Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

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mercoledì 25 luglio 2018

MD 15 Messaggio del 25 luglio 2018 a Marija

Cari figli! 
Dio mi ha chiamata per condurvi a Lui, perché Lui è la vostra forza. 
Perciò vi invito a pregarLo e a fidarvi di Lui, perché Lui è il vostro rifugio da ogni male che sta in agguato e porta le anime lontano dalla grazia e dalla gioia alla quale siete chiamati. 
Figlioli vivete il Paradiso qui sulla terra affinché stiate bene e i comandamenti di Dio siano la luce sul vostro cammino. 
Io sono con voi e vi amo tutti con il mio amore materno. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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lunedì 16 luglio 2018

SC 218 Commento al Vangelo di lunedì 16.07.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (10,34-11,1)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che Io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di Me, non è degno di Me; chi ama figlio o figlia più di Me, non è degno di Me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di Me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie Me, e chi accoglie Me accoglie Colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità Io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La spiegazione dell’amore che dobbiamo a Gesù è semplice, Lui è Dio mentre i familiari sono esseri umani. Il sangue non prevale su Dio. Non dice comunque di amarli poco o addirittura di non amarli, precisa che bisogna amarli con profondo e sincero affetto ma sempre dopo Dio.
La preghiera e il cammino spirituale vissuti intensamente, portano naturalmente ad amare i familiari con un amore diverso e superiore da quello naturale, è un amore spirituale e puro per la presenza di Gesù nell’anima.
Questo chiede il Signore a tutti, di amarlo più dei propri familiari, per amare poi i familiari possedendo lo Spirito di Gesù, quindi, si amano tutti i familiari con i sentimenti di Gesù. Diventa spontaneo amare e dimenticare presto le offese.
È meraviglioso questo passaggio, chi lo comprende scopre in sé una potentissima capacità di amare i familiari anche nelle incomprensioni.
La preghiera giornaliera e la Confessione frequente per rimanere in comunione con il Signore permettono di abbattere l’egoismo, l’orgoglio, le rivalse anche tra familiari e fa trionfare il perdono, la bontà e il massimo rispetto reciproco.
Gesù ci ha donato tutti i mezzi possibili per vincere soprattutto il nostro maggior nemico, l’amor proprio, e tutte quelle debolezze che si lasciano “accarezzare” dalla ricerca della vita dissipata, senza senso e incline verso la direzione che è opposta alla salvezza eterna.
Solo chi non vuole entrare in comunione con Dio rimane distaccato, il nostro è un Padre pieno di bontà ed esigente, come deve essere il Creatore di tutto, Egli ha donato la vita a miliardi di uomini, di cui solo una minima parte Lo riconosce come vero Creatore.
La grande maggioranza dell’umanità corre senza capire dove, è decisa solamente a voler soddisfare molti capricci.
Più che una proposta che arriva alla mente delle persone più deboli, esse avvertono come un obbligo attuare ogni pensiero senza capire che è una tentazione. Solo chi rientra in sé e scopre il silenzio interiore, accompagnato da quello esteriore, comincia a conoscersi e la sua preghiera balbettante si trasforma gradualmente in amore verso Gesù.
Amare anche un familiare a volte è difficile, non solo per i contrasti o le incomprensioni, ma perché si vive nella stessa casa. L’avversione si trasforma in odio e il male può scaturire in qualsiasi momento.
In certi casi anche gli atei sono in grado di contenersi e di evitare pesanti litigi, non lo fanno per amore di Dio e non perdonano perché lo ha detto Gesù, il loro è un amore tutto umano, passionale, e spesso è presente la convenienza. Se si esaurisce l’amore, termina anche l’unione.
Il cristiano conosce dal Vangelo i motivi per perdonare anche i suoi nemici, figuriamoci i familiari. Nel cristiano in comunione con Gesù è presente innanzitutto la pazienza, sembra poco ma è determinante per evitare contrasti peggiori. Non si limita solo ad avere pazienza dinanzi alle intemperanze del familiare, perché dialoga con amore e spiega serenamente la verità.
Gesù ci dice di amare Lui più dei familiari e i motivi sono diversi, quest’ultimo ci spiega che vivendo in comunione con Lui, è possibile amare anche i familiari più difficili e ottenere Grazie per tutti. Non più “occhio per occhio”, ma porgi la parte migliore di te davanti i cattivi. Dai buoni esempi, ama, perdona ed edifica tutti.
La vera pace in famiglia non arriva da compromessi talvolta incoerenti, la pace è una conquista che richiede lotta spirituale, un impegno giornaliero nella preghiera verso i più ostinati e di fronteggiare situazioni spesso difficili con la bontà e la misericordia di Gesù.
Gesù afferma anche che “chi avrà trovato la sua vita la perderà...”.
Solo i stolti spiegano queste parole come un rifiuto del Signore per la felicità umana, Lui spiega qual è la vera felicità e il metodo per raggiungerla. Infonde in ciascuno di noi nuove speranze di possedere la felicità in questa vita, nonostante le contrarietà e le sofferenze.
Gesù si rivolge solo agli ambiziosi che vogliono raggiungere determinati scopi nella vita anche a costo di commettere reati e tradire anche gli amici. Gli affamati di potere, successo e denaro, non guardano altro che loro stessi, esistono solo loro e la mente è sempre intenta al raggiungimento dei loro progetti.
Essi raggiungono forse la vita bramata, per mezzo di corruzioni e reati, ma davanti al Signore la perderanno. Il gioco non vale la candela.
Questi uomini si perderanno eternamente anche se qui godono alcuni decenni di notorietà o di effimero appagamento sociale. Hanno dimenticato Dio e l’eternità, altri hanno vissuto senza cercare il Volto di Gesù Cristo e ciò che ad essi appariva come realizzazione, apparirà nella sua oscura verità: le tenebre più nere del buio…
Al contrario, il cristiano che si dimentica per far crescere Gesù e ricevere di continuo il suo Amore e il suo Spirito, troverà la vita, ma già adesso porta dentro una felicità che non si spiega con le parole, si deve necessariamente sperimentare.
Solo il Signore Gesù dà vero compimento alla nostra vita, ci rende forti e sicuri in questo mondo traviato, dove Dio è stato rifiutato.
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Preghiera per la Santa Chiesa e per i Sacerdoti

