Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



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sabato 29 maggio 2010

663 - Memorie di un esorcista di G.Amorth (2)

Ero nell’ufficio parrocchiale quando sono entrate due donne: la prima la conoscevo bene, ma l’altra non l’avevo mai vista. Quella che conoscevo mi ha detto: “ Padre, questa donna ha bisogno di lei”. Mi sono rivolto alla nuova venuta e le ho chiesto per quale motivo si era rivolta a me. La fissavo in faccia; faceva strani segni con gli occhi e con le mani. Già mi era venuto in mente chi potesse essere e le ho detto: “signora, di chi ha paura? Qui non c’è il demonio, qui c’è Cristo Signore”. E le ho messo davanti agli occhi il Crocifisso che tengo sulla scrivania. A quel punto l’agitazione della donna si è fatta violenta, ma ero preparato al peggio e le ho gridato: “ma tu sei una maga! Che cosa vuoi da Dio?”. Dapprima è rimasta sorpresa, e poi mi ha detto : “voglio essere liberata dal demonio perché il mio uomo sta morendo”. Le ho risposto in tono perentorio: “di che cosa sta morendo il tuo uomo? Forse gli hai fatto una fattura o gli hai mandato una maledizione?”.


E lei tra le lacrime mi ha risposto che gli aveva gridato, con cattiveria: “ti pigliasse una cancrena!”. Quella maledizione era giunta a segno e il suo uomo stava in ospedale morente, in camera di rianimazione.


