Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



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domenica 30 settembre 2012

1840 - Commento al Vangelo del 30/9/2012, dom. 26^ t.ord.


+ Dal Vangelo secondo Marco (9,38-43.45.47-48)
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gli Apostoli danno una distorta interpretazione all’apostolato che faceva un uomo sconosciuto, estraneo alla comunità di Gesù, ma lo faceva nel Nome di Gesù. La proibizione espressa dagli Apostoli è un esclusivismo sbagliato e possessivo del Vangelo. Sembra uno spirito di fazione più che un interesse reale per l’annuncio della Parola di Dio. Certamente si è trattato di un episodio dettato dall’amore verso Gesù e non dall’avversità verso l’uomo, ma sempre un ostacolo hanno frapposto alla Parola di Dio.
Le intenzioni dell’uomo sconosciuto erano ottime, infatti per la sua Fede avvenivano liberazioni straordinari di posseduti, con maggiore importanza perché gli Apostoli conoscevano bene Gesù e vivevano con Lui. Questi erano stati ed erano intimi con Gesù, mentre lo sconosciuto non aveva mai parlato con Gesù. Quale la differenza? L’uomo sconosciuto osa, ha il coraggio di annunciare il Nome di Gesù e di chiedere miracoli pronunciando con molta Fede questo Santissimo Nome.
Se pensiamo all’apostolato svolto in questi anni, prevalentemente è inesistente e in moltissimi casi distorto e quasi pagano. Invece l’uomo sconosciuto gridava il Nome di Gesù ed avvenivano straordinarie liberazioni di persone possedute perché annunciava Gesù con grande Fede.
I due diversi atteggiamenti ci fanno capire che c’è un apostolato tiepido e con pochi frutti, forse inesistenti, dall’altra parte ce né un altro abbondante di frutti miracolosi. Molti oggi devono ancora elaborare la potenza della Fede, ma come potranno arrivare ad una Fede forte se hanno abbandonato la vita spirituale fatta di preghiere, rinnegamenti e sacrifici?
Gli Apostoli erano stati inviati dal loro Maestro ad annunciare la sua venuta: “Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi” (Mc 6,7). Però in qualche caso non erano riusciti a compiere nulla. Il motivo lo disse Gesù ed era questo: “Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno” (Mt 17,21). Quindi, l’uomo sconosciuto pregava e digiunava con molta Fede.
Il comportamento degli Apostoli compiuto in buonafede lo accettiamo, erano ancora storditi da tutto e dopo poco tempo lo Spirito Santo li trasfigurò nel Cenacolo, invece l’agire dell’uomo sconosciuto è da ammirare nonostante il suo anonimo apostolato. Oltre questi due modi c’è un terzo modo di fare apostolato ma è quello disonesto ed ingannevole. Mi hanno chiesto informazioni su Benny Hinn, un pastore evangelico che si mostra su TBN ed è ritenuto anche qui in Italia un grande uomo di Dio.
È nato a Giaffa in Israele nel 1952 e poi trasferitosi con la famiglia negli Stati Uniti, ha iniziato già negli anni ’80 a predicare nel Nome di Gesù nell’ambiente protestante, poi diventato un carismatico pentecostale. Chi lo ha visto in televisione si illude di vedere un profeta, ma a detta di molte chiese evangeliche si tratta di un truffatore e di un predicatore bugiardo. Trascrivo un testo scritto nell’ambiente evangelico contro lui:
«Benny Hinn ha spesso dimostrato di essere un falso profeta, amante del denaro, bugiar­do, praticante la negromanzia, predicatore di eresie e false dottrine, tra cui la “cadu­ta all’indietro”, la prosperità e il benesse­re materiale, e la divinità dell’uomo.
Tra le dottrine seguite nelle chiese che si ispirano a lui, oltre alla “caduta a terra all’indietro” e al “soffio dello Spirito”, figurano spesso anche le cosiddette “Benedizioni di Toronto” (Toronto blessings), dette anche: santa risata, risveglio della risata, gioia dello Spirito Santo, o battesimo della gioia.
Fe­nomeni che fanno capo alle diaboliche ma­nifestazioni di questa esperienza: “...Alcuni piangono senza riuscire a controllarsi, o ridono istericamente. Altri fanno cadere o crollano a terra, mentre altri saltano, si contorcono, colpiscono l’aria, urla­no, si piegano in due in preda al dolore, imitano i versi degli animali...” (C.R.I., 1995).
E ancora: “...sibilano, abbaiano, ballano, si contorcono come serpenti e saltano. Molti perdono il controllo del pro­prio corpo, tremano, restano a terra come paralizzati, o ridono per ore intere...”.
Manifestazioni che ricordano quelle di oc­cultisti o degli sciamani, o della pratica del Kundalini. Lo Spirito Santo non ha niente a che fare con tutto ciò, e i cristiani devono rigettare queste pratiche. Dio non è confu­sione (1 Corinzi 14,33), e il frutto del Suo Spirito è autocontrollo (Galati 5,22-23).
Il pentecostalismo, di ogni tipo, è ostile e avversario della Verità della Fede Cattolica: con tali negazioni della Verità è impossibile pensare seriamente ad una presenza del vero Spirito Santo. Che razza di “spirito” è quello che produce fenomeni da baraccone -con un’attrazione morbosa per il sensazionale- ed è ostile e opposto alla Fede Cattolica?
Dav­vero una strana corrente di grazia. Grazia e Verità non vanno sempre insieme? Eppure da questa corrente del neo-pentecostalismo ha avuto origine, storicamente e spiritualmente il rinnovamento carismatico cattolico!
Men­tre il vero cristianesimo si presenta subi­to all’inizio con una stagione d’oro dello Spirito”, i pentecostali protestanti invece proprio all’inizio si presentano con fenome­ni sconcertanti e non autentici che poi loro stessi hanno dovuto correggere: erano “tre­molanti” e “rotolanti”; si notavano agita­zioni convulse, sussulti, brividi, colpi battuti nel legno, urla, esaltazione morbosa, parole sconnesse e senza senso, una superstiziosa ricerca del miracoloso.
Gli stessi protestanti rifiutarono queste cose definendo così que­sto movimento: “II pentecostalismo non è altro che una religione pagana mascherata”».

