Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

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lunedì 30 aprile 2018

PG 119 Pensiero di lunedì 30.4.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

Nell'aiuto bisogna vicendevolmente essere generosi. Questo comanda Gesù.
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SC 141 Commento al Vangelo di lunedì 30.04.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (14,21-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei Comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’Io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la Parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio Nome, Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che Io vi ho detto». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La meditazione sullo Spirito Santo è molto poco praticata tra i cristiani, in qualche gruppo si invoca più frequentemente ma tutto finisci lì. Oppure, si arriva a pretendere dallo Spirito di Dio di compiere tutto quello che viene richiesto durante le adunate e se non segue nulla, la delusione investe tutti.
Non si può pretendere di dare comandi allo Spirito Santo o di conoscere i suoi pensieri. Ci troviamo in una spiritualità abbastanza distorta da quella insegnata da Gesù e gli errori che ne seguono sono molto pericolosi.
Leggiamo con attenzione le parole di Gesù per approfondire l’importanza della preghiera interiore.
“Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.
La presenza che intende Gesù è molto diversa da quella dell’Antico Testamento, in questo caso il Signore si riferisce alla sua autentica presenza in ogni persona che Lo ama, che vive nella sua Grazia.
È la presenza della Santissima Trinità in un’anima rinata attraverso la Grazia.
È, questo, uno degli insegnamenti fondamentali per la vita cristiana, ripreso anche da San Paolo:“Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente” (Cor 6,16), dice ai primi cristiani di Corinto.
San Giovanni della Croce, citando questo passo, commenta: “Che vuoi di più, o anima, e perché cerchi ancora fuori di te, dal momento che hai dentro di te le ricchezze, i tuoi diletti, la tua soddisfazione, cioè l’Amato, che tu desideri e brami? Gioisci e rallegrati pure con Lui nel tuo raccoglimento interiore, perché lo hai così vicino”.
Dobbiamo imparare ad accostarci a Dio, che dimora in noi, ogni giorno con migliore disposizione. La nostra anima, per questa presenza divina, diventa un angolo di Cielo. Questa considerazione ci può aiutare molto.
Al momento del Battesimo sono venute ad abitare nella nostra anima le tre Persone della Trinità Beatissima, col desiderio di rimanere molto più unite alla nostra esistenza di quanto può esserlo il più intimo degli amici.
Questa presenza del tutto singolare, si perde solamente a causa del peccato mortale.
D’altra parte noi cristiani non dobbiamo contentarci di non perdere Dio: dobbiamo cercarlo in noi stessi, nelle nostre occupazioni, nella strada, per ringraziarlo, chiedergli aiuto, per chiedergli perdono dei peccati che ogni giorno si commettono.
A volte molti pensano che Dio sia molto lontano, ed è invece più vicino e più sollecito del migliore degli amici. Gesù ci ama sempre!
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GR 140 Granellino di lunedì 30.04.2018

(Gv 14,21-26) 
Incredibile, ma vero! Il nostro cuore, se vogliamo, può diventare la casa di Dio Trinità. C'è una cosa da osservare però. Qual é? Che noi seguiamo le vie di Gesù Cristo obbedendo ai suoi insegnamenti! Oggi Gesù è alla porta del tuo cuore che ti dice: "Aprimi! Oggi desidero venire a casa tua". Corri subito ad aprirgli. Non aspettare neppure un secondo. SpalancaGli la porta. Se lasci entrare Gesù nel tuo cuore, vedrai che insieme a Lui verranno il Padre e lo Spirito Santo. Queste Tre Persone Divine sono inseparabili. Dove va Una va l'Altra. Se Una di loro ti ama, ti amano le Altre due. Questo è un grande mistero che non si può capire con la mente umana, ma che possiamo sperimentare e sentire dentro di noi. 
La Santissima Trinità ama venire a casa tua, nonostante che sia piccola ed umile. Vogliono venire a casa tua per renderla ricca, bella e spaziosa. Le Persone Divine non sono ospiti che verranno a darti fastidio e mettere sottosopra la tua casa. Anzi verranno a mettere ordine e Ognuna di Loro ti porterà un dono inestimabile che nessun uomo sulla terra, nonostante la sua ricchezza o importanza, ti può dare. Il Padre ti porterà il dono della pace, il Figlio il dono della gioia e lo Spirito Santo il dono dell'amore. 
Al desiderio della Santissima Trinità di entrare a casa tua rispondi come ha risposto Zaccheo, il quale, appena Gesù gli disse: “Zaccheo, oggi voglio venire a casa tua”, corse ad aprirGli la porta. Da quel giorno in poi Zaccheo si sentì veramente ricco di amore, di gioia e pace. I tre doni che il danaro non gli potevano dare. Anzi il danaro che aveva accumulato gli aveva procurato molta tristezza, odio e inquietudine. 
Molta gente oggi rifiuta di aprire la porta a Cristo. Chi Gli sbatte la porta in faccia fino alla fine della propria esistenza finirà male: andrà a finire nell'abisso dell'inferno dal quale non uscirà mai più. Se oggi senti che Gesù bussa alla porta del tuo cuore, non dire: "Ho ancora molti anni da vivere. Fammi ora godere la vita!". Non essere stolto e testardo. Gesù potrebbe non ritornare più a bussare alla tua porta. Amen. ALLELUIA. 
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti) 

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domenica 29 aprile 2018

PG 118 Pensiero di domenica 29.4.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

