Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

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martedì 25 settembre 2018

MD 19 Messaggio del 25 settembre 2018 a Marija

Cari figli! 
Anche la natura vi offre i segni del suo amore attraverso i frutti che vi dona. 
Anche voi, con la mia venuta, avete ricevuto l’abbondanza dei doni e dei frutti. Figlioli, quanto avete risposto alla mia chiamata, Dio sa. 
Io vi invito: Non è tardi, decidetevi per la santità e per la vita con Dio nella grazia e nella pace! 
Dio vi benedirà e vi darà il centuplo, se confidate in Lui. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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giovedì 20 settembre 2018

SC 255 Commento al Vangelo di giovedì 20.09.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (7,36-50)
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di Lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se Costui fosse un Profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che Lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Dì pure, Maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è Costui che perdona anche i peccati?». Ma Egli disse alla donna: «La tua Fede ti ha salvata; va’ in pace!». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
È molto interessante questo episodio in cui Gesù dà un’altra lezione sul vero significato dell’amore che si deve a Dio. Non è l’aspetto esteriore che fa scaturire la comunione con il Signore, non è neanche la predicazione del suo Nome a sostenere un sincero amore verso Lui.
Il fariseo Simone ha invitato Gesù per curiosità e per debole attrazione, non c’è ancora nel suo cuore la scintilla che infiamma e permette di vedere il bene da compiere, che favorisce con molta facilità la distinzione tra bene e male.
Tra questo fariseo che si gongola per avere nella sua ricca casa Gesù e la donna pentita dei tanti peccati commessi, c’è una differente capacità di amare. Il fariseo non ha un amore interiore verso il Signore altrimenti si sarebbe premurato al suo arrivo di fargli lavare i piedi.
Sono le piccole cose, circostanze e l’agire a rivelare l’amore che si porta nel cuore.
Il fariseo ha ostentato con i suoi amici la sua capacità e grandezza di invitare a casa il grande Profeta, anche se ne aveva un discreto disprezzo perché era un povero Uomo che predicava. Il fariseo era troppo pieno di sé, la concupiscenza più pericolosa, la superbia della vita, gli impediva di percepire la voce dello Spirito di Dio.
Pensava che Gesù faceva miracoli ma non era ricco come lui, Gesù non viveva nel lusso e non faceva vita gaudente. Che vita era?
Il materialismo elimina ogni traccia di sana spiritualità, per questo Gesù dirà che «è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel Regno di Dio» (Mc 10,25). L’esempio è questo fariseo che ha a casa sua il Figlio di Dio ma non comprende nulla della vita soprannaturale e spreca l’occasione più importante della sua esistenza.
Il fariseo invitò Gesù a casa sua non per adorarlo, come invece fece Matteo dopo avere sentito«seguimi», lo fece per autocelebrarsi e appagare il suo orgoglio. Quasi come chi vuole fare carriera sfruttando il Nome di Gesù senza interessarsi delle cose spirituali né servire correttamente Lui e la sua Chiesa.
Dall’amore sincero che si manifesta si riconosce ciò che la persona porta dentro, anche se non è facile scoprire la falsità di chi mente.
L’amore ipocrita si svela in qualche modo, alle volte forse in ritardo. È il falso amore che vuole ottenere qualcosa in cambio e arriva all’adulazione, quasi ad adorare per essere accolto dal potente che possiede il potere di decidere il futuro, anche il presente.
Il comportamento del fariseo Simone rappresenta al meglio quello dei cattolici che vanno a Messa ma non accolgono Gesù nei loro cuori.
Lo incontrano perché sono in Chiesa ma rimangono indifferenti, ci mettono anche impegno nell’indifferenza fino ad arrivare a dubitare della sua identità. Come fece il fariseo che pensava tra sé: «Se Costui fosse un Profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che Lo tocca: è una peccatrice!».
Infatti, Maria Maddalena era per terra ai piedi di Gesù per ricevere il perdono, era però pentita della sua vita passata e desiderava rinascere, ma da sola non ne era assolutamente capace. Le preghiere dei fratelli Lazzaro e Marta avevano ottenuto l’impensabile conversione della donna disinibita che si concedeva a tutti e che si lasciava vincere da ogni tentazione lussuriosa.
Per terra, ai piedi di Gesù non c’era più la peccatrice, il suo pentimento aveva fatto sbocciare il vero amore, ed era rinata a nuova vita!
La conversione di Maria Maddalena mostra che nessuno deve considerarsi perduto e con coraggio e umiltà -chiedendo preghiere e sostegni morali-, deve compiere sforzi per lasciare quei peccati che umiliano la dignità. Solo così è possibile amare Gesù, fino a trovare in Lui la ragione della vita.
Tra il fariseo e la peccatrice pentita che diventerà una Santa ed era con la Madonna sotto la Croce, c’è un abisso che li separa. L’amore verso Gesù era assente nel primo e trionfava nella seconda, l’amore autentico a Gesù è ciò che ci santifica e ci trasforma in creature buone, oneste, veritiere, umili e spirituali.
Non vale nulla accogliere Gesù a casa propria, nella propria vita, senza adorarlo come fece il fariseo, anzi per la sua superbia ricevette dal Signore tanti rimproveri che lo piegarono come se fossero state bastonate in testa. Come non porta a nulla ricevere l’Eucaristia nell’indifferenza, e c’è disinteresse per il cuore pieno di altri idoli. Uno di questi è l’attaccamento al denaro.
Chi vuol conservare molto denaro, non conserva Gesù nella propria vita. O Gesù o il molto denaro, esso viene adorato come un grande idolo!
Il fariseo era ricco e per l’orgoglio perdeva di continuo la dignità umana, diventava sempre più irrazionale come una bestia. Anche Maria Maddalena era ricca ma ai piedi di Gesù piange e chiede l’elemosina del perdono, si fa povera, è povera nel cuore, ha scoperto l’umiltà e ha scoperto la vera vita.
Da Gesù ha ricevuto la vera ricchezza: la sua Grazia: «Sono perdonati i tuoi molti peccati. La tua Fede ti ha salvata; và in pace!».
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PG 247 Pensiero di giovedì 20.9.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