O Gesù mio, ti prego per la Chiesa intera: concedile l’amore e la luce del tuo Spirito, rendi efficaci le parole dei Sacerdoti, affinché spezzino anche i cuori più induriti e li facciano ritornare a Te, o Signore.
Signore, dacci Sacerdoti Santi, e Tu stesso conservali nella serenità.
Fa che la potenza della tua Misericordia li accompagni dovunque e li custodisca contro le insidie che il demonio non cessa di tendere all’anima di ogni Sacerdote. La potenza della tua Misericordia, o Signore, distrugga tutto ciò che potrebbe offuscare la santità del Sacerdote, perché Tu sei Onnipotente.
Ti chiedo, Gesù, di benedire con una luce speciale i Sacerdoti dai quali mi confesserò nella mia vita. Amen.
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SC 217 Commento al Vangelo di domenica 15.07.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

XV Domenica del Tempo Ordinario 

+ Dal Vangelo secondo Marco (6,7-13)
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Nella prima lettura della Messa leggiamo che Dio non segue i progetti degli uomini e per diffondere il suo messaggio di salvezza sceglie un povero pastore senza tenere conto di Amasìa, sacerdote di Betel. La rabbia di Amasìa è espressione dell’invidia verso un contadino semplice e puro, chiamato da Dio a diventare Profeta.
Amos viene cacciato via e risponde con candidezza: «Non ero profeta né figlio di profeta; ero un mandriano e coltivavo piante di sicomoro. Il Signore mi prese, mi chiamò mentre seguivo il gregge. Il Signore mi disse: “Va’, profetizza al mio popolo Israele”».
In questo episodio emerge sia la libertà di Dio nella scelta dei suoi Profeti sia la nullità davanti a Dio dei progetti umani ed egoisti.
Allo stesso modo per un suo imperscrutabile disegno, chiama molti al sacerdozio e alla vita religiosa.
Negli ultimi anni sono diminuite notevolmente le vocazioni, c’è un massiccio allontanamento dalla Chiesa e dalla preghiera, ma il Signore continua a chiamare molti al sacerdozio, c’è urgente necessità di numerosi predicatori e di modelli di virtù, di santità, da inviare in questa società dispersa e agonizzante.
Per volere di Dio molti vengono chiamati, mediante il Sacramento dell’Ordine, a esercitare il sacerdozio ministeriale. Questa premura di Dio si spiega con la sua misericordia per l’umanità, sono indispensabili i Sacerdoti per predicare i valori cristiani, insegnare la Via del trionfo sul male, dispensare i misteri divini.
Il Sacerdote è l’unico dispensatore, è colui in cui agisce Gesù Cristo non tanto con la sola ispirazione o rendendolo Profeta come Amos. Il Sacerdote ha la stessa identità di Cristo perché nell’ordinazione avviene un mutamento del suo essere e se rimane sempre un uomo, in lui vive Cristo.
Il Sacerdote, attraverso la consacrazione ricevuta nel Sacramento dell’Ordine, diventa strumento di Gesù Cristo, al quale offre tutta la sua esistenza per portare a tutti la Grazia della Redenzione: è un uomo scelto fra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.
L’identità del Sacerdote è quella di Cristo, è un “alter Christus”, ma anche “ipse Christus”, un altro Cristo, lo stesso Cristo!
Nell’uomo che è il Sacerdote non c’è solo l’uomo, c’è Gesù Cristo vivo e vero, per questo potenzialmente ogni Sacerdote carico di Fede può compiere grandi miracoli. Il Sacerdote non è solo l’uomo del sacro, egli stesso è sacro e tutti i parrocchiani devono avere verso lui una venerazione eccelsa. Non devono giudicarlo né accrescere le piccole incomprensioni.
Il Sacerdote è anche l’uomo più diffamato o più adulato. Dipende dalla vita, dalle scelte e dagli esempi dati dal Sacerdote a quanti lo conoscono.
Di sicuro i Sacerdoti che insegnano fedelmente la Parola di Dio incontrano maggiori ostacoli ed arrivano soprattutto da altri cattolici che pretendono una predicazione più moderna, quindi, una nuova dottrina inventata dagli uomini.
I Sacerdoti che accontentano i cattolici della domenica o quelli imbevuti di insegnamenti opposti al Vangelo, sono invece osannati e considerati da molti come persone che “capiscono” le necessità degli altri e magari chiudono due occhi su tutto e non predicano più il Vangelo di Gesù. 
In questo modo, il Sacerdote e quei cattolici bramosi di una dottrina permissiva su tutto, a braccetto, si avviano verso la dannazione eterna.
La missione del Sacerdote è la stessa di Cristo e non può distaccarsi dalla sua Volontà, per non sviare i cattolici e condurli lontano da Lui.
Se pensiamo che il Sacerdote nella Santa Messa rinnova “in persona Christi”, lo stesso Sacrificio redentore del Calvario e rende presente ed efficace nel tempo la Redenzione operata dal Signore, c’è da rimanere senza parole e per Fede si baciano le mani benedette del Sacerdote.
Ogni Sacerdote è un immenso regalo di Dio al mondo. È Gesù, che passa beneficando, guarendo le malattie, portando pace e gioia alle coscienze. È strumento vivo di Cristo nel mondo, presta a nostro Signore la voce, le mani, tutto il suo essere.
Nella Santa Messa è Gesù che misticamente celebra nel Sacerdote, è Gesù che agisce come Sacerdote eterno e come Vittima perché offre se stesso al Padre in una rinnovata morte redentrice incruenta e mistica.
Nella Santa Messa è Gesù Cristo che cambia la sostanza del pane e del vino nel suo Corpo e nel suo Sangue. Ed è Gesù stesso che, nel Sacramento della Penitenza, pronuncia la parola autorevole e paterna: “Ti sono perdonati i tuoi peccati” (Mt 9,2; Lc 5,20; Gv 20,23).
Cosa sarebbe oggi il mondo senza i Sacerdoti che si sacrificano giorno e notte per chi chiede preghiera e per la salvezza dei peccatori?
Ho scritto un libro, Sacerdote, chi sei Tu?, per dare soprattutto a molti Sacerdoti che non hanno ricevuto corretti insegnamenti nelle Facoltà di Teologia, la conoscenza che è un uomo divino, è sacro, un dispensatore dei divini misteri e veramente “ipse Christus”, lo stesso Cristo!
Richiedete questo libro per scoprire il dono di Gesù al mondo con il sacerdozio ministeriale e regalarlo ai Sacerdoti che conoscete.
Nel nostro sito viene indicato un costo per facilitare l’ordinazione online, ma è sempre un costo minimo. Come sempre siete liberi di donare l’offerta che volete per noi pagare le ingenti spese e possibilmente ristamparlo e diffonderlo ovunque per suscitare in molti Sacerdoti confusi, maggiore consapevolezza della loro sacralità e un rinnovato amore per il sacerdozio.
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PG 196 Pensiero di lunedì 16.7.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