L’effusione della misericordia di Dio sull’umanità e su tutte le creature è il gesto più grande della sua bontà.
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SC 140 Commento al Vangelo di domenica 29.04.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (15,1-8)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in Me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in Me e Io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in Me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in Me e Io in lui, fa molto frutto, perché senza di Me non potete far nulla. Chi non rimane in Me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in Me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Anche il brano di oggi fa parte dei discorsi di addio del Vangelo di San Giovanni, sono i capitoli 13-17 e rappresentano il lungo discorso fatto agli Undici Apostoli, dopo l’uscita dal Cenacolo del traditore Giuda. Gesù non volle parlare in sua presenza, espose i discorsi solo ai suoi veri amici. Lo stesso lo fa chi vuole confidare qualcosa di importante alle persone di fiducia.
Nel capitolo 13, all'inizio quindi dei discorsi di addio, Gesù invita Giuda ad andare a compiere quello che aveva in mente: il tradimento. “Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte” (Gv 13,30). San Giovanni precisa che era notte non solo per il buio che oscurava tutto, era notte soprattutto nella mente di Giuda. Aveva perduto la sua anima presa dai diavoli, non “vedeva” più tutto il bene compiuto da Gesù né le sue parole cariche di amore e di perdono.
Quindi, nei memorabili discorsi d’addio di Gesù non è presente Giuda, dal versetto 31 del capitolo 13 fino a tutto il capitolo 17.
 Questo ci dice che Gesù vuole confidarsi solamente con chi Lo ama, ascolta e pratica i suoi insegnamenti. Non si rivolge a quanti vivono una Fede ballerina, egoista, personale. E risultano non credibili quanti si attribuiscono carismi e rivelazioni, conducendo una vita in opposizione ai Comandamenti, agli insegnamenti del Signore. “Dai loro frutti li riconoscerete”.
La Parola di oggi ci dice che si rimane attaccati alla Vite che è Gesù, compiendo la sua Volontà, osservando i Comandamenti, e non tanto per alcune preghiere che si recitano o per la partecipazione senza interesse ed inconsistente alla Santa Messa.
Il cristiano è spiritualmente vivo e operoso solo se rimane legato alla Vite, solo con la linfa divina è un tralcio vivo. È impegnativo, lo sappiamo, ma quanti sacrifici inutili si compiono nella giornata e si valutano come indispensabili? Solo la comunione con Gesù è essenziale, tutto il resto passa e si lascerà in questo mondo.
Certo, la vita è meravigliosa e va vissuta nei suoi svariati diversivi, senza però perdere la comunione con Dio. Un tralcio si stacca definitivamente dalla vite e secca, gli uomini invece rimangono legati anche quando sbagliano e si pentono, ma il tralcio potrà spezzarsi definitivamente quando gli errori gravissimi sono continuativi e deliberati.
Per evitare il distacco dalla Vite bisogna rinnegarsi, vincersi in quei comportamenti opposti alle virtù. I cristiani sono benedetti anche per la Legge morale che li illumina sul percorso da fare e indica le cose giuste da compiere. Innanzitutto, il tralcio, cioè il cristiano, deve tagliare quei germogli che disperdono il fervore spirituale, come l’erbaccia e i cespugli attorno agli alberi che assimilano e tolgono la linfa agli alberi.
Gesù inoltre spiega che il Padre pota perché il tralcio porti più frutto. Quindi, il Padre per distaccare i buoni cristiani da idoli e da comportamenti sbagliati, permette la loro purificazione, e viene chiamata benedetta per l’eliminazione del male spirituale presente nel cristiano.
Spesso si vivono prove dolorose e sofferenze inspiegabili, proprio qui il cristiano ha la grande opportunità di fermare la tumultuosa corsa della sua vita e capire gli avvenimenti tramite la preghiera. Chi incontra la sofferenza comincia a riflettere sulla vita, prega e abbandona le cose futili, scopre la gioia incontrando Gesù.
Dio Padre non manda sofferenze né vuole la malattia degli uomini, in certi casi la permette per potare quei cespugli spigolosi che tanta tristezza e confusione causano nei buoni. Impegniamoci noi a cercare i germogli negativi che fanno parte della nostra vita e sradichiamoli per crescere nella Fede, trovare stabile gioia e pace interiore.
Ognuno di noi ha la possibilità di compiere buone opere spirituali e portare molto frutto, questo è il compito dei veri discepoli del Signore.
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GR 139 Granellino di domenica 29.04.2018

(Gv 15,1-8)
La pianta, per crescere e portare frutto, deve rimanere profondamente radicata nel terreno. Se la sdradichi continuamente per piantarla in un altro terreno, la pianta certamente morirà. Più profonde sono le sue radici più vigorosa la pianta crescerà. Il cristiano che non mette radici profonde nel Cuore Sacratissimo di Gesù è destinato a morire nella fede. Il cristiano, invece, che, giorno dopo giorno, affonda le sue radici nella Grazia di Gesù cresce forte nella fede e nessun vento diabolico lo sradicherà o lo separerá da Lui. Cosa bisogna fare per rimanere intimamente uniti a Gesù Cristo? Bisogna mettere in pratica la sua Parola. Infatti Gesù dice:" Beati quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica." Quindi, se Gesù ti dice di perdonare chi ti mette in croce e tu gli obbedisci, diventerai una sola cosa con Gesù cosí come la vite al tralcio. Il tralcio, distaccato dalla vite, muore. Uniti intimamente a Gesù, riceviamo la sua linfa che si chiama " Spirito Santo." Senza lo Spirito Santo si muore alla fede, alla speranza e, soprattutto, alla carità.Senza lo Spirito Santo non abbiamo l'energia per produrre abbondante frutto. Lo Spirito Santo è la linfa soprannaturale che ci fa essere pazienti, generosi, amabili, umili, puri di cuore, misericordiosi, carismatici, determinati e perseveranti nel fare il bene e gioiosi nel soffrire per il Vangelo.Si sa che la pianta dev'essere ogni anno potata affinché non diventi selvatica quindi incapace di portare frutto buono e abbondante. A potare il cristiano ci pensa il Signore. La potatura è la prova. Si, ci mette alla prova per vedere se rimaniamo fedeli al suo amore. Un anno la potatura potrebbe consistere in una calunnia o in un'infermitá; un altro anno una condizione economica precaria o condizione affettiva precaria. E così via. Se rimaniamo fedeli all'amore di Dio durante la prova, avremo una Pentecoste sempre più abbondante di Spirito, fonte di ogni dono soprannaturale. Amen. Alleluia.

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sabato 28 aprile 2018

MV 14 Rivelazione di Gesù a Maria Valtorta - V Dom. Pasqua 29 apr 2018

V Domenica di Pasqua
  
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8.
“Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in Me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in Me e Io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in Me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in Me e Io in lui, fa molto frutto, perché senza di Me non potete far nulla. Chi non rimane in Me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in Me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.

Corrispondenza nell’“Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta
Vol. 9 Cap. 600