Tieni presente che il primo comandamento è amare Dio e il secondo è amare il prossimo come lo ha amato Gesù.
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mercoledì 19 settembre 2018

SC 254 Commento al Vangelo di mercoledì 19.09.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (7,31-35)
In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’Uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Molte parole maliziose uscivano dalle bocche di scribi e farisei contro Gesù, non solo erano prevenuti contro ogni buon Profeta, dinanzi al Signore erano sempre pronti ad accusarlo di falsità che arrivavano alle loro menti come folgori e saette scagliate dall’inferno.
Per diffamarlo e screditarlo avevano come una intelligenza superiore, si trattava in realtà delle ispirazioni dei diavoli. Così avviene in molti.
Tante persone intelligenti, dotte, sagge, utilizzano la mente seguendo la linea del bene, vivono i valori morali o hanno ricevuto una ottima educazione e la mettono in pratica con riflessione e buona abitudine.
Più degli uomini i diavoli sono molto più intelligenti ed erano Angeli, poi per loro scelta, dinanzi alla prova a cui li sottopose Dio, rifiutarono di obbedire a Lui e divennero demoni. Nemici del Bene. Sono nemici di Dio e di conseguenze delle sue creature redente.
Ogni persona ha la sua intelligenza, a quanto sembra non tutte la utilizzano o proprio non la posseggono per mancanza di spazio nelle testa occupata da molta stupidità. Non vogliamo infierire su quanti non agiscono o non parlano utilizzando l’intelligenza, però spesso arrecano molti danni a tanti innocenti, anche alla società.
Einstein non sbagliava quando diceva che «solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana... e non sono sicuro della prima».
Ci sarebbe da distinguere tra stupidità e avventatezza o sudditanza agli impulsi, non è questo il momento per trattare l’argomento, però suscita attenzione la malizia dei cattivi, che possono essere intelligenti e stupidi.
I cattivi intelligenti conoscono le misure di come fare del male e sono sicuramente più micidiali, mentre gli insensati agiscono in modo irragionevole ma con quella scaltrezza maliziosa che sorprende in quanto si rivela come una sorpresa. In questo caso c’è una forte presenza satanica in queste persone che vogliono arrecare del male in modo scriteriato.
Scribi e farisei appartenevano ad entrambe le categorie, c’erano gli intelligenti e gli stupidi illuminati dalle ispirazioni dei diavoli.
Questo dato ci arriva dalle domande trabocchetto poste a Gesù che troviamo nel Vangelo, sorprende molto la varietà degli argomenti trovati da scribi e farisei per far cadere in errore il Signore e accusarlo alle autorità. Utilizzavano la parola per fare del male, espressione del marcio che avevano interiormente.
La parola è un grande dono di Dio e non deve essere usata per il male.
Ogni parola ha un suo peso, da una sola dipende la pace familiare, la pace nel mondo e anche la pace interiore. Con una sola parola buona o maligna si può trasmettere agli altri una gioia che dura anche giorni oppure una infelicità che fa crollare anche i migliori rapporti di amicizia.
Quando scrivo che bisogna imitare Gesù, è compreso ovviamente anche il suo modo amabile di conversare con tutti, e quando Lo imitiamo veramente la nostra parola arricchisce di gioia gli altri, li incoraggia e li consola.
Se si incontrano amici o colleghi di lavoro che soffrono di sbalzi di umore e non se ne rendono conto, anche se la nostra parola non li guarisce perché occorrono cure adeguate per curare il disturbo bipolare, quantomeno i nostri incoraggiamenti al bene e all’ottimismo li tranquillizza.
È vero che questa sindrome maniaco depressiva è caratterizzato da gravi alterazioni dell’umore, dove si alternano episodi maniacali e depressivi, e proprio la persona non se ne rende conto se non ricorre alle cure adeguate.
Possiamo trovarci a dialogare o a frequentare persone con questo grave disturbo e rimangono sempre convinte di avere ragione su tutto, incapaci di riconoscere i limiti e le molte bugie che raccontano. I dialoghi sono pressoché impossibili, devono pensare di avere ragione su tutto per sentirsi appagate.
La potenza della parola.
È potente nel bene e nel male, per donare la pace e per toglierla a chi riceve accuse insensate, le subdole diffamazioni.
Invece di seguire per debolezza e incapacità di controllare i pensieri insensati come quelli degli scribi e farisei, i cristiani devono guardare l’esempio di Gesù e fare lo stesso. Il Vangelo non solo si legge, la lettura deve aiutare a scoprire come parlava Gesù, le sue buone maniere, la dolcezza, la bontà, la verità e l’umiltà.
Questo significa imitare Gesù: fare come Lui.
Scribi e farisei invece di cantare la gloria di Dio che hanno sotto i loro occhi, utilizzano le loro parole per la maldicenza, distorcendo quel che vedono e odono. I loro occhi non riconoscono le meraviglie che si compiono davanti a loro e il loro cuore è chiuso al bene.
La parola ci deve servire per cantare le lodi di Dio e per fare sempre il bene, mai il male. Abituiamoci a parlare cordialmente di tutto e di tutti.
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PG 246 Pensiero di mercoledì 19.9.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