Altre critiche gravissime delle chiese evangeliche sul falso profeta Benny Hinn, vertono sulle profezie che Hinn ha fatto per gli anni ‘90 e che non si sono avverate, ad esempio che Dio avrebbe distrutto la comunità omosessuale nel 1995 o la morte di Fidel Castro, l’elezione della prima donna come Presidente degli Stati Uniti d’America, un terremoto che avrebbe distrutto la costa orientale degli Stati Uniti, eccetera.
Questo è il metodo disonesto di arricchirsi strumentalizzando il Nome di Gesù, cosa che l’uomo sconosciuto del Vangelo si guardò dal compiere, egli era infervorato nell’apostolato che faceva. Alle sue parole seguivano fatti concreti e soprannaturali, questi sono i segni della presenza di Dio.
È stupido e da delinquente pensare di annunciare il Nome di Gesù e guadagnare denaro o altro di prezioso. Sono due cose incompatibili, eppure un predicatore del Papa ha raccontato che nel 2006 è andato in un palazzetto dello sport di Roma per assistere ad una sceneggiata con successiva predica di Benny Hinn e di essere rimasto meravigliato per la folla numerosa all’interno, oltre quindicimila, e per altre cinquemila persone rimaste fuori per mancanza di spazio. Anche lui rimase fuori a guardare uno schermo gigante. A molti presenti domandò la loro provenienza religiosa e tutti risposero che erano cattolici.
Lo ha raccontato con commozione, elogiando il fratello Benny Hinn e considerandolo un grande uomo di Dio.
I casi però sono due: o questo predicatore non ha alcuna capacità di discernimento o non conosce quanto ha commesso di grave Hinn.
Sicuramente conosce e ama lo spettacolo di Benny Hinn…
Noi non vogliamo aiutare un falso profeta come Benny Hinn, vogliamo invece svelare le sue sceneggiate che però elettrizzano centinaia di milioni di telespettatori perché i suoi incontri/spettacolo sono trasmessi in più di 200 Nazioni del mondo. Si tratta di veri spettacoli, c’è di tutto oltre la sua predichetta e i falsi miracoli, anche lunghissimi canti stile evangelico pentecostale (canti sdolcinati e melodiosi).
Le stesse chiese evangeliche considerano Benny Hinn un pericoloso eretico, infatti ha snocciolato assurdità teologiche spaventose, ha manipolato numerosi passi del Vangelo e si è attribuito gli stessi poteri di Gesù. Ha lasciato credere di essere Gesù incarnato nuovamente, mentre in altre circostanze ha detto che Gesù è nato nuovamente, senza specificare dove e quando.
È un falso profeta carismatico pentecostale e non lo prendiamo in considerazione, il fatto è che moltissimi cattolici della spiritualità carismatica lo seguono sia in televisione che dal vivo, quando organizza quasi settimanalmente incontri/spettacoli negli stadi coperti alla presenza di trentamila persone, anche di più in molti casi. Oltre le eresie e lo spettacolo da baraccone che mette in scena, Benny Hinn non può trasmettere lo Spirito di Gesù perché agisce contro, quindi cosa trasmette? La domanda la rivolgo a quelli che lo seguono!
Oggi invece Gesù ci dice che è meglio perdere una mano e un piede ed entrare in Paradiso che non entrarvi rimanendo sano e ricco. Ovviamente è un concetto iperbolico di Gesù, vuole dire che è importante nella notra vita una cosa sola: salvare l’anima e andare in Paradiso. Il resto passa... tutto si lascia in questa terra, siamo pellegrini e dobbiamo vivere con piena partecipazione a questo pellegrinaggio e non come turisti superficiali.
Gesù parla di perdere l’occhio pur di salvare l’anima, intende la mortificazione della vista, il distacco dalle occasioni di peccato, così come chiede di tagliare la mano se questa scandalizza, e vuole dire di non usarla più per compiere del male. Chi continua a peccare e a fare uso sbagliato del proprio corpo ma attaccando gli altri, vive nel fondamentalismo bieco e cerca di predominare strumentalizzando il Nome di Gesù.
Proprio l’esaltata ricerca di primeggiare in ogni ambiente sociale ed anche all’interno della Chiesa avviene questo facendo perdere Fede e Verità, manifesta il vuoto interiore e una mentalità ancora molto lontana dal Vangelo. La spiritualità di una persona equivale al suo rinnegamento e alla Fede che possiede. La stessa mentalità di una persona manifesta che tipo di Fede possiede!
Dalle parole ambigue ed ipocrite, soprattutto dalle opere maliziose perché queste si possono commettere occultamente, si riconosce il vuoto di Dio in una persona, la sua carnalità sotto ogni aspetto che emerge in ogni dialogo e in ogni sua opera. Così commette scandali anche se non percepibili agli altri: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare”.
Oggi dobbiamo domandarci che peso diamo al peccato e cosa facciamo per rimanere in Grazia di Dio. Se il peccato mortale è una disgrazia spaventosa, la Grazia è la trasfigurazione in Gesù e la vita divina che regna in un essere umano. Il peccato mortale commesso e non confessato, la superficialità nel commetterlo, la mancata conoscenza dei peccati mortali perché non si sono studiati i 10 Comandamenti del Catechismo della Chiesa Cattolica, allontanano l’anima da Gesù e la lasciano in agonia, quasi nella disperazione.
La ripetizione di peccati mortali è la porta del fallimento di tutta la vita, in particolare uno viene commesso con una facilità sbalorditiva ed è il giudizio temerario. È ben diverso dal sospetto, perché questo si ha quando si è più inclinati a credere il male; il giudizio si ha quando si ritiene una cosa per certa e indubitata, ma senza alcuna prova morale.
«Il giudicare male del prossimo, apertamente e fermamente, senza giusto e vero motivo, è sempre peccato grave, perché ritenendo decisamente il nostro prossimo come cattivo, gli si toglie la buona stima e la riputazione. Si tratta di giudicar male decisamente, senza giusto motivo, perché se vi fossero dei gravi motivi, ossia dei gravi e forti indizi, allora il nostro giudizio non sarebbe più temerario, sebbene anche in questo caso sarebbe molto meglio sospendere ogni giudizio e coprire ogni cosa col manto della carità.
Non è mai lecito, senza un grave e giusto motivo, giudicar male del prossimo; se noi lo facciamo, i nostri giudizi sono sempre temerari e gravemente peccaminosi, a meno che la cosa di cui si giudica sia piccola e di poco conto, nel qual caso il giudizio sarebbe solo colpa veniale, per scarsità di materia».
Il giudizio temerario nasce nei cuori acidi, amari e aspri per natura, hanno la capacità di trasformare il giudizio in assenzio, a causa della fragilità di giudicare il prossimo sempre con rigore e asprezza. È chiaro che queste persone devono rinascere ancora in Gesù, devono ancora comprendere il Vangelo e cosa comporta essere cristiani. Parlare a briglia sciolta è un’abitudine pericolosa, perché introduce nell’anima e li stabilisce, il giudizio temerario e la maldicenza.
A volte la cattiveria convince che facendo giudizi temerari sugli altri, abbassano l’onore degli altri ed alzano il proprio!
Allora è meglio entrare in Paradiso senza lingua… che vivere eternamente nell’inferno con la doppia lingua…