Continua a camminare, anche se senti qualche altra pena nell’anima. Il motore del cammino è uno solo: l’amore a Gesù.
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PG 195 Pensiero di domenica 15.7.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

A volte, durante il viaggio, pur sentendo qualche rumore della macchina, continui a viaggiare. Così devi continuare a camminare, anche se senti il rumore di una pena nell’anima.
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La Madonna del Carmine

La Memoria della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo detta comunemente la Madonna del Carmine, da celebrarsi il 16 luglio, ha origini antichissime.
La Madonna del Carmine è venerata anche come particolare protettrice delle anime sante del Purgatorio, infatti a livello iconografico spesso è raffigurata mentre trae dalle fiamme dell’espiazione del Purgatorio le anime purificate e anche per questo è invocata come “Madonna del Suffragio”. La Madonna, in una delle rivelazioni a santa Brigida, affermò: “Io sono la Madre di tutte le anime che si trovano in purgatorio ed intervengo continuamente con le mie preghiere per mitigare le pene che meritano per le colpe commesse durante la loro vita”.
E’ nota la promessa di Maria al Papa Giovanni XXII. In una apparizione gli ordinò di far conoscere a tutti coloro i quali avessero portato il sacro scapolare del Carmelo sarebbero stati liberati dal Purgatorio il sabato dopo la loro morte, giorno che dalla Chiesa è dedicato alla Beatissima Vergine. Il pontefice lo dichiarò nella “ Bolla Sabatina” e fu poi confermato da Alessandro V, da Clemente VII, Pio V, Gregorio XIII e Paolo V. San Pio X, pur consigliando sempre l’uso dello scapolare tradizionale, concesse ai fedeli con decreto del 16 dicembre 1910 di poter sostituire allo scapolare la medaglia benedetta recante le immagini della Madonna e del Sacro Cuore di Gesù. Pio XII così si espresse nel 1950: “La piissima Madre non tralascerà di intervenire con la sua preghiera a Dio, perché i suoi figli, che espiano in Purgatorio i loro peccati, raggiungano al più presto la patria celeste secondo il cosiddetto “ privilegio sabatino” tramandato dalla tradizione”.
La Vergine Maria con il titolo di Madonna del Carmine mette in evidenza le anime del Purgatorio. Questo deve spingerci ad avere grande devozione per i nostri fratelli che espiano i propri peccati ed è un grande atto ti carità pregare per loro e offrire sacrifici affinchè presto possano godere la visione di Dio in cielo. Sappiamo bene che nessuno di noi può affermare che nell’ora della morte, si trova in uno stato di perfetta carità. Ed è qui che per Grazia di Dio, andiamo nel purgatorio per pulirci da ogni residuo di peccato ed in questo luogo che la Madonna del Carmine ci viene incontro per aiutarci a purificarci ed abbreviare le sofferenze delle fiamme purificatrici.
L’Apparizione di Maria regina del Carmelo, che ebbe, il superiore dei carmelitani, Simone Stock, nel 1251, è all’origine della devozione dello scapolare, una delle più generali pratiche di devozione mariane in tutto il mondo cattolico, anche per la promessa legata all’uso dell’abitino che preserva dall’inferno e promette il passaggio dal purgatorio al paradiso il primo sabato dopo la morte. Le apparizioni mariane di Lourdes e di Fatima sembrano offrire ulteriori conferme a questa devozione. Lo scapolare del Carmine fu anche un segno distintivo dei cattolici nelle persecuzioni protestantiche, napoleoniche e social comuniste. Lo scapolare è parte assai importante dell’abito carmelitano e l’uso dello stesso, sia pur in formato ridotto, sta a significare l’affiliazione all’ordine carmelitano, al fine di godere i benefici e averne i vantaggi spirituali.
San Bernardino ha chiamato la Madonna “Plenipotenziaria” del Purgatorio, perché ha nelle sue mani tutte le grazie e i poteri per liberare dal Purgatorio chi vuole. La Vergine stessa rivelò al beato Alano: “Io sono la Madre delle anime del Purgatorio, ed ogni ora per le mie preghiere sono alleggerite le pene dei miei devoti”. Specialmente la recita del santo rosario è di una efficacia particolarissima. Sant’Alfonso Maria dè Liguori ci insegna: “Se vogliamo aiutare le anime del Purgatorio, recitiamo per loro il rosario, che arreca loro grande sollievo”. San Pio da Pietrelcina, donando la corona del santo rosario ad alcuni suoi figli spirituali diceva: “Svuotiamo un angolo del Purgatorio”. Un mattina un confratello cappuccino chiese a Padre Pio un ricordo durante la Messa per il proprio papà defunto. Padre Pio invece volle applicare la Messa in suffragio per l’anima di quel sacerdote. Subito dopo la Messa , P. Pio chiamò il confratello e gli disse. “ Questa mattina tuo padre è entrato in Paradiso”. Il confratello rimase sbalordito e felice, tuttavia non potè fare a meno di esclamare: “Ma padre Pio, mio papà è morto trent’anni fa!”. Padre Pio gli rispose con voce grave: “ Eh, figlio mio davanti a Dio tutto si paga!”.
Santa Faustina Kowalska, l’apostola della divina Misericordia, in data 15 agosto 1937, scrisse sul suo diario: “ Durante la meditazione la presenza di Dio è penetrata vivamente in me ed ho conosciuto la gioia della Santissima Vergine al momento della sua Assunzione in cielo… Durante la cerimonia che si è svolta in onore della Madre di Dio, verso la fine della stessa ho visto la Vergine Santissima che mi ha detto: “ Oh, quanto mi è gradito l’omaggio del Vostro amore!”. E in quel momento ha coperto col suo manto tutte le suore della nostra congregazione. Con la mano destra ha stretto a se la madre generale Michaela e con la sinistra me, e tutte le suore erano ai suoi piedi coperte dal suo manto. Poi la Madre di Dio ha detto : “ ognuna di voi che persevererà nello zelo fino alla morte nella mia Congregazione, eviterà il fuoco del Purgatorio, e desidero che ciascuna si distingua per queste virtù: umiltà e mitezza, purezza e amor di Dio e del prossimo, compassione e Misericordia”.
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sabato 14 luglio 2018

