+ Dal Vangelo secondo Marco (6,7-13)
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
C’è un aspetto in questo Vangelo che sembra minore, ed è la guarigione degli ammalati. L’attenzione si focalizza sul primo invio dei Dodici a predicare la dottrina di Gesù e già questa iniziativa del Signore è la prova della necessità dell’apostolato, quindi, la determinazione di fare proselitismo per il bene del prossimo.
Non si arreca alcun danno ai non credenti che tutti noi vogliamo liberare dalle catene del peccato, accompagnandoli al confessionale, perché questo è il passaggio per determinarsi a cambiare vita, a scoprire la vera vita e a seguire Gesù. Questo apostolato è un gesto di amore e di misericordia anche di chi lo compie a favore dei non credenti o dei cristiani tiepidi che hanno abbandonato la Chiesa.
“Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano”.
Mi soffermo sull’annuncio di conversione che diffondevano. Come leggiamo è fin troppo evidente che Gesù inviò i Dodici a convertire.
Questa mattina ho acceso la radio per ascoltare la Santa Messa mentre lavoravo al computer. È sempre una gioia ascoltare parole di vita eterna, ma accendo la radio raramente. Purtroppo, l’omelia stava per rovinarmi la mattinata, ma la Fede mi sorregge e riesco a neutralizzare queste picconate dei sacerdoti modernisti contro il Vangelo.
All'inizio dell’omelia ha annunciato enfaticamente che non bisogna fare proselitismo e cita Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI come diffusori di questa teoria. È una frottola insensata, questi Papi mai hanno detto di non fare proselitismo. Qui notiamo fin dove si arriva per sostenere le tesi proprie e di altri, che risultano assolutamente contraddittorie.
Se all'inizio dell’omelia ha parlato di non fare proseliti nell'apostolato e di non avvicinare nessuno al Vangelo, alla fine dell’omelia invece ha detto l’opposto e ha ripetuto le parole di Gesù, di convertire i peccatori ed appunto per questo inviò i Dodici ad evangelizzare.
“Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano”.
Ci sono parole più chiare di queste? “Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse…”. Questa è Parola di Dio immutabile, eterna, intoccabile. Chi la utilizza secondo i propri obiettivi poco cristiani, si carica di peccati enormi, oltre tutti i peccati degli ascoltatori indotti a sbagliare dopo l’ascolto di queste omelie moderniste.
Perché allora Gesù inviò i Dodici e tutti i missionari se non per convertire i peccatori?
In tutto il Vangelo emerge l’ansia apostolica di Gesù nel voler convertire i peccatori e, quindi, di fare proseliti. Il suo primo annuncio è fin troppo chiaro: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1,15).
Le omelie come questa sbandano ancora di più i cattolici, dalle omelie moderniste vengono le novità dottrinali insegnate in questi ultimi anni e come effetto si riduce sempre più la partecipazione alla Messa festiva, inoltre nei seminari ci sono poche vocazioni. La Chiesa si ama pochissimo perché non si parla della santità della Chiesa.
Si prega molto poco per i bisogni della Santa Chiesa, molti cattolici si sentono smarriti a causa della scarsa assistenza spirituale dei confessori.
L’omelia citata risulta ambigua, è un danno immenso causato ai presenti e a quanti ascoltano la radio, ma c’è di più: emerge la resa di molti sacerdoti al modernismo imperante, causa di molte eresie e dell’abbandono dei credenti al loro destino. È venuto meno l’annuncio di salvezza, non si arreca più speranza agli ammalati e alle persone disturbate dai diavoli.
Il Vangelo è fin troppo chiaro ed è uno scandalo manipolarlo. Gesù invia i Dodici e dà “il potere sugli spiriti impuri”.
È Gesù ad agire nei Sacerdoti che parlano nel suo Nome, sono animati e guidati dal suo Spirito. È Lui a guarire gli ammalati attraverso i Sacerdoti, a liberare le persone disturbate a causa della presenza dei diavoli.
Non dimentichiamo che la donna rimasta curva per diciotto anni e guarita da Gesù, era bloccata dai diavoli. “C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta” (Lc 13,11).
La malattia era causata dai diavoli e Gesù con poche parole prima la liberò e la guarì: «“Donna, sei liberata dalla tua malattia”. Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio» (Lc 13,12-13).
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