto vicina a Gesù, ndr) la quale asserisce addirittura di avere visto e parlato con Gesù Risorto.
Da Gerusalemme per il momento è tutto. Se ci saranno ulteriori sviluppi ve ne daremo subito notizia.
--------

lunedì 21 aprile 2014

3016 - È Risorto, alleluja

L’atteggiamento che devi avere nei confronti della parola di Dio, ti viene consigliato da Dio stesso. Samuele sentì il Signore che lo chiamava e disse: parla o Signore che il tuo servo ti ascolta (1Sam 3,10). Quando il Signore fini  di parlare, Samuele si alzò e fece quello che gli era stato comandato. Il profeta Davide ogni giorno pregava cosi: io sono il tuo servo, o Signore, dammi la luce della tua parola per apprendere quello che tu proclami. (Sal 118, 125). Anche tu, ogni mattina, quando ti alzi, chiedi al Signore di disporre il tuo cuore ad accogliere la sua volontà che Egli ti manifesta nella meditazione che stai per fare. Non voglio vivere soltanto di pane, voglio vivere di ogni parola che esce dalla bocca di Dio, prega cosi insieme col Signore Gesù. L’esperienza che gli Ebrei fecero nel deserto quando erano in fuga dall’Egitto, è utile per capire il motivo per cui Dio comunica a noi la sua Parola mediante la Chiesa. La parola di Dio quindi non ci viene trasmessa personalmente da Cristo Risorto, come avveniva nel deserto. Tutto il popolo udiva la sua voce, e ne rimaneva terrorizzato. I figli di Israele dissero una volta a Mosè: parlaci tu e potremo ascoltarti, non ci parli il Signore affinché non avvenga che ne moriamo (Es 20,19). Il popolo quel giorno si rese conto che non aveva fede in Dio. Tu invece prega come pregava Samuele: il tuo atteggiamento interiore sia quello di una ubbidienza umile e fedele a quello che il Signore ti rivela ogni volta che entri nella meditazione della sua Parola. Cerca di nutrire nel tuo cuore anche il desiderio ardente di conoscere quello che il Signore vuole da te. Gesù è risorto perché tu comprenda che tutto quello che disse quando era nel mondo, ti viene trasmesso dalla Chiesa. Egli è “il primogenito di molti fratelli”. Quando tu hai iniziato il cammino della tua conversione, Gesù Risorto ti ha dato il suo amore di carità, perché in quel giorno tu sei nato da Dio. La confessione non è altro che un ritorno al Battesimo. In confessionale tu entri nel tuo Battesimo e in te ritorna quella nascita spirituale che iniziò in quel giorno. I tuoi peccati ti vengono perdonati nel Battesimo che hai ricevuto tanti anni fa. In Gesù Risorto tu puoi dire nel cuore del poverello di Assisi: oggi ho finito di dire padre mio Bernardone. Vado per le vie della Chiesa e del mondo dicendo sempre: Padre nostro che sei nei Cieli. L’amore di carità è la sola cosa che devi desiderare di avere da Gesù Risorto. “se conoscessi tutti i misteri di Dio Altissimo, se avessi la fede capace di trasportare le montagne e non avessi la carità di Cristo Risorto, sarei un nuente” (1Cor 13,2). È strano che noi facciamo fatica a comprendere la verità del mistero della Risurrezione.  Gesù ha vinto satana, ha offerto il perdono di Dio a tutti gli uomini e a tutte le donne, ha vinto il mondo. La sua Risurrezione dai morti è la prova che quello che ha detto è vero. Maria Maddalena è un simbolo particolare nella storia della Chiesa. La Chiesa è una peccatrice come la Maddalena che era una prostituta. Lo dice San Giovanni: chi di noi dice di non essere un peccatore, è un bugiardo. Lo ripete continuamente il Papa: anch’io sono un peccatore come tutti voi, lo dice al mondo intero, e fa vedere a tutti che va a confessarsi come fanno tutti i cristiani. Maria Maddalena, la prostituta che annunzia al mondo la Risurrezione di Cristo, rappresenta la Chiesa che continua ad annunziare nella storia dell’umanità: il Signore Gesù è risorto e noi possiamo risorgere con Lui. I Padri della Chiesa spiegano il simbolismo delle tre persone presenti ai piedi della Croce. La Madonna è figura della Chiesa che nasce dal Cuore squarciato del Signore, e dal suo Cuore di Mamma. San Giovanni rappresenta il primo nucleo della Chiesa nascente. Maria Maddalena rappresenta la verità della Chiesa: tutti coloro che sono stati battezzati sono peccatori come lei, e non raramente,  più di lei. Se la Chiesa non fosse stata peccatrice, Gesù non avrebbe avuto nulla da redimere. Maria Maddalena è l’apostolo della Risurrezione. Siccome la Risurrezione di Gesù è il dono della vita divina a tutti gli uomini che vogliono tornare ad essere figli di Dio, membri della Chiesa ed eredi del Cielo, Maria Maddalena è l’apostolo di quelli che nella Chiesa risorgono in Cristo. Nella Chiesa quindi ci sono quelli che risorgono in Cristo Risorto e quelli che rimangono nel peccato, tutti siamo la stessa, unica Chiesa, Corpo di Cristo.
Don Vincenzo Carone
--------------

