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venerdì 16 febbraio 2018

SC 70 Commento al Vangelo del 16.02. 2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (9,14-15)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Questo testo lascia intendere che era consuetudine non digiunare per Gesù e i suoi discepoli, non è così, lo sappiamo dalla Tradizione e dalla rivelazione autentica alla mistica Maria Valtorta. Come i grandi Santi e tanti mistici, anche Maria Valtorta è stata perseguitata dai nemici di Gesù, mentre Papa Pio XII e San Pio da Pietrelcina consigliavano di leggere i libri.
Gesù fece molti digiuni e poteva anche non mangiare nulla per tutta la vita, ma non agiva come gli uomini, essendo Dio sapeva che non era di buon esempio non mangiare quando si trovava insieme ai discepoli e partecipava al pasto anche per creare lo spirito di fraternità e far crescere la famiglia, ma i digiuni li facevano molto spesso.
Il digiuno è molto importante per purificare l’anima, espiare i propri peccati, ricevere abbondante Spirito di Dio. Fate attenzione quando vi alzate da tavolo, verificate come vi sentite emotivamente. Se si mangia in maniera equilibrata non succede nulla, se si mangia molto e con golosità c’è una euforia strana e affiorano pensieri peccaminosi, mentre se si mangia di meno per amore di Gesù si avvertono gioie interiori e una spiritualità più forte.
Chi non mangia per la dieta che segue, ovviamente non compie alcuna penitenza e può diventare compiacenza orgogliosa.
I cristiani devono conoscersi meglio per sapere agire nelle varie circostanze in cui si trovano, non è l’istinto inopportuno che santifica né l’illusione di fare molto solo per la recita di alcune preghiere. Il digiuno non indica solo l’assenza totale di cibo, si può praticare anche quando ci si trova a tavola con parenti ed amici e si mangia in modo frugale, evitando magari qualcosa che piace come il dolce. È chiaro che ognuno è libero di fare come vuole.
La domanda che affiora alla mente di chi è poco esperto nella spiritualità è questa: perché il cristiano deve sottoporsi alla pratica del digiuno?
Primo perché lo ha fatto Gesù e lo ha insegnato, poi perché la sana spiritualità insegna che per estinguere o quantomeno affievolire le inclinazioni cattive che ci portiamo con il peccato originale, è indispensabile mortificare la carne.
Chi ha letto le varie biografie dei Santi, ha conosciuto che essi spesso digiunavano e trionfavano sui vizi, dominavano la loro volontà, terrorizzavano i diavoli, ricevevano abbondante Spirito Santo e ottenevano miracoli impossibili per gli uomini.
Il digiuno era, allora come oggi, una manifestazione dello spirito di penitenza che Dio chiede all’uomo. La penitenza è già nell’Antico Testamento un atto religioso, personale, che ha come termine l’amore e l’abbandono nel Signore.
Comunque, il digiuno è una delle forme di penitenza. Esistono altre forme di penitenza corporale che dobbiamo praticare, che ci facilitano la conversione e la comunione con Dio. Domandiamoci oggi quale spirito penitenziale pratichiamo, se osserviamo quello che ci indica la Santa Chiesa in tutta la nostra vita e in particolar modo in questo tempo liturgico di Quaresima.
La necessità della penitenza si comprende dopo un buon cammino spirituale, quando si prova un sentimento di contrizione per aver commesso errori o colpe o per i cristiani, peccati. Con la penitenza si intende espiare colpe o peccati, significa fare ammenda per le proprie colpe, sopportare sofferenze di varia natura.
Con il termine sacrificio intendiamo un atteggiamento simile, è un’offerta al Signore delle proprie tribolazioni, anche l’offerta della propria vita per un ideale alto come il nostro. Sacrificarsi è essenzialmente un atto volontario che richiede una privazione o rinuncia deliberatamente affrontata, anche subita per necessità.
Senza il digiuno fatto per amore di Gesù, la penitenza e il sacrificio, il cristiano resta quello che è, anzi, diminuisce la sua spiritualità e può arrivare a perdere la Fede, dopo essersi svuotato di ogni interesse spirituale e avere tradito la Volontà di Dio.
C’è il digiuno della mente anch’esso importante: l’orgoglio e la superbia. Poi i giudizi, i cattivi pensieri, le curiosità, le maldicenze, ecc.
Si diventa dominatori nel bene della propria volontà solo quando si iniziano a respingere con assoluta decisione i giudizi, i perfidi pensieri, le opere cattive, l’ambiguità, la falsità, l’ipocrisia, i vantaggi disonesti, le ricompense non meritate, il comportamento ingannatore.
Serve a poco o nulla pregare o celebrare la Messa se non c’è la volontà di piacere a Gesù e di imitare la Madonna. Focalizziamo questi aspetti.
Per conoscere veramente Gesù bisogna meditare la Via Crucis. Questa è una devozione robusta e sostanziosa. È una pratica santa meditare e ripassare tutti i venerdì quei quattordici punti della Passione e morte di Gesù. Solo così ci innamoriamo profondamente del Signore. Non mancate oggi di stare vicini a Gesù.
Attraverso questa devozione contempleremo l’Umanità Santissima di Gesù che si rivela a noi soffrendo come Uomo nella sua Carne senza perdere la maestà di Dio. Ogni volta che Gesù cade sotto il peso del legno dobbiamo spaventarci, perché sono i nostri peccati e di tutti gli uomini che schiacciano Dio, ma i desideri di conversione devono consolare il nostro cuore.
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