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lunedì 22 gennaio 2018

SC 45 Commento al Vangelo del 22.01. 2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Marco (3,22-30)
In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni». Ma Egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità Io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Dinanzi ai miracoli di Gesù ci sono persone semplici che restano meravigliati e lodano Dio, ci sono anche persone invidiose e cattive. Non sempre chi invidia è una persona cattiva, ma la persona cattiva ha nel suo bagaglio anche l’invidia.
La gente di cuore semplice rimane colpita di fronte ai miracoli e alla predicazione del Signore. Tutti i buoni che vedono miracoli straordinari e impossibili all’uomo, che ascoltano parole di amore da un Uomo che parla come mai nessuno prima di Lui, questi buoni ammirano Gesù e se non aderiscono subito al suo Vangelo, non provano invidia verso Lui.
La caratteristica dei maliziosi è di rodersi dentro, si logorano e tormentano pensando alla vita dei buoni, alle loro qualità, all’apostolato che compiono e alla Fede che manifestano nella vita. I maliziosi diventano presto detrattori dei buoni, non peccano per leggerezza o senza rendersene conto, in essi è abitudine parlare male degli altri.
Distinguiamo i diffamatori abitudinari da quanti sbagliano senza voler intaccare la buona reputazione altrui, ma la sporcano sempre e spesso non se ne dispiacciono né riparano alle accuse seminate con superficialità. Sono calunnie quelle che in realtà sono accuse infondate, o si utilizzano le insinuazioni per suscitare il dubbio verso la persona onesta e perbene.
Le maldicenze sono molto pericolose per chi le riceve e per chi le diffonde.
Di tutto si dovrà rendere conto a Dio, questo viene dimenticato anche dagli esperti di Teologia, i quali sorvolano proprio sulle diffamazioni che utilizzano senza freni per distruggere quanti considerano migliori di loro o che vedono impegnati nel diffondere la sana dottrina.
Il loro modo di agire è perfettamente uguale a quello degli «scribi, che erano scesi da Gerusalemme e dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni”». Un agire folle e altamente malizioso questo degli scribi, mostrano una violenta intenzionalità di demolire la dignità di Gesù Cristo.
A causa della loro cattiva disposizione giudicano le opere di Gesù opere del demonio. In effetti tutto può essere confuso se nella coscienza manca rettitudine d’intenzione. Al colmo della loro testardaggine, arrivano ad affermare che Gesù “è posseduto da uno spirito immondo”. Egli che era la santità stessa!
Fino a questo si spingono quelle persone che non controllano la lingua perché non sono serene, non hanno Dio, non Lo conoscono neanche.
In questo mondo in cui tanto male si fa con le parole e si distruggono persone innocenti, il cristiano deve essere giusto anche nel parlare.
Giobbe quando riconosceva la potenza di Dio diceva: “Mai le mie labbra diranno falsità
e la mia lingua mai pronunzierà menzogna!”
 (Gb 27,4).
Questo proposito deve essere ricordato in ogni circostanza dal cristiano per non seminare invano la sua preghiera. A cosa serve dire: “Signore, Signore” se si cade spesso o si ricorre alla diffamazione? Non possiamo giustificare certi comportamenti con l’alzata di spalle o nascondendoci dietro la debolezza.
Molto spesso lo scarso dominio della lingua, la leggerezza nell’operare e nel dire, sono manifestazione di stordimento e di frivolezza, di mancanza di vita interiore e di presenza di Dio. E quante ingiustizie si possono perpetrare nell’emettere giudizi irresponsabili sul comportamento di quanti vivono, lavorano o sono in rapporto con noi!
Ad ogni persona si deve il buon nome, il rispetto, la considerazione, la fama che si è meritata. Ogni persona ha diritto alla buona fama, fintanto che non abbia dimostrato con comportamenti pubblici, indegni e notori, che proprio la buona fama non gli si addice.
La calunnia, la maldicenza, la mormorazione sono gravi mancanze di giustizia nei confronti del prossimo, dal momento che, se perde il buon nome, la persona resta privata della capacità di realizzare buona parte del bene che avrebbe potuto compiere.
E Dio chiederà conto ai diffamatori di tutto quel bene che hanno impedito di compiere ai buoni.
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