Gesù ha fondato la famiglia di Dio che deve essere anteposta alla famiglia naturale, poiché Gesù ha detto: «Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me» (Mt 10, 37).
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martedì 18 settembre 2018

SC 253 Commento al Vangelo di martedì 18.09.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (7,11-17)
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, alzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed Egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande Profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di Lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La società appare in ginocchio agonizzante e nel tempo potrebbe arrivare a una morte apparente, la morte della moralità e della verità.
La morte indica l’estinzione, una scomparsa, la cessazione di qualcosa che esisteva e che ha avuto una fine. La società continuerà ad esistere per altri millenni, ma continuando di questo passo potrà sopravvivere alla scomparsa della moralità e della verità?
Che senso avrebbe la vita degli occupanti del nostro pianeta senza un fine soprannaturale? Anche se già oggi 80% della popolazione mondiale non conosce il vero Dio dei cristiani, c’è quel 20% che in qualche modo corrisponde alle richieste del Creatore di tutto ciò che esiste.
Gli uomini e le donne dimenticano presto di essere creature e che prima di nascere non esistevano e con la morte lasceranno questa vita, per entrare nell’eternità. Non è una sconfitta o una punizione se l’anima immortale si salva, cioè merita un premio e non finisce nell’inferno.
Del 20% bisogna fare una scrematura, ma questo compete a Dio, solo Lui conosce i vivi e i morti di questo mondo, morti nello spirito!
Non come il morto del Vangelo di oggi che si trovava nella bara e la madre piangeva a dirotto, aveva perduto l’unico figlio ed era vedova. Il ragazzo morto non poteva fare nulla per chiedere aiuto a Gesù, è chiaro, furono i pianti della madre a commuovere il mite Cuore del Signore.
Un ragazzo fortunato, devo dire, non tanto per la sua risurrezione, prima ancora infatti occorreva l’intervento miracoloso di Gesù. La premura del Signore evidenzia la sua bontà, la commozione dinanzi una madre che piange. La madre con le lacrime manifestava un immenso dolore per la perdita dell’unico figlio.
Il ragazzo fu fortunato perché nello stesso istante passarono da quell’incrocio il corteo funebre con il suo corpo senz’anima e Gesù.
Fu il destino a farli incrociare in quel punto? In destino in sé non esiste, non si può intendere come la personificazione di un essere o di una potenza superiore che regola la vita secondo leggi imperscrutabili e immutabili.
Dio desidera la salvezza eterna di tutti gli esseri umani, ma la minima parte accoglie la sua Legge e sceglie l’eternità beata.
Non è accettabile la formulazione di convincimenti sulla sorte di ciascuno, come se fosse stato predeterminato da Dio lo svolgimento della vita delle persone. Non è così. Ogni uomo e ogni donna decidono il loro futuro: dalle loro scelte, se conducono una buona vita cristiana, dalla preghiera.
Molti dicono che i cattivi stanno bene, sono benestanti, non hanno malattie, ecc. Intanto non si può giudicare la loro vita perché non si conosce la sfera intima, né se veramente sono cattivi o festosi peccatori che sanno arrangiarsi bene nella vita. Non sono cattivi se svolgono con serietà il lavoro professionale, lo saranno per altre ragioni.
Dio può «non disturbare» i cattivi e i ladroni, godono di tanto bene in questa vita perché sa che per loro scelta finiranno all’inferno!
Ad essi invierà molte ispirazioni per «svegliarli» dalla vita corrotta, nessun dannato poi potrà lamentarsi di non aver ricevuto avvisi da Dio.
Nel linguaggio familiare si usa dire che un determinato avvenimento era destino, oppure qualcuno era destinato o non lo era a vivere una sofferenza o una determinata storia. Si pensa alla sorte come unica via di spiegazione dell’imponderabile, quando quasi tutti gli avvenimenti sono creati dall’uomo e dalla donna.
Il caso esiste quando avviene qualcosa in modo fortuito, senza la Volontà di Dio, senza l’azione sempre maligna dei diavoli.
Magari si incroceranno eventi e condizioni in contrasto tra loro o si troverà una facilitazione o non ci sarà neanche una sola buona occasione per trovare la felicità in questa vita. Per la mia esperienza affermo che se responsabili rimangono sempre uomini e donne che pregano o non pregano, proprio dalla vita buona o cattiva che conducono, l’influenza dei diavoli sarà minima o potente.
Molti potenti, politici e non, portano ai polsi bracciali di stoffa colorati o altro materiale: sono oggetti maleficiati da maghi che devono «proteggere» chi li indossa, ma sono in realtà infettati dalla negatività dei diavoli e il loro agire sulle persone sarà molto più forte di quando non portavano quei bracciali.
Al mago chiedono la protezione sul lavoro e i diavoli in effetti incrementano il lavoro, ma gradualmente fanno perdere il residuo di Fede in Gesù, i loro pensieri vengono indirizzati al male e alla perversione, avvengono disgrazie e forse non fanno neanche in tempo a pentirsi perché i diavoli accecano la mente. Dove finiranno?
Attenti agli oggetti maleficiati, sono pieni di negatività satanica. Non comprate nulla degli oggetti africani o orientali, possono nascondere influssi negativi che spingono al suicidio, a tradire il coniuge, a non voler restare in famiglia, a bere, a drogarsi, a commettere azioni strane e insensate.
La vita vola come un soffio e l’eternità non avrà fine, chi è saggio riflette su questo e sceglie bene. Chi vive senza Dio morirà senza Dio.
Siamo noi a prepararci il destino, il futuro, quello che saremo in questa vita e cosa sceglieremo nel passaggio dopo questa vita: l’aldilà.
Molti si considerano fortunati ma non si rendono conto che dietro ogni realizzazione sociale c’è sempre la preghiera di una mamma o un parente o un Consacrato (Sacerdote, monache di clausura) che pregano molto per quanti si rivolgono a loro e pregano anche per la conversione di tutti i peccatori.
Le lacrime della madre hanno commosso Gesù e le ha risuscitato il figlio, le vostre lacrime potranno far risuscitare chi vive da morto!
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PG 245 Pensiero di martedì 18.9.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