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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1839 - Vita di Gesù (paragrafi 532-534)


Il mercoledì. Il tradimento di Giuda

§ 532. Giunse pertanto il penultimo giorno avanti la Pasqua, ossia il mercoledì. Il tempo, per i sommi sacerdoti e i Farisei, stringeva e bisognava de­cidersi ad agire. Nonostante le ripetute deliberazioni prese nei giorni precedenti, ancora non si era fatto nulla, perché Gesù era protetto dal favore popolare e quindi si permetteva di girare impunemente in Gerusalemme e perfino di predicare nel Tempio. Ma non c'era dun­que modo di farlo scomparire occultamente, senza che il popolo se ne avvedesse? Certo non bisognava perdere altro tempo, e la que­stione doveva essere risolta in maniera definitiva prima della Pa­squa, per evitare conseguenze che potevano esser gravissime. Le fe­ste in genere, e soprattutto la Pasqua, a causa delle enormi affluenze di folle eccitate, erano considerate dal procuratore romano come pe­riodi di convulsione sismica, ed allora più che mai egli sbarrava tan­to d'occhi e raddoppiava la vigilanza per timore che un nonnulla facesse saltare tutto in aria: perciò in tali occasioni - come riferisce occasionalmente Flavio Giuseppe (Guerra giud., II, 224) - la coorte romana di presidio a Gerusalemme si schierava lungo il portico del Tempio, giacché nelle feste essi fanno sempre la guardia armati af­finché la folla adunata non faccia sedizioni. Che cosa dunque non poteva accadere con quel Rabbi galileo in giro per la città e nel Tempio, attorniato da gruppi d'entusiasti che lo credevano Messia? Al primo subbuglio che fosse accaduto, il cavaliere Ponzio Pilato avrebbe scatenato i suoi soldati sulle folle dei pellegrini cominciando davvero a distruggere il luogo santo e la nazione, come si era te­muto (§ 494). No, no, assolutamente bisognava scongiurare questo pericolo e far si che per la Pasqua tutto fosse a posto. Ma come? In quel mercoledì si tenne un nuovo consiglio per discutere tale que­stione. Allora si radunarono i sommi sacerdoti e gli anziani del po­polo nel palazzo del sommo sacerdote chiamato Caifa, e delibera­rono di catturare Gesu' con inganno e d'uccider(lo). Tuttavia diceva­no:“Non nella festa, affinché non avvenga tumulto nel popolo” (Matteo, 26, 3-5). Era dunque pacifico per tutti i partecipi dell'adu­nanza che Gesù dovesse esser soppresso; tuttavia alcuni più cauti facevano notare il pericolo che l'arresto fosse eseguito durante la festa pasquale quando molti pellegrini, o Galilei o favorevoli a Gesù, potevano insorgere per proteggerlo; d'altra parte neppure sarebbe sta­to opportuno rimandare l'arresto a dopo la festa, perché nel frattem­po Gesù poteva allontanarsi con i pellegrini che tornavano alle loro case e così sfuggire alla cattura, come aveva già fatto dopo la resur­rezione di Lazaro: perciò bisognava agir subito, prima della Pasqua. e in segreto. A questa sollecitudine e segretezza mirava l'osservazione dei cauti consiglieri. Ma appunto qui stava la difficoltà. Alla Pasqua mancavano solo due giorni, e Gesù passava tutta la sua giornata in mezzo al popolo; co­m'era possibile agire in sì poco tempo e in maniera che l'arresto si risapesse solo a cose fatte? L'aiuto venne donde meno si aspettava. Allora uno dei dodici, quello chiamato Giuda Iscariota, andato dai sommi sacerdoti disse:”Che cosa mi volete dare, ed io lo conse­gnerò a voi?”. E quelli stabilirono trenta (monete) argentee. E da allora (Giuda) cercava un'opportunità per consegnarlo. Questa è l'in­formazione di Matteo (26, l4-l6), con cui concordano gli altri due Sinottici, i quali non precisano la somma pattuita ma aggiungono la ben comprensibile notizia che i sommi sacerdoti si rallegrarono del­la proposta di Giuda. E infatti adesso, con tale cooperatore, arre­stare sollecitamente e segretamente Gesù diventava impresa facile.

§ 533. Ma quale ragione spinse Giuda al tradimento? La primitiva catechesi non ci ha trasmesso altra ragione che l'amo­re al lucro. Quando gli evangelisti presentavano Giuda come ladro e amministratore fraudolento della cassetta comune (§ 502) prepa­ravano in realtà la scena di Giuda che si reca dai sommi sacerdoti per chiedere: Che cosa mi volete dare...? Ma, anche fuori dei van­geli, quando Pietro parla del traditore ormai suicida non accenna ad altro profitto del tradimento se non all'acquisto d'un campo con la mercede dell'iniquità (Atti, 1, 16-19). La ragione del lucro è dun­que sicura; tuttavia insieme con essa non è escluso che ve ne siano state altre di cui la primitiva catechesi non si occupò, e qui il cam­po è aperto a ragionevoli congetture. Anche astraendo dai voli fantastici fatti su questo campo sommamente tragico da drammaturghi o da storici d'ispirazione romanze­sca, resta sempre l'inaspettato contegno tenuto da Giuda soltanto due giorni dopo: visto che Gesù è stato condannato, il traditore im­provvisamente si pente di aver venduto il sangue di quel giusto, e riportatone il prezzo ai sommi sacerdoti va ad impiccansi (§ 574). Ebbene, questo non è il contegno di un semplice avaro: un avaro tipico, un uomo che non avesse avuto altro amore che per il dena­ro, sarebbe rimasto soddisfatto del lucro ottenuto, qualunque fosse stata la sorte successiva di Gesù, e non avrebbe pensato né a resti­tuire il denaro né ad impiccarsi. Avaro e cupido Giuda fu certamen­te, ma oltre a ciò era qualche cosa d'altro. Esistono in lui almeno due amori: uno è quello dell'oro, che lo spinge a tradire Gesù; ma a fianco a questo esiste un altro amore che talvolta può anche essere più forte, perché a tradimento compiuto prevale sullo stesso amore dell'oro e spinge il traditore a restituire il lucro, a rinnegare tutto il suo tradimento, a compiangerne la vittima e infine ad uccidersi per disperazione. Qual era l'oggetto di questo amore contrastante con quello dell'oro? Per quanto ci si ripensi, non si trova altro oggetto possibile se non Gesù. Se Giuda non avesse sentito per Gesù un amore tanto grande che talvolta prevaleva su quello per l'oro, non avrebbe né restituito il denaro né rinnegato il suo tradimento. Ma se egli amava Gesù, per­ché lo tradì? Certamente perché il suo amore era grande ma non incontrastato, non era l'amore generoso, fiducioso, luminoso di un Pietro e di un Giovanni, e conteneva pur nella sua fiamma alcun­ché di fumoso e di tenebroso: in che consistesse però questo elemen­to oscuro non sappiamo, e per noi rimarrà il mistero dell'iniquità somma. Riseppe forse Giuda di essere stato denunziato a Gesù come frodatore della cassetta comune, e non tollerò di essere decaduto dal­la stima di lui? Ma anche Pietro come rinnegatore di Gesù giudi­cherà di esser decaduto dalla stima di lui, eppure non dispererà. Forse, più accortamente degli altri Apostoli, Giuda comprese dalle rettifiche messianiche di Gesù che il suo regno non avrebbe appor­tato né gloria né potenza mondane ai futuri cortigiani, e in quel previsto fallimento provvide da avaro qual era ai propri interessi? Ipotesi possibilissima; la quale tuttavia non spiega da sola perché mai Giuda, dopo essersi staccato da Gesù mediante il tradimento, si senta ancora legato a lui da pentirsi ed uccidersi. Forse, accoppiando l'amore del lucro con l'ansia di veder presto Gesù a capo del regno messianico politico, Giuda lo tradì con la sicurezza di vederlo compiere portenti su portenti di fronte ai suoi avversari, e così di costringerlo a inaugurar subito quel regno che si faceva troppo aspettare? In tal caso però il traditore non si sarebbe dovuto uccidere prima della morte di Gesù ma tutt'al più dopo, perché egli non sapeva quando il Messia sarebbe ricorso ai suoi mas­simi portenti, tanto più che proprio all'inizio della sua operosità di traditore Giuda aveva assistito nel Gethsemani al portento delle guar­die atterrate (§ 559). E le ipotesi si potrebbero facilmente moltiplicare, senza però che ne rimanesse schiarito con sicurezza il mistero dell'iniquità somma.

