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mercoledì 28 febbraio 2018

SC 82 Commento al Vangelo del 28.02. 2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (20,17-28)
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’Uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; Lo condanneranno a morte e Lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo Regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed Egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a Me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’Uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Questo annuncio della sua crocifissione si trova prima dell’episodio del Vangelo di ieri, non c’è alcun contrasto ma lo sottolineo per evidenziare che in tutti e due gli episodi Gesù dà grande importanza al servizio del prossimo. In questo spirito di servizio si trova la vera essenza del cristiano.
La crisi presente nella Chiesa affonda le radici primariamente nel distacco di molti Ministri di Dio dalla disponibilità a servire innanzitutto Gesù Cristo, non avvertono più interiormente alcun interesse per le cose di Dio e finiscono per adorare molti idoli materiali.
Questi Ministri di Dio perdono di conseguenza la disponibilità a servire anche i cattolici che necessitano di aiuti spirituali per seguire il cammino tracciato dal Signore. Duemila anni fa vedendo tanta gente alla ricerca della Verità, Egli diceva che provava “compassione perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore” (Mt 9,36).
Gesù ritorna a parlare del servizio da offrire a Lui, si rivolge a quei Sacerdoti che per ragioni incomprensibili non hanno ancora compreso lo spirito del Vangelo e preferiscono esercitare un potere più che un vero servizio.
Gesù si rivolge soprattutto a tutti i Cardinali e Vescovi assuefatti dallo spirito mondano e inseriti nella ragnatela delle confraternite, che garantiscono potenti amicizie umane e soddisfazioni orgogliose di considerazioni mai conosciute davanti al Tabernacolo, perché da lì non arrivava ad essi alcun elogio né celebrazioni vanagloriose.
Trovano banali le parole di Gesù, soprattutto quando afferma: “Io sono in mezzo a voi come Colui che serve” (Luca 22,27).
C’è disorientamento o disordine intellettuale in numerosi Prelati, impegnati nella difesa dei nemici del Cristianesimo mentre ignorano i cattolici e le loro esigenze spirituali. Molte Chiese rimangono chiuse; non si organizzano adorazioni dell’Eucaristia dalla mattina alla sera, quantomeno, per chiedere Misericordia per questa umanità sbandata; sono pochissimi i confessori disponibili.
Cosa ne sarà di questi Prelati impegnati nel martellare le colonne del Bernini di Piazza San Pietro, mentre tramano contro Dio e compiono pure misfatti innominabili? Pensano che non incontreranno Gesù Cristo nel Giudizio o si illudono di continuare dopo la morte la vita festaiola e gaudente? Lasciano i parroci al loro destino… e non si preoccupano delle anime da salvare. La crisi nella Chiesa inizia inevitabilmente da quanti nella gerarchia hanno perduto la Fede.
Le cronache da diversi anni sono piene di fatti incresciosi che hanno come protagonisti numerosi Prelati, coinvolti nell'omosessualità, svariate relazioni sessuali, pedofilia, ruberie varie, truffe allo Stato, utilizzo di droghe, coinvolgimento in organizzazioni anticlericali…, esperti nelle omissioni e nell'insabbiamento di reati.
La natura del sacerdozio è invece un’altra, fonda la sua essenza nella Persona di Gesù che ha lavato i piedi a Dodici rozzi uomini. Non li ha lavati per mostrarsi agli ipocriti scribi e farisei come Uomo mite e pacifico, li ha lavati per mostrare fino a quale punto Dio ama gli uomini.
Il gesto della lavanda dei piedi è simbolo dell’Amore di Dio. È un gesto profondamente umiliante che riassume tutta la vita di Gesù, il quale “non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,45), come dice Egli nel Vangelo di oggi.
Il gesto non deve intendersi come un atto di purificazione sullo stile di quelli giudaici, è il simbolo della purificazione che Gesù attuerà per coloro che gli appartengono con la sua Passione, Morte e Risurrezione, il gesto estremo di Amore per ognuno di noi.
Nell’Ultima Cena Gesù ha lavato i piedi, li ha baciati, ha tenuto un lungo discorso dove si intrecciano commiato, promessa e consacrazione.
Come veri seguaci di Gesù, anche noi dobbiamo servire gli altri. Servire significa aiutare senza alcun altro interesse, scaturisce dall’amore genuino per il Salvatore e dall’amore e dall’interessamento sinceri per coloro che Egli ci indica di aiutare. Quando amiamo gli altri, vogliamo aiutarli.
Quando serviamo gli altri otteniamo importanti benedizioni. Lo spirito del servizio accresce in noi la capacità di amare, si diventa meno egoisti. Quando ci preoccupiamo dei problemi degli altri, i nostri ci sembrano meno gravi ed è più facile ottenere la vita eterna aiutando gli altri.
Tutte le persone che hanno vissuto altruisticamente, da Gesù hanno ricevuto molto più di quanto hanno dato.
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