Dio ha creato la famiglia ed ha regolato anche i rapporti dello sposo con la sposa, dei genitori con i figli e dei fratelli fra di loro. Dio ha stabilito pure che la famiglia, insieme con la Chiesa, siano i luoghi migliori per educare, con la fede, a praticare tutte le virtù che favoriscono la comunione fraterna.
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lunedì 17 settembre 2018

SC 252 Commento al Vangelo di lunedì 17.09.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (7,1-10)
In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, Lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che Tu gli conceda quello che chiede -dicevano-, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che Tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da Te; ma dì una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che Lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una Fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il miracolo che compie Gesù a un pagano scaturisce dalla sua grande sorpresa nel constatare una Fede che non trovava in Israele. Era un centurione romano, uno dei gradi della catena di comando nell’Esercito romano, a capo di una centuria, paragonabile ai moderni ufficiali di grado intermedio (come i capitani a capo di una compagnia).
Il beneficio lo ebbe il servo ma la supplica a Gesù la rivolse il centurione, per la sua Fede avvenne il miracolo.
Questo spiega che la preghiera di intercessione è molto gradita al Signore, proprio perché è una supplica rivolta a Lui. Possiamo pregare per persone che vivono vicino a noi o negli Stati Uniti, in Australia o in Mongolia. È sempre una preghiera che si eleva verso il Cielo, accompagnata dalla nostra amatissima Avvocata e viene accolta con Amore da Gesù.
La preghiera non si improvvisa, è un esercizio giornaliero che interessa il cuore e la mente. Se è solo una preghiera meccanica o sempre superficiale, non può mai elevarsi né entrare in dialogo con Gesù e Maria.
Il fondamento della preghiera è l’amore. Per amare Loro è opportuno conoscerli, frequentarli meditando il Vangelo ogni giorno e riflettendo sulle Loro opere, le parole dette, i comportamenti attuati in ogni circostanza. Da questa conoscenza la preghiera si riempie di amore e il credente abbandona la vecchia mentalità per rivestirsi dei doni dello Spirito Santo.
L’azione è sempre di Dio, Egli agisce dove trova le buone disposizioni interiori, dove i cuori sono diventati più umili e buoni.
Quel che colpisce soprattutto Gesù nel miracolo di oggi, è l’umile Fede del pagano centurione. Egli inviò alcuni amici a raccomandarlo, anche in questo gesto si riscontra la sua profonda Fede in Gesù. Era sicuro della potenza di Gesù e che veniva da Dio, ancora da lui non conosciuto, ma ha visto il Figlio di Dio.
«Gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, Lo supplicavano con insistenza».
Troviamo più persone che agiscono per far intervenire Gesù, ci sono anche alcuni Anziani dei Giudei, non si tratta di Dottori della Legge, ma di patrizi, persone altolocate, indicati dalle fonti come capi del popolo, importanti, nobili. Essi avevano un ruolo predominante nel governo della nazione dopo l’esilio, ma la loro influenza nel Sinedrio al tempo di Gesù era alquanto diminuita.
Questi erano amici di Gesù, Lo ammiravano molto e condannavano i persecutori del Messia. Non possiamo chiamarli effettivamente suoi seguaci come Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea che erano dottori delle Legge, farisei e membri del Sinedrio.
Questi Anziani hanno avuto una lodevole premura nell’intercedere per il centurione, e pur non mostrando una Fede solida portano la loro testimonianza accolta e gradita da Gesù. «Egli merita che Tu gli conceda quello che chiede -dicevano-, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga».
In queste parole troviamo uno dei modi per intenerire il Signore quando preghiamo, ricordando il bene fatto da chi vogliamo aiutare.
Non è sufficiente la sola preghiera, anche se la preghiera deve contenere una grande Fede fondata su un’umiltà eccellente, è importante parlare con Gesù quando si chiede una Grazia. Lui conosce tutto ma vuole sentire la nostra richiesta, vuole vederci umili.
Non sono determinanti molte parole, ce lo insegna Gesù nel capitolo 6 di San Matteo. «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate» (6,7-8).
Questo testo si allinea alla parabola della vedova importuna: «C’era una vedova, che andava da un giudice iniquo e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi» (Lc 18,4-5).
Gesù afferma che bisogna chiedere le Grazie senza ripetere parole inutili, concentrando il colloquio con Lui solo sugli aspetti più importanti, iniziando con ringraziamenti per quanto ci dona e lodi perché è Dio.
La preghiera deve essere però insistente, ripetuta più che possiamo, con poche parole e molto amore.
La Fede umile farà ottenere tutte le Grazie convenienti che si chiedono!
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SC 251 Commento al Vangelo di domenica 16.09.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

