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martedì 26 giugno 2018

SC 198 Commento al Vangelo di martedì 26.06.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (7,6.12-14)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La regola d’oro del Vangelo, sicuramente la migliore opera che compie l’uomo è di fare del bene allo stesso modo in cui lo desidera per sé. “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”.
Non si trova scritto in nessun testo delle altre religioni, troviamo invece “l’occhio per occhio”, e il comando di “tagliare la testa agli infedeli”.
Solo Gesù Cristo esprime questa regola piena di puro amore, da queste parole deduciamo che non è un semplice uomo, non è una divinità inventata dagli uomini, Egli è l’Onnipotente. Fuori dal Cristianesimo si trova un linguaggio diverso se non opposto, non c’è un amore incondizionato ma riti e obblighi imposti dagli uomini che scatenano l’orgoglio e le dispute tra loro e i loro nemici.
Anche se Gesù ci propone la via angusta in questo nostro pellegrinaggio terreno, ci ha promesso la felicità eterna a chi la intraprende e “cento volte tanto” adesso, secondo il bene che facciamo. L’atteggiamento migliore per praticare questa via angusta è la temperanza e la mortificazione.
La nostra vita è come un cammino che ha termine in Dio, si tratta di un cammino breve. Quel che soprattutto importa è che, al nostro arrivo, ci venga aperta la porta e possiamo entrare. In questa vita siamo noi a stabilire quale via scegliere e la destinazione eterna, non è sempre preciso dare la responsabilità ad altri.
Nella vita di ogni persona si presentano due vie, due atteggiamenti di vita: cercare quel che non richiede fatica, che risulta piacevole, accontentare il corpo e fuggire il sacrificio e la penitenza; oppure, cercare la Volontà di Dio benché costi, custodire i sentimenti e dominare il corpo.
Siamo veri pellegrini in questo mondo, ognuno sceglie il percorso della sua vita, segue un sentiero spirituale o una strada larga e spaziosa. “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa” (Mt 7,13).
Il sentiero spirituale è conosciuto dai buoni, dai cristiani che arrivano alla temperanza e alla mortificazione anche dopo anni di preghiera, l’importante però è arrivarci. Gesù è paziente, attende con trepidazione la conversione di tutti, continua ad offrire all’umanità molte possibilità di salvezza eterna.
I non credenti non avvertono assolutamente la necessità di mettere in pratica alcune virtù esigenti o di rinunciare a ciò che piace. Essi non seguono i valori cristiani e non trovano alcuna ragione per compiere quelle rinunce che purificano dai vizi ed esaltano i talenti.
Noi abbiamo tanti motivi per rinunciare anche a quelle cose che effettivamente non ci rendono felici ma solo contenti per poco tempo, per il possesso di qualcosa che piace o per scelte di vita che apparentemente danno soddisfazione mentre nel tempo diventano pesanti e insostenibili.
Questa è la vita dei pellegrini che portano quanto basta e si soffermano poco nelle cose perché vanno di fretta, oppure rimanere invischiati nella comodità, nel piacere, nei beni temporali utilizzandoli come fini e non come semplici mezzi.
Una strada conduce al Cielo; l’altra conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa.
Dobbiamo chiederci spesso su quale via ci siamo incamminati e dove siamo diretti.
Pur con qualche sviamento e debolezza, siamo diretti al Cielo? È la via angusta quella che stiamo percorrendo? Viviamo abitualmente la temperanza e la mortificazione, i piccoli sacrifici? Qual è realmente il fine delle nostre azioni?
L’uomo tende a scegliere la via ampia, la strada comoda della vita, anche se possiede pochi beni. Preferisce la porta larga, che non conduce in Cielo: spesso si butta sulle cose smodatamente, senza regola né temperanza.
La Via che Gesù ci indica è allegra, vi si incontra anche la croce, il sacrificio, la temperanza (equilibrio, virtù, controllo di sé) e la mortificazione (rinuncia, sacrificio, penitenza). È assolutamente necessaria la temperanza in questa vita per poter entrare nell’altra, dove si trovano per l’eternità, senza mai aver fine, la felicità, la beatitudine e la visione di Dio!
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