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sabato 16 giugno 2018

SC 188 Commento al Vangelo di sabato 16.06.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (5,33-37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma Io vi dico: non giurate affatto, né per il Cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
In questa circostanza Gesù affronta un altro argomento molto importante: il come parlare.
Quando la parola dell’uomo è espressione di verità, il suo valore è grande. Oggi questo valore è quasi scomparso, lo possiamo trovare in pochi cristiani maturi spiritualmente e di retta intenzione. Spesso si rimane sorpresi nel constatare la mancanza di sincerità e una vita condotta nell'ipocrisia proprio in quelle persone che dovrebbero mostrare virtù eroiche.
Se taluni cardinali e vescovi sono affiliati alla Massoneria, alcuni addirittura tra gli Illuminati che governano il mondo e altro, oggi la Santa Chiesa si trova nella prova più dolorosa della sua storia, perché il tremendo pericolo della manipolazione del Vangelo arriva dall’interno.
Mai la Chiesa si è trovata così indebolita, lo è perché alcuni suoi cardini si sono putrefatti. Chi può mettere in discussione questo che scrivo? Non mi arriva solo dalla preghiera questa conoscenza, l’ho scritto ampiamente nel 2011 nel mio libro “La corruzione nella Chiesa” e quanto avevo indicato si è avverato in questi sette anni.
Chi non riesce a capire i segni dei tempi e vuole restare nella verità della sana dottrina cattolica, deve leggere il Catechismo del 1992 per avere la capacità di respingere le teorie moderniste che si insegnano in molte parti della Chiesa!
Noi Sacerdoti e i Prelati rimasti fedeli al Vangelo storico, messaggeri nel mondo del messaggio autentico del Signore e “portatori” sulle spalle piagate la Santa Chiesa fondata da Gesù Cristo, non possiamo restare zitti e lasciare scivolare nell’errore e poi nella dannazione eterna molti cattolici e non cattolici.
La verità del messaggio che viene annunciato deve essere testimoniato con le buone opere, non solamente con delle opere sociali che piacciono anche ai criminali per fare quattrini. Ed è facile comprendere da quale parte sono posizionati gli altri, non solo osservando le loro opere, soprattutto dalle parole che pronunciano.
Gesù ci ha insegnato che “la bocca parla dalla pienezza del cuore” (Mt 12,34).
Ognuno esprime con le parole ciò che è dentro, la sua spiritualità buona o cattiva, quello di cui è in possesso.
Sappiamo però che molti sono specialisti nel pensare una cosa e dirne un’altra, ancora peggio fanno quanti pensano e programmano più risposte e poi scelgono quella maggiormente conveniente, secondo le circostanze e vivono una vita profondamente ipocrita.
Soprattutto a questi Gesù dice di parlare con il “sì, sì”; “no, no”.
Questi cristiani non si possono trovare in comunione con Gesù Cristo, tutte le loro opere e parole hanno finalità umane e presuntuose.
Ognuno deve riflettere sulle parole che pronuncia, non per ingannare o averne vantaggi, ma per non scandalizzare gli altri e non diventare non più credibili. Nel molto parlare per ostentare competenza, sfoggiare cultura o mostrare conoscenze di vario genere, c’è molto amor proprio e un atteggiamento subdolo.
Dobbiamo chiedere ogni giorno a Gesù e alla Madonna un cuore puro e buono, chiedere questa Grazia con ferma convinzione, consapevoli che noi esteriormente siamo realmente ciò che abbiamo interiormente. Si possono ingannare le persone o illuderle come un gioco di prestigio, ma non dura per molto tempo.
Non c’è dubbio, comunque, che nonostante le falsità per ingannare i buoni e le omissioni per non mostrare i propri sbagli, prima o poi sempre la verità emerge e quando trionfa alle volte emette un boato che lo sentono anche i “sordi”.
I Ministri sacri sono chiamati ad una vita santa e non perseguirla è già un grave peccato. Non preoccuparsi del cammino di perfezione è una omissione devastante, la vita spirituale non è presente e quello che si dà ai credenti è solo farina del proprio sacco, sono parole vuote. Non c’è lo Spirito Santo.
Per i Sacerdoti e i Prelati non può esserci nulla di più importante dell’Eucaristia, dell’annuncio del Vangelo storico e della sana formazione spirituale del popolo cristiano, con la principale preoccupazione della propria santificazione. Questo e solo questo è il vero ruolo dei Ministri sacri.
Vi ho scritto tante volte che i buoni Sacerdoti si trovano se si vogliono davvero trovare, e in questi Sacerdoti si trova immediatamente l’immagine di Gesù, dove risplende potentemente la verità perché il loro linguaggio è pienamente e sempre sincero.
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