§ 534. Inoltre, tale iniquità non consisté soltanto nel vendere Gesù, ma più e soprattutto nel disperare del suo perdono. Giuda aveva visto Gesù perdonare a usurai e prostitute, aveva udito dalla sua bocca le parabole della misericordia compresa quella del figliuol pro­digo, lo aveva inteso comandare a Pietro di perdonare settanta volte sette: eppure dopo tutto ciò egli dispera del suo perdono e s'impic­ca, mentre Pietro dopo il suo rinnegamento non dispererà ma scop­pierà a piangere. Anche questo disperare del perdono dimostra che Giuda aveva per il giusto da lui tradito un'altissima stima, la quale gli faceva misurare l'abissale nefandezza del delitto commesso: ma era anche una stima incompleta e quindi ingiuriosa, perché davanti alla responsabilità del tradimento si fermava a mezza strada e ingiu­riosamente riteneva Gesù incapace di perdonare al traditore. Ben più che dal tradimento di Giuda, Gesù fu ingiuriato dal suo disperare del perdono: qui fu l'oltraggio sommo ricevuto da Gesù e l'iniquità som­ma commessa da Giuda. La mercede stabilita dai sommi sacerdoti per il tradimento fu di trenta (monete) argentee. Il solo Matteo comunica questa cifra per­ché, sollecito qual è di segnalare che in Gesù si sono adempite le antiche profezie messianiche, scorge qui adempita una profezia di Zacharia (§ 575); tuttavia Matteo, né in questo punto né in segui­to (27, 3-10), dirà il nome individuale delle monete e parlerà sem­pre di trenta argentei. Non c'è dubbio che l'innominata moneta fosse il siclo (§ 249) ossia lo statere (§ 406), il quale valeva quattro dramme ossia quattro denari (§ 465); non era quindi il denarius romano (§ 514); ma una moneta di valore quattro volte maggiore: perciò, parlando tecnicamente, l'espressione usuale di “trenta denari di Giuda” è falsa perché l'intera somma di 30 sicli era costituita da 120 “denari”. Nel valore odierno essa corri­sponderebbe a circa 128 lire in oro. Era norma della legge ebraica (Esodo, 21, 32) che quando un bove avesse ucciso cozzando uno schiavo, il padrone del bove dovesse pa­gare al padrone dello schiavo a risarcimento del danno subito 30 sicli d'argento: quindi in pratica il valore medio d'uno schiavo doveva computarsi circa sui 30 sicli. Può darsi che i sommi sacerdoti s'ispi­rassero a questa norma della Legge nello stabilire la mercede a Giu­da, perché così ottenevano il doppio scopo di mostrarsi osservatori la lettera anche in quel caso e insieme di trattare Gesù come uno schiavo qualunque. Luca, il quale ha terminato il racconto delle tentazioni di Gesù di­cendo che il diavolo si allontanò da lui fino a tempo (opportuno) (§ 276), inizia qui il racconto del tradimento dicendo che entrò Sata­na in Giuda, quello chiamato Iscariota, il quale andò ad accordarsi per il suo delitto con i sommi sacerdoti (Luca, 22, 3 segg.). Cosicché per l'evangelista discepolo di Paolo la passione di Gesù è il tempo (opportuno) preaccennato, e rappresenta in qualche modo una ripresa delle tentazioni a cui Gesù era stato sottoposto da Satana al­l'inizio della sua vita pubblica: terminando adesso Gesù la vita in­tera, Satana gli muove l'ultimo e più potente assalto e lo sottopone alla suprema prova, dopo di che egli entrerà nella sua gloria. O stolti e lenti di cuore...! Non doveva forse patire queste cose il Cristo (Messia) e (cosi) entrare nella sua gloria? (Luca, 24, 25-26) (§ 630).
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1838 - San Girolamo Padre e Dottore della Chiesa


