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mercoledì 10 gennaio 2018

SC 33 Commento al Vangelo del 10.01. 2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Marco (1,29-39)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché Lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con Lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché Io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù si trova ancora a Cafarnao, città scelta come base per la preparazione del suo apostolato. Ieri abbiamo visto che nella sinagoga insegnava con autorità, e mentre spiegava le Scritture «un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: “Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi Tu sei: il Santo di Dio!”».
I diavoli fin dall’inizio del suo apostolato sono presenti, già si erano manifestati nelle tre tentazioni del deserto. La loro sfrenata ribellione contro Dio continua ancora e si rivolge anche ai seguaci di Cristo, ma non lasciano tranquilli neanche i non credenti.
Verso gli atei e gli scettici i diavoli devono impegnarsi poco o saltuariamente per la rovina che queste persone si cercano da sole.
I diavoli si considerano rovinati quando il cristiano prega, sono costretti a fuggire dinanzi all’invocazione di Gesù e di Maria.
Lo spirito impuro che si manifesta nella sinagoga, è costretto a parlare e a mostrare tutta la sua paura non tanto per l’insegnamento di Gesù, la stessa Persona di Gesù li terrorizza. Anche senza il suo insegnamento ci sarebbe stata la manifestazione del diavolo, comunque, ad un solo comando avviene la liberazione dell’uomo posseduto.
«E Gesù gli ordinò severamente: “Taci! Esci da lui!”. E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui».
Il cristiano non deve pregare solamente nella necessità, bisogna avere la consapevolezza del proprio Battesimo e meditare sull'impegno da vivere ogni giorno per sviluppare quanto di spirituale e meraviglioso è legato ad esso. Il cristiano non vive una spiritualità inventata da un uomo, è quella rivelata da Dio, dal suo Creatore, quindi l’adesione deve essere innanzitutto interiore.
Come fa Gesù nel Vangelo, ogni cristiano deve pregare fin dal mattino. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava”. Per amare la preghiera ed essere capaci di compiere alcuni sacrifici, come la preghiera mattutina e durante la giornata, è indispensabile conoscere approfonditamente Gesù.
Non si può pregare bene senza conoscere l’oggetto della preghiera. Se la preghiera è amare Dio e non perdere tempo perché concentrati su altri interessi materiali, è vera preghiera non quando si ripetono preghiere… ma solo quando si ama Dio.
La Fede si sviluppa nella misura dell’amore che si porta al Signore Gesù, della frequenza ai Sacramenti e delle buone opere.
I Santi ottenevano grandi miracoli per i loro meriti davanti a Dio, quindi le buone opere e la pratica instancabile delle virtù, soprattutto per la loro elevatissima Fede. Per raggiungere questa Fede bisogna amare più di ogni cosa Gesù e la Madonna, bisogna arrivare ad amare anche i propri nemici.
“Ma Io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” (Mt 5,44). “Ma a voi che ascoltate, Io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano” (Lc 6,27).
Non necessariamente bisogna frequentare quelli che ci hanno fatto del male, non è necessario incontrarli per fare loro del bene, già il perdono donato con il cuore e la preghiera sincera valgono più di tanti incontri. Gli incontri possono compiersi con molta ipocrisia, la preghiera deve recitarsi solo se è presente l’amore.
Il Vangelo ci dice che Gesù prima di incontrare la folla, pregava. Per Lui la preghiera è un dialogo amorevole con suo Padre, un colloquio fatto di ringraziamenti per la sua misericordia e di richieste di comprensione verso un popolo che non voleva accogliere il Vangelo.
Dopo il dialogo con il Padre, Gesù si occupa degli ammalati, dei posseduti, dei peccatori. “Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta”.
La Fede di questa gente è riposta in Gesù, non conosce la sua divinità, non immagina che l’Uomo buono è il Figlio di Dio. Noi invece conosciamo questo e tanto altro di Gesù, dovremmo restare con maggiore frequenza davanti alla porta ad adorare il Signore.
Nella frenesia della vita si perdono tante cose importanti, sfuggono le cose più belle e spesso si perseguono illusioni che non danno nulla.
Chi trova Gesù invece scopre la vita. “Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni”.
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