SC 216 Commento al Vangelo di sabato 14.07.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (10,24-33)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che Io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’Io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei Cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’Io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei Cieli». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il discorso di Gesù era iniziato con un preciso mandato per i Dodici che Egli stava per inviare solo alla terra d’Israele, dopo averli edotti di quel che li aspettava in un tempo più lontano e cioè quando avrebbero ricevuto la potenza dall’Alto. Gesù allarga sempre più il discorso fino a rivelare che cosa realmente significa essere suoi discepoli.
Forse pochi cristiani riflettono sul loro essere seguaci di Gesù Cristo e determinano la loro vita di conseguenza. Il cuore riesce ad amare Gesù se è veramente libero da tanti lacci e catene inutili e pesanti.
Le parole di Gesù che passo a citare, dovrebbero scuotere i cristiani e farli ricominciare da dove si erano fermati. La sosta è comprensibile, anche un periodo di aridità che “spegne” il fervore e ci si dimentica del Signore che è morto in Croce per amore nostro.
“Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’Io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei Cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’Io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei Cieli”
Considerando che siamo come “pecore in mezzo ai lupi”, non deve mai mancare la quotidiana verifica interiore per riflettere sulle azioni compiute. Ci troviamo in una società senza valori ed è facilissimo comprenderlo per la mentalità diffusa priva di morale.
Oggi viene considerato un po’ stupido chi non vive come un animale, irrazionale e fortemente impulsivo. Molti buoni cristiani si ritrovano per varie ragioni a contatto con persone che appaiono possedute dai diavoli, per il linguaggio che utilizzano e le scelte immorali che compiono.
Questi cristiani che vogliono conservare la loro Fede sono chiamati a lottare ogni giorno contro le tentazioni e le istigazioni dei conoscenti.
Non si riconosce più Gesù nella vita quando non si osserva la sua Parola, quindi, si può essere cardinali, vescovi e sacerdoti, ma se non si vivono gli insegnamenti del Signore, si mostra di non riconoscerlo. Infatti, è simile al Maestro chi osserva quanto viene detto da Lui.
Gli avvisi che ci dà Gesù sono incantevoli per la loro precisione e per il nostro bene.
Quale buona stella ci ha fatto incontrare e adorare il vero Dio dei cristiani? Noi sappiamo cosa giova nella vita di ogni essere umano da cosa non giova e fa vivere in una disperazione spesso celata ma attiva interiormente.
Gesù è la vera salvezza di tutti quelli che vogliamo percorrere la Via sicura per non finire schiacciati dalle pesanti montagne di tentazioni e oppressioni che colpiscono quelli che non pregano e non osservano il Vangelo.
Non preoccupiamoci mai delle sofferenze e di ogni altra prova causata dai cattivi. Noi soffriamo per poco tempo, forse anche per un tempo più lungo, ma saremo vittoriosi con Gesù e sempre protetti dalla Madre di Dio. Nessun potente del mondo ha questi privilegi, inoltre la sua potenza inevitabilmente si sgonfierà e neanche le ricchezze potranno dargli la vera felicità.
Gesù rassicura sempre i suoi seguaci, ai Dodici dice: “Non li temete”, riferendosi ai farisei. Tutto sarà svelato, anche le trame e le calunnie progettate e mormorate in segreto, ma infine, e queste parole dovettero far trasalire i discepoli, non sono da temere quelli che possono giungere a “uccidere il corpo”, a togliere la vita terrena. Bisogna temere colui che può “far perire e l’anima e il corpo nella Geenna”.
È dunque solo Dio che bisogna temere!
Bisogna avere timore di non offenderlo, di far cosa contraria alla sua Volontà! E niente è più contrario alla sua Volontà che il peccato. Il peccato scelto, attuato con piena avvertenza, in odio alla giustizia e all’amore, fa perdere l’anima.
La Geenna è l’inferno, è la perdizione, è il regno delle tenebre. Gesù ne parla come di un luogo dove possono essere mandati l’anima e il corpo. Si giunge alla perdizione eterna continuando in questa vita a non riconoscere e rinnegare Gesù.
Gesù è verità, giustizia, amore, santità. Se uno dei tuoi congiunti ti volesse complice nell’ingiustizia, nella menzogna, nell’odio, ebbene, tu dovresti acconsentirgli solo perché ti è consanguineo? Andresti in perdizione per non disgustarlo?
E così, “se il trovare la propria vita” significa avere ricchezze, onori e piacere, ebbene, tutto ciò può essere causa di perdizione.
Si perderà la propria vita, quella che dura in eterno e che deve essere conquistata con la rinuncia a tutto ciò che porta lontano da Dio!
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PG 194 Pensiero di sabato 14.7.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

E ancora, Gesù disse a Simon Pietro: «Superata la prova, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22, 32).
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venerdì 13 luglio 2018