«Perché, Signore, Tu ti manifesti a noi e non al mondo?», chiede Giuda Taddeo.
«Perché mi amate e osservate le mie parole. Chi così farà, sarà amato dal Padre e Noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui, in lui. Mentre chi non mi ama non osserva le mie parole e fa secondo la carne e il mondo. Ora sappiate che ciò che Io vi ho detto non è parola di Gesù Nazareno ma parola del Padre, perché Io sono il Verbo del Padre che mi ha mandato.
Io vi ho detto queste cose parlando così, con voi, perché voglio Io stesso prepararvi al possesso completo della Verità e Sapienza. Ma ancora non potete capire né ricordare. Però, quando verrà a voi il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà in mio Nome, allora voi potrete capire, ed Egli tutto vi insegnerà, e vi ricorderà quanto Io vi ho detto.
Io vi lascio la mia pace. Io vi do la mia pace. Ve la do non come la dà il mondo. E neppure come fino ad ora ve l’ho data: saluto benedetto del Benedetto ai benedetti. Più profonda è la pace che ora vi do. In questo addio. Io vi comunico Me stesso, il mio Spirito di pace, così come vi ho comunicato il mio Corpo e il mio Sangue, perché in voi resti una forza nella imminente battaglia.
Satana e il mondo sferrano guerra al vostro Gesù. È la loro ora. Abbiate in voi la Pace, il mio Spirito che è spirito di pace, perché Io sono il Re della pace. Abbiatela per non essere troppo derelitti. Chi soffre con la pace di Dio in sé soffre, ma non bestemmia e dispera.
Non piangete. Avete pure sentito che ho detto: “Vado al Padre e poi tornerò”. Se mi amaste sopra la carne, vi rallegrereste, perché Io vado dal Padre dopo tanto esilio... Vado da Colui che è maggiore di Me e che mi ama. Io ve l’ho detto ora, prima che ciò si compia, così come vi ho detto tutte le sofferenze del Redentore prima di andare ad esse, affinché, quando tutto si compia, voi crediate sempre più in Me. Non turbatevi così! Non sgomentatevi. Il vostro cuore ha bisogno di equilibrio...
Poco più ho da parlarvi... e ancora tanto ho da dire! Giunto al termine di questa mia evangelizzazione, mi pare di non avere ancora nulla detto e che tanto, tanto, tanto ancora resti da fare. Il vostro stato aumenta questa mia sensazione. E che dirò allora? Che Io ho mancato al mio ufficio? O che voi siete così duri di cuore che a nulla esso è valso? Dubiterò? No. Mi affido a Dio, e a Lui affido voi, miei diletti. Egli compirà l’opera del suo Verbo.
Non sono come un padre che muore e non ha altra luce che l’umana. Io spero in Dio. E pure sentendo in Me urgere tutti i consigli di cui vi vedo bisognosi e sentendo fuggire il tempo, vado tranquillo alla mia sorte. So che sui semi caduti in voi sta per scendere una rugiada che li farà tutti germogliare, e poi verrà il sole del Paraclito, ed essi diverranno albero potente.
Sta per venire il principe di questo mondo, colui col quale Io non ho nulla a che fare. E, se non fosse per fine di redenzione, non avrebbe potuto nulla su Me. Ma ciò avviene affinché il mondo conosca che Io amo il Padre e Lo amo fino alla ubbidienza di morte, e perciò faccio ciò che mi ha ordinato.
È l’ora di andare. Alzatevi. E udite le ultime parole. Io sono la vera Vite. Il Padre ne è il Coltivatore. Ogni tralcio che non porta frutto Egli lo recide e quello che porta frutto lo pota perché ne porti più ancora.
Voi siete già purificati per la mia parola. Rimanete in Me ed Io in voi per continuare ad essere tali. Il tralcio staccato dalla vite non può fare frutto. Così voi se non rimanete in Me. Io sono la Vite e voi i tralci. Colui che resta unito a Me porta abbondanti frutti. Ma se uno si stacca diviene ramo secco e viene buttato nel fuoco e là brucia. Perché, senza l’unione con Me, voi nulla potete fare.
Rimanete dunque in Me e le mie parole restino in voi, poi domandate quanto volete e vi sarà fatto. Il Padre mio sarà sempre più glorificato quanto più voi porterete frutto e sarete miei discepoli.
Come il Padre mi ha amato, così Io con voi. Rimanete nel mio amore che salva. Amandomi sarete ubbidienti, e l’ubbidienza aumenta il reciproco amore. Non dite che Io mi ripeto. So la vostra debolezza. E voglio che vi salviate.
Io vi dico queste cose perché la gioia che vi ho voluto dare sia in voi e sia completa. Amatevi, amatevi! Questo è il mio Comandamento nuovo. Amatevi scambievolmente più di quanto ognuno ami se stesso. Non vi è maggior amore di quello di colui che dà la sua vita per i suoi amici. Voi siete i miei amici ed Io do la vita per voi. Fate ciò che Io vi insegno e comando.
Non vi chiamo più servi. Perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone, mentre voi sapete ciò che Io faccio. Tutto di Me sapete. Vi ho manifestato non solo Me stesso, ma anche il Padre ed il Paraclito e tutto quanto ho sentito da Dio.
Non siete stati voi che vi siete scelti. Ma Io vi ho scelti e vi ho eletti, perché andiate fra i popoli, e facciate frutto in voi e nei cuori degli evangelizzati, e il vostro frutto rimanga e il Padre vi dia tutto ciò che gli chiederete in mio Nome.
Non dite: “E allora, se Tu ci hai scelti, perché hai scelto un traditore? Se tutto Tu sai, perché hai fatto questo?”. Non chiedetevi neppure chi è costui. Non è un uomo. È Satana. L’ho detto all’amico fedele e l’ho lasciato dire dal figlio diletto. È Satana. Se Satana non si fosse incarnato, l’eterno scimmiottatore di Dio, in una carne mortale, questo posseduto non avrebbe potuto sfuggire al mio potere di Gesù. Ho detto: “posseduto”. No. È molto di più: è un annullato in Satana».
«Perché, Tu che hai cacciato i demoni, non lo hai liberato?», chiede Giacomo d’Alfeo.
«Lo chiedi per amore di te, temendo essere tu quello? Non lo temere».
«Io, allora?».
«Io?».
«Io?».
«Tacete. Non dico quel nome. Uso misericordia e voi fate ugualmente».
«Ma perché non lo hai vinto? Non potevi?».
«Potevo. Ma, per impedire a Satana di incarnarsi per uccidermi, avrei dovuto sterminare la razza dell’uomo avanti la Redenzione. Che avrei allora redento?».
«Dimmelo, Signore, dimmelo!». Pietro è scivolato in ginocchio e scuote freneticamente Gesù come fosse in preda a delirio. «Sono io? Sono io? Mi esamino? Non mi pare. Ma Tu... Tu hai detto che ti rinnegherò... Ed io tremo... Oh! che orrore essere io!…».
«No, Simone di Giona. Non tu».
«Perché mi hai levato il mio nome di “Pietra”? Sono dunque tornato Simone? Lo vedi? Tu lo dici!... Sono io! Ma come ho potuto? Ditelo... ditelo voi... Quando è che ho potuto divenire traditore?… Simone?… Giovanni?… Ma parlate!…».
«Pietro, Pietro, Pietro! Ti chiamo Simone perché penso al primo incontro, quando eri Simone. E penso come sei sempre stato leale dal primo momento. Non sei tu. Lo dico Io: Verità».
«Chi, allora?».
«Ma è Giuda di Keriot! Non lo hai ancora capito?», urla il Taddeo che non riesce più a contenersi.
«Perché non me lo hai detto prima? Perché?», urla anche Pietro.
«Silenzio. È Satana. Non ha altro nome. Dove vai, Pietro?».
«A cercarlo».
«Posa subito quel mantello e quell’arma. O ti devo scacciare e maledire?».
«No, no! Oh! Signor mio! Ma io... ma io... Sono forse malato di delirio, io? Oh! Oh!». Pietro piange, gettato per terra ai piedi di Gesù.
«Io vi do comando di amarvi. E di perdonare. Avete capito? Se anche nel mondo è l’odio, in voi sia solo l’amore. Per tutti. Quanti traditori troverete sulla vostra via! Ma non li dovete odiare e rendere loro male per male. Altrimenti il Padre odierà voi. Prima di voi fui odiato e tradito Io. Eppure, voi lo vedete, Io non odio.
Il mondo non può amare ciò che non è come esso. Perciò non vi amerà. Se foste suoi, vi amerebbe; ma non siete del mondo, avendovi Io presi da mezzo al mondo. E per questo siete odiati. Vi ho detto: il servo non è da più del padrone. Se hanno perseguitato Me, perseguiteranno voi pure. Se avranno ascoltato Me, ascolteranno pure voi. Ma tutto faranno per causa del mio Nome, perché non conoscono, non vogliono conoscere Colui che mi ha mandato.
Se non fossi venuto e non avessi parlato, non sarebbero colpevoli. Ma ora il loro peccato è senza scusa. Hanno visto le mie opere, udito le mie parole, eppure mi hanno odiato, e con Me il Padre. Perché Io e il Padre siamo una sola Unità con l’Amore. Ma era scritto: “Mi odiasti senza ragione”. Però, quando sarà venuto il Consolatore, lo Spirito di verità che dal Padre procede, sarà da Lui resa testimonianza di Me, e voi pure mi testimonierete, perché dal principio foste con Me.
Questo vi dico perché, quando sarà l’ora, non rimaniate accasciati e scandalizzati. Sta per venire il tempo in cui vi cacceranno dalle sinagoghe e in cui chi vi ucciderà penserà di fare culto a Dio con ciò. Non hanno conosciuto né il Padre né Me. In ciò è la loro scusante. Non ve le ho dette così ampie prima di ora, queste cose, perché eravate come bambini pur mo’ nati. Ma ora la madre vi lascia. Io vado. Dovete assuefarvi ad altro cibo. Voglio lo conosciate.
