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domenica 25 febbraio 2018

SC 79 Commento al Vangelo del 25.02. 2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Marco  (9,2-10)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Dio ha creato tutto buono, non potrebbe essere altrimenti, non perché condizionato da qualcosa, è stata la sua libera bontà a volere tutto buono. Anche Adamo ed Eva all’inizio erano perfetti, buoni, immacolati e immortali, ma alla prima tentazione non ricordarono più l’ammonimento dato da Dio e vennero vinti da satana, persero la condizione privilegiata.
Erano creature perfette. La Scrittura nella Genesi afferma che “tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna” (Gen 2,25).
Il peccato ancora non li aveva violati e non avevano perduto doni soprannaturali che nessun’altro essere umano avrebbe più avuto, tranne Colei chiamata a diventare Madre di Dio. Dopo la caduta nella tentazione, Adamo ed Eva persero la Grazia santificante di Dio e si videro nudi, cioè privi degli infiniti privilegi avuti da Dio.
“Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture” (Gen 3,7).
Il peccato originale viene descritto come ciò che ha diviso l’uomo da Dio e che avrebbe reso l’uomo mortale. La natura del peccato originale si trova essenzialmente nella disobbedienza verso Dio da parte dell’uomo, che vorrebbe decidere da solo che cosa sia bene e che cosa sia male. Adamo ed Eva cedettero a satana, all’ingannatore: “Diventerete come Dio, conoscendo il bene e il male”(Gen 3,5).
Per millenni l’uomo ha agito con la convinzione di conoscere perfettamente il bene e il male, e seguendo i personali schemi ha stravolto molto spesso la realtà, applicando le sue opinioni sopra la verità oggettiva. Le grandi e piccole guerre sono esplose per divergenze anche banali, ma ognuno presumeva di essere l’unico a saper discernere il bene dal male.
I diavoli hanno ispirato questo falso insegnamento per millenni, e lo insinuano magistralmente di continuo nelle persone che posseggono una sicurezza poggiata sulle proprie convinzioni e non sulla realtà. Moltissime persone credono fermamente solo alle loro certezze, che sono le più svariate, a cominciare dal denaro e dalle amicizie importanti.
Queste false certezze sono destinate a svanire anche prima del trapasso verso l’eternità, ogni uomo non può garantire un secondo in più alla sua esistenza in questo mondo. Solo quando scopre di essere “nudo”, cioè senza la Grazia di Dio, senza la protezione e l’amicizia di Dio, vede vacillare le sue ambiziose grandezze.
L’essere umano è stato bravo nelle grandi opere, nel progresso, grazie all’intelligenza ricevuta da Dio, e la Scrittura che definisce l’uomo “immagine di Dio”, mette in evidenza ciò per cui l’uomo è uomo; ciò per cui è un essere distinto da tutte le altre creature del mondo visibile.
“E Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza” (Gen 1,26).
Come se il Creatore entrasse in Se stesso, come se, creando, non soltanto chiamasse dal nulla all’esistenza con la parola: “Sia”, ma come se, in modo particolare, traesse l’uomo dal mistero del suo proprio Essere.
Immagine e somiglianza esprimono il medesimo concetto e riunite insieme danno più forza alla realtà che si vuole indicare. La somiglianza consiste principalmente nel fatto che l’uomo ha un’anima spirituale e immortale, dotata di intelletto e di volontà, e quindi capace di conoscere e di amare Dio.
Dio ha creato tutto buono ma l’uomo ha devastato in larghissima parte l’opera del suo Creatore. Tutti i discendenti di Adamo ed Eva ereditano la colpa del peccato originale, estinta poi dalla Grazia del Cristo Redentore universale. Inutile evidenziare che la Redenzione di Cristo ha eliminato la colpa originale, ma non le sue conseguenze sull’umanità, che a tale colpa sono quindi imputate.
Ogni persona porta una connaturale inclinazione verso il male, con il Battesimo si estingue il peccato originale, ma occorre una intensa vita cristiana per indebolire o vincere ogni cattiva inclinazione personale. Senza quella che i Santi chiamano “lotta” contro i vizi, i peccati, gli istinti irrefrenabili, la persona non potrà mai diventare migliore.
Non sono quei comportamenti educati dinanzi agli altri o acquisiti forzatamente per non sfigurare nella società, a rendere una persona perbene. C’è sempre una formazione che inizia fin da quando si è bambini e non deve mai finire, perché quando si interrompe si diventa cattivi e la società degenera. Stiamo vivendo proprio questa degenerazione dell’essere umano.
Senza il peccato originale gli uomini e le donne vivrebbero in una condizione celestiale già in questo mondo, purtroppo è una conquista diventare buoni e onesti intellettualmente. È una grande conquista ma non tutti gli esseri umani sono disponibili a rinnegare le loro inclinazioni cattive per scoprire la vera felicità e contribuire a creare una società migliore.
Una nuova civiltà deve trionfare in questa società malata, sarà possibile se all’egoismo si sostituirà l’amore per il prossimo.
L’uomo è chiamato alla sua trasfigurazione dopo la vittoria di Gesù sul peccato originale, ma l’uomo deve capire che è indispensabile salire il suo Tabor ogni giorno e per riuscirci è indispensabile lasciare le zavorre inutili e orgogliose che appesantiscono la mente e il fisico.
La vita non è bella quando si vive nella trasgressione e si cercano consensi dai figuranti, applausi spesso ipocriti; la vera vita si scopre quando si giunge alla convinzione che siamo creati da Dio a sua immagine e somiglianza, siamo creature meravigliose se restiamo unite a Lui. Si può vivere già in questa vita la felicità appagante.
Chi trova Dio trova tutto, ma deve corrispondere alla sua Grazia, deve vivere come vuole Lui!
Solo Gesù ci dona ciò che il mondo non potrà mai dare e per questo nessuno è appagato, è il Signore a renderci creature speciali per sempre.
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