SC 215 Commento al Vangelo di venerdì 13.07.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (10,16-23)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Ecco: Io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio Nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità Io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’Uomo». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ognuno parla ed esprime quello che ha nel cuore, molto spesso dice cose diverse da quelle che pensa e tradisce il suo cuore. Quando non si manifesta la verità avviene una disconnessione tra cuore, mente e parola, causando alla persona che agisce in questo modo, come uno shock interiore.
Le prime volte si avverte, poi con l’abitudine non si fa più caso al turbamento della coscienza, alla divisione tragica nel proprio interno.
Gesù ci dice che il cristiano può non esprimere i suoi pensieri perché, illuminato dallo Spirito Santo, ripete i pensieri di Dio, diventando l’altoparlante dell’ineffabile Dio, forse senza la piena avvertenza, ma questo avviene per l’intensa comunione tra il cristiano e lo Spirito Santo.
Una condizione che abbiamo conosciuto nei Santi, tutte le loro parole erano salutari per le anime e indicatori sicuri per la vita di tutti quelli che li avvicinavano. Anche moltissimi cristiani che vivono umilmente hanno ricevuto e ricevono ispirazioni da Dio, succede anche alla vecchietta o alla persona dall’apparenza insignificante.
Gesù cerca sempre gli umili e il cristiano deve chiedersi da quale spirito è mosso quando parla.
Da cosa siamo spinti quando dialoghiamo con un familiare o con un amico o con un collega? Si utilizza l’identica retta intenzione oppure sono presenti più pensieri nella mente e mentre si parla si sceglie quale linguaggio utilizzare?
Per debolezza si può cadere in questo gravissimo modo di agire falso, ma si può vincere con la convinta volontà di essere sempre sinceri!
Cosa comporta la sincerità in una persona? Fatta la distinzione tra il cristiano e l’ateo, il cristiano che crede nei valori morali deve per forza avvertire un senso di vuoto e di ipocrisia quando non afferma la verità. Il cristiano perde credibilità più facilmente degli atei, se non mostra lealtà, buonafede, onestà, verità e autenticità.
“Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro”.
Quando lo Spirito di Gesù parla veramente in noi e attraverso noi? Molti si possono illudere di avere ispirazioni o di aver capito tutto, commettendo molti errori, mentre lo Spirito ispira dove trova una Fede matura, rinnegamento, umiltà, obbedienza a Lui, silenzio interiore, preghiera e verità.
Lo Spirito di Gesù si comporta con il cristiano come il cristiano si comporta con Lui. Dio risponde per come viene invocato.
Gesù è sempre vicino a quanti rimangono fedeli a Lui, non li abbandona e non vuole perderli, ma non è sufficiente qualche preghiera o l’ottusa convinzione di fare tutto bene nonostante il distacco dal suo Vangelo. Gesù dona “cento volte tanto” ai buoni, a quanti osservano la sua Parola e gli obbediscono.
I cristiani coerenti ricevono molte Grazie e protezioni divine, sono persone speciali davanti a Gesù e questo “ buon odore” impresso in loro fa scattare nei cattivi un’avversità strana e malefica, mossi quasi sempre dallo spirito satanico.
I diavoli lavorano ininterrottamente per portare tutti all’inferno, ma i cristiani che pregano sono forti e non si lasciano ingannare da loro, così i diavoli utilizzano molte, molte, molte persone cattive o ingannate dal loro orgoglio, per arrecare del male ai buoni.
“Sarete odiati da tutti a causa del mio Nome”.
Per tutti s’intende molti cattivi e quanti sono consacrati direttamente o tramite organizzazioni segrete a satana. Tutti questi vengono sconfitti da Gesù Cristo, forse non subito per la potente resistenza che trasmettono i diavoli ai loro seguaci, ma con la preghiera costante e fiduciosa, i buoni ottengono dal Signore tutto il bene che chiedono.
Non ingannatevi se qualche cattivo “trionfa” per qualche anno o per un tempo più lungo! Presto o dopo tempo la vittoria è sempre di Gesù.
“Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”. Nulla ci deve spaventare se avremo Fede in Gesù, inoltre il Santo Rosario schiaccia i diavoli.
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PG 193 Pensiero di venerdì 13.7.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

Simon Pietro, nella professione di fede a Gesù, disse: «Signore, tu sai tutto: tu sai che io ti amo» (Gv 21, 17).
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giovedì 12 luglio 2018

