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venerdì 6 luglio 2012

1638 - Vita di Gesù (paragrafi 420-423)


§ 420. Frattanto, durante l'ottava dei Tabernacoli, si svolgeva ogni giorno la processione che andava ad attingere l'acqua alla fonte di Siloe (§ 76). L'ultimo giorno, ch'era il più solenne, Gesù prese oc­casione dalla cerimonia e ne fece un'applicazione a sé e alla sua dottrina: Se (alcuno ha sete, (venga) a me e beva! Di una certa acqua aveva Gesù parlato già alla Samaritana; ma anche nei secoli prima aveva parlato della stessa acqua un profeta facendo pronunziare a Dio questo lamento:Due mali ha commesso il popol mio: abbandonarono me, sorgente d'acqua viva, per scavarsi cisterne screpolate, cisterne che non serbano acqua! Anche questa volta Gesù aveva parlato ad alta voce in tono di dichiarazione solenne, e la dichiarazione riaccese tra la folla le dispute di pochi giorni prima. Degli ammiratori alcuni affermavano: Costui è davvero il profeta! Altri: è il Messia. - Gli av­versari rispondevano: Macché Messia! Forse ché dalla Galilea viene il Messia? Non viene forse da Beth-lehem, come discendente di Da­vid? - Le guardie del Tempio tentarono nuovamente d'impadronirsi di Gesù, ma rimasero interdette dalla sua potenza spirituale. Rimproverate dai magistrati e dai Farisei di non averlo arrestato, risposero con semplicità: Giammai un uomo parlò in tal maniera come parla quest'uomo! (Giov., 7, 46). I Farisei replicarono sarca­stici: Anche voialtri sareste forse rimasti ingannati da lui? Guardate invece se alcuno dei maggiorenti, o di noi Farisei, ha creduto in lui! Ma questa folla, che non conosce la Legge, è tutta di ma­ledetti! - I maledetti della folla, che ammiravano Gesù, costituivano l'abominevole “popolo della terra” (§ 40). Alla discussione prese parte anche il cauto Nicodemo, rimasto “fra color che son sospesi” (§ 290). Ebbe egli il coraggio di appellarsi alla legalità osservando: Forseché la nostra Legge giudica l'uomo, se non l'ha in precedenza ascoltato e non ha conosciuto ciò che fa? - Ma anche a Nicodemo fu risposto col sarcasmo: Sei forse pu­re tu della Galilea? Fa' ricerche e ti convincerai che dalla Galilea non sorge profeta! - Lo spirito regionalista dei Giudei faceva da avanguardia allo spirito nazionalista dei Gentili; l'uno e l'altro con­corderanno più tardi nel sentenziare che “dalla Galilea non sorge profeta”, e pronunzieranno la loro sentenza senza prima ascoltare l'imputato e senza indagare ciò che ha fatto.

§ 421. Un'altra circostanza della festa offrì occasione a Gesù per presentare se stesso e la sua dottrina. Fin dai vespri del primo gior­no dei Tabernacoli il popolo accorreva all'atrio esterno del Tempio recando rami di palma, mirto e salice; appena calavano la tenebre, i sacerdoti accendevano grandi lampade appese ad altissimi cande­lieri, e subito la folla accendeva innumerevoli altri lumi d'ogni ge­nere. Fra questa luminaria si svolgevano festeggiamenti giocondi, in cui tenevano il primo posto danze eseguite nel mezzo dell'atrio, men­tre i Leviti schierati sui gradini dell'atrio interno cantavano inni sacri: le danze erano eseguite specialmente dai maggiorenti della nazione e dai dottori più famosi, che facevano a gara nel danzare il più a lungo possibile tenendo fiaccole ardenti in mano. I bagliori di quella gaia notte rimanevano negli occhi delle folle festanti anche durante l'ottava seguente, e in uno di quei giorni Gesù applicò la cerimonia a se stesso. Qual giorno fosse, non ci viene detto; ma se Giovanni (8, 12-59) colloca questo episodio dopo gli altri della stessa festa, fa ciò probabilmente perché vede in esso un'opportuna preparazione all'episodio successivo del cieco nato, che riceve la luce da Gesù. Un giorno dunque, trovandosi nell'aula del Tesoro attigua all'”a­trio delle donne” (§ 47), Gesù disse ai Giudei: Io sono la luce del mondo. Chi segue me non cammina nella tenebra, bensì avrà la luce della vita. Come prima aveva parlato dell'acqua riferendosi alla cerimonia dei Tabernacoli, così adesso parlava della luce con analogo riferimento. I Farisei gli risposero che nessuno era tenuto a prestargli fede, perché egli rendeva testimonianza a se stesso, e la sua testimonianza non era verace. Ne seguì una disputa in più riprese (cfr. Giov., 8, 20-21 con 8, 30-31), che dovrà essere letta per intero nel testo originale. Le affermazioni fondamentali di Gesù sono le seguenti