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venerdì 5 gennaio 2018

SC 28 Commento al Vangelo del 05.01. 2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (1,43-51)
In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato Colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il Figlio di Giuseppe, di Nazareth». Natanaèle gli disse: «Da Nazareth può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, Io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità Io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli Angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’Uomo». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’episodio molto bello che ho commentato numerose volte, suscita sempre nuovi fervori per i suoi contenuti. In questi pochi versetti Gesù chiama due Apostoli e utilizza due modi un po’ diversi. Con Filippo è sufficiente dirgli di seguirlo, mentre a Natanaele deve rivelare dove lo aveva visto e cosa faceva sotto l’albero di fichi.
Dio ci vede sempre, questo lo sanno anche i cristiani che hanno dimenticato Dio, eppure basterebbe mettersi alla sua presenza, ricordando che Lui è sempre presente, per evitare con facilità le opere sbagliate. Stare alla presenza di Dio è un esercizio da ripetere con frequenza, per arrivare alla sana abitudine di non commettere intenzionalmente azioni che poi causano tristezza.
C’è un altro spunto importante, ed è la domanda di Natanaele quando sente che Gesù viene da Nazareth: Da Nazareth può venire qualcosa di buono?”. È il pregiudizio che dimora nei più deboli, nei prevenuti, quanti hanno un solo metro di valutazione.
I pensieri non sempre raffigurano la realtà nella sua pienezza, qualcosa sfugge o addirittura sfugge proprio la verità. Non è corretto giudicare senza possedere prove morali certe, è già un errore applicare le proprie convinzioni su una persona di cui si conosce solo il nome oppure si conosce molto, senza però avere visto nulla di quanto viene immaginato.
Oltre i pensieri ingannatori che quasi sempre portano lontani dalla verità, ci sono i diffamatori che si dilettano a versare veleno sul buon nome di un parente, un collega, un conoscente. È un atteggiamento che va oltre l’odio, un modo sconvolto per maledire una persona e distruggere la sua reputazione.
Natanaele non vuole diffamare nessuno, ripete solamente quanto era risaputo da tutti su Nazareth, e la sua retta intenzione la conferma lo stesso Gesù: Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità”. Sentire queste parole provenire da Dio è un onore che nessun premio terreno uguaglia, tutti gli onori di questo mondo sono nulla in confronto ad un piccolo premio di Dio.
Molti genitori e figli, tante persone rispettabili non ricevono approvazioni, meriti e consensi nel loro lavoro e nella vita sociale, per l’invidia covata da altri, per l’incapacità degli altri di accorgersi della rettitudine dei buoni.
Di solito la società incensa i più sfacciati perché simili al modello mondano senza valori, non premiano i buoni che meritano riconoscimenti.
I buoni devono cercare il premio dato da Gesù Cristo, vale un miliardo di volte più di quello ipocrita e arreca tanti benefici spirituali e fisici. È intelligente e corretto non ricercare ad ogni costo il consenso degli altri, anche nel lavoro, perché c’è un Padre che ci ama così come siamo e ci premia ogni volta che facciamo una piccola buona azione.
Ognuno può dire nella preghiera a Gesù: “Come mi conosci?”. Natanaele, che diventerà Bartolomeo, ebbe una risposta perfetta che lo impressionò e si convertì all’Uomo che veniva da Nazareth: “Prima che Filippo ti chiamasse, Io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”.
Era intento a pregare, scrutava le Scritture e adorava Dio. Era solo, ma Dio vedeva tutto e lo chiamò a diventare un grande Apostolo.
Gesù chiama ognuno di noi a fare apostolato nel luogo dove si vive e opera, questo è uno dei modi per ringraziarlo, per riconoscerlo Figlio di Dio.
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