SC 214 Commento al Vangelo di giovedì 12.07.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (10,7-15)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:«Strada facendo, predicate, dicendo che il Regno dei Cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità Io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Molto spesso anche nello spirito del cristiano prevalgono bramosie di grandezza, non sono le legittime aspirazioni di vivere dignitosamente o di affermarsi nel lavoro, in campo professionale e nelle scelte di vita.
L’uomo fin dalla nascita porta in sé un insidioso desiderio di ostentare qualcosa, è la pericolosa superbia che non si quieta senza una adeguata vigilanza. Anche nelle persone buone è presente il vizio innato della superbia, ma essendo buone riescono a controllarla con maggiore facilità e dominano i pensieri sbagliati.
Tutte le persone lontane da Gesù Cristo o quelle che non Lo adorano più, sono dominate da pensieri carichi di potenti bramosie e non trovano pace. O meglio, la cercano senza però mai ottenerla, nelle dissipazioni e nei vizi pericolosi.
Così la ricerca della ricchezza, intesa come brama di possedere sempre più beni mobili ed immobili, è irrefrenabile e si arriva a vivere con un tarlo nella testa, che è appunto la brama dell’arricchimento.
L’ossessione di possedere quanti più beni possibili diventa un tormento in chi non ha valori e non ha capito il senso della sua vita.
Pensare di continuo a piani per accaparrarsi beni mobili ed immobili rende ambigua la persona, arriva a rubare tutto quello che riesce senza curarsi dei reati che commette, anche  dove deve rendicontare tutto, come la direttrice di un ufficio postale che aveva rubato centinaia di migliaia di euro dai conti dei clienti.
Non sono i politici gli unici a commettere ruberie varie e truffe, d’altronde essi sono espressione del popolo, forse in certi casi di quello meno onesto, ma provengono da questa società e non dalla luna. Inoltre non tutti i politici sono disonesti, non solo perché economicamente sicuri, anche per le qualità morali che non hanno prezzo.
Nei politici e nei cittadini comuni, la ricerca della grandezza è uguale, e molti non rubano solo perché non ne hanno l’occasione. Anche se “l’occasione fa l’uomo ladro”, non tutti diventano ladri pur avendone l’opportunità. Sono prevalentemente persone che posseggono valori morali non negoziabili, senza escludere molti atei onesti.
Solo che gli atei non hanno i valori cristiani, non avvertono il peccato come noi e spesso più facilmente “l’occasione fa l’uomo ladro”.
La verità dolorosa è però la seguente: se la situazione lo consente, tutte le persone, anche le persone più oneste, potrebbero vacillare compiendo azioni disoneste, o quanto meno poco ordinarie. Significa che spesso non è l’occasione a far diventare ladro un uomo, ma l’uomo cerca l’occasione per diventare ladro.
Nella Chiesa rimangono sempre vive le prove che indicano i veri seguaci di Gesù Cristo, è Lui ad indicarle: “Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. La gratuità delle opere è connaturale nei buoni Sacerdoti, essi comprendono che tutto è dono di Dio e senza Lui sono niente.
Per comprendere il Vangelo di oggi dobbiamo ricordare e osservare i tre valori non negoziabili, per noi rappresentano “valori irrinunciabili”.
1)     la difesa della vita dalla nascita alla morte, contro l’aborto, l’eutanasia e la manipolazione del gene umano;
2)  la difesa del matrimonio monogamico tra uomo e donna, cioè la condanna del riconoscimento giuridico dell’unione tra omosessuali e delle coppie di conviventi;
3) la difesa della famiglia comporta il terzo valore irrinunciabile: la difesa della libertà di educazione, cioè il diritto della famiglia di scegliere come educare i propri figli, quindi la parità tra scuola pubblica e scuola privata paritaria, perché il compito di educare i figli spetta anzitutto ai genitori, non allo Stato.
Questi valori devono viverli i cattolici e questa è la vera predicazione dei seguaci di Gesù.“Strada facendo, predicate, dicendo che il Regno dei Cieli è vicino”. Per molti non è chiaro il significato della ricerca del Regno dei Cieli.
«Interrogato dai farisei: “Quando verrà il Regno di Dio?”, , Gesù rispose: “Il Regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il Regno di Dio è in mezzo a voi!”» (Lc 17-20-21).
Il Regno dei Cieli è la trasformazione tutta interiore della vita; è il cambiamento radicale dell’anima; è il rifiuto di abitudini pesanti, di condotte ambigue, di facili tornaconti che ricadono sempre sui poveri e sugli oppressi.
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PG 192 Pensiero di giovedì 12.7.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

Non temere se una nuvola nera ha oscurato il sole: ora che è passata, gusti di più il sole della tua pace interiore.
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GR 211 Granellino di giovedì 12.07.2018

(Mt 10,7-15)
Sodoma e Gomorra sono le città i cui cittadini non conoscono, come Israele, il vero Dio. Sono dei pagani che conoscono solo la voce della coscienza che dice loro ciò che è male e ciò che è buono. Ma essi, non obbedendo alla voce della coscienza, commettono ogni sorta di male: poligamia, ladrocinio, omicidio, adulterio, fratricidio, madricidio, patricidio, incesto, aborto, omosessualità e cose simili. I cittadini di Sodoma e Gomorra saranno trattati da Dio meno duramente del popolo d’Israele che, avendo conosciuto la Potenza e la gloria di Dio, e i suoi insegnamenti, si sta comportando come i cittadini di Sodoma e Gomorra.
Grande sarà la rovina d’Israele nel giorno del Giudizio. Attualizziamo la Parola di Dio. Ci sono oggi città i cui cittadini si comportano come quelli di Sodoma e Gomorra? Purtroppo,sì. La cosa più triste è che queste città conoscono il Vangelo, ma lo rifiutano in maniera ostile. Queste città sono piene di abomini: messe nere, magia, omosessualità, aborto, sette diaboliche, divorzio, omicidio, ladrocinio, mafia, camorra e così via.
Cosa sta accadendo al mondo occidentale che ha conosciuto il Vangelo ed ora si comporta come se non l’avesse mai conosciuto? Sta morendo giorno dopo giorno. Vive nell’inganno di essere libero, ma in realtà vive nel libertinaggio che genera rovina, disordine e povertà di ogni sorta.
Questo Vangelo mi ha messo in crisi. Il conoscere Cristo è un privilegio, ma è anche una grande responsabilità. Il Signore mi ha dato molto, ma io lo amo poco. Girando per la predicazione, vedo fedeli che servono e amano il Signore più di me, fedeli che hanno una coscienza più delicata della mia. Sì, il Signore sarà molto esigente con me. Molto più esigente con me che con quelli che non hanno avuto le opportunità che ho avuto io.
Oggi il Signore mi chiama alle conversione del cuore con voce tuonante. Prega per me perché io accolga la voce del Signore e mi converta seriamente. Amen. Alleluia.

(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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mercoledì 11 luglio 2018

SC 213 Commento al Vangelo di mercoledì 11.07.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

