Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

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lunedì 25 giugno 2018

GR 196 Granellino di lunedì 25.06.2018

(Mt 7,1-5) 
Il peccato più confessato é: "Padre, ho sempre una parola di giudizio sugli altri". Perchè siamo così facilmente portati a giudicare gli altri? Il motivo è che ci sentiamo più giusti e migliori degli altri. Ciò ci fa tenere gli occhi aperti a 360 gradi sui comportamenti difettosi del prossimo mentre li teniamo chiusi sui nostri. Dire a una persona: “Tu sei un ladro”, è un giudizio. Dire poi: “Rimarrai sempre ladro”, è una condanna. Mi è sempre stato detto che quando giudichiamo e condanniamo un fratello giudichiamo e condanniamo noi stessi. 
Tutti noi siamo un contenitore di difetti, perciò non abbiamo nessun diritto di giudicare o condannare un nostro fratello. Se ci viene chiesto: “Cosa pensi di quel nostro fratello?”, dobbiamo subito rispondere: “Non sono un giudice!”. Chi può essere giudice del cuore dell'uomo? Solo il Signore. 
Bisogna dire che il nostro giudizio è sempre senza carità. È vero, siamo giudici spietati. Ogni giudizio emanato contro il prossimo è una offesa fatta al Signore. Perché? Perché ci mettiamo al posto del Signore, l'unico che conosce e scruta il cuore dell'uomo che è un grande mistero. 
Il giudizio è sempre una spruzzata di veleno sul nostro fratello il cui comportamento non è evangelico. Certo, bisogna sempre tracciare una linea tra una giusta indignazione davanti al peccato e un giudizio verso chi agisce da peccatore. Ciò che ho appena detto viene spiegato dalla preghiera di Gesù sulla croce: "Padre, perdona loro, perché non sanno quel che fanno". Quindi ci è proibito entrare nel santuario del cuore dell'uomo. Il verdetto è del Signore. La professione della nostra fede ci ricorda che Gesù un giorno verrà a giudicare i vivi e i morti. 
Sembra una cosa impossibile non giudicare, ma non è così: se riusciamo, con la grazia dello Spirito Santo, a vedere i nostri peccati, sconfiggeremo l'istinto malvagio di giudicare il prossimo. Non dimentichiamo che il giudizio che emaniamo è un boomerang: Non giudicate e non sarete giudicati. 
Amen. ALLELUIA. 
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti) 

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