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sabato 13 gennaio 2018

SC 36 Commento al Vangelo del 13.01. 2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Marco  (2,13-17)
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a Lui ed Egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e Lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che Lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il vero miracolo è quello della conversione del peccatore, ed è necessaria la risposta dell’uomo, non deve agire solo Dio. C’è un caso che fa riflettere sul libero arbitrio dell’uomo, e riguarda un peccatore che non si convertiva dopo ventisette anni di preghiere da parte di Padre Pio. La libertà individuale è sacra e Dio non fa violenza al peccatore, cerca di trovare un varco ed ispira pensieri spirituali per indurlo a convertirsi.
Le preghiere di un grande Santo fino a quel punto non avevano convertito un italiano che viveva a Londra e Padre Pio pregava per la continua richiesta della madre. La potenza delle sue preghiere non riuscirono fino a quel momento a scuotere questo uomo, forse per un profondo rifiuto verso Dio o per i continui peccati orribili.
È la prova che Dio rispetta la volontà dell’uomo ed ispira i peccatori a convertirsi solo quando altri pregano per la loro conversione.
L’interrogativo che ne consegue, nasce dalla considerazione della persona che inizia a fare del bene, a pregare anche con parole confuse, a muovere i primi passi verso Dio senza l’ispirazione di Dio. È possibile questo? Potrebbe accadere, anche senza le preghiere dei familiari e degli amici.
Quando il peccatore compie qualche opera buona seguendo l’entusiasmo del momento dopo un’azione corretta, ne consegue un fervore interiore che può rivolgere a Dio oppure esalta se stesso. Quando lo eleva a Dio anche se in modo istintivo, si apre all’azione di Dio e si rende disponibile ad accogliere il tocco della sua Grazia.
Così si spiega la conversione di Matteo, conosciuto come il pubblicano Levi. Il suo mestiere di esattore lo rendeva inviso a tutti, era odiato quasi anche dai buoni, solo Gesù ha letto nel suo cuore di Matteo la necessità di voler diventare buono.
Nella conversione di Matteo vediamo che anche i grandi peccatori nella vita hanno molte possibilità di convertirsi a Dio, ma rimane difficile se ci sono idoli che vengono adorati come divinità. L’incapacità del peccatore di conoscere Dio e di convertirsi a Lui arriva innanzitutto dall’attaccamento emozionale a quanto si oppone al Vangelo.
La conversione di Matteo ci dice che Gesù è benevolo nel chiamare il pubblicano, dimostra di essere misericordioso nel momento della chiamata, ma in precedenza quando passava accanto al banco di Matteo, non c’era in Lui misericordia, c’era la giustizia che meritava l’uomo per il suo comportamento avido.
Nel Vangelo notiamo l’intervento di Gesù nel momento migliore della vita di Matteo, lo chiama quando è pronto e disponibile a lasciare tutti i soldi, senza preoccuparsi più dei beni materiali e del banco delle imposte che garantiva un enorme guadagno.
Quando Matteo accoglie con meravigliata gioia la chiamata, si preoccupa subito di invitare a casa sua Gesù anche per fargli conoscere i suoi amici, nelle stesse condizioni peccaminose in cui si trovava lui. Già emerge in Matteo il senso dell’apostolato, la premura di far conoscere Gesù ai peccatori.
A casa di Matteo Gesù incontra tanti peccatori, ed è contento perché è venuto per convertire loro, si trova bene tra persone così diverse e non si cura della sorpresa dei farisei. Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
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