San Benedetto

+ Dal Vangelo secondo Matteo  (19,27-29)
In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità Io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’Uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio Nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù conforta i discepoli e promette quanto nessun potente della terra potrebbe immaginare. Riceveranno “cento volte tanto” in questa vita e nell’aldilà conosceranno la vera gioia infinita, immersi nella Gloria eterna di Dio.
Il punto centrale del Vangelo di oggi, rimane comunque l’affermazione di Pietro: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”.  
È la domanda che può tranquillamente porsi ogni cristiano ma senza avere la pretesa di ottenere in cambio esclusivamente beni materiali.
Gesù ci dona grandi beni spirituali che neanche tutte le ricchezze del mondo possono far acquisire, come la pace interiore, la gioia anche nelle contrarietà, la protezione dai nemici e dai diavoli, la vittoria su quanti ci perseguitano, l’armonia in famiglia, la protezione dei figli, un buon lavoro, il superamento dei pericoli e delle cattiverie e tanto altro ancora.
Tutto questo non vale forse molto più dei beni materiali?
Pietro con genuina spontaneità, esterna a Gesù cosa avverrà nel suo futuro, e non dice qualcosa di sbagliato anche perché non ha compreso il messaggio del Signore, non ha ancora lasciato la vecchia mentalità e non è entrato nel completo abbandono in Dio.
Noi non possiamo assolutamente aver timore del futuro per la Fede totale che riponiamo in Gesù, Lui sempre ha rispettato le sue promesse.
Pietro non conosceva tutto il messaggio divino di Gesù, non era stato ordinato Vescovo, non era nata la Chiesa a Pentecoste, quindi aveva anche una leggera apprensione per il futuro, ma non dubitava affatto del Signore. Confidava pienamente in Lui e per questo gli aprì il cuore fiducioso di essere compreso.
Possiamo anche noi dire a Gesù di aiutarci per il futuro, senza cadere nella preoccupazione o avendo già dei piani prestabiliti che si vogliono far accettare a Lui. Nell’abbandono in Gesù scopriamo la nostra forza e diventiamo forti in questo mondo carico di avversità e di egoismo.
Pietro completa la sua genuina richiesta dicendo: “Che cosa dunque ne avremo?”. Non cerca denaro, non vuole onori, vuol capire quale ricompensa sarà riservata a loro che si stavamo“consumando” nel seguirlo e dopo avere abbandonato tutto.
Gesù risponde e spiega con poche parole l’infinito… Promette ogni bene divino e “cento volte tanto” in questa vita, per tutte le opere buone che avrebbero compiuto. Promesse rivolte anche ad ognuno di noi, tutti siamo invitati al banchetto nuziale ma occorre indossare la veste candida.
Il nostro impegno nella vita deve rivolgersi verso l’anima, aspetto più importante di tutto ma considerato da pochi cristiani.
La gioia, la tristezza, i sentimenti, le emozioni, tutto quello che viviamo scaturisce da ciò che contiene l’anima spirituale. C’è il bene o il male? Quale spirito la governa? Sappiamo stabilire l’inclinazione che seguiamo? Perché non si riesce a dominare la tristezza che assale o l’eccessiva euforia che porta spesso a commettere errori?
San Benedetto da Norcia ci insegna l’importanza del silenzio, della meditazione giornaliera e del distacco da tutte le cose inutili!
In San Benedetto vediamo rispettate le promesse di Gesù, quella santità di vita che il monaco raggiunge anche per i suoi inenarrabili sforzi ma con la Grazia di Dio. Il Signore lo premiò di continuo e lo rese sempre più simile a sé. La presenza dello Spirito Santo lo elevò costantemente alla ricerca del più alto senso della vita e della vera felicità.
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PG 191 Pensiero di mercoledì 11.7.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

Non temere di far tacere le voci che non vengono da Dio, anche se vengono suggerite dagli uomini.
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GR 210 Granellino di mercoledì 11.07.2018

(Mt 19,27-29)
Pietro non aveva ancora ricevuto la Pentecoste, perciò seguiva Gesù per interessi personali. “Ed io – domandò Pietro- cosa riceverò in cambio per aver lasciato tutto e tutti per seguire te, Gesù?”. Umanamente parlando, la domanda di Pietro è comprensibile. Bisogna capire che Pietro, come gli altri discepoli, erano convinti che Gesù sarebbe stato un Messia politico. Soprattutto nel mondo politico l’atteggiamento di Pietro è cosa normale. Se un candidato politico chiedesse a un uomo: “Vuoi impegnarti a procurarmi voti per essere eletto onorevole?”. L’uomo risponderebbe subito: “Ma tu cosa mi darai in cambio?”. “Un posto di lavoro “, risponderebbe il candidato.
Il Signore non si fa vincere in generosità. La generosità di Dio è senza misura. Se tu lasci qualcosa o qualcuno per amor suo, vedrai che il Signore riempirà la tua vita di doni immensi. Però, una cosa bisogna capire: che bisogna rinunciare a un qualcosa o un affetto umano non con l’intenzione di ricevere doni dal Signore ma solo con il desiderio di lavorare nel suo Regno perché Egli sia conosciuto e amato.
Lavorare per Gesù è già un privilegio ed è fonte di gloria.
Perdonami se sarò un pò autoreferenziale. Come prete, ho lasciato e rinunciato a una famiglia, ma il Signore mi ha donato molte famiglie che sono state e sono fonte di amore. In qualsiasi parrocchia ho operato e in qualsiasi paese o città sono andato per evangelizzare sono stato accolto come fratello, figlio, padre e nonno. Sono sazio di affetto e non mi sono mai sentito solo e non amato. Pur non essendo un uomo con grosse facoltà intellettuali, il Signore ha permesso che io parlassi in televisioni e radio private, che io scrivessi articoli di natura spirituale su riviste e giornali, che fossi chiamato ad essere direttore della rivista SPIRITUS DOMINI e così via.
Sono sazio di gloria umana. Devo dire però che non sono mancati momenti di persecuzione da parte del maligno.
Perciò, fratello caro e sorella cara, non esitare a rinunciare a qualche comodità per servire il Signore. Non solo Egli ti ricompenserà su questa terra, ma avrai un’eterna ricompensa anche nell’altro mondo. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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martedì 10 luglio 2018