XXIV Domenica del Tempo Ordinario 

+ Dal Vangelo secondo Marco (8,27-35)
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che Io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti». Ma Egli replicò: «E voi chi dite che Io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E impose loro severamente di non parlare di Lui a nessuno. E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’Uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro Lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma Egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da Me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di Me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Quando Gesù predicava e passava per le città, i pareri su Lui erano discordanti, la causa dipendeva dalla purezza interiore. I buoni e i semplici credevano in Lui e Lo consideravano quantomeno un Profeta mandato da Dio, molti Lo seguivano e potevano appurare che le sue opere non potevano essere umane.
C’erano molti altri prevenuti contro gli uomini che insegnavano la verità biblica e li perseguitavano, li diffamavano in ogni circostanza.
Questo fecero contro tutti i Profeti inviati da Dio, mentre contro Gesù l’odio divenne satanico. Soprattutto i farisei fomentavano un livore indomito contro Lui per la loro invidia e per non perdere il potere e il benessere, come gli scribi del Tempio.
Allora come oggi ogni essere umano tira fuori dal suo cuore quello che vi è presente, lo afferma chiaramente Gesù: «L’uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive» (Mt 12,35).
Ogni persona pensa e parla seguendo inevitabilmente ciò che ha dentro, quanto di buono o di cattivo è presente nel suo cuore. Il bene non è sempre presente nelle persone che appaiono buone e affidabili, è la prudenza a guidarci per discernere quanto si vede e si ascolta.
I più abili bugiardi manifestano una bontà (finta) che colpisce, dicono parole affettuose che commuovono, sono astuti nel fingere.
L’atteggiamento falso che diventa finzione non lo scambiamo però con la gentilezza che manifestano i buoni anche quando non ne hanno voglio per la stanchezza o una sofferenza. Il sorriso o la cortesia in queste condizioni non è ipocrita, nasce sì da uno sforzo ma non per ingannare.
Ci sono tanti atteggiamenti diversi nelle persone, deve essere così per la differenza caratteriale e poi ognuno è un mondo a sé. Ogni persona è speciale, riceve molti doni da Dio ed è la persona a decidere il suo futuro: se conoscerli e vivere questi doni oppure non curarsene e seguire i propri pensieri che arrivano non si sa da dove.
Einstein diceva: «Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido».
Quante persone piene di lauree commettono sbagli banali di discernimento? O tanti intelligenti che non riescono a prevedere lo sviluppo delle cose personali e familiari? È molto facile per chi è abile nel commercio o nella sua professione prevedere sviluppi quasi certi delle loro operazioni o attività, ma si tratta di numeri e di leggi.
La persona anche più geniale di tutti si confonde quando deve capire qualcosa di sé e non conoscendosi, commetti errori e peccati gravi.
Miliardi di persone nel mondo sono brave nel proprio lavoro e molto intuitive, quando si tratta di valutare la vita interiore non capiscono nulla, perdono la concentrazione e non sanno più cosa fare. Lo stesso quando giudicano Gesù Cristo senza conoscerlo, senza aver letto libri spirituali e prendono posizioni contro la Chiesa.
Noi cristiani siamo molto fortunati e benedetti, sia per il Battesimo e i Sacramenti, sia per la conoscenza del Vangelo e della morale.
I cristiani hanno il sigillo di Dio e questo non si dovrà rinnegare neanche sotto minaccia.
La nostra convinta appartenenza al Signore ci fa pervenire miriadi di intuizioni, buone ispirazioni e allontana l’agire falso.
Se si vuol diventare buoni e onesti, le bugie scompaiono e si mostra agli altri una sincerità che incanta. Senza la vera vicinanza a Gesù si rimane ingabbiati nella falsità che cresce di continuo, non se ne può fare a meno per motivi di natura psichica o orgogliosa.
La persona buona e sincera non cerca occasioni o ripieghi per apparire tale, si trova nella pace interiore ed agisce senza studiare i suoi comportamenti, è semplice e spontanea, rifiuta come la lebbra i modi di agire artificiosi, calcolati, fasulli.
Non tutte le persone buone pregano o pregano bene, molte hanno una naturale disposizione a voler bene e ad evitare di far star male. È già qualcosa!
Il Vangelo oggi ci mostra Pietro che riconosce primo fra tutti che Gesù è l’Unto di Dio. «Tu sei il Cristo». Era pienamente convinto e amava il Signore più dei suoi genitori, il suo era davvero un amore profondo. Quel Pietro però non aveva perduto la debolezza umana e agiva seguendo l’istinto della vecchia mentalità, tanto che rinnegò Gesù per paura di morire. Non era ancora disceso lo Spirito Santo nella Pentecoste e Pietro era molto umano.
Quindi, il cristiano può amare Gesù e purtroppo seguire ancora la vecchia mentalità, o si illude di credere in Lui senza fare la sua Volontà, oppure si mostra esteriormente come un difensore del Signore solo con le parole, mentre agisce in modo opposto nel segreto insieme ad altri o nel proprio cuore.
Il mondo pagano non conosce Gesù, altri Lo perseguitano cercando di distruggere la Chiesa e si sentono pubblicamente voci che dichiarano fallita la Chiesa di Gesù nella sua evangelizzazione e nel suo essere Cattolica, quindi, secondo loro la soluzione è di rinnovarla, alterando arbitrariamente la dottrina millenaria.
Nella Chiesa oggi sono in aumento quelli che non riconoscono Gesù come Dio e vengono meno ai doveri assunti nell’ordinazione sacerdotale.
Il popolo di Dio è in larga parte abbandonato e in moltissime Chiese è estinta la sincera adorazione dell’Eucaristia. «E voi chi dite che Io sia?».
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PG 242-244 Pensieri dal 15.9.2018 al 16.9.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