Con voce severa le ho detto: “io non sono un santo e non faccio miracoli; sono un esorcista che, con l’aiuto e nel nome di Dio, scaccio i demoni: Ma la vita al tuo uomo non posso restituirla”. A questo punto la donna ha fatto un balzo tale da salire in ginocchio sulla scrivania e ha allungato le braccia con l’intenzione di afferrarlo per il collo. Ero preparato a quella reazione del demonio e ho fatto in tempo a gridare: “satana, in nome di Dio, fermati!”. Ella, con gli occhi sbarrati e con la bocca spalancata, pur tenendo ancora le braccia tese verso il mio collo, è rimasta immobile: Dio mi aveva protetto. Allora ho gridato al demonio:”in nome di Dio, satana, ti ordino di non muoverti da questa posizione”. Sono andato in Chiesa, ho messo la teca sul petto. Quando sono tornato nell’ufficio parrocchiale la donna era ancora nella posizione in cui l’avevo lasciata. Le ho ordinato di scendere dalla scrivania, di non tentare di avvicinarsi a me più di quella distanza di quando stava seduta. Con l’Ostia consacrata ero più tranquillo e con voce risoluta le ho detto: “invece di piangere per il tuo uomo, dovresti piangere per le tante persone alle quali in vent’anni di carriera hai fatto del male”. Ella con voce cavernosa mi ha gridato: “se il mio uomo muore farò del male a tutta la città”. Io mi sono alzato di scatto, l’ho afferrata per le spalle e l’ho spinta fuori dall’ufficio e dalla chiesa gridandole: “con l’odio che hai nel cuore non sei degna di stare qui”. Allora la donna che l’accompagnava mi ha detto: “padre, lei tratta tutti con gentilezza e non manda via quelli che sono posseduti dal demonio. Come mai quella lì l’ha cacciata via in malo modo?”. Le ho risposto: “noi esorcisti possiamo aiutare a liberarsi dalla possessione demoniaca solo quelli che lo desiderano. Ma chi ha l’odio nel cuore non desidera essere liberato. E poi sta certa che entro un’ora la maga verrà di nuovo qui”. Infatti poco dopo ella è ritornata e le ho detto che se voleva che le facessi l’esorcismo doveva darmi la dimostrazione che voleva essere liberata, portandomi tutto quello che aveva di magico. Alle 15 ho riaperto la Chiesa e ho visto che le due donne stavano lì ad aspettarmi; avevano due grosse borse mi ha fatto rabbrividire: oltre ad attrezzi vari, come vassoi per bruciare l’incenso, c’erano candele rosse e nere, chiodi, spilli, limoni, fotografie da cui ritagliare il ritratto di una persona; e poi decine e decine di fatture già fatte. C’erano inoltre libri sulla magia, sulla stregoneria, sulle fatture, sulle messe nere, sulle orge sataniche e tante altre cose. Dopo aver cosparso il tutto per bene con l’acqua benedetta e dopo aver invocato Dio perché annullasse ogni maleficio, ho chiuso tutta quella roba in un armadio affinché nessuno la potesse trovare. Poi ho inviato la maga a tornare la sera con quattro uomini, quando la chiesa era chiusa. Sono arrivati puntuali. Mi ero reso conto che non era necessario consultare uno psichiatra, tanto era chiara la presenza demoniaca . Ho indossato i paramenti sacri e ho cominciato l’esorcismo. Ho subito comandato al demonio di non fare del male ad alcuno dei presenti, di non avvicinarsi a nessuno, di star lontano almeno mezzo metro da ognuno. Poi ho iniziato il rito. Ogni tanto la maga scattava in piedi, urlava, bestemmiava; io facevo finta di non sentirla. Ella allungava le mani intorno a sé, ma non toccava nessuno, tanto che il demonio ha urlato: “che avete messo qui davanti? Non riesco a passare!”. Il demonio interrompeva spesso la preghiera; diceva che loro erano in tredici, mentre io ero solo e non sarei mai riuscito a cacciarli via. Gli comandavo in nome di Dio di tacere; e a quest’ordine si infuriava, e una volta mi ha gridato: “ma che cosa hai messo fra te e me? Una lastra di cristallo?” Alla fine mi ha detto : “ma smettila! Lei non vuole essere liberata; altrimenti ti avrebbe portato tutto; invece nell’armadio della sua camera ha due borse di fattura già fatte e pronte per essere spedite”. A questo punto la donna ha affermato di essere stanca, di non poter resistere più. Ho colto l’occasione per troncare l’esorcismo dicendole: “con i demoni stanchi io non combatto. Proseguiremo domani, ma a condizione che tu domani mattina mi porti le due buste di fatture che, a quanto mi ha detto il demonio, tieni nascoste nell’armadio. Ti aspetto domani alle sette”. L’indomani alle sette precise era davanti alla porta della chiesa con le borse; e piangendo mi ha detto: “il mio uomo sta morendo. Lo hanno messo nel polmone d’acciaio”. Io le ho detto: “ora vai in ospedale a trovare il tuo uomo; ma a lui ci penserà Dio. Ritornerai questa sera alle 20, con gli uomini che ti hanno accompagnata ieri”. Alle 19 erano già tutti in chiesa. Ho chiuso le porte, ho indossato i paramenti e mi sono preparato per la lotta. La maga non faceva altro che ripetermi di fare presto, perché i dottori avevano dato al suo uomo un’ora di vita. Ho recitato poche preghiere, poi ho ripreso subito l’esorcismo imperativo. A un certo punto, urlando, la donna ha cominciato a vomitare; dalla bocca è uscito un grumo di terra marrone e saliva. Mentre lo aspergevo con acqua benedetta, contavo; questo è il primo demonio. Seguitavo a pregare, a dare ordini, e uno dopo l’altro sono usciti altri dodici demoni. Allora una voce cavernosa mi ha gridato: “io sono satana; non riuscirai a cacciarmi”. Ho guardato l’orologio e ho visto che mezzanotte era passata da una decina di minuti. Ho detto: “già siamo nella festa dell’Immacolata Concezione. Satana, in nome di Maria Santissima Immacolata ti ordino di uscire da questa donna e di andare dove Dio ti ha comandato di andare”. Ho ripetuto questo comando una decina di volte, fino a quando la rauca voce del demone si è fatta di nuovo sentire: “basta con quel nome, Non lo voglio più sentire!”. Ho risposto: “demonio, quel nome lo ripeterò per tutta la notte; se non vuoi sentirmi nominare il nome di Maria Santissima Immacolata, Madre di Gesù, esci da questa donna e vattene via”. Allora la maga ha ricominciato a vomitare, e dopo un urlo è caduta a terra svenuta. Era finalmente libera da tutti i demoni. Ci siamo messi a fare pulizia, mentre la maga dormiva. Usavo acqua benedetta, con molto alcool nel secchio; poi ho dato fuoco a un foglio e l’ho buttato sui residui vomitati con l’uscita dei tredici diavoli. Solo quando tutto era pulito ho ordinato alla maga, in nome di Dio, di alzarsi. Si è alzata molto lentamente, come se il demonio l’avesse fatta a pezzi. Le ho detto che quella mattina l’aspettavo in chiesa; si doveva confessare e comunicare. Così fu fatto. Dopo pochi giorni, mentre mi trovavo in una casa per una preghiera di liberazione, ha squillato il telefono. La padrona è andata a rispondere e poi è venuta di corsa a riferirmi: “quella signora (che era una maga) mi ha detto di riferirle che suo marito sta bene. I medici, il giorno dell’Immacolata, sono rimasti stupiti: credevano di trovare il paziente morto e invece l’hanno trovato che stava meglio e voleva mangiare. Poi l’hanno riportato in corsia; migliorava a vista d’occhio e mangiava regolarmente. Prima di Natale è tornato a casa guarito”.