Nessuno più mi chiede: “Dove vai?”. La tristezza vi fa muti. Eppure è bene anche per voi che Io me ne vada. Altrimenti non verrà il Consolatore. Io ve lo manderò. E quando sarà venuto, attraverso la sapienza e la parola, le opere e l’eroismo che infonderà in voi, convincerà il mondo del suo peccato deicida e di giustizia sulla mia santità. E il mondo sarà nettamente diviso nei reprobi, nemici di Dio, e nei credenti. Questi saranno più o meno santi, a seconda del loro volere. Ma il giudizio del principe del mondo e dei suoi servi sarà fatto. Di più non posso dirvi, perché ancora non potete intendere.
Ma Egli, il divino Paraclito, vi darà la Verità intera, perché non parlerà di Se stesso. Ma dirà tutto quello che avrà udito dalla Mente di Dio e vi annunzierà il futuro. Prenderà ciò che da Me viene, ossia ciò che ancora è del Padre, e ve lo dirà. Ancora un poco da vedersi. Poi non mi vedrete più. E poi ancora un poco, e poi mi vedrete.
Voi mormorate fra voi ed in cuor vostro. Udite una parabola. L’ultima del vostro Maestro.
Quando una donna ha concepito e giunge all’ora del parto, è in grande afflizione perché soffre e geme. Ma quando il piccolo figlio è dato alla luce ed ella lo stringe sul cuore, ogni pena cessa e la tristezza si muta in gioia, perché un uomo è venuto al mondo.
Così voi. Voi piangerete e il mondo riderà di voi. Ma poi la vostra tristezza si muterà in gioia. Una gioia che il mondo mai conoscerà.
Voi ora siete tristi. Ma, quando mi rivedrete, il vostro cuore diverrà pieno di un gaudio che nessuno avrà più potere di rapirvi. Una gioia così piena che vi offuscherà ogni bisogno di chiedere e per la mente e per il cuore e per la carne. Solo vi pascerete di rivedermi, dimenticando ogni altra cosa. Ma proprio da allora potrete tutto chiedere in mio Nome, e vi sarà dato dal Padre perché abbiate sempre più gioia. Domandate, domandate. E riceverete.
Viene l’ora in cui potrò parlarvi apertamente del Padre. Sarà perché sarete stati fedeli nella prova e tutto sarà superato. Perfetto quindi il vostro amore, perché vi avrà dato forza nella prova. E quanto a voi mancherà Io ve lo aggiungerò prendendolo dal mio immenso tesoro e dicendo: “Padre, lo vedi. Essi mi hanno amato credendo che Io venni da Te”. Sceso nel mondo, ora lo lascio e vado al Padre, e pregherò per voi».
«Oh! ora Tu ti spieghi. Ora sappiamo ciò che vuoi dire e che Tu sai tutto e rispondi senza che nessuno ti interroghi. Veramente Tu vieni da Dio!».
«Adesso credete? All’ultima ora? È tre anni che vi parlo! Ma già in voi opera il Pane che è Dio e il Vino che è Sangue non venuto da uomo, e vi dà il primo brivido di deificazione. Voi diverrete dèi se sarete perseveranti nel mio amore e nel mio possesso. Non come lo disse Satana ad Adamo ed Eva, ma come Io ve lo dico. È il vero frutto dell’albero del Bene e della Vita.
Il Male è vinto in chi se ne pasce, ed è morta la Morte. Chi ne mangia vivrà in eterno e diverrà “dio” nel Regno di Dio. Voi sarete dèi se permarrete in Me. Eppure ecco... pur avendo in voi questo Pane e questo Sangue, poiché sta venendo l’ora in cui sarete dispersi, voi ve ne andrete per vostro conto e mi lascerete solo... Ma non sono solo. Ho il Padre con Me. Padre, Padre! Non mi abbandonare! Tutto vi ho detto... Per darvi pace. La mia pace. Ancora sarete oppressi. Ma abbiate Fede. Io ho vinto il mondo».
Gesù si alza, apre le braccia in croce e dice con volto luminoso la sublime preghiera al Padre. Giovanni la riporta integralmente. Gli apostoli lacrimano più o meno palesemente e rumorosamente. Per ultimo cantano un inno.
Gesù li benedice. Poi ordina: «Mettiamoci i mantelli, ora. E andiamo. Andrea, dì al capo di casa di lasciare tutto così, per mio volere. Domani... vi farà piacere rivedere questo luogo». Gesù lo guarda. Pare benedire le pareti, i mobili, tutto. Poi si ammantella e si avvia, seguito dai discepoli. Al suo fianco è Giovanni, al quale si appoggia.
«Non saluti la Madre?», gli chiede il figlio di Zebedeo.
«No. È tutto già fatto. Fate, anzi, piano».
Simone, che ha acceso una torcia alla lumiera, illumina l’ampio corridoio che va alla porta. Pietro apre cauto il portone ed escono tutti nella via e poi, facendo giocare un ordigno, chiudono dal di fuori. E si pongono in cammino.
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SC 139 Commento al Vangelo di sabato 28.04.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (14,7-14)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto Me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora Lo conoscete e Lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto Me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che Io sono nel Padre e il Padre è in Me? Le parole che Io vi dico, non le dico da Me stesso; ma il Padre, che rimane in Me, compie le sue opere. Credete a Me: Io sono nel Padre e il Padre è in Me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità Io vi dico: chi crede in Me, anch'egli compirà le opere che Io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché Io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio Nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio Nome, Io la farò. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Anche il Vangelo di oggi contiene le spiegazioni di Gesù agli Apostoli nell’Ultima Cena, un lungo discorso che appare di convincimento, una spiegazione sul suo essere Figlio di Dio e inviato dal Padre per riparare, insegnare e redimere.
I capitoli del Vangelo di San Giovanni dal 13 al 17 riportano le parole amorevoli riferite da Gesù poche ore prima dell’agonia nell’Orto degli Ulivi, ma questi preziosi e commoventi insegnamenti non furono ascoltati da Giuda perché andò via subito dopo avere mangiato.  
È un aspetto molto importante che indica da un lato che Giuda partecipò all’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio e divenne il traditore storico, il deicida; inoltre egli mangiò il Corpo di Cristo pur essendo in peccato mortale “e allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui” (Gv 13,27).
Avevano già cenato e Gesù era commosso dopo avere dato le prime spiegazioni sull’importanza dell’accoglienza che i popoli avrebbero riservato ai suoi missionari, ma volle preparare gli Apostoli fedeli che si stava per compiere il più alto tradimento della storia. “In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà” (Gv 13,21).
Giuda in quel momento era davvero posseduto ma non trova alcuna attenuazione il suo tradimento, da molto tempo preparava questo gesto insensato e folle. Si accrebbe la sua responsabilità dopo avere mangiato l’Eucaristia e nulla poteva compiere Dio dinanzi alla libera volontà di Giuda.
All’inizio del capitolo 13 troviamo la conferma della premeditazione di Giuda e il piano concordato con i nemici di Gesù per consegnarlo.
“Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto” (Gv 13,2-5).
Qui vediamo le caratteristiche dell’uomo buono e del malvagio: il buono è Gesù che lava i piedi agli Apostoli, si umilia per insegnare con le opere, dopo aver dato nei tre anni numerose testimonianze a tutti. Il Figlio di Dio che lava i piedi a rozzi uomini, tra cui l’impostore ed apostata, è l’insegnamento più sbalorditivo del Vangelo.
Gesù ci sbalordisce nei miracoli e in tutta la predicazione, questo gesto di lavare i piedi fuoriesce dalla logica e dà a tutti i cristiani un messaggio molto forte. Ci dice che i nostri nemici non si vincono compiendo le loro stesse opere, non c’è più “l’occhio per occhio”, e solo con la preghiera e la pazienza Egli interverrà e ci libererà dalle sofferenze e dalle persecuzioni.
Chi ci avversa agisce sempre nelle tenebre e si tortura mentalmente per realizzare piani dolorosi per noi e tanti buoni. La nostra risposta non può essere avventata né furiosa, con il controllo della volontà riusciamo ad agire con fare umile e docile, convinti che Gesù compirà puntualmente quanto sarà necessario per liberarci dalle cattiverie dei malvagi.
Fissiamo bene le parole di Gesù e non ci smarriremo mai, non si arriverà all’abbattimento che spinge a compiere azioni di “stordimento” per dimenticare il dolore. La serenità è una conquista, la piena fiducia in Gesù ci permette di credere nella sua vicinanza ogni volta che Lo chiamiamo e Lo adoriamo. Lui ce lo ha detto.
“Qualunque cosa chiederete nel mio Nome, la farò. Se mi chiederete qualche cosa nel mio Nome, Io la farò”.
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PG 117 Pensiero di sabato 28.4.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

