(Gv 21,1-14)
Chi opera nel nome del Signore non conoscerà il fallimento sia nel campo spirituale che in quello professionale e lavorativo. "Senza di me non potete far nulla", dice Gesù. Il cristiano che vuole diventare virtuoso senza la grazia di Gesù Cristo non lo diventerà mai. Anche se un giorno sarà vittorioso su un suo peccato, all'improvviso la sua sarà una vittoria costruita sulla sabbia: essa cadrà appena ci sarà una grande prova. Ma poi c 'è una cosa da dire: diventato virtuoso, egli dirà: "Sono riuscito ad essere casto. Sono forte. I miei sforzi hanno avuto successo". Certo, nel diventare immagine di Gesù Cristo ci vuole la nostra collaborazione, ma il grosso lo fa Gesù Cristo. I discepoli lavorarono tutta la notte, ma la pesca fu un totale fiasco.
Quando poi obbedirono al comando di Gesù di gettare la rete a mare di nuovo, la pesca fu abbondante. Ciò non mi meraviglia perché, quando si parla e si opera nel nome di Gesù, tutto porta abbondante frutto. Perciò, quando ti si dice: “Che bella famiglia unita nell'amore hai", rispondi: "Il Signore ha fatto tutto questo”.
Quando ti si dice: "Che bella comunità parrocchiale hai! , rispondi subito: "Il Signore ha fatto tutto questo". Quando a te architetto viene detto: "Che bel progetto hai fatto", rispondi con umiltà: "Il Signore ha fatto tutto questo!". Quando a te cuoco si dice: "Che bel pranzo hai preparato!", non esitare a dire: "Il Signore ha fatto tutto questo!". Riconoscere l'opera del Signore nei nostri successi è davvero un grande atto di umiltà.
L'umiltà è l'acqua viva che fa crescere la nostra personalità in un grande albero che porta frutti abbondanti. E l'albero non secca mai. È importante allora che, prima di cominciare a pregare e agire, alzando gli occhi al cielo diciamo con fede: "Signore, nel tuo nome Santo vado a parlare e agire".
Lo sguardo di Dio è sull'umile la cui vita è un continuo successo. Dare gloria a Dio è non dimenticarsi di dire davanti al successo: "Il Signore ha fatto tutto questo". Quando l'uomo di fede conosce momenti di fallimento li attribuisce alla sua superbia. Amen. ALLELUJA.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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venerdì 6 aprile 2018
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