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lunedì 12 marzo 2018

SC 94 Commento al Vangelo del 12.03.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (4,43-54)
In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei Lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da Lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il miracolo compiuto da Gesù viene suscitato dalla Fede di un genitore in ansia per il figlio morente. La preoccupazione di un genitore verso un figlio ammalato è sempre commovente e premurosa, altrettanto dovrebbe esserlo verso la sua vita spirituale. Un genitore si preoccupa quasi sempre del corpo, della salute fisica del figlio e trascura la parte più nobile che è l’anima.
I figli quasi sempre manifestano quanto hanno ricevuto di buono o di male dai genitori, è vero che in molti casi il vero educatore e formatore avvelenante sono il web, la scuola senza valori e la compagnia di amici e amiche, interessati solo al piacere momentaneo e trasgressivo.
In questi ultimi decenni i giovani si sono sempre più ritrovati senza valori, questo non è dipeso da loro e sono diversi i fattori che hanno offuscato il ruolo dei genitori. Con tanti nuovi e immediati piaceri mondani, sono innanzitutto molti genitori a distrarsi e a ricercare quello che non avevano sperimentato nella loro gioventù.
Diventano loro i veri giovani sotto l’apparenza di genitori, in questa condizione non possono negare ai figli quello che sperimentano di molto piacevole. Così chiudono gli occhi e lasciano massima libertà ai figli di fare ogni genere di esperienza diseducativa e deleteria.
Non tutti i genitori sono caduti in questa trappola, sono diverse le gradazioni della responsabilità genitoriale e ognuno è un mondo a sé. Eccellono nella buona educazione soprattutto i genitori cattolici che seguono un vero cammino di Fede e la loro più grande preoccupazione è la trasmissione della Fede, la formazione spirituale dei figli.
Quello che si apprende da piccoli sarà nella vita la guida limpida o un po’ offuscata ma rimarrà sempre un riferimento in ogni circostanza.
I fattori del traviamento di questa generazione sono numerosi, non è semplice stilare una scaletta e il punto più debole rimangono i genitori. Anche dalle buone famiglie escono figli mascalzoni, è vero, ma sono casi isolati non classificabili come regola.
La buona formazione religiosa dei genitori oltre a guidare nella verità loro due, permette di aiutare i figli secondo la Legge di Dio.
È quella Legge perfetta che diventerà il riferimento naturale negli anni della loro vita. I genitori devono conoscere la Legge di Dio e trasmetterla con pazienza, questo è indispensabile per una sana crescita soprattutto morale dei figli. oggi per varie ragioni, molti genitori non dedicano abbastanza tempo ai loro figli, considerano sufficiente amarli e lasciarli crescere…
I genitori sono chiamati a dare esempi edificanti e se sbagliano in qualche occasione, devono spiegare ai loro bambini l’errore commesso per debolezza o per leggerezza. Il dialogo è molto importante nella fase di crescita, dove si assimilano moltissime nozioni che rimangono impresse.
Già da bambini devono avere la percezione dell’errore, delle azioni da non compiere e solo nel dialogo onesto e costruttivo i genitori danno il meglio ai loro bambini. L’educazione è un fattore di cuore, ma non è sufficiente amare i figli per la consanguineità o la debolezza umana, i figli si amano soprattutto per indirizzarli verso la salvezza eterna, dando le giuste direttive che ricorderanno per tutta la vita.
Quando i genitori permettono tutto e dichiarano così che tutto è lecito, segnano la fine morale dei loro figli e vagheranno senza valori.
Questa generazione di giovani in moltissimi casi è priva di valori, oltre a non avere ricevuto una adeguata formazione religiosa, nella fase di crescita non hanno visto i loro genitori pregare o andare a Messa o seguire con impegno gli insegnamenti cristiani.
La società diventa sempre più nemica dei giovani, li conduce alla perversione totale, mentre si sottrae il ruolo di responsabilità dei genitori.
Cosa potrà salvare questi giovani dalla perdizione? Sono in grado di capire adesso che non tutto è lecito e che ci sono norme morali da osservare? Come potranno fermarsi dalle loro avventate scelte se i loro genitori accondiscendevano in tutto e non prendevano provvedimenti?
A che serve chiudere la stalla se i buoi sono scappati?
Impressiona vedere molti bambini che comandano con un solo sguardo i loro genitori e questi devono fare silenzio per non farli piangere…
 I figli crescono ad immagine dei genitori, e i genitori che sanno dire di no a molti capricci dei figli, sono anche in pace con la loro coscienza. I giovani che hanno ricevuto dai genitori più no nelle loro richieste, sono quelli più forti, sicuri, docili e maturi.
I buoni genitori si vedono soprattutto quando negano fermamente quanto danneggia i figli o li considerano capricci e spiegano le loro decisioni. Se i figli non comprendono adesso, comprenderanno in futuro e benediranno le negazioni ricevute in passato dai loro genitori.
“Va’, tuo figlio vive”. È bellissimo per un genitore avvertire nel cuore queste parole, consapevole che il figlio vive in comunione con Dio.
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