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domenica 17 giugno 2018

SC 189 Commento al Vangelo di domenica 17.06.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

XI Domenica del Tempo Ordinario

+ Dal Vangelo secondo Marco (4,26-34)
In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Così è il Regno di Dio: come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il Regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra». Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La realtà così come è conosciuta da Dio, può essere percepita esclusivamente dai più piccoli del Vangelo, sono i cristiani che si sono sforzati di ridurre sempre più l’inclinazione naturale al male presente in ogni uomo e i loro sacrifici sono sempre stati ricompensati con abbondante Spirito Santo e con molte Grazie attuali.
I piccoli del Vangelo sono tutti coloro che hanno più o meno la consapevolezza di bastare a se stessi e riconoscono di aver bisogno dell’aiuto costante di Dio, di misericordia e di una guida spirituale. Questa strada della piccolezza Gesù l’ha aperta a tutti, la salvezza che Egli ha portato nel mondo vale indistintamente per tutti.
Il piccolo seme del Vangelo di oggi è il cristiano che si fa piccolo nello spirito, anche se è adulto, non conta l’età davanti a Gesù. Ciò che rimane importante per Gesù è quello che siamo dentro. Dio rimane presente e operante nelle anime buone, sincere, leali e compie meraviglie di Grazie anche in quelle persone che la società abbagliata dalla superbia non riconosce per il loro vero valore spirituale davanti a Gesù Cristo.
Una persona quando è priva dello Spirito Divino e determinata al raggiungimento del successo accettando qualsiasi compromesso, non solo si è allontanata notevolmente da Dio, non solo non vive nella pace né è appagata, c’è anche un danno spirituale e morale che aumenta sempre più, si accresce la cattiveria, l’ambizione superba e tutti i vizi.
 In questo caso non è sufficiente essere sapienti come sono quelli del mondo per comprendere la grande sproporzione esistente tra la bramosia del successo a qualsiasi costo e la piccolezza del Vangelo che causa gioia intensa, pace profonda e la protezione di Dio.
I rischi che corrono quelli che hanno raggiunto il successo anche con metodi leciti ma senza Dio, sono devastanti per l’anima. Ragioniamoci: cercare affannosamente la ricchezza, il potere in qualsiasi settore, agitarsi smodatamente per il successo professionale, ma rinunciando a Dio, alla vera pace interiore, alla bontà di Gesù e alla protezione della Madonna, ne vale la pena?
Per miliardi di persone il gioco vale assolutamente la candela, mi soffermo però sui cristiani e non cambia la scelta compiuta da molti, nell’assecondare l’ambizione ed essa aumenta senza limiti con l’inevitabile diminuzione del sacro. Il cristiano quando asseconda la bramosia del potere o della ricchezza ha già perduto Gesù e può rimanere illuso di condurre una vita di Fede.
Ognuno nella vita deve avere obiettivi anche grandiosi ma deve riuscire a restare lontano già con il pensiero da forme alternative e compromettenti per raggiungerli. Il cristiano si affida a Gesù e alla Madonna prima ancora di intraprendere un’iniziativa impegnativa o professionale.
Solo così il successo è davvero meritato e benedetto da Dio, la persona potrà raggiungere alti incarichi istituzionali e il benessere economico soddisfacendo il suo bisogno di realizzazione e attuando la pratica dei talenti, comunque sviluppati con sacrifici e molte rinunce.
Non è il “sogno americano” (American Dream) che si vuole realizzare contando solo sulle proprie capacità. Con “sogno americano” s’intende la convinzione che ciascuno possa con il duro lavoro e la determinazione raggiungere il benessere economico e la felicità.
Sono due aspetti della vita che sicuramente la rendono migliore e auguro a tutti di raggiungere la gioia e l’agiatezza, ma insieme a Gesù!
Il “sogno americano” purtroppo esclude nella quasi totalità dei nativi e dei Dreamer (la popolazione di giovani clandestini arrivati negli Usa da piccoli), la presenza della morale rivelata da Gesù Cristo, quindi quel benessere non è vissuto con un cuore umile e semplice. C’è invece grande orgoglio e superbia per l’agiatezza economica anche se perseguita con coraggio e duro lavoro.
I protestanti calvinisti avevano già esasperato l’identificazione della ricchezza con la benedizione di Dio: solo chi è ricco è benedetto da Dio.
Il protestante Calvino illuminato non da Gesù, arriva ad indicare il segno della grazia divina presente nella persona che diventa visibile e sicuro: è la ricchezza, il benessere generato dal lavoro viene da Dio. È il successo ad assicurare il calvinista che “Dio è con lui”, che egli è l’eletto, il predestinato. Una follia pura.
Gesù oggi ci parla di un evento simile, un seme quasi invisibile che diventa un grande albero frondoso, fino a dare riparo agli uomini e con i suoi rami tanto grandi permette anche agli uccelli di ripararsi alla sua ombra.
È l’immagine dei cristiani che seguono la Volontà di Dio e con docilità accolgono i suoi comandi, senza bramare nulla senza Gesù.
Il piccolo seme è come quel cristiano umile e più piccolo di tutti i presuntuosi del mondo, che accoglie Gesù nella sua vita e rimane immerso nel suo Cuore, dove “scompare” la sua miseria umana, l’orgoglio e la superbia, e cresce spiritualmente con l’aiuto incessante della Grazia di Dio, fino a diventare stimato e credibile da tutti, ma i nemici non faranno mancare diffamazioni dolorose.
Il Vangelo è molto chiaro nell’affermare che Gesù si serve di ciò che è piccolo per agire nel mondo e nelle anime. Il Signore scelse un pugno di uomini per instaurare il suo Regno nel mondo,“ha sempre scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti” (1 Cor 1,27).
Ognuno di noi, di fronte al compito che ci affida Gesù in mezzo al mondo, siamo come un granellino di senapa. Non dobbiamo dimenticare la sproporzione dei nostri poveri mezzi, dei nostri esigui talenti a fronte della vastità dell’apostolato che dobbiamo realizzare.
Se non perdiamo di vista la nostra pochezza, ma anche il grande aiuto che ci proviene dalla Grazia, sapremo mantenerci sempre saldi e fedeli a ciò che Egli si attende da ciascuno di noi. Se non guardassimo Gesù, cadremmo presto nel pessimismo, saremmo sopraffati dallo sconforto e abbandoneremmo il lavoro.
Insieme a Gesù possiamo tutto, Egli vuole renderci come alberi ricolmi di bontà e di luci per illuminare i peccatori e il mondo intero.
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