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domenica 28 gennaio 2018

SC 51 Commento al Vangelo del 28.01. 2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

domenica IV tempo ordinario "B"
 + Dal Vangelo secondo Marco (1,21-28)
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, a Cafàrnao, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Un insegnamento corretto di per sé non richiede una autorevolezza severa, non occorre mostrare alcuna rigidità quando gli ascoltatori sono interessati, docili e non ribelli mentre ascoltano quelle parole che desiderano conoscere. Qui abbiamo un uditorio coinvolto e consapevole della durata dell’insegnamento ma non ancora del contenuto dell’insegnamento.
Sono presenti perché hanno deciso liberamente di ascoltarlo, poi ci sono eccezioni come gli universitari poco diligenti, interessati più alla laurea che alle nozioni della materia scelta. In tanti settori sono presenti professionisti poco specialistici e in tante circostanze mostrano limiti che non dovrebbero in alcun modo fare parte della loro professione.
L’autorevolezza fa parte del potere che esercita chi insegna, spesso non viene apprezzata o lascia i presenti distratti e annoiati non per l’inconsistenza di quanto si spiega, è dovuta al poco prestigio del docente o istruttore. Questo avviene nei campi in cui non viene spiegata la Sacra Scrittura.
Nelle omelie c’è una diversa interpretazione che do all’insegnamento. È anche vero che chi predica deve avere un suo prestigio ma non è indispensabile, qui non c’è solo l’uomo che parla come nelle scienze, soprattutto c’è lo Spirito di Dio ad agire. Ovviamente agisce dove viene permesso, la sua azione è potente o non lo è affatto secondo la vita spirituale del Sacerdote.
In questo caso in chi predica è più importante la sua comunione con Dio che le omelie perfette, quelle in cui si ostenta una scienza che gonfia piuttosto che il desiderio della conversione e della salvezza eterna dei credenti che ascoltano.
È indispensabile per il Sacerdote avere una competenza teologica adeguata e questo avviene quasi sempre, inoltre viene richiesta una credibilità superiore a quella dei laici, e questo è comprensibile. I credenti accolgono gli insegnamenti contenuti nelle omelie se il Sacerdote osserva quanto insegna.
Qui non deve esserci solo l’insegnamento buono e corretto, viene richiesta innanzitutto l’osservanza di chi insegna.
È vero che anche chi insegna all’università di medicina deve mostrare correttezza nella sua professione e di saper guarire gli ammalati, non di aggravarli di più, ma è prettamente applicabile solo alla professione, mentre il Sacerdote deve essere corretto e buono in tutta la vita. Sempre. Il professionista segue il codice deontologico per l’esercizio della sua professione, nella vita privata non deve dare conto agli uomini.
Un avvocato o medico o ingegnere che svolge molto bene la sua professione, al di fuori del lavoro può comportarsi in modo indecoroso e pecca anche gravemente. Ne darà conto a Dio, è una questione tra loro.
Il Sacerdote non svolge un mestiere, non deve mostrare un determinato comportamento solo per otto ore mentre poi è libero di vivere come vuole. Deve rendere credibile il suo insegnamento in ogni circostanza con una vita virtuosa.
Il Sacerdote è comunque un uomo, sacro ma sempre uomo. Se ha compiuto un cammino penitenziale o ascetico, riuscirà a superare la stanchezza del ministero e gli attacchi dei diavoli, ma i credenti non devono sorprendersi se in qualche occasione non condivide le iniziative di alcuni o mostra una autorevolezza anche se mansueta. Spesso non si capisce chi agisce guidato da Dio.
Di Padre Pio dicevano che era burbero, però lo dicevano persone privi di spiritualità e in cerca della notizia sensazionale da dire ad altri.
Anche di Natuzza Evolo dicevano che alcune volte era severa negli ammonimenti e lei dispiaciuta lo disse a Gesù in una apparizione. Rimase serena quando si sentì dire che proprio Gesù agiva in lei con vigore e potenza per scuotere gli altri. Lei doveva rimanere docile all’azione dello Spirito Santo, così come aveva fatto in passato.
Il Vangelo oggi afferma che nella sinagoga erano meravigliati perché Gesù parlava con autorità. Distinguiamo autorità da autoritario. Abbiamo considerato l’autorevolezza che è sinonimo di autorità, che significa potenza, dominio, prestigio ed ascendente. Ciò che colpiva i presenti non era tanto il contenuto della sua spiegazione delle Scritture, era quello che emanava Gesù. La Persona di Gesù effondeva Amore e Bene!
L’agire dello Spirito di Dio tocca non solamente l’intelletto, soprattutto tocca i cuori e li infiamma di fervore.
Gesù non ha mai agito in modo autoritario, ha insegnato la sua dottrina lasciando tutti liberi di osservarla. Ai più intimi che sbagliavano anche cose banali, indicava dettagliatamente come fare per agire bene e compiere le opere secondo la Volontà del Padre. In questo modo vincevano con facilità l’inclinazione al peccato.
Cristo è venuto a liberarci dal demonio e dal peccato, solo chi Lo segue con serietà riesce a salire il suo monte Tabor e ad assistere a cose indicibili.
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