242 - 15.9.2018
Il Crocifisso ha recuperato integralmente l'uomo: la vita spirituale col perdono e la vita umana con la resurrezione del corpo. La Madonna Addolorata col dolore si è associata al Figlio nell'espiazione e con la maternità spirituale al perdono dei suoi figli.

243 - 16.9.2018
La nostra religione è una famiglia unica: ha il Padre Celeste, la Madonna la Mamma nostra, Gesù nostro fratello e con Lui siamo figli di Dio e figli di Maria, uniti nello Spirito Santo.

244 - 17.9.2018
La vita in famiglia è la palestra di ogni virtù: l'ubbidienza ai genitori, la carità ai fratelli e la condivisione premurosa nella gioia e nella sofferenza con ciascuno e con tutti.
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venerdì 14 settembre 2018

SC 250 Commento al Vangelo di venerdì 14.09.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Esaltazione della Santa Croce

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (3,13-17)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Nessuno è mai salito al Cielo, se non colui che è disceso dal Cielo, il Figlio dell’Uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’Uomo, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La parola croce fa immediatamente pensare alla sofferenza, a qualcosa di doloroso e insopportabile. Il linguaggio della società si contrappone a quello di Gesù Cristo, anche in questo caso l’interpretazione che ne dà Lui è totalmente diversa.
Innanzitutto, insegna che ognuno diventa forte quando riesce a prendere la propria croce, di qualsiasi natura, e la prende con amore anche senza capirne la ragione. Avvengono tanti fatti incomprensibili e la maggior parte delle persone non si rende conto degli errori, scaricando le responsabilità sempre sugli altri.
Soprattutto quando sono presenti traumi psichici, disturbi dissociativi, comportamenti che si evidenziano come anomali.
I persistenti sintomi di alterazione delle funzioni cognitive e percettive, del comportamento e dell’affettività, richiedono cure psichiche.
Dobbiamo innanzitutto fare una distinzione tra il termine croce inteso come sofferenza che si porta con difficoltà e la Croce simbolo di salvezza, dove venne crocifisso Gesù Cristo. Non si deve confondere la sofferenza non accettata e vista come una disgrazia o una rovina familiare.
Nelle famiglie spesso sono presenti molte croci, intese come sofferenze create da qualche familiare con i suoi comportamenti per la sbagliata comprensione degli eventi. Molte divergenze nascono dall'orgoglio e dalla determinazione di imporre le proprie convinzioni, che spesso non nascono da una mente obiettiva.
È molto importante conoscersi bene per saper misurare le virtù e i propri limiti, per comprendere con maggiore lucidità che non tutti i pensieri che arrivano alla mente sono i migliori o sono corretti. Il male può causarselo la stessa persona, un male prima interiore, che viene esternato e diventerà causa di litigi con quanti vivono insieme.
Le croci fanno stare male, questo è il pensiero del mondo pagano e non solo, ma con Gesù ogni croce che si porta addosso diventa un mezzo per avvicinarsi a Lui. Il Signore non manda croci a nessuno, sono gli uomini a confezionarle per se stessi o per scaricarle sugli altri.
Il Signore può permettere delle croci per motivi soprannaturali e solo a quanti considera capaci di portarle, meritevoli della sua attenzione, ma non sono mai superiori alla capacità di resistenza di ognuno.
Oggi è la festa dell’esaltazione della Santa Croce, la Chiesa porta in trionfo la Croce di Cristo perché per suo mezzo Gesù ha redento l’umanità, ha riportato l’amicizia con il Padre, ha sconfitto satana e tutto quello che era sotto il suo dominio.
Poteva salvare l’umanità in un altro modo, la scelta della crocifissione e della Croce indicano il modo migliore per mostrare agli uomini di tutti i tempi quanto è infinito l’Amore di Dio. Gesù è stato incompreso anche in questa coraggiosa decisione e rimarrà l’Incompreso per molti.
Senza l’accettazione della Croce e la sua tremenda morte, non potremmo chiedere a Gesù di aiutarci a portare le nostri piccoli e grandi croci, non comprenderemmo mai l’Amore che ha adesso per ognuno di noi.
Gesù ha portato sulla Croce i peccati di tutti i tempi, Lui si è fatto peccato per espiarlo davanti al Padre. Il peccato e la mancata gratitudine degli uomini sono le cause della morte in Croce del Signore. Questo ci dice che ogni peccato, ogni ingratitudine, sono gesti di indifferenza verso Gesù.
Con la sua morte in Croce tutte le croci che portano con serenità le persone, diventano saggezza, elevano l’anima e si vive vicini a Lui.
Solo con l’accettazione delle proprie croci si diventa capaci di unirle alla Croce di Gesù e di rendere così infinite anche le piccole croci.
La sofferenza non è più vista come tale se si scopre il valore espiatorio che portano le piccole e grandi croci, esse danno una forza superiore che viene dallo Spirito Santo. Le croci considerate un peso e una terribile sofferenza, si alleggeriscono notevolmente se si prega molto il Santo Rosario e si chiede alla Madonna l’aiuto per superare le prove impegnative della vita.
Oggi mettiamoci davanti una Croce e adoriamola, su Essa Gesù ha trovato un trono, ha regnato e ha riscattato ognuno di noi.
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PG 241 Pensiero di venerdì 14.9.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