Girolamo nacque a Stridone (Dalmazia) verso il 347 da una ricca famiglia cristiana, che gli assicurò un’accurata formazione, inviandolo anche a Roma a perfezionare i suoi studi. Da giovane sentì l’attrattiva della vita mondana (cfr Ep. 22,7),ma prevalse in lui il desiderio e l’interesse per la religione cristiana. Ricevuto il battesimo verso il 366, si orientò alla vita ascetica.
Studierà per tutta la vita, viaggiando dall'Europa all'Oriente con la sua biblioteca di classici antichi, sui quali si è formato. Nel 375, dopo una malattia, Girolamo passa alla Bibbia con passione crescente. Studia il greco ad Antiochia; poi, nella solitudine della Calcide (confini della Siria), si dedica all'ebraico; studiò anche a Roma.
Nel 379, ordinato prete dal vescovo Paolino di Antiochia, si recò a Costantinopoli dove poté perfezionare lo studio del greco sotto la guida di Gregorio Nazianzeno (uno dei "Padri Cappadoci"). Risalgono a questo periodo le letture dei testi di Origene e di Eusebio.
Nel 382, dopo tre anni di vita monastica, tornò a Roma. Qui, S. Damaso I (366-384) lo incarica di rivedere il testo di una diffusa versione latina della Scrittura, detta Itala, realizzata non sull'originale ebraico ma bensì sulla versione greca detta dei Settanta. Quando cominciò la sua opera di traduzione non aveva una perfetta conoscenza dell'ebraico, perciò si trasferì a Betlemme per perfezionarsi. Affrontò il compito di rivedere la traduzione dei Vangeli e successivamente, nel 390, passò all'antico testamento in ebraico concludendo l'opera dopo ben 23 anni.
La Vulgata, prima traduzione completa in lingua latina della Bibbia, rappresenta lo sforzo più impegnativo affrontato da Girolamo.
Il testo di Girolamo è stato la base per molte delle successive traduzioni della Bibbia, fino al XX secolo quando,  per l'antico testamento,  si è cominciato ad utilizzare direttamente il testo masoretico ebraico e la Septuaginta, mentre, per il nuovo testamento, si sono utilizzati direttamente i testi greci.
Girolamo utilizzò un concetto moderno di traduzione che attirò le accuse da parte dei suoi contemporanei; in una lettera indirizzata a Pammachio, genero della nobildonna romana Paola, scrisse: « Io, infatti, non solo ammetto, ma proclamo liberamente che nel tradurre i testi greci, a parte le Sacre Scritture, dove anche l'ordine delle parole è un mistero, non rendo la parola con la parola, ma il senso con il senso. Ho come maestro di questo procedimento Cicerone, che tradusse il Protagora di Platone, l'Economico di Senofonte e le due bellissime orazioni che Eschine e Demostene scrissero l'uno contro l'altro [...]. Anche Orazio poi, uomo acuto e dotto, nell'Ars poetica dà questi stessi precetti al traduttore colto: "Non ti curerai di rendere parola per parola, come un traduttore fedele" » (Epistulae 57, 5, trad. R. Palla)
Gli ultimi suoi anni sono rattristati dalla morte di molti amici e dal sacco di Roma, compiuto da Alarico nel 410: un evento che angoscia la sua vecchiaia.
Si spense nella sua cella, vicino alla grotta della Natività, il 30 settembre 419/420.
S. Girolamo è considerato protettore dei traduttori e patrono degli archeologi.

Significato del nome Girolamo : "dal nome sacro" (greco).
Vita e scritti
La Dottrina
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sabato 29 settembre 2012

