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mercoledì 9 maggio 2018

SC 149 Commento al Vangelo di martedì 08.05.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (16,5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da Colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma Io vi dico la verità: è bene per voi che Io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito; se invece me ne vado, Lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in Me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Oggi ricorre una speciale devozione mariana che ci ricorda la straordinaria importanza del Santo Rosario e un Santuario diventato famoso nel mondo per le illimitate Grazie ricevute da centinaia di milioni di devoti che hanno pregato la Regina delle Vittorie da ogni parte del mondo, e per la potentissima opera di Mediatrice che Ella si compiace operare ovunque, soprattutto in questo luogo.
L’8 maggio e la prima domenica di ottobre sono due date mariane che richiamano decine di milioni di cattolici nel mondo a recitare la famosissima Supplica alla Madonna di Pompei. Le due date non furono scelte a caso dal famoso convertito Bartolo Longo, passato dalla pratica della magia alle penitenze indicate nel Vangelo per espiare i suoi peccati e riparare quelli dei peccatori.
L’esoterismo da lui praticato durante gli studi di giurisprudenza a Napoli nel 1864 e dopo essere diventato avvocato, lo resero fortemente anticlericale fino a diventare sacerdote spiritista. Negli anni seguenti in lui cominciarono delle riflessioni religiose e queste erano interventi della Vergine Maria per suscitare in lui la conversione a la conoscenza di Gesù Cristo.
La profonda crisi esistenziale che lo colpì, gli permise di conoscere il prof. Vincenzo Pepe, suo compaesano e uomo molto religioso, che lo accompagnò da Padre Radente, un colto predicatore padre domenicano e di grande fede. Da questo incontri ne uscì un Bartolo Longo rinato per la seconda volta, come indicò Gesù a Nicodemo.
Longo scoprì una profondissima e tenerissima devozione alla Madonna e questo era il segno della presenza dello Spirito della Madonna.
La conoscenza della contessa De Fusco lo portò ad occuparsi dei suoi ingenti beni e come amministratore visitava molto spesso la Valle di Pompei, una vasta zona abbandonata con delle baracche dove abitavano contadini, ma dell’antica città di Pompei non c’era nulla dopo l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Bartolo Longo divenne un grande devoto della Madonna e con indomita fermezza fece costruire una cappella dedicata alla Madonna del Santo Rosario, poi divenuta una Chiesa più grande fino all’erezione del Santuario mariano più bello del mondo. E anche più miracoloso.
Non solo ha fatto costruire il Santuario di Pompei, grazie alla sua opera è stato l’artefice della rinascita di Pompei, non solo dalle antiche ceneri dell’eruzione del 79 d.C., la più forte rinascita fu quella spirituale e dalla decadenza morale.
Trovò squallida quella Valle nel 1872, e con il suo contagioso fervore contribuì a trasformare quella laguna con acqua salmastra e le sue zone inospitali, dove emergeva una terra fangosa, che rispecchiava la condizione morale dei pochi abitanti.
In quella Valle “dove erano adorati gli idioti e i demoni” Bartolo Longo divenendo docile strumento della Madonna, collaborò alla nascita di un luogo miracoloso. Divenne uno dei più grandi propagatori del Santo Rosario ed iniziò anche la stampa di un bollettino che giungeva a milioni di italiani sparsi nel mondo.
La Supplica si recita la prima domenica di ottobre in onore della Madonna del Rosario, festa istituita da Papa Pio V con il nome di “Madonna della Vittoria” a perenne ricordo della battaglia di Lepanto, svoltasi appunto il 7 ottobre del 1571.
Mentre l’8 maggio per la recita della Supplica fu un giorno scelto come devozione a San Michele Arcangelo, apparso la notte dell’8 maggio del 490 al Vescovo Lorenzo dopo che un contadino che aveva avuto l’apparizione dell’Arcangelo in una lugubre grotta, gli aveva riportato le parole sentite e cioè di fare tre giorni di preghiera.
Il Vescovo accettò subito l’invito che arrivava da San Michele e il terzo giorno vide in sogno l’Arcangelo, e sentì nitidamente queste parole:
“Io sono l’Arcangelo Michele, e sono sempre alla presenza di Dio.
La grotta è a me sacra ed Io l’ho scelta.
Non ci sarà più spargimento di sangue di animali.
Dove si apre la roccia il peccato dell’uomo potrebbe essere perdonato.
Ciò che è stato richiesto in preghiera sarà concesso.
Perciò risalite la montagna e consacrate la grotta al culto cristiano”.
Queste sono le due motivazioni che hanno fatto stabilire l’8 maggio e la prima domenica di ottobre la recita alle 12 della Supplica alla Regina delle Vittorie, all’ex spiritista Bartolo Longo, divenuto Beato e potente intercessore per il suo grande amore alla Beata Vergine Maria.
Oggi il Vangelo ci parla dell’importanza della presenza dello Spirito Santo in noi, ma noi dobbiamo invocarlo ogni giorno per permettergli di compiere grandi opere in ognuno di noi. I suoi doni si accrescono nella nostra anima se collaboriamo alla sua opera. Leggete con molta attenzione il mio commento di ieri, fa bene a tutti, anche a chi lo ha già letto.
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