domenica 20 aprile 2014

3014 - Vita nuova

Cristo è risorto, e anche noi viviamo una vita nuova con lui, non possiamo ritornare a quella di prima, ma dobbiamo gridare la vita nuova agli altri ragazzi che aspettano solo di conoscere Cristo.
-----

sabato 23 aprile 2011

937 - La Pasqua nella gioia del Cristo risorto

ROMA, giovedì, 21 aprile 2011 (ZENIT.org).
Cari amici, buona Pasqua! La Risurrezione di Cristo è la garanzia della nostra immortalità. Io ho coscienza di essere debole, mi ammalo, invecchio, sono pieno di malanni e di sofferenze. Nella vita, in un modo o nell’altro, abbiamo tutti le nostre croci. Ma so che prima o poi il mio Angelo custode mi dirà: “Piero, adesso saluta tutti, perché è venuta la tua ora. Oggi stesso ti porto in Paradiso!”. E immagino quando il mio “Big Peter” (il grande Pietro perché io sono quello piccolo) mi porterà in volo verso il Cielo e mi ritroverò improvvisamente nell’altra vita, la vera vita che non tramonta più: rivedo i miei genitori, i fratelli, i parenti, gli amici, tantissime persone care che mi stavano aspettando e conosco di persona la cara Mamma del Cielo, la Vergine Maria!

Che feste, ragazzi! E poi vedo faccia a faccia il “Padre nostro che sta nei cieli”: una visione che non riesco nemmeno ad immaginare; ma so che Dio mi vuole bene, mi ha dato tanti doni, mi aiuta, mi coccola, mi protegge, mi perdona. L’ho pregato tante volte, certamente mi darà il passaporto per la vita eterna! Ecco, la Pasqua è tutto questo. Gesù è risorto per darmi la certezza che anch’io risorgerò e avrò un posto nel suo Regno di pace, di gioia, di fraternità e di amore…. Che grande cosa la fede, care sorelle e cari fratelli! “Questo è il giorno che ha fatto il Signore. Venite, esultiamo, siamo felici perché Gesù è risorto!”. Nella Pasqua siamo tutti chiamati a ritrovare l’entusiasmo della fede. Prima di celebrare la S. Messa dico sempre: “Signore Gesù, riaccendi in me l’entusiasmo della mia Prima Messa, quando piangevo di gioia perché avevo raggiunto l’ideale della mia giovinezza”. Oggi chiediamo la gioia e l’entusiasmo della fede. Tutti abbiamo la fede, che però può essere una fiammella di candela che si spegne ad ogni soffiar di vento e lascia al buio o come il sole che splende a mezzogiorno, che illumina, riscalda, dà senso alla vita e gioia di vivere.
La Pasqua è la fonte della nostra gioia. Anche se abbiamo mille problemi e sofferenze, la fede ci dà serenità e gioia, quella autentica che viene da Dio. Nel 1976, sono andato in Ciad a visitare le missioni nel sud del paese e un giovane Cappuccino canadese (diocesi di Moundou) in due giorni mi ha fatto visitare la sua missione fra un popolo poverissimo, analfabeta, in villaggi di fango e di paglia, senza alcun segno di progresso moderno. Alla fine l’ho ringraziato e gli ho detto: “Caro padre Giovanni, sei proprio capitato male. Non ho mai visto un popolo a così basso livello di vita come il tuo”. Lui mi guarda e mi dice: “Ma cosa dici? Questo popolo ti sembra miserabile, invece, a viverci assieme, scopri che ha grandi valori umani, forse più di noi che siamo ricchi e istruiti. Gli voglio bene davvero e non sogno altro che rimanere qui fin che campo”. Ho pensato: “Questo ci crede davvero! La sua fede lo rende felice in una situazione umana delle più misere e quasi disumane”.
Ecco, quando ho lo tentazione di scoraggiarmi, penso a padre Giovanni e prego il Signore di dare anche me, che vivo in situazioni umane molto migliori, la sua fede e la sua gioia. Questo è il mio augurio: amici, siate felici della gioia che solo Dio può dare.