1837 - Commento al Vangelo del 29/9/2012


+ Dal Vangelo secondo Giovanni (1,47-51)
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il Cielo aperto e gli Angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’Uomo».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Ho ricevuto una mail da una nostra parrocchiana che mi chiedeva informazioni su un’apparizione apparentemente buona e spirituale. Capirne la provenienza era umanamente complicato ma la preghiera mi ha aiutato, innanzitutto leggendo il messaggio non si avverte nessuna pace interiore. Questo non succede a tutti, dipende dalla vita spirituale che conduciamo e dalla vicinanza a Gesù. È inutile girarci attorno, se non c’è un serio cammino spirituale è facilissimo prendere lucciole per lanterne. Si crede autentica un’apparizione quando invece dietro c’è satana.
Abbiamo letto cosa dice Gesù a Maria Valtorta sull’opera instancabile e sfrenata dei diavoli, ma rileggiamolo:«Il demonio non dice mai: “Basta. Ora sono stanco e mi riposo”. Egli è l’instancabile. Passa agile come il pensiero, e più ancora, da questo a quell’uomo, e tenta e prende, e seduce, e tormenta, e non dà pace. Assale proditoriamente e abbatte se non si è più che vigilanti.
Delle volte si insedia da conquistatore per debo­lezza dell’assalito, altre vi entra da amico, perché il modo di vi­vere della preda cercata è già tale da essere alleanza col Nemi­co. Tal’altra, scacciato da uno, gira e piomba sul migliore, per farsi vendetta dello smacco avuto da Dio o da un servo di Dio. Ma voi dovete dire ciò che dice lui: “Io non riposo”. Lui non ri­posa per popolare l’inferno. Voi non dovete riposare per popolare il Paradiso».
Dovete comprendere che l’acume intellettivo dei diavoli è sproporzionato al nostro, essi erano Angeli di Dio e anche dopo la dannazione posseggono un’intelligenza smisurata rispetto alla nostra. L’opera di convincimento che utilizzano sulle coscienze è potentemente contraffatta, riescono piano piano ad inserire nella mente degli orgogliosi -soprattutto-, tutto e il contrario di tutto dei loro inganni.
E sono molti i cattolici che cadono nelle grinfie dei diavoli, ce ne accorgiamo dal loro linguaggio e dalle loro scelte, come per esempio quei Vescovi che attaccano il Vangelo e non vogliono più seguire la sana dottrina della Chiesa.
Vescovi e Sacerdoti che forse alcuni decenni fa pregavano anche il Rosario, nel tempo e con l’abbandono della preghiera hanno perduto la Grazia di Dio e vivono arrancando, senza più sentire nel cuore la presenza di Gesù. La mancanza di Dio fa esaltare il proprio Io, così la persona si trasforma in idolo e non ha più la capacità di pregare bene. Può perdere la Fede pur continuando a pregare a modo suo, illudendosi di essere perfetta!
I diavoli vogliono distruggerci e portarci lontano da Gesù e dalla Verità, ma se recitiamo una sola Ave Maria con Fede, scappano via.
Noi diventiamo più forti di tutti i diavoli quando siamo in Grazia di Dio e recitiamo il Santo Rosario, è la presenza dello Spirito di Dio e la protezione della Madonna a terrorizzarli e a farli allontanare da noi. Rimangono comunque l’amore e l’umiltà i due mezzi più odiati dai diavoli, la persona che ama ed è umile mette terrore a tutti i diavoli.
Quindi, i diavoli hanno seminato solo in Italia un centinaio di false apparizioni per allontanare i credenti e i peccatori dalle apparizioni autentiche, come Lourdes, Fatima, Medjugorje e dai Santuari mariani più frequentati: Pompei, Loreto e quelli locali importanti. È una strategia questa dei diavoli, studiata con arguzia maledetta, finalizzata a formare falsi veggenti pienamente posseduti dall’inganno satanico.
Ci sono quelli che partecipano consapevolmente nell’inganno delle false apparizioni ed altri veggenti che si trovano coinvolti senza il loro volere e vedono realmente nell’apparizione una madonna fantoccio perché è satana. Considerate che un veggente può anche vedere realmente una falsa madonna.
«In un’apparizione del 1982, Mirjana raccontò di aver visto satana con le sembianze della Madonna: nel dialogo che ne seguì, egli chiese esplicitamente alla veggente  di rinunciare a Maria Santissima e di seguirlo, promettendole ricompense incredibili e doni preziosi, come l’amore e la felicità. Mirjana riuscì a essere categorica nel suo rifiuto e quando, subito dopo, la Madonna le apparve per rassicurarla, le spiegò che il diavolo esiste e vive e opera in mezzo agli uomini.
Un giorno, satana ebbe anche l’ardire di presentarsi al cospetto di Dio per chiedergli di poter tentare la Chiesa. Dio gli concesse il tempo di un secolo, nel quale avrebbe potuto mettere alla prova la fedeltà dei suoi pastori.
Sono le debolezze degli uomini il nutrimento del maligno, le fragilità e le irrequietudini dell’animo umano: è su queste piccole crepe dell’interiorità dell’uomo che egli si infila, per poi prenderne completamente il controllo. In un’altra apparizione di satana a Mirjana, ella ricorda perfettamente la confusione, il senso di debolezza e l’incapacità di reagire: la figura nera, terrificante, irreale le si era parata di fronte e le sogghignava, tentandola con il miraggio di doni, come la bellezza, contrapposti alle sofferenze e ai sacrifici che le aveva portato, invece, la Madonna.
Vicka, un giorno, mentre Mirjana pregava e attendeva la sua apparizione, ebbe la visione di un giovane accattivante, confidenziale e simpatico. Non faceva paura, ma tentava di blandirla con i suoi modi garbati, promettendole splendidi doni e un avvenire meraviglioso. Solo dopo la Madonna le spiegò che satana agisce in maniera subdola, approfittando di ogni distrazione, debolezza, incertezza nella preghiera e nella fede. Se trova un varco nei cuori degli uomini, è li che si insinua e rimane a lungo, essendo sempre più difficile estirparlo.
Satana è impegnato, ora più che mai, nel distruggere i piani di pace della Madonna. La sua presenza nel mondo si è fatta più forte, ossessiva, combattiva. Marija ricorda l’episodio della giovane italiana posseduta dal demonio, rifiutata da tutti perchè con la sua aggressività incontrollata spaventava e disturbava: si diceva che avesse fatto un patto con Satana, che fosse stata coinvolta in messe nere e rituali sacrileghi. L’unica a offrirle aiuto e ospitalità fu proprio la veggente. La donna rimase presso Marija per parecchio tempo e fu una vera e propria battaglia, vinta solo grazie alla pazienza, alla bontà e alla Fede incrollabile della veggente: le benedizioni, la perseveranza nella preghiera e la Fede nelle parole di Dio indussero satana ad abbandonare la donna».
Ritorniamo alla mail inviata dalla nostra parrocchiana. Non cito il nome della nostra sorella che mi ha scritto. Scrivo questa storia per manifestare la sua docilità ad accettare i miei consigli, supportati da prove e non semplicemente da una mia opinione, in quanto in fatto di opinioni sulle cose spirituali non ne possiedo nemmeno una.
Seguo esclusivamente quanto afferma il Vangelo storico, il Magistero della Chiesa e il Catechismo.
Quindi, le parole della nostra parrocchiana già lasciavano presagire che era attratta da quella apparizione e dalla semplicità dell’uomo che accentra l’attenzione. Ho risposto quando ho potuto e le ho spiegato che ero dispiaciuto nel dover manifestare la mia contrarietà a quel fenomeno ma che lei era libera di continuare ad andare o meno.
Mi ha risposto con maggiore chiarezza e cercando di difendere come meglio poteva quel luogo, perché in piena buonafede lo considerava visitato dalla Madonna, comunque un luogo santo. Mi ha inviato un messaggio che avrebbe dato la Madonna sperando finalmente di convincermi. L’ho letto e vi ho trovato come succede in tutti i messaggi falsi, la mancanza di linearità, di consequenzialità, di tematiche ordinate, invece era pieno di disordine.
E chi vive nel disordine se non satana?
Proprio nel messaggio inviatomi, ho trovato un sottile e tragico inganno di satana e l’ho inviato alla mittente. Mi ha nuovamente risposto, cambiando la sua convinzione e scrivendo: “Grazie”. E altre parole che manifestano la sua capacità di distaccarsi dalla sua opinione e di rinnegare la volontà per accogliere la verità. “Continui sempre ad essere un Sacerdote pieno di zelo per le anime e soprattutto innamorato di Gesù e Maria. La ricordo ogni giorno nelle mie preghiere. Le sue meditazioni sul Vangelo sono meravigliose! La prego di pregare per me e per i miei cari ne abbiamo tanto bisogno. Con affetto nei SS. Cuori di Gesù e Maria”.
Ho ammirato molto la capacità della nostra sorella di mettere sotto i piedi i suoi sentimenti verso quel luogo e i messaggi falsi.
Io non ho fatto nulla per convincerla, vi riporto alcuni passi della mia risposta: “Carissima (…), ho troppo rispetto delle tue scelte e non cercherò di forzare il mio parere. Sei libera di andarci o meno, il mio è un parere, cosa vuoi che sia? Non ho nessuna sicurezza mia, però non scrivo opinioni e non mi lascio guidare dall'istinto. Oltre al disordine in tutti i messaggi e la chiara mancanza di linearità, c'è una ripetizione molto strana di altri messaggi. Cosa che la Madonna non ha fatto nelle grandi apparizioni. È vero che il contenuto spinge a cose buone, ma cosa può esserci di nascosto? Attendi e avrai la certezza. Non voglio turbarti, ma in coscienza devo ripeterti  la mia impressione, perchè me l'hai richiesta, altrimenti sarei rimasto in silenzio. Il profumo e altro di attraente lo può procurare anche qualcun'altro, per capire la verità basta aspettare, prima o poi si manifesterà in modo chiaro. Nel messaggio che mi hai inviato ho trovato altro materiale non buono, lo stesso disordine e l'assemblare frasi sconnesse tra loro e quindi non consequenziali. Ho trovato anche la frase che distrugge tutto e svela l’inganno. Cari saluti e la mia benedizione, Padre Giulio Maria”.
Per quanto riguarda i Primi 5 Sabati del mese, da più parti mi arrivano richieste di un chiarimento e lo spiego. La Madonna ha chiesto la Santa Comunione in quel giorno con l’intenzione di riparare i peccati contro il suo Cuore Immacolato. La liturgia può essere del sabato o della domenica, ma non sarebbe corretto però cercare di prendere due piccioni con una fava. Utilizzo questa espressione idiomatica e significa che con pochi sforzi si vogliono ottenere più risultati.
Se si partecipa alla Santa Messa del sabato sera per i Primi Sabati del mese, la persona innamorata di Gesù l’indomani partecipa lo stesso alla Messa domenicale perché è il Giorno del Signore. Dio infatti disse: “Ricordati di santificare le feste”, se si partecipa alla Messa nel Vespro del giorno precedente va ricordato che la domenica rimane il Giorno del Signore.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che questo giorno si caratterizza per 4 realtà:
il culto dovuto a Dio,
la letizia propria del giorno del Signore,
la pratica delle opere di misericordia
e la necessaria distensione della mente e del corpo (CCC 2185).
Tutte e quattro vanno vissute in pienezza, se non ci sono seri problemi di impedimento.
Oggi è una grande festa per noi, tutti insieme festeggiamo i tre Arcangeli conosciuti nelle Scritture e Li ringraziamo per tutta la Loro premura nell’aiutarci e nel proteggerci dagli assalti dei diavoli. Vi invito a pregarli con grande Fede, siate devoti di questi potentissimi protettori. Amateli come i migliori amici, fidatevi e invocateli spesso. Dio Li ha messi al nostro fianco e oltre servire Lui, servono anche noi se Li invochiamo con amore e dedichiamo un po’ di tempo alla meditazione di queste celestiali presenze.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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1836 - SS. Michele, Gabriele, Raffaele, Arcengeli


