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sabato 28 aprile 2018

SC 139 Commento al Vangelo di sabato 28.04.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (14,7-14)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto Me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora Lo conoscete e Lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto Me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che Io sono nel Padre e il Padre è in Me? Le parole che Io vi dico, non le dico da Me stesso; ma il Padre, che rimane in Me, compie le sue opere. Credete a Me: Io sono nel Padre e il Padre è in Me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità Io vi dico: chi crede in Me, anch'egli compirà le opere che Io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché Io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio Nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio Nome, Io la farò. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Anche il Vangelo di oggi contiene le spiegazioni di Gesù agli Apostoli nell’Ultima Cena, un lungo discorso che appare di convincimento, una spiegazione sul suo essere Figlio di Dio e inviato dal Padre per riparare, insegnare e redimere.
I capitoli del Vangelo di San Giovanni dal 13 al 17 riportano le parole amorevoli riferite da Gesù poche ore prima dell’agonia nell’Orto degli Ulivi, ma questi preziosi e commoventi insegnamenti non furono ascoltati da Giuda perché andò via subito dopo avere mangiato.  
È un aspetto molto importante che indica da un lato che Giuda partecipò all’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio e divenne il traditore storico, il deicida; inoltre egli mangiò il Corpo di Cristo pur essendo in peccato mortale “e allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui” (Gv 13,27).
Avevano già cenato e Gesù era commosso dopo avere dato le prime spiegazioni sull’importanza dell’accoglienza che i popoli avrebbero riservato ai suoi missionari, ma volle preparare gli Apostoli fedeli che si stava per compiere il più alto tradimento della storia. “In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà” (Gv 13,21).
Giuda in quel momento era davvero posseduto ma non trova alcuna attenuazione il suo tradimento, da molto tempo preparava questo gesto insensato e folle. Si accrebbe la sua responsabilità dopo avere mangiato l’Eucaristia e nulla poteva compiere Dio dinanzi alla libera volontà di Giuda.
All’inizio del capitolo 13 troviamo la conferma della premeditazione di Giuda e il piano concordato con i nemici di Gesù per consegnarlo.
“Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto” (Gv 13,2-5).
Qui vediamo le caratteristiche dell’uomo buono e del malvagio: il buono è Gesù che lava i piedi agli Apostoli, si umilia per insegnare con le opere, dopo aver dato nei tre anni numerose testimonianze a tutti. Il Figlio di Dio che lava i piedi a rozzi uomini, tra cui l’impostore ed apostata, è l’insegnamento più sbalorditivo del Vangelo.
Gesù ci sbalordisce nei miracoli e in tutta la predicazione, questo gesto di lavare i piedi fuoriesce dalla logica e dà a tutti i cristiani un messaggio molto forte. Ci dice che i nostri nemici non si vincono compiendo le loro stesse opere, non c’è più “l’occhio per occhio”, e solo con la preghiera e la pazienza Egli interverrà e ci libererà dalle sofferenze e dalle persecuzioni.
Chi ci avversa agisce sempre nelle tenebre e si tortura mentalmente per realizzare piani dolorosi per noi e tanti buoni. La nostra risposta non può essere avventata né furiosa, con il controllo della volontà riusciamo ad agire con fare umile e docile, convinti che Gesù compirà puntualmente quanto sarà necessario per liberarci dalle cattiverie dei malvagi.
Fissiamo bene le parole di Gesù e non ci smarriremo mai, non si arriverà all’abbattimento che spinge a compiere azioni di “stordimento” per dimenticare il dolore. La serenità è una conquista, la piena fiducia in Gesù ci permette di credere nella sua vicinanza ogni volta che Lo chiamiamo e Lo adoriamo. Lui ce lo ha detto.
“Qualunque cosa chiederete nel mio Nome, la farò. Se mi chiederete qualche cosa nel mio Nome, Io la farò”.
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