Il giorno di Natale marito e moglie erano in chiesa. Poi sono venuti nell’ufficio parrocchiale a ringraziarmi, si sono confessati e hanno fatto la comunione.


Dio è grande!
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662 - Memorie di un esorcista di G.Amorth (1)

E’ questo il caso di un ragazzo che, nella prima infanzia, fu affidato in custodia alla nonna paterna a pare che questa l’abbia consegnato agli spiriti maligni. A cinque anni fece la Prima comunione e cominciò a frequentare la Chiesa parrocchiale come chierichetto e come ministrante di fiducia del parroco.

Proseguì così fino ai tredici - quattordici anni. Il lunedì di Pasqua il giovane ha la visione di una croce luminosa; una voce gli dice: "Soffrirai molto";. Da allora accusa fenomeni strani sul suo corpo: flagellazione, graffiature al costato, segni iconografici alle mani e ai piedi. Seguono apparizioni di Gesù e della Madonna.
La lacrimazione di un quadro del Sacro Cuore attira l’attenzione di molta gente che si assiepa intorno a lui.
Il fenomeno diventa di pubblico dominio, i giornali locali ne parlano, interviene perfino la curia Vescovile.
Si istituisce un regolare processo di indagine sui fatti straordinari; ma presto il tutto viene archiviato perché emergono – a quanto pare – segni di non attendibilità. Però i fenomeni di lacrimazioni sanguigne dei quadri continuano e il giovane resta al centro dell’attenzione di una cerchia di amici. L’anno successivo lo scenario dei fenomeni prende un’altra piega. Il ragazzo si incontra con uno pseudo carismatico, che fa preghiere su di lui. Il giovane ha delle levitazioni e la gente che va a trovarlo cade talvolta, durante le preghiere, in una forma di riposo nello spirito. Il giovane si allontana dalla frequenza ai Sacramenti; rompe ogni rapporto con lo pseudocarismatico.
Un giorno, non ricordo la data con esattezza, alcuni amici mi conducono il giovane per un discernimento sull’origine dei fenomeni straordinari, e per un consiglio sul comportamento da tenere. Il ragazzo appare sorridente, ingenuo, pulito, sereno, tranquillo. Mi narra i fenomeni di lacrimazione dei quadri e mi mostra il quadro del Sacro Cuore, che estrae dalla custodia e che lui espone alla vista della gente, quando si mette in preghiera. Il quadro presenta segni vistosi di lacrimazioni di sangue che è raggrumato nel vetro. Domando a degli amici il parere della curia Vescovile: mi rispondono che essa aveva delle riserve sull’origine soprannaturale dei fenomeni. Prego il giovane di non dare molta importanza a quei fatti, di non esporre il quadro, di non pregare in pubblico e di usare prudenza in attesa che il Signore manifesti la sua volontà al riguardo.
L’anno successivo entrano in scena il parroco e il viceparroco di una parrocchia vicina, ai quali il padre del giovane si era rivolto per chiedere aiuto, dato che il figlio stava male e il suo parroco non voleva interessarsi di lui. I due sacerdoti si prendono cura del giovane e fanno su di lui preghiere di liberazione, perché sembra disturbato dal demonio. Finché un bel giorno me lo conducono, convinti che abbia bisogno di esorcismi.

Ho fatto su di lui cinque esorcismi, dal dicembre di quell’anno.