La Croce ha inabissato Gesù al di sotto dell’umiltà, per questo Lo ha esaltato così in alto da farlo sedere alla destra del Padre.
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giovedì 13 settembre 2018

SC 249 Commento al Vangelo di giovedì 13.09.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (6,27-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, Io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché Egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
I comportamenti a cui sono chiamati i cristiani sono esigenti ma elevano l’anima e l’intelletto, permettono di ricevere abbondante Grazia da Gesù. Senza la presenza del suo Spirito, qualsiasi persona non riesce a modificare il suo carattere e se commette errori, potrà solo aumentarli fino a diventare abituale dire bugie, agire con malizia, falsare tutto.
Tutta la persona cambia solo con la Grazia di Dio, comunque con la preghiera giornaliera recitata con amore e umiltà, con le buone opere.
Il Vangelo oggi ci presenta diversi insegnamenti del Signore molto impegnativi e per metterli in pratica occorre una profonda meditazione. Non è sufficiente leggerli, né ci si può adagiare sulla convinzione di non far del male a nessuno, perché il più delle volte non si riesce nemmeno a fare del bene a nessuno.
Gesù ci parla molte volte del merito che ha anche la più piccola delle nostre opere, se la realizziamo per Lui: neppure un bicchiere d’acqua offerto per Lui rimarrà senza ricompensa. Se siamo fedeli a Cristo, dopo una vita offerta giorno dopo giorno al Signore, troveremo accantonato in Cielo un tesoro.
La nostra vita è in effetti il tempo per meritare, perché in Cielo ormai non si possono più acquistare meriti, ma si gode la ricompensa.
Non si possono acquistare meriti in Purgatorio, dove le Anime Sante si purificano dalle tracce lasciate dai peccati.
Questo tempo è l’unico tempo per meritare le Grazie dal Signore: i giorni che ci rimangono da vivere qui in terra. Riflettiamoci bene.
Tutto quello che Gesù ci chiede oggi nel Vangelo richiede un amore soprannaturale, una mentalità che và costruita e non si possiede senza la Grazia di Dio. Molte persone sono naturalmente incline a fare del bene, a comportarsi onestamente, ad evitare opere maliziose e false.
È già un agire nobile ma senza fondamenti, senza capire la ragione della pratica di certi atteggiamenti che vanno contro la malvagità umana. Bisogna allora riempire di contenuti i buoni comportamenti che si praticano e che rendono felice il Signore.
Il mondo insegna con sempre maggiore cattiveria «l’occhio per occhio» dell’Antico Testamento, tranne i cristiani tutti gli altri seguono questa legge, anche se in determinati contesti culturali c’è una remissività che non posso chiamarla docilità come quella che ci insegna Gesù.
Il mondo senza Dio non comprende gli insegnamenti che oggi ci dà il Signore, sono troppo corretti per essere praticati, riportano la persona ad un equilibrio non raggiungibile con le sole capacità umane e che è impossibile possedere senza la vicinanza di Gesù.
Le nostre opere di ogni giorno -il lavoro, i piccoli servizi che prestiamo agli altri, le gioie, il riposo, il dolore e la fatica vissuti con garbo e offerti al Signore-, possono trovar merito grazie ai meriti infiniti che Cristo ci ha guadagnato nella sua vita terrena, poiché «dalla sua pienezza abbiamo ricevuto Grazia su Grazia» (Gv 1,16).
Doni si aggiungeranno ad altri doni, nella misura in cui corrispondiamo alla Volontà di Dio.
Il minimo atto di amore di Gesù, nella sua infanzia, nella sua vita di lavoro a Nazaret, racchiudeva un valore infinito per ottenere la Grazia santificante, la vita eterna e gli aiuti necessari per raggiungerla, in favore di tutti gli uomini del passato, del presente e che verranno.
Nessuno come la Madonna, Madre di Dio e Madre nostra, partecipò con tanta pienezza dei meriti di suo Figlio, ed è Mediatrice delle Grazie.
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PG 240 Pensiero di giovedì 13.9.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