Il nuovo calendario ha riunito in una sola celebrazione i tre arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, la cui festa cadeva rispettivamente il 29 settembre, il 24 marzo e il 24 ottobre.
Dell'esistenza di questi Angeli parla esplicitamente la Sacra Scrittura che dà loro un nome e ne determina la funzione:  
S. Michele, l'antico patrono della Sinagoga, è ora patrono della Chiesa universale;
S. Gabriele è l'angelo dell'Incarnazione e forse dell'agonia nell'orto degli ulivi;
S. Raffaele è la guida dei viandanti.
 
Michele è citato nella Bibbia come primo dei principi e custode del popolo di Israele: « Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. » (Dn 12,1) 
Nel Nuovo Testamento è definito come arcangelo nella Lettera di Giuda 9 : 
«L'arcangelo Michele quando, in contesa con il diavolo, disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore! » mentre nell'Apocalisse di Giovanni, Michele conduce i suoi angeli nella battaglia contro il drago, rappresentante il demonio, e lo sconfigge: « Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. » (Ap 12,7-8)
Dopo l'affermazione del cristianesimo, il culto per S. Michele ebbe in Oriente una diffusione enorme: ne sono testimonianza le innumerevoli chiese, santuari, monasteri a lui dedicati. Perfino il grande fiume Nilo fu posto sotto la sua protezione; anche la chiesa funeraria del Cremlino a Mosca è dedicata a S. Michele.
In Occidente si hanno testimonianze di un culto, con le numerosissime chiese intitolate a volte a S. Angelo, a volte a S. Michele, come pure località e monti vennero chiamati Monte S. Angelo o Monte S. Michele, come il celebre santuario e monastero in Normandia in Francia, il cui culto fu portato forse dai Celti sulla costa della Normandia; certo è che esso si diffuse rapidamente nel mondo Longobardo, nello Stato Carolingio e nell'Impero Romano.
In Italia sano tanti i posti dove sorgono cappelle, oratori, grotte, chiese, colline e monti tutti intitolati all'arcangelo Michele che non si può accennarli tutti.
Difensore della Chiesa, la sua statua compare sulla sommità di Castel S. Angelo a Roma, che, com’è noto, era diventata una fortezza in difesa del Pontefice.
Significato del nome Michele : "chi come Dio?" (ebraico).

Gabriele  è l'annunciatore per eccellenza delle divine rivelazioni.  Rivela a Daniele i segreti del piano di Dio: « intesi la voce di un uomo, in mezzo all'Ulai, che gridava e diceva: "Gabriele, spiega a lui la visione". » (Dn 8, 16) -  « mentre dunque parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto prima in visione, volò veloce verso di me: era l'ora dell'offerta della sera. Egli mi rivolse questo discorso: "Daniele, sono venuto per istruirti e farti comprendere". » (Dn 9, 21-22).
Gabriele annunzia a Zaccaria la nascita di Giovanni : « Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo gli disse: "Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni... L'angelo gli rispose: "Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio .» (Lc 1, 11-19);
Gabriele annunzia a Maria la nascita di Gesù : « Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.” » 
(Lc 1, 26-31).  
Significato del nome Gabriele : "uomo di Dio" (assiro), "fortezza di dio" (ebraico).

Raffaele anch'egli sta davanti al trono di Dio: « Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore. » (Tb 12, 15);  - « Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette trombe » (Ap 8,2). Accompagna e custodisce Tobia nelle peripezie del suo viaggio e gli guarisce il padre cieco.
Dei tre, Raffaele è il meno noto, e meno diffuso è il suo culto tra i fedeli. Forse ciò dipende dal fatto che egli appare soltanto nell'Antico Testamento, ma non nel Nuovo, dove figura invece Gabriele, l'Angelo dell'Annunciazione, e Michele, l'Angelo guerriero dell'Apocalisse.
Anche nell'arte Raffaele ha avuto minore abbondanza di raffigurazioni. Nell'iconografia cristiana i suoi attributi sono il pesce e il vaso dei medicamenti ma appare anche accanto al giovanetto Tobiolo, come attento compagno di viaggio, specialmente nell'episodio del pesce catturato nel Tigri.
Raffaele è invocato come protettore dei mali della carne e delle infermità del corpo. Ma più giustamente, viene considerato come esemplare Custode nei viaggi : colui al quale ogni padre, come Tobia, vorrebbe affidare il proprio figlio che affronta, solo, il lungo e sconosciuto viaggio della vita.
Essendo un personaggio di un libro deuterocanonico della Bibbia, Raffaele non è riconosciuto dalla maggior parte dei Protestanti.
Significato del nome Raffaele : "Dio guarisce, ha guarito" (ebraico).
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venerdì 28 settembre 2012