Padre Piero Gheddo (www.gheddopiero.it), già direttore di Mondo e Missione e di Italia Missionaria, è stato tra i fondatori della Emi (1955), di Mani Tese (1973) e Asia News (1986). Da Missionario ha viaggiato nelle missioni di ogni continente scrivendo oltre 80 libri. Ha diretto a Roma l'Ufficio storico del Pime e postulatore di cause di canonizzazione. Oggi risiede a Milano.
----------

lunedì 5 aprile 2010

611 - Regina Coeli del 5/4/2010, lunedì dell'Angelo

Cari fratelli e sorelle!

Nella luce della Pasqua – che celebriamo in tutta questa Settimana – rinnovo il mio più cordiale augurio di pace e di gioia. Come sapete, il lunedì dopo la Domenica di Risurrezione è detto tradizionalmente "Lunedì dell’Angelo". E’ molto interessante approfondire questo riferimento all’"Angelo". Naturalmente il pensiero va subito ai racconti evangelici della risurrezione di Gesù, nei quali compare la figura di un messaggero del Signore. San Matteo scrive: "Ed ecco vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come neve" (Mt 28,2-3). Tutti gli Evangelisti, poi, precisano che, quando le donne si recarono al sepolcro e lo trovarono aperto e vuoto, fu un angelo ad annunciare loro che Gesù era risorto. In Matteo questo messaggero del Signore dice loro: "Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E’ risorto, infatti, come aveva detto" (Mt 28,5-6); quindi mostra la tomba vuota e le incarica di portare l’annuncio ai discepoli. In Marco l’angelo è descritto come "un giovane, vestito di una veste bianca", che dà alle donne l’identico messaggio (cfr Mc 16,5-6). Luca parla di "due uomini in abito sfolgorante", che ricordano alle donne come Gesù avesse preannunciato molto prima la sua morte e risurrezione (cfr Lc 24,4-7). Anche Giovanni parla di "due angeli in bianche vesti"; è Maria di Magdala a vederli, mentre piange vicino al sepolcro, e le dicono: "Donna, perché piangi?" (Gv 20,11-13).

Ma l’Angelo della risurrezione richiama anche un altro significato. Bisogna ricordare, infatti, che il termine "angelo" oltre a definire gli Angeli, creature spirituali dotate di intelligenza e volontà, servitori e messaggeri di Dio, è anche uno dei titoli più antichi attribuiti a Gesù stesso. Leggiamo ad esempio in Tertulliano: "Egli - cioè Cristo - è stato anche chiamato «angelo del consiglio», cioè annunziatore, che è un termine che denota un ufficio, non la natura. In effetti, egli doveva annunziare al mondo il grande disegno del Padre per la restaurazione dell’uomo" (De carne Christi, 14). Così l’antico scrittore cristiano. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, dunque, viene chiamato anche l’Angelo di Dio Padre: Egli è il Messaggero per eccellenza del suo amore.