La grande bontà di Dio è dare in dono se stesso. La divina carità effonde la sua bontà sull'uomo e su tutte le creature in modo sempre nuovo, inesauribile e infinito.
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GR 138 Granellino di sabato 28.04.2018

(Gv 14,7-14)
La cosa più triste è stare con una persona per anni e non conoscerla. Non si arriva a conoscere l'altro o perchè a noi interessa solo il suo aspetto esterno o perchè la persona che vive accanto a noi è ipocrita e quindi non si rivela per paura di farsi conoscere.
Filippo, dopo tre anni vissuti insieme a Gesù, non aveva capito chi fosse Gesù. Possiamo paragonare Filippo a un fidanzato o a una fidanzata che guarda solo l'aspetto esteriore dell'eventuale futuro marito o moglie, senza chiedersi: "Chi è la persona che sto per sposare? Quali sono i suoi difetti o le su virtù? Quali sono i suoi ideali?".
A Filippo interessava solo vedere i miracoli, i prodigi che Gesù faceva. A Filippo piaceva essere chiamato e visto come discepolo di un grande personaggio.
Molti cristiani sono come Filippo. Essi vanno a messa ogni domenica, leggono la Bibbia frequentemente, fanno pellegrinaggi, ma se chiedi loro: "Chi è Gesù per te?", rimangono interdetti e con la bocca chiusa.
Se si fa un cammino di fede senza il desiderio di conoscere Gesù, si perde tempo. Non si va in Chiesa perché il parroco è simpatico, perché si ha paura dell'inferno, perché si è chiamati a svolgere un ruolo o perché si vuole sconfiggere un senso di solitudine.
Oggi, a te che frequenti assiduamente la Chiesa Gesù rivolge la seguente domanda: "Cosa cerchi?". Voglio sperare che la tua risposta sia: "Gesù, voglio conoscerti perché chi non ti conosce non ti può amare!".
Se questo è il tuo desiderio, gradualmente e successivamente Gesù si rivelerà come la via dell'amore, la vita dell'amore e la Verità dell'amore. Una volta a uno scenziato cristiano un giornalista chiese: "Qual è stata la scoperta più importante che hai fatto come scienziato?". Ed egli rispose: "Gesù come mio Salvatore!".
Sì, scoprire e seguire Gesù come via, vita e verità dell'amore è già vivere nella dimensione della vita soprannaturale... Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)