1835 - Commento al Vangelo del 28/9/2012


 + Dal Vangelo secondo Luca (9,18-22)
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’Uomo -disse- deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Oggi Gesù indica a tutti i cristiani che seguirlo con impegno significa rivivere la sua Vita, ripassare le fasi cruciali della sua esistenza. Sono fasi dolorose che si sopportano con amore, ma fastidiose per quanti non hanno la capacità di accettarle per mezzo della preghiera che tutto ottiene. Per i cristiani è un dono partecipare alla Vita di Gesù, anche se dovranno imbattersi in momenti di sofferenza, guadagnandone però Grazie e vita eterna.
State però attenti, in questa vita non soffrono solamente i cristiani, l’umanità soffre per mille e mille ragioni diverse, anche i ricchi soffrono le pene dell’inferno in questa vita nonostante la loro opulenza. I ricchi che non aiutano con amore i poveri e le opere della Chiesa, hanno un vuoto interiore che li macera lentamente, non c’è nulla che possa addolcire questa sensazione di vuoto e di infelicità. Molti ricchi senza Dio vivono già qui le loro pene e forse -purtroppo- continueranno nell’aldilà.
I cristiani soffrono e insieme a Gesù sopportano con amore e riescono ad andare avanti senza ricorrere alle droghe o all’alcool, al sesso impazzito e alla perversione, ricercate da quanti vivono le loro sofferenze sfuggendo e rifiutando la realtà. I cristiani sanno di soffrire, hanno una motivazione da dare alla loro sofferenza se conoscono la vita spirituale e il cammino di purificazione.
Consideriamo le sofferenze inaudite di Padre Pio: per cinquant’anni portò le stimmate vive sul corpo e tramite questa sofferenza si convertirono milioni di peccatori. Inoltre la sua santità aumentava di continuo.
Gesù oggi ci indica cosa deve vivere ogni suo seguace: “Il Figlio dell’Uomo -disse- deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno”. Ognuno di noi consideri la sua vita: le sofferenze giornaliere non mancano mai, i rifiuti dei non credenti e dei familiaridisturbati sono sempre presenti, si subiscono persecuzioni e umiliazioni che possiamo paragonarle alla morte civile, ma poi improvvisamente… Gesù spazza via tutta la sofferenza e dona la vittoria ai suoi seguaci fedeli, e i persecutori sono sconfitti e schiacciati.
I cristiani incontrano sofferenze come i non credenti, sappiamo che Gesù non manda mai una sofferenza, è una assurdità pensarlo.
La meditazione della Parola ci porta a camminare sulla Via indicata da Gesù, ci permette di conoscerci interiormente e di valutare tutto con maturità umana e soprattutto spirituale. Sono molto contento per il cammino che sta compiendo la nostra Parrocchia virtuale, i vostri messaggi manifestano il vostro impegno nel cammino spirituale e i frutti sono abbondanti.
Trascrivo alcune delle innumerevoli testimonianze che mi arrivano:

“Carissimo Padre Giulio, oltre a ringraziarla moltissimo per l'opera di evangelizzazione che lei si impegna tutti i giorni a fare e divulgare, colgo l'occasione per aderire, pur con i limiti dovuti ad ignoranza in materia e sicura indegnità, al suo Progetto Vangelo e Vita. Non sto ad elencare gli enormi benefici che traggo dalla lettura quotidiana della sua newsletter che, incredibilmente, mi è giunta da un italiano emigrato in Australia!!!! Per parte mia però la informo che in agosto ho incominciato la pratica dei 5 Mesi dedicati al Cuore Immacolato di Maria ed è stata veramente una piacevolissima sorpresa ricevere da lei questo invito. Un caro saluto Donatella Frezzotti”.

“Carissimo Padre Giulio, sono quasi tre anni che la seguo ogni giorno per meditare la pagina del Vangelo. In altre occasioni ho avuto modo di scriverLe e Lei gentilissimo mi ha risposto attraverso la newsletter. Ho praticato per circa due anni ininterrottamente la pratica dei Primi  5 sabati del mese, ma vorrei che mi chiarisse un dubbio....la S. Messa deve essere quella della mattina o può andare bene anche quella del pomeriggio anche se è già la liturgia della domenica???? Cristina Demichele”.

«Gent.mo Padre Le chiedo solamente di continuare a darci il conforto della conoscenza, l'approfondimento salvifico della Parola senza mezzi termini, perché ho il primario desiderio di salvare la mia anima e cercare in tutta umiltà, con il conforto dei suoi commenti giornalieri, di salvare quella dei miei familiari, dei miei amici, dei miei nemici. Ho bisogno di sentire sempre cosa è bene e cosa è male per Gesù non mi interessa di sapere come la pensa il mondo nelle sue diverse sfaccettature. E mi devo chiedere umilmente ogni volta che sono di fronte ad un dubbio: "Gesù cosa avrebbe fatto?" e sperare che dal profondo lo Spirito mi guidi. Continui nella Sua opera Padre, vada dritto senza tentennamenti, solo così potremo trovare la porta stretta. Un abbraccio fraterno. Adriano»

«Padre Giulio, sono il solito Piergiorgio "nordest". Volevo dirle che anche io desidero partecipare al progetto "Vangelo e Vita". Quando è opportuno ci faccia sapere come deve essere il nostro impegno e cosa dobbiamo fare. Volevo anche dirLe che parlo tantissimo con un mio amico che prima era testimone di Geova, poi è diventato evangelista ed ora frequenta le lap dance. Mi accorgo che piano piano si sta diventando sempre più orgoglioso e che pian piano il male lo sta avvinghiando anche perché se uno diventa superbo ed altezzoso allora gli manca l'umiltà di capire le cose semplici, come dice Lei. Io lo lascio "sfogare" ma pian piano mi accorgo che veramente senza l'umiltà e la modestia in Dio non si va da nessuna parte. Le chiedo una preghiera per me e per la mia famiglia. Pace e Bene. Piergiorgio».

“Caro Padre Giulio, lode e onore al nostro Dio, a Gesù e alla Madonna! Mi riempiono di gioia le sue parole, quando ci dice che molti Sacerdoti e Suore accolgono e testimoniano la catechesi che con tanto amore e devozione lei ogni giorno ci invia. Ora mi rendo conto del valore vero e profondo che ha la preghiera fatta con il cuore. Fino a un paio di anni fa (prima di essere toccata dallo spirito della vera conversione) io nutrivo sentimenti di pura avversione nei confronti dei Sacerdoti che, non fedeli al Vangelo di Gesù, oltre a mancare alla professione dei voti pronunciati, portavano moltissime anime inconsapevoli alla perdizione, e quanto ingiustamente (non sarebbe spettato a me) li giudicavo male. Da molto, seguo l'insegnamento che la Madonna a Medjugorje ci richiede nei Suoi messaggi: pregate per i pastori che Gesù ha scelto! Ho cominciato a farlo perché me lo chiedeva la nostra Madre e poi sempre di più questa preghiera ha trasformato me, ora non giudico più e la compassione che provo per i Sacerdoti non conformi al Vangelo di Gesù mi spinge a chiedere Grazia e Spirito Santo per loro, ogni giorno. Naturalmente non mancano mai anche le preghiere per sostenere i Sacerdoti che come lei -osservanti del Vangelo e del Magistero autentico- sono guide sicure per condurre noi fedeli alla gioia eterna che Dio vuole per tutti noi. Grazie Padre Giulio, questi frutti ci fanno capire che la sua opera è buona e che porta pace al nostro cuore. Monica Nicoletto”.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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Medaglia di San Benedetto