Cari amici, pensiamo ora a ciò che Gesù risorto disse agli Apostoli: "Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi" (Gv 20,21); e comunicò ad essi il suo Santo Spirito. Ciò significa che, come Gesù è stato annunciatore dell’amore di Dio Padre, anche noi lo dobbiamo essere della carità di Cristo: siamo messaggeri della sua risurrezione, della sua vittoria sul male e sulla morte, portatori del suo amore divino. Certo, rimaniamo per natura uomini e donne, ma riceviamo la missione di "angeli", messaggeri di Cristo: viene data a tutti nel Battesimo e nella Cresima. In modo speciale, attraverso il Sacramento dell’Ordine, la ricevono i sacerdoti, ministri di Cristo; mi piace sottolinearlo in quest’Anno Sacerdotale.
Cari fratelli e sorelle, ci rivolgiamo ora alla Vergine Maria, invocandola quale Regina Caeli, Regina del Cielo. Ci aiuti Lei ad accogliere pienamente la grazia del mistero pasquale e a diventare messaggeri coraggiosi e gioiosi della risurrezione di Cristo.
--

domenica 4 aprile 2010

610 - Messaggio per la Pasqua 2010 di Benedetto XVI

Cari fratelli e sorelle!

Vi reco l’annuncio della Pasqua con queste parole della Liturgia, che riecheggiano l’antichissimo inno di lode degli ebrei dopo il passaggio del Mar Rosso. Narra il Libro dell’Esodo (cfr 15,19-21) che quando ebbero attraversato il mare all’asciutto e videro gli egiziani sommersi dalle acque, Miriam – la sorella di Mosè e di Aronne – e le altre donne intonarono danzando questo canto di esultanza: “Cantate al Signore, / perché ha mirabilmente trionfato: / cavallo e cavaliere / ha gettato nel mare!”. I cristiani, in tutto il mondo, ripetono questo cantico nella Veglia pasquale, ed una speciale preghiera ne spiega il significato; una preghiera che ora, nella piena luce della Risurrezione, con gioia facciamo nostra: “O Dio, anche ai nostri tempi vediamo risplendere i tuoi antichi prodigi: ciò che facesti con la tua mano potente per liberare un solo popolo dall’oppressione del faraone, ora lo compi attraverso l’acqua del Battesimo per la salvezza di tutti i popoli; concedi che l’umanità intera sia accolta tra i figli di Abramo e partecipi alla dignità del popolo eletto”.
Il Vangelo ci ha rivelato il compimento delle antiche figure: con la sua morte e risurrezione, Gesù Cristo ha liberato l’uomo dalla schiavitù radicale, quella del peccato, e gli ha aperto la strada verso la vera Terra promessa, il Regno di Dio, Regno universale di giustizia, di amore e di pace. Questo “esodo” avviene prima di tutto dentro l’uomo stesso, e consiste in una nuova nascita nello Spirito Santo, effetto del Battesimo che Cristo ci ha donato proprio nel mistero pasquale. L’uomo vecchio lascia il posto all’uomo nuovo; la vita di prima è alle spalle, si può camminare in una vita nuova (cfr Rm 6,4). Ma l’“esodo” spirituale è principio di una liberazione integrale, capace di rinnovare ogni dimensione umana, personale e sociale.
Sì, fratelli, la Pasqua è la vera salvezza dell’umanità! Se Cristo – l’Agnello di Dio – non avesse versato il suo Sangue per noi, non avremmo alcuna speranza, il destino nostro e del mondo intero sarebbe inevitabilmente la morte.
Ma la Pasqua ha invertito la tendenza: la Risurrezione di Cristo è una nuova creazione, come un innesto che può rigenerare tutta la pianta.
E’ un avvenimento che ha modificato l’orientamento profondo della storia, sbilanciandola una volta per tutte dalla parte del bene, della vita, del perdono.
Siamo liberi, siamo salvi!
Ecco perché dall’intimo del cuore esultiamo: “Cantiamo al Signore: è veramente glorioso!”.