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SC 138 Commento al Vangelo di venerdì 27.04.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (14,1-6)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate Fede in Dio e abbiate Fede anche in Me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con Me, perché dove sono Io siate anche voi. E del luogo dove Io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ogni persona di buonsenso cerca prima o poi un lavoro, soprattutto quando mette su famiglia e necessitano soldi per soddisfare i bisogni necessari. Le casalinghe lavorano a casa svolgendo un lavoro prezioso e hanno più tempo disponibile per pregare e leggere libri spirituali.
Tutti i lavori sono dignitosi, d'altronde ognuno cerca di raggiungere un obiettivo anche se non è sposato, la preoccupazione del lavoro non nasce solo a causa di una nuova famiglia. Ci sono molti che scelgono di non sposarsi per varie ragioni, anche per un cammino spirituale che si vuole intraprendere, donandosi totalmente a Gesù Cristo oppure vivendo nel mondo da consacrati.
Esiste anche una bassa percentuale di persone poco interessate a un lavoro e vivono di espedienti, svolgono qualche lavoretto saltuario o trovano nei genitori l’aiuto necessario per sopravvivere. Sono persone prive di consapevolezza del loro stato umano e vivacchiano.
Diverso è il comportamento del seguace di Gesù, egli possiede una spinta interiore che lo invita a regolare la sua vita anche con un lavoro per vivere dignitosamente. Tutti i lavori sono rispettabili se sono onesti, occorre spesso un po’ di umiltà per svolgere mansioni magari meno prestigiose, ma con la crisi economica di oggi, ogni lavoro onesto è benedetto.
I cristiani hanno maggiori possibilità di capire le scelte da compiere perché lo Spirito di Gesù trasmette ad essi quale scuola scegliere e l’avviamento al lavoro adeguato alle loro disposizioni. Non sempre questo risulta possibile per la scarsità di opportunità e la premura di trovare qualsiasi lavoro dignitoso.
Gesù è la Via e ci indica sia il cammino spirituale per seguire la sua Legge di amore e misericordia, sia per scegliere il bene e ciò che giova.
Si commettono meno errori quando si prega prima di determinate scelte, di rispondere alle richieste da parte di parenti e amici, di ogni circostanza della vita, tranne sul cibo da mangiare e l’abbigliamento da indossare. Per il resto c’è veramente bisogno di Gesù per capire come agire nella vita, cosa fare in quasi tutte le circostanze in cui prevediamo conseguenze strane o dannose.
Nel mondo si è perduto il mantenimento della parola data, una caduta rovinosa per quanti si impegnano sul loro onore e tradiscono la verità. Sta succedendo di tutto in questa società senza valori, anche in molte famiglie è assente la verità e si sta insieme per una qualche convenienza.
Avvengono litigi e divisioni dove è assente la verità, in realtà avvengono per la mancanza dei valori morali. Senza Gesù non c’è verità, solo chi Lo segue conosce quella Verità che poi si applica in ogni circostanza e si è sicuri di non sbagliare.
La vita per molti è solo un passaggio e dopo la morte non c’è più nulla. Teoria falsa sostenuta anche da quanti nella Chiesa affermano che non esiste l’inferno e che le anime non meritevoli del Paradiso si dissolvono… In che senso si dissolvono?
Di conseguenza, molti cristiani tiepidi e tutti i non credenti che ascoltano insegnamenti contraddittori da parte di prelati e sacerdoti, sono contenti di restare lontani dalla Chiesa…
Molti riflettono sulla vita quando si preoccupano di perderla e fanno anche tante promesse a Gesù e alla Madonna di conversione e di allontanamento dai peccati. Cosa buona sono questi propositi, ma poi bisogna metterli in pratica quando si supera la fase critica!
La vita è dono di Dio ma moltissimi uomini e donne vivono nella sottintesa convinzione di essere viventi per proprie capacità o per avere deciso di nascere prima ancora del concepimento, quando ancora non esistevano. Molte convinzioni sulla vita sono insensate e contraddittorie.
Si seguono teorie stravaganti sull’inizio della vita e dell’universo per negare l’esistenza di Dio e far tacere la coscienza.
La vita è un dono e non possiamo rovinarla con quanto non è decoroso. La nostra vita è di una eccezionalità unica se l’uniamo a quella di Gesù.
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PG 116 Pensiero di venerdì 27.4.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

La misericordia è infinita ed eterna perché ha un prezzo altissimo: il sangue del Figlio di Dio. Cerchiamo sempre la misericordia di Dio, ma non abusiamo mai della sua misericordia.
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venerdì 27 aprile 2018

GR 137 Granellino di venerdì 27.04.2018

(Gv 14,1-6) 
Quest'oggi Gesù ci grida nell'orecchio: "Abbi fede. Non temere". Cos'è la fede? Non è credere solamente nell'esistenza di Dio. Molti credono nell'esistenza di Dio Creatore, ma non in Dio Padre che ci ama. Allora avere fede significa dire in ogni luogo e circostanza, nelle gioia e nel dolore: "Dio è un Padre che mi ama.”. Se Dio, onnipotente nell'amore, mi ama, chi può essere contro di me? Chi mi può fare del male? Nessuno. Questa è la Verità eterna che Gesù è venuto a insegnarci con la sua incarnazione, predicazione, morte e RISURREZIONE. Perciò paura e fede sono due sentimenti opposti. Se vivi nella paura, non dire di avere fede. Noi non siamo orfani, siamo figli amati e benedetti da Dio Padre. Davide disse a Golia: "Tu non mi fai paura. Il Signore è con me!". 
Fare un cammino di fede è scoprire che Dio mi, ti e ci ama. Questa è la più grande scoperta che l'uomo possa fare per arrivare a sconfiggere il mostro della paura che affligge la vita dell'uomo. La paura paralizza non solo il corpo, ma anche l'anima. Qual è la più grande paura che alberga nel cuore dell'uomo? È la paura di amare. Questa paura porta l'uomo ad avere paura della morte. La paura della morte ci fa essere egoisti, narcisisti, violenti, invidiosi, avari e lussuriosi. In altre parole, diventiamo schiavi dei vizi capitali che sono la causa delle nostre paure. 
Quali sono i segni della fede? Sono l'amore e l'unità. Un matrimonio finisce per mancanza di fede. La famiglia diventa un albergo per mancanza di fede. Una parrocchia diventa una pianura di ossa inaridite per mancanza di fede. Uno Stato fa leggi contro la vita per mancanza di fede. 
Cosa bisogna fare per avere fede? Tre cose: 1) Ascolto della Parola di Dio. 2) Eucarestia. 3) Vivere frequentando una comunità cristiana. 
Se farai queste cose, seriamente e assiduamente, ti sentirai figlio di Dio. In Dio e con Dio sarai forte, deciso, amabile e misericordioso. Amen. ALLELUJA. 
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)