Le piccole rinunzie, fatte frequentemente, hanno più valore di quelle grandi.
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mercoledì 12 settembre 2018

SC 248 Commento al Vangelo di mercoledì 12.09.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Santissimo Nome di Maria

+ VANGELO
Grandi cose ha fatto in Me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

+ Dal Vangelo secondo Luca (1,41b-55) 
In quei giorni, Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore». Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua Serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
È venerata dai cattolici e dagli ortodossi come “Santissima Madre di Dio”, in Italia viene comunemente chiamata con il titolo di Madonna, ed è la Donna della Genesi, del primo miracolo di Gesù alle nozze di Cana, dell’Apocalisse, vista nella visione dall’Evangelista Giovanni: «Nel Cielo apparve poi un segno grandioso: una Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle».
È la Madre di Gesù Cristo Dio, la Creatura che diventa Madre del Creatore, ed è un fatto unico e irripetibile, qual è stata l’Incarnazione di Dio.
Dio eterno puro Spirito, prende Carne da una Donna, è un fatto inaudito, incomprensibile senza la Fede, impossibile per gli anticlericali.
Noi sappiamo che è avvenuto veramente ma senza la meditazione approfondita di questo mistero si rimane in superficie e si conosce molto poco, così si ama poco questa potentissima Mediatrice di tutte le Grazie.
Fin dall’inizio del Cristianesimo si sono sollevati voci stonate contro le grandezze della Madre di Gesù, un modo per minimizzare la sua Persona e dare gloria piena a Cristo. Eretici e cristiani confusi non riuscivano a comprendere che la Madre non toglie assolutamente nulla al Figlio, anzi, Ella è la Persona più qualificata e santificata fin dal grembo materno con il suo dono di Immacolata, a voler far dare piena gloria a suo Figlio Gesù.
L’intoppo non risolto per l’ottusità e l’agitazione che colpisce anche molti cristiani che minimizzano la Madonna e non vogliono offrirle quella venerazione che Gesù stesso Le dava e che mostra nel Vangelo, dà maggiore certezza che per i diavoli è una tortura la Persona di Maria Madre di Dio.
In tutti gli esorcismi i diavoli si scatenano soprattutto contro la Madonna e non possono andare oltre quanto viene concesso proprio dalla Madonna. L’aspetto singolare è che tutti i diavoli tremano anche quando si recita una sola Ave Maria.
La pronuncia del Santissimo Nome di Maria indebolisce i diavoli, sono costretti a fuggire dal luogo o dalla persona dove agiscono.
Dei tre Vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea, e che, promessa Sposa di Giuseppe, ricevette dall’Arcangelo Gabriele l’annuncio che avrebbe concepito il Figlio di Dio, senza conoscere uomo (Luca 1,26-38).
Ella accettò e, per la sua completa accettazione e fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata il modello per tutti i credenti.
Come ho scritto, però, non tutti i credenti Le attribuiscono le grandezze riconosciute dalla Chiesa, ci sono prelati e sacerdoti che non recitano mai il Santo Rosario e lo considerano inutile, oltre a non rivolgersi mai a Colei che «costrinse» amabilmente suo Figlio a compiere il primo miracolo a Cana.
Si racconta di un sacerdote che non credeva nell’esistenza dei diavoli e ridicolizzava gli esorcismi, diceva ad un amico esorcista che perdeva tempo e che si trattava solo di suggestioni. L’esorcista lo sfidò a presenziare ad un esorcismo, dopo molti rifiuti l’altro accettò e si mise in un angolo per divertirsi, come pensava lui.
Dopo l’inizio dell’esorcismo i diavoli cominciarono a bestemmiare e a inveire contro l’esorcista, poi si rivolsero al sacerdote che non ai diavoli e gli dissero: «Tu cosa hai da ridere , sei superbo e stupido. Tu sei quello che ha commesso questo… quello… e quell’altro…».
I diavoli elencarono molti peccati segreti di quel sacerdote che nessuno poteva conoscere, inoltre i diavoli dissero che solo per la presenza della Madonna non lo avrebbero torturato e colpito con malattie invalidanti.
Con lo svelamento dei suoi segreti il sacerdote fuggì terrorizzato e da quel giorno cominciò a pregare la Madonna e a lottare contro i diavoli.
Questo spiega che quanti non pregano la Madonna o sono lontani da Lei perché non seguono i suoi insegnamenti, vengono ispirati e guidati dai diavoli verso una vita corrotta e vanitosa, sono aggrediti nella mente e nel corpo, diventano sempre più deboli nella Fede e si perdono.
La recita di più Corone del Santo Rosario ogni giorno è il minimo che deve fare il cattolico, oltre a meditare sulle virtù della Madonna e impegnarsi nell’imitarla. In ogni circostanza contraria o di sofferenza, recitate l’Ave Maria, chiamate la Madre e Maria Santissima vi aiuterà.
Ella invita a portare addosso la Medaglia Miracolosa benedetta e come ho già scritto, potete richiedere quelle lucide che non si anneriscono.
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Medaglia di San Benedetto