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lunedì 15 gennaio 2018

SC 38 Commento al Vangelo del 15.01. 2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Marco (2,18-22)
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Qui iniziano le lamentele dei farisei contro Gesù, sono le lagnanze degli invidiosi, di quanti si vedono superati in quelle cose in cui credono di eccellere. Le proteste dei farisei diventano le contraddizioni dei cristiani contro Cristo, non accettano numerosi insegnamenti e vogliono mantenere la mentalità che li rende appagati nel mondo, secondo i loro schemi.
L’incontro con Gesù deve portare a perdere le cose inutili, le proprie vedute, che sono frutto di opinioni germogliate nel cuore arido e privo di protezione Divina. Il cammino si presenta gioioso se viene focalizzata la necessità di impegnarsi per cambiare. Anche gradualmente, ma non si devono ripetere per sempre gli stessi comportamenti.
L’Antico testamento, in mille modi diversi, annuncia e prefigura quanto trova realizzazione nel Nuovo. Questo è pienezza e compimento di quello. Cristo rende palese il contrasto tra lo spirito che Egli porta e quello del giudaismo della sua epoca.
È uno spirito nuovo, che non sarà come una toppa cucita sul vecchio, ma una dottrina completa e definitiva che sostituisce le realtà provvisorie e parziali dell’antica Rivelazione. La novità del messaggio di Cristo, la sua pienezza, come un vino nuovo, non può essere contenuto nelle forme dell’Antica Legge.
“Nessuno versa vino nuovo in otri vecchi”.
Quelli che ascoltano Gesù comprendono le immagini che il Signore impiega per parlare del Regno dei Cieli. Nessuno deve cadere nell'errore di rattoppare un vestito vecchio con un pezzo di tela nuova perché, lavandolo, la tela nuova si restringerà, strappando ancor più l’abito vecchio e logoro, e così si perderanno l’uno e l’altra.
La Chiesa è il vestito nuovo, senza strappi. È l’otre nuovo preparato per ricevere lo Spirito di Cristo, che finché ci saranno uomini sulla terra porterà generosamente fino ai confini del mondo il messaggio e la forza salvifica del suo Signore.
In un altro passo Gesù dice: “Ogni albero buono produce frutti buoni” (Mt 7,17), e la Chiesa dà frutti di santità.
Dai tempi dei primi cristiani, che tra loro si chiamavano “santi”, fino ai nostri giorni, hanno brillato Santi di ogni età, razza e condizione.
La santità, di solito, non sta in fatti eccezionali, non fa rumore, è soprannaturale; ma appare subito, perché la carità, che è l’essenza della santità, ha manifestazioni esteriori: nell'impegno di vivere tutte le virtù, nel modo di compiere il lavoro, nella sollecitudine apostolica.
Tra i cristiani è poco presente il proposito della santità, intesa come raggiungimento di una spiritualità più elevata, sostenuta e alimentata da una condotta di vita diversa se non opposta a quella della società e dall’insegnamento martellante della cattiva televisione.
Le preghiere molto spesso sono finalizzate allo stesso atto devozionale, non portano né vogliono comportare una vera e definitiva conversione. Dio Padre è paziente ed attende il ritorno sincero anche dei cristiani praticanti ma ancora adoranti dell’amor proprio.
Si prega veramente quando c’è la volontà di cambiare vita, distruggere i vizi che schiacciano e fanno stare male, bloccano la pace interiore e spengono la gioia. Vale molto poco partecipare ogni giorno anche a tre Sante Messe se non c’è la decisa volontà di diventare otri nuovi.
«Disse Gesù a Nicodemo: “In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il Regno di Dio”» (Gv 3,3). (…) “In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel Regno di Dio (Gv 3,5).
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