Il popolo cristiano, uscito dalle acque del Battesimo, è inviato in tutto il mondo a testimoniare questa salvezza, a portare a tutti il frutto della Pasqua, che consiste in una vita nuova, liberata dal peccato e restituita alla sua bellezza originaria, alla sua bontà e verità.
Continuamente, nel corso di duemila anni, i cristiani – specialmente i santi – hanno fecondato la storia con l’esperienza viva della Pasqua. La Chiesa è il popolo dell’esodo, perché costantemente vive il mistero pasquale e diffonde la sua forza rinnovatrice in ogni tempo e in ogni luogo.
Anche ai nostri giorni l’umanità ha bisogno di un “esodo”, non di aggiustamenti superficiali, ma di una conversione spirituale e morale. Ha bisogno della salvezza del Vangelo, per uscire da una crisi che è profonda e come tale richiede cambiamenti profondi, a partire dalle coscienze.
Al Signore Gesù chiedo che in Medio Oriente, ed in particolare nella Terra santificata dalla sua morte e risurrezione, i Popoli compiano un “esodo” vero e definitivo dalla guerra e dalla violenza alla pace ed alla concordia.
Alle comunità cristiane, che, specialmente in Iraq, conoscono prove e sofferenze, il Risorto ripeta la parola carica di consolazione e di incoraggiamento che rivolse agli Apostoli nel Cenacolo: “Pace a voi!” (Gv 20,21).
Per quei Paesi Latino-americani e dei Caraibi che sperimentano una pericolosa recrudescenza dei crimini legati al narcotraffico, la Pasqua di Cristo segni la vittoria della convivenza pacifica e del rispetto per il bene comune. La diletta popolazione di Haiti, devastata dall’immane tragedia del terremoto, compia il suo “esodo” dal lutto e dalla disperazione ad una nuova speranza, sostenuta dalla solidarietà internazionale. Gli amati cittadini cileni, prostrati da un’altra grave catastrofe, ma sorretti dalla fede, affrontino con tenacia l’opera di ricostruzione.
Nella forza di Gesù risorto, in Africa si ponga fine ai conflitti che continuano a provocare distruzione e sofferenze e si raggiunga quella pace e quella riconciliazione che sono garanzie di sviluppo. In particolare, affido al Signore il futuro della Repubblica Democratica del Congo, della Guinea e della Nigeria.
Il Risorto sostenga i cristiani che, per la loro fede, soffrono la persecuzione e persino la morte, come in Pakistan.
Ai Paesi afflitti dal terrorismo e dalle discriminazioni sociali o religiose, Egli conceda la forza di intraprendere percorsi di dialogo e di convivenza serena. Ai responsabili di tutte le Nazioni, la Pasqua di Cristo rechi luce e forza, perché l’attività economica e finanziaria sia finalmente impostata secondo criteri di verità, di giustizia e di aiuto fraterno. La potenza salvifica della risurrezione di Cristo investa tutta l’umanità, affinché essa superi le molteplici e tragiche espressioni di una “cultura di morte” che tende a diffondersi, per edificare un futuro di amore e di verità, in cui ogni vita umana sia rispettata ed accolta.
Cari fratelli e sorelle!
La Pasqua non opera alcuna magia. Come al di là del Mar Rosso gli ebrei trovarono il deserto, così la Chiesa, dopo la Risurrezione, trova sempre la storia con le sue gioie e le sue speranze, i suoi dolori e le sue angosce.
E tuttavia, questa storia è cambiata, è segnata da un’alleanza nuova ed eterna, è realmente aperta al futuro.
Per questo, salvati nella speranza, proseguiamo il nostro pellegrinaggio, portando nel cuore il canto antico e sempre nuovo: “Cantiamo al Signore: è veramente glorioso!”
.