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giovedì 26 aprile 2018

SC 137 Commento al Vangelo di giovedì 26.04.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (13,16-20)
Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità Io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; Io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità Io vi dico: chi accoglie colui che Io manderò, accoglie Me; chi accoglie Me, accoglie colui che mi ha mandato». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù continua ad inviare discepoli ovunque ma la disponibilità dei cristiani diminuisce notevolmente perché è cresciuto l’egoismo e molti si preoccupano più delle loro cose. La mancanza dello Spirito di Dio blocca qualsiasi attività spirituale e si può anche cadere nell’indifferenza.
La società sta smarrendo la morale per la perdita di Dio, strategia voluta da quanti hanno deciso alcuni decenni fa di produrre film, telenovele e spettacoli, decisamente immorali sia per l’abbigliamento sia per i contenuti che insinuano la non esistenza di Dio.
Non è necessario affermare in modo esplicito l’avversione verso Gesù Cristo, si compie anche senza parlare di Lui e trasmettendo spettacoli amorali, indecenti, di cattivo esempio. Le televisioni del mondo hanno questo obiettivo tacito, conosciuto forse solo dai proprietari, dai registi e sceneggiatori.
La sceneggiatura è un testo con storie d’opera, dialoghi dei personaggi ecc. e destinato ad essere girato o filmato, per diventare quindi un film. Costituisce il primo e fondamentale passo nella realizzazione di tutte le opere cinematografiche, di fiction televisive e anche di videogiochi. Lo sceneggiatore è l’autore che lo scrive.
Quasi tutti gli sceneggiatori arrivano da studi anticlericali e in essi è profonda l’avversione verso Gesù e la sua Chiesa.
La stessa idea dell’esistenza di Dio li turba e li innervosisce, una reazione inspiegabile ma concreta per la forte presenza dello spirito che odia Dio.
Per fronteggiare questo predominio nel mondo, sono nate radio e televisioni cattoliche benedette dalla Madonna. Senza queste realtà che aiutano ed insegnano a pregare, che istruiscono fortemente nella spiritualità cristiana, che danno tanta consolazione e coraggio soprattutto ai più deboli, oggi il mondo sarebbe completamente dominato da satana.
Gesù invece ha provveduto e continua ad inviare predicatori e missionari che girano per le città o scrivono o utilizzano i mezzi di comunicazione per insegnare e sostenere tutti i credenti che hanno Fede in Lui.
Per mezzo delle preghiere dei cattolici si ottengono incalcolabili conversioni dei peccatori in ogni parte del mondo, perché è la Madonna ad utilizzare le nostre preghiere, aiutando quanti meritano la conversione, la guarigione e la liberazione dalle negatività.
Ogni preghiera recitata in qualsiasi luogo e momento, è una preghiera di intercessione e la Madonna con premura la utilizza per convertire.
C’è una grande necessità di missionari per far conoscere Gesù e il Vangelo, ad essi però occorre il sostegno delle preghiere di molti credenti, quelle anime che hanno compreso la potentissima forza della preghiera recitata in ogni luogo, soprattutto nel silenzio della propria casa.
Nessuno conosce la profonda spiritualità di molte anime sante, solo Gesù e la Madonna ne sono a conoscenza e benedicono di continuo queste anime che offrono secondo le Loro intenzioni, le sofferenze, le malattie, le prove della vita, i sacrifici e le penitenze.
I Santi furono uomini e donne che ebbero un grande desiderio di saziarsi di Dio, pur consapevoli dei propri difetti. Ciascuno di noi può chiedersi: ho davvero voglia di essere santo, cioè, giusto, virtuoso e buono?
Meglio ancora: mi piacerebbe essere giusto, virtuoso e buono?
La risposta sarà sicuramente affermativa, ognuno dice sì e avverte una spinta interiore per vincere difetti e difficoltà. Non deve essere una risposta teorica, perché per molti il raggiungimento di una esemplarità di vita cristiana risulta impossibile. Non è così. Tutto è possibile con la preghiera costante, ogni vizio e difetto si vincono con la Grazia di Dio.
Noi dobbiamo impegnarci, restare vigilanti e fare la nostra parte in tutte le circostanze.
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PG 115 Pensiero di giovedì 26.4.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

L’umile vive di fede e chi ha fede è umile. L’umiltà e la fede sono inseparabili.
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GR 136 Granellino di giovedì 26.04.2018

(Gv 13,16-20) 
Pur vivendo nella chiesa, c'è sempre la tentazione di mettere da parte Gesù Cristo. Quando si mette da parte Gesù Cristo, la comunità diventa un'associazione dove dimorano gli spiriti immondi dell’invidia, della gelosia e della discordia. Come si mette da parte Gesù Cristo dalle nostre attività ecclesiali? Faccio alcuni esempi. Il sacerdote si mette a predicare. Il suo desiderio di predicare non è quello di dare gloria a Cristo, ma quello di manifestare la bravura della sua eloquenza. Con questo atteggiamento egli si mette al posto di Cristo. Non è il sacerdote che deve slacciare i sandali di Gesù, ma è Gesù che deve sciogliere i lacci dei suoi sandali. 
Un membro della chiesa si mette a pulire l'edificio non per amore del Signore, ma per guadagnarsi la simpatia del parroco. Mettendo da parte Gesù Cristo, il giorno in cui non gli dice grazie per quello che fa, smetterà di pulire la chiesa. 
Come cristiani siamo tutti al servizio di Cristo. È Lui il Signore, noi siamo suoi servi. Dobbiamo lavorare perché il suo amore trionfi in noi e in tutti, perché la sua volontà sia fatta in noi e in tutti e il suo regno venga in noi e in tutti. 
Quando Giovanni Battista incontra Gesù, egli si mette da parte e dice ai suoi discepoli di seguire Gesù. È Gesù la Verità che dobbiamo insegnare. È Gesù la Parola che dobbiamo annunciare. È Gesù la vita che dobbiamo comunicare. Non permettiamo che la gente si prostri davanti a noi. Evitiamo che la gente ci consideri Zeus disceso dal cielo. 
Qualche volta mi capita d'incontrare gruppi di preghiera guidati da laici che vengono considerati come dei. Più che adorare il Signore i membri di questi gruppi adorano le loro guide che, posseduti dallo spirito della gloria umana, si danno l'aria di essere grandi mistici. Il ruolo della guida spirituale è quello di portare la gente ai piedi di Gesù. Amen. Alleluia. 
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti) 
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mercoledì 25 aprile 2018

MD 9 Messaggio del 25 aprile 2018 a Marija



Cari figli! 
Anche oggi vi invito a vivere con Gesù la vostra nuova vita. Che il Risorto vi doni la forza affinché siate sempre forti nelle prove della vita e fedeli e perseveranti nella preghiera, perché Gesù vi ha salvati con le Sue ferite e con la Sua resurrezione vi ha dato una vita nuova. 
Pregate, figlioli e non perdete la speranza. Nei vostri cuori ci siano gioia e pace, testimoniate la gioia di essere miei. 
Io sono con voi e vi amo tutti con il mio amore materno. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.


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SC 136 Commento al Vangelo di mercoledì 25.04.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Marco (16,15-20)
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio Nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in Cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Qui troviamo il comando di Gesù rivolto agli Undici e a tutti i Sacerdoti della storia dopo di Loro, è il comandamento di predicare in tutto il mondo il Vangelo di salvezza. Senza l’Amore Divino, Gesù non avrebbe avuto così tanto interesse per la salvezza di tutti, per la sorte degli abitanti al di fuori di Israele. Mentre il comando del Signore manifesta da solo che l’invio dei discepoli nel mondo è l’espressione del suo Amore infinito per il bene dell’umanità.
Gesù vuole dimorare nei cuori di tutti per donare il suo Spirito e far conoscere la Via per diventare migliori e ottenere la salvezza eterna.
Invia in tutto il mondo i suoi missionari per fare proseliti, seguaci, questa è una verità biblica e chi dice il contrario, sbaglia gravemente ed evidenzia inevitabilmente il rifiuto di Gesù. Chi lo pensa cade nell’apostasia, non ha più Fede e se è Ministro di Dio, commette molteplici errori teologici.
«In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato”».
Dinanzi a queste parole dette da Dio è molto pericoloso affermare che la Chiesa non deve fare proseliti, implicitamente si attesta il distacco da Gesù e dalla Chiesa, che non c’è alcun interesse nell'eseguire il comando di Dio e che non c’è alcun amore verso l’unica Chiesa fondata da Gesù Cristo.
Per quale ragione Gesù ha istruito per tre anni un gruppo di Apostoli e tanti discepoli se non per inviarli nel mondo ed annunciare il Vangelo e fare proseliti? È l’atteggiamento di un cameriere, per fare un esempio, che lavora in un ottimo ristorante ma ne parla male con tutti i suoi conoscenti per odio, disinteresse o per essersi alleato con un altro ristoratore in cambio di molto denaro.
Nella Chiesa c’è anche chi non vuole che i missionari convertano gli atei, una posizione che non lascia dubbi alla perdita di amore a Gesù Cristo e al totale disinteresse verso la Chiesa. Altri teologi questo lo dicevano oltre un decennio fa nelle Facoltà di teologia, senza però spiegare né confrontarsi con il comando del Signore: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”.
Queste parole rappresentano il testamento di Gesù, sono un comandamento e una disposizione che solo quelli che Lo amano mettono in pratica. Senza amore non c’è volontà di sacrificarsi, questo avviene anche nelle famiglie.
Tutti i Vescovi e i Sacerdoti devono predicare il Vangelo storico senza stancarsi, cioè, senza abbandonare per pigrizia o per altri interessi la missione unica e straordinaria. La migliore predica è il buon esempio, sono le opere sante compiute per amore del Signore e non per ricevere applausi e consensi.
Aspetto molto importante del contenuto della predicazione dei Vescovi e dei Sacerdoti è il Vangelo. Non sono i temi sociali a far conoscere Gesù, ad avvicinare i peccatori alla Chiesa e a confessarsi, a iniziare una nuova vita. Già altri parlano di temi sociali, ci sono molti volontari e gruppi che aiutano e spiegano quanto compete anche a loro.
I Vescovi e i Sacerdoti devono occuparsi del Vangelo, questo è il loro compito, la missione affidata da Gesù. Sono chiamati ad annunciare il Vangelo senza ritoccarlo né modellarlo secondo le proprie convenienze. Gesù ha comandato di annunciarlo ad “ogni creatura”, a tutti gli uomini, perché tutti gli uomini necessitano di ascoltare le autentiche Parole di Vita e di Verità.
Senza la conoscenza del Vangelo il rischio di perdersi è elevato, come facile è la salvezza per quanti vivono il Vangelo, anche se non difficoltà.
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PG 114 Pensiero di mercoledì 25.4.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