Primo esorcismo. Sono presenti i due sacerdoti che accompagnano il ragazzo, insieme ad altre persone venute con loro. C’è anche un piccolo gruppo di carismatici. All’inizio del colloquio il viso del giovane è sereno; dopo pochi minuti, qualche rutto e segni di disagio. Mi dice che i fenomeni strani gli sono incominciati fin dalla prima infanzia, qualche anno prima della Prima Comunione (ricevuta quando aveva appena cinque anni). L’Ostia aveva quasi sempre sapore di “sangue marcio”. Durante la consacrazione, alla Messa, gli venivano parole di bestemmia e durante la Comunione aveva immagini impure. I fenomeni strani cominciarono all’età di tredici anni: levitazione, stigmate, segni iconografici sul corpo, statue che si spezzavano e grondavano sangue, stiramenti del corpo, paresi, visioni, petali e boccioli di rosa che gli fuoriuscivano dalla bocca. Procedo cautamente con un esorcismo esplorativo. Il giovane cade per terra, si rotola, scalcia violentemente, digrigna i denti, mi sputa addosso, tenta di aggredirmi, ha la voce rauca e gli occhi rossi, pieni di odio. Procedo nell’esorcismo con formule imperative. L’acqua benedetta lo brucia. A stento è tenuto a terra da quattro persone. Le reazioni diventano ancora più violente quando si nomina la Vergine di un santuario mariano locale. Dopo un quarto d’ora, subentra la quiete. In fase di ripresa, il paziente all’improvviso sferra un nuovo attacco, colpendo di sorpresa; viene domato con facilità. Ora riesce a pregare con l’esorcista, ma è molto stanco. Salutandolo si mostra contento, ma fa qualche rutto.


Secondo esorcismo. Sono presenti le stesse persone della prima volta, e si ripetono gli stessi fenomeni. Un calcio imprevisto mi colpisce una gamba.


Terzo esorcismo, nel febbraio dell’anno seguente. Il parroco che l’accompagna mi porta sei o sette quadri di varia grandezza che rappresentano il Sacro Cuore o la Madonna. Sono orribili sfigurati e pieni di sangue raggrumato, durante le lacrimazioni. Raccomando di rinchiuderli nelle custodie e di metterli da parte, lontano dalla vista dei curiosi. Durante l’esorcismo le reazioni sono meno violente delle volte precedenti, ma il paziente rimane molto pericoloso e occorrono uomini muscolosi per tenere l’energumeno. Fatto nuovo: parla in lingue diverse.


Quarto esorcismo, nel marzo dello stesso anno, alla presenza di una quindicina di sacerdoti, convenuti per il corso pastorale di demonologia. Il demonio si manifesta e dice : Le reazioni sono meno violente. La ripresa avviene dopo meno tempo. Il ragazzo non ricorda tutto quello che è successo; nota soltanto come se un anello lo legasse alla caviglia.


Quinto esorcismo, nel successivo mese di maggio. Sono presenti quasi tutti i sacerdoti e i pochi laici che frequentano il corso di demonologia. Le reazioni del ragazzo sono ancor meno violente. Ho un dialogo con il demonio che afferma che il ragazzo è suo fin dall’infanzia e non lo lascerà.


Ho chiesto al parroco che accompagna il giovane una breve relazione.
Eccola :
I fenomeni di questo periodo sono : oggetti che volano, distruzioni di mobili, graffiature di muri, acre odore di zolfo. Il giovane soffre di attrazione del corpo, come se fosse spinto da una forza invisibile. Gli amici devono trattenerlo con la forza sul letto. C’è una conflittualità di dialogo fra lui e una presenza invisibile. Egli dice : “No, non lo voglio, non lo farò mai; vattene satana”. Ho visto omaggi floreali: petali e boccioli di rosa escono dalla sua bocca; sul suo corpo compaiono segni iconografici, come il monogramma dell’Ostia(IHS) e il volto accennato di un uomo nella parte superiore del corpo …


La vita cristiana è sporadica e non mi persuade il suo comportamento … Ora dopo il primo incontro con l’esorcista e con le preghiere di liberazione, sembra che le reazioni si siano attutite.
Permangono disturbi notturni, brividi di freddo, sensazioni di qualche cosa di viscido che lo avvolge e gli dice:” Sei nostro”
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Medaglia di San Benedetto