609 - Incontrare il Risorto

Messaggio di Mons. Angelo Scola, Patriarca di Venezia per la Pasqua 2010:

Cosa impedisce che la Pasqua ai nostri occhi sprofondi nella lontananza siderale del mito? Il Risorto che non solo ci assicura che risorgeremo nel nostro “vero corpo” alla fine del mondo, ma ci dona di sperimentarlo fin da ora, qui.

Ogni giorno il “mestiere di vivere” negli affetti e nel lavoro ci sottopone a tante piccole morti: tensioni, incomprensioni, ostilità nei rapporti, pesantezza difficoltà ingiustizie nel lavoro… Eppure, dentro tutti i suoi piccoli e grandi anticipi (penso in questo caso ai terremoti di Haiti e del Cile, alla strage di innocenti nelle guerre e negli attentati, alle folle di affamati e di assetati, ai bambini violati… l’elenco sarebbe interminabile) la morte non domina più, perché il Signore della vita l’ha attraversata e definitivamente vinta.
Il Figlio di Dio si è incarnato, è entrato nella storia degli uomini - di tutti e di ciascuno -, Lui che poteva non morire è venuto a morire per ognuno di noi. È sceso nell’abisso del dolore e si è lasciato «trattare da peccato» per trascinarci nel vortice della sua resurrezione. Da quel momento la morte non ha più l’ultima parola su nessuna vicenda personale e sociale della vita dell’uomo.
«Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Pasqua, cioè il passaggio di Gesù dalla morte alla vita, significa che la sua compagnia personale e indistruttibile traccia il binario della nostra esistenza. Un binario da cui alla fine, se noi lo vogliamo, non si deraglia, neanche se il percorso è impervio e accidentato - come quello di questo inizio di millennio - e presenta non poche incognite.
Nessuna di esse può trovare il cristiano impaurito o sulle difensive. Egli avanza fiducioso nella realtà e nulla sente, tendenzialmente, estraneo a sé, ma persegue tenacemente l’incontro con tutti i suoi fratelli, a qualunque razza cultura o religione appartengano. Non è ingenuo, al contrario è ben consapevole dell’inevitabile carico di fatica e dolore che questo comporta. Ce lo dice la stessa parola formata da in e contro, due preposizioni di segno opposto. Ma proprio dalla Pasqua, che nel Crocifisso risorto rivela il volto misericordioso di Dio, è reso indomabile nella ricerca di tutte le strade di una convivenza pacifica e instancabile nel costruirla.
A me pare che nella società plurale in cui la Provvidenza ci chiama a vivere ci sia un prezioso talento che oggi siamo chiamati a far fruttare: dobbiamo trasformare in un valore politico il bene pratico dell’essere insieme. Questo ci impegna ad aprire con coraggio vie insolite verso una nuova laicità, fatta di relazioni buone e di pratiche virtuose con cui, attraverso la narrazione reciproca, arrivare al riconoscimento comune.
La prova più impressionante del fatto della resurrezione del Signore oltre che nel racconto scarno che ne fanno gli evangelisti, sta in un dato imponente e altrimenti incomprensibile. Come si spiega, infatti, che un pugno di uomini semplici, letteralmente terrorizzati dopo la fine terribile del loro maestro, a un certo punto trovino il coraggio di uscire dal cenacolo e mettersi a predicare e annunciare pubblicamente il grande evento della Risurrezione? E come si spiega che tutti, nel giro di pochi anni, daranno la loro vita per Gesù? Qualcosa di sconvolgente deve essere accaduto: lo hanno rivisto, l’hanno incontrato di nuovo.
Il Risorto abita il nostro quotidiano. Buona Pasqua!
-------------

domenica 12 aprile 2009

136 - Alleluia

Cristo nostra Pasqua è stato immolato per noi;
quindi dobbiamo mantenere la festa, non con il lievito vecchio,
il lievito di malizia e il male,
ma con il pane azzimo di sincerità e di verità. Alleluia.
Cristo è risuscitato dai morti non muore più;
la morte non ha più potere su di lui.
La morte che egli è morto, è morto al peccato,
una volta per tutte;
ma la vita si vive, vive per Dio ".
Così anche voi morti al peccato,
e viventi per Dio, in Gesù Cristo nostro Signore. Alleluia.
Cristo è stato risuscitato dai morti,
i primi frutti di coloro che sono morti.
Per quanto un uomo venuto da morte,
da parte di un uomo è venuta anche la risurrezione dei morti.
Perché, come tutti muoiono in Adamo,
così anche in Cristo deve essere reso vivo. Alleluia.
Chanted by the Benedictine Monks ofSt. Wandrille Abbey(France, Solesmes Congregation)

sabato 11 aprile 2009

134 - post scriptum

Dicono che un uomo, sottoposto circa 2000 anni fa ad atroci supplizi ed infine ucciso ingiustamente sia risorto da morte.
..
P.S. La notizia è vera. Venti secoli di storia e la vita di milioni di uomini la confermano. Quest'uomo ha diviso in due la storia inaugurando l'era della Misericordia che la libertà di ciascuno di noi può comunque e sempre invocare!

venerdì 10 aprile 2009

Medaglia di San Benedetto