SC 212 Commento al Vangelo di martedì 10.07.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (9,32-38)
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Spiego nuovamente il significato di messe nel discorso di Gesù. Ancora non aveva istituito la sua Messa, ovvero il Sacrificio Eucaristico, e messe è il sinonimo di mietitura. L’operazione di falciare e raccogliere i cereali, e in particolare il grano, quando le spighe sono giunte a maturazione.
Il tempo della messe a quei tempi indicava la mietitura e il ricavato della mietitura, cioè il raccolto, soprattutto con riguardo alla quantità.
Messe nelle parole del Signore sta ad indicare ciò che si raccoglie come frutto di un’attività agricola.
“La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!”.
Voleva dire e dice ancora oggi che le anime da convertire sono molte nel mondo, ma ci sono pochi Sacerdoti e missionari disponibili a sacrificarsi, a mettere da parte i loro godimenti per dedicarsi totalmente alla causa del Vangelo. Chi risponde alla chiamata di Gesù deve lasciare tutto, a cominciare da se stesso!
La Santa Chiesa in questi tempi è logorata al suo interno da due opposti schieramenti, sono due concezioni inconciliabili sulle questioni più importanti della dottrina e degli immigrati. Oltre agli immigrati ultimamente si è aggiunto quello dei rom.
Ognuno ha una posizione e cerca di difenderla anche nelle contraddizioni, arrivando a trascurare anche le questioni delicate della dottrina cattolica per predicare e scrivere favorevolmente un po’ ovunque sugli immigrati e sui rom.
In pratica, da anni si parla quasi esclusivamente di immigrati e nei fatti hanno sostituito l’Eucaristia e la Madonna.
Io rispetto le posizioni di tutti e non condanno le persone che pensano diversamente da Dio riguardo gli immigrati, però qualche domanda è opportuno porcela anche noi per capire le ragioni o gli sbagli delle due opposte posizioni.
Innanzitutto ci chiediamo qual è il vero motivo di questa assillante richiesta di far entrare in Italia milioni di immigrati? Non è più onesto intellettualmente vietare in Libia le partenze ed aiutarli lì dove vivono? Questo lo sostengono i buoni Cardinali e Vescovi africani!
Notiamo invece un accanimento sugli oppressi immigrati per trascinarli in Italia. Non è solo il business delle cooperative, e qualche giorno fa è stato arrestano per truffa un altro italiano che gestiva numerosi centri di accoglienza degli immigrati.
Il problema non è solo il business, che rimane il più importante per i mercenari che affittano case, alberghi e capannoni, e per numerosi politici che appoggiano questi centri non per amore degli immigrati, ma per amore del denaro!
L’aspetto più devastante e umiliante è quello morale, ed è molto grave perché trattano questa povera gente come merce, ne hanno una considerazione bassa e disprezzante, la sfruttano per questione economica e per sostenere sia qualche settore della politica italiana, sia per la realizzazione del piano Kalergi del 1920, ovvero, rendere l’Europa multietnica e nel tempo tutti mulatti.
Per creare individui atipici, né bianchi né neri, come quelli che nascevano dall’unione fra i coloni europei, spagnoli e portoghesi e le popolazioni deportate dall’Africa come schiavi. Oggi si vuole stabilire una nuova tipologia di persone, per danneggiare il Cristianesimo e la stessa esistenza di Dio. Perché sarebbero individui con una pelle non originata da Dio.
È una follia! I fautori di questo piano diabolico saranno morti per l’avanzata età -occorrono molti decenni per il piano- e lo vedranno dall’inferno!
In Italia ci sono personaggi senza valori e senza amore verso gli immigrati, ma pretendono l’ingresso di milioni di africani. Perché?
Cosa hanno escogitato di ridicolo e nefasto questi personaggi? Hanno indossato una maglietta rossa come protesta per la chiusura dei porti. Il rosso indica comunque quel sangue degli immigrati morti nel Mediterraneo e sono oltre 13 mila, è il sangue versato per colpa di quanti chiedono l’accoglienza generalizzata e lo fanno senza amore né pietà per questa gente.
Se amassero davvero gli africani farebbero di tutto per non farli partire dall’Africa e contribuirebbero con donazioni di centinaia di migliaia di euro ciascuno, per farli restare nelle loro terre, come predicano diversi Cardinali e Vescovi africani, sicuramente uomini santi e perfettamente coerenti con la Parola di Dio.
Non è l'amore sincero che spinge i radical chic ad indossare le magliette rosse e a protestare per il blocco delle navi, non c’è amore per le persone, sono dominati… dalla loro falsa ideologia a favore dei poveri, ma nella realtà non gliene importa nulla dei poveri. I poveri restano poveri, loro sono ricchi e arroganti.
La rivista Rolling Stone, nei giorni scorsi, ha lanciato l’appello, come si legge sul sito ufficiale, «a musicisti, attori, scrittori e figure legate allo showbiz e alla tv» chiedendo di «prendere una posizione» a favore degli immigrati.
Hanno scritto che la  motivazione nasceva «per una società aperta, moderna, libera e solidale». Quindi, non per amore degli immigrati, si tratta di soddisfare la loro ideologia priva assolutamente di amore per gli altri e per la Patria. Una contraddizione mefistofelica.
Il quotidiano “Il Tempo” ha stanato questi cosiddetti vip dalle magliette rosse e un giornalista fingendosi componente di una nave che raccoglie immigrati nel mare, ha posto la domanda a questi personaggi dalla doppia morale: “Accoglieresti un immigrato a casa tua?”.
Solo 4 su 100 hanno detto che potevano prendere in considerazione l’idea di ospitare un immigrato per un breve periodo di tempo.
Tutti gli altri hanno detto un secco no, oppure hanno chiuso immediatamente la telefonata o hanno finto di non capire.
Dittatori sono quelli che vogliono imporre l’ingresso generalizzato di milioni di africani in Italia, invece di battersi per far destinare centinaia di miliardi di euro nelle Nazioni africane più povere e costruire ospedali, scuole, fabbriche e permettere a centinaia di milioni di persone una condizione di vita migliore.
Concludo questa amara riflessione affermando che il vero cristiano chiede l’accoglienza dei profughi che fuggono dalla guerra e sono pochi, anche di quanti chiedono di lavorare in Italia e si avvicinano ai loro familiari, per il resto è un bene per gli africani rimanere nelle loro terre, a condizione che le Nazioni devolvano molti miliardi di euro per migliorare la vita in quelle terre povere. Questa è la Volontà di Dio, anche l’equa distribuzione delle ricchezze.
In Africa ci sono Nazioni che hanno un PIL migliore dell’Italia e le popolazioni vivono molto bene. L’Italia impari da queste Nazioni africane…
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Medaglia di San Benedetto