La tua fede ti farà vincere ogni tuo avversario. Prega e fuggi le occasioni e avrai sempre la fede pronta a combattere e a vincere.
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GR 135 Granellino di mercoledì 25.04.2018

(Mc 16,15-20)
"Andate e predicate il Vangelo", comanda Gesù ai suoi discepoli nel giorno della sua ascensione al cielo. Il primo comandamento è "Andate". È il verbo che piace molto a Papa Francesco. Per mettere in pratica questo comandamento, bisogna uscire, cioè andare incontro alla gente. È chiaro che si va incontro alla gente sempre con timore. Il timore scaturisce dai seguenti interrogativi che l'evangelizzatore si pone: "La gente mi accoglierà? Cosa dirà di me? Come sarà il viaggio?". Sono, queste, domande che da due anni mi pongo ogni volta che lo Spirito mi spinge ad andare in una città per la prima volta. Devo dire la Verità che, ovunque vada, trovo sempre un popolo che mi aspetta e mi accoglie come servo del Vangelo.
Spesso, prima di partire, sento una voce che mi dice: "Non temere, parti, ti ho preparato un popolo che ti ama". È così accade. Il secondo comandamento è: "Predicate il Vangelo!". Predicare non è fare una conferenza, ma annunciare una notizia ad alta voce. Quando ero piccolo, al mio paese c'era la figura del banditore il cui compito era quello di girare per le strade del paese annunciando ad alta voce l'arrivo di un venditore.
Oggi nella Chiesa ci sono più conferenzieri che predicatori. Il Vangelo è una buona notizia. E la buona notizia non può e non deve essere annunciata con voce sottomessa e sdolcinata. Il Vangelo bisogna gridarlo con gioia e senza paura. Non essere come quel prete che si presentò all'ambone, dicendo con volto triste: "Fratelli e sorelle, oggi parleremo della gioia cristiana".
Qual è la buona notizia? Che Gesù è la nostra salvezza. Se pensi di avere un cancro e il medico ti dirà: "Rallegrati, perché hai una bronchite che si può curare". Cosa accadrà in te? Che la tua tristezza si trasformerà in gioia.
Il Vangelo è la buona notizia che annuncia:" Dio ti ama. Dio perdona. Dio provvede per te. Dio è sempre con te. Dio ha un posto per te in Paradiso. Cristo è risorto. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)

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martedì 24 aprile 2018

PG 113 Pensiero di martedì 24.4.2018 di Don Pierino Galeone – Servi della Sofferenza

Vivi la giornata procedendo sempre nella pace del Signore. Non pensare a ciò che accadrà; rimani con Cristo e con Lui conserverai la pace anche nell'ora del riposo.
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GR 134 Granellino di martedì 24.04.2018

(Gv 10,22-30) 
Il Signore ama tutti, ma non predilige tutti. La predilezione del Signore è solo per alcuni. La predilezione del Signore verso qualcuno implica una chiamata a compiere una grande missione. La predilezione divina non dipende da fattori umani. Essa è un grande mistero. Il Signore non predilige qualcuno secondo i canoni umani. 
Prima di mandare qualcuno in missione, il Signore chiama il suo prediletto e lo forma, lo educa e lo riempie di carismi necessari perché possa compiere la missione con fedeltà e zelo. Qual è la missione che il prediletto è chiamato a compiere? È dedicarsi totalmente all’evangelizzazione. Evangelizzare è far conoscere Cristo, salvezza dell'uomo. Durante la missione il prediletto dovrà soffrire molto per evangelizzare. Non tutti accolgono con gioia la Parola di Dio, a causa di certi pregiudizi che si hanno verso l’evangelizzatore. 
Quali potrebbero essere i pregiudizi? Uno potrebbe essere la vita dissoluta condotta prima della chiamata e della conversione. Alcuni ascoltatori diranno: "Sappiamo chi è costui: un incallito peccatore e bestemmiatore ed ora fa finta di essere Santo!". Altri diranno: "Sappiamo chi è costei! Fa la prostituta ed ora si manifesta come donna casta". Altri ancora diranno: "Sappiamo chi è costui. È un povero ignorante. Non ha una laurea in teologia. Il suo linguaggio non è eloquente. Poi opera prodigi e miracoli. 
Sarà forse un mago? Chi gli ha dato questo potere? Dove ha preso tanta scienza divina? Sarà un imbroglione". L'ultimo pregiudizio è quello che ha impedito a Gesù di fare miracoli e di insegnare le realtà del cielo in Nazareth dove era cresciuto e quindi conosciuto. "Come può Gesù fare miracoli e parlare divinamente se conosciamo che è figlio di Giuseppe e non figlio di un rabbino? Per questo motivo non vollero ascoltarlo e decisero di gettarlo giù in un burrone. Ma Gesù, con autorità che incuteva timore e rispetto, passò in mezzo a loro e andò via. 
Spesso mi chiedo: "Come mai IL GRANELLINO si è diffuso come l'edera? Come mai mi dicono che alcuni sacerdoti lo rifiutano? Lo so, non sono un biblista, un teologo o un professore di Teologia. Mi legge la gente semplice e pura di cuore. Appartengo a un istituto religioso e mi chiedo se i miei confratelli mi leggono sapendo che non sono un laureato in teologia. Amen. Alleluia. 
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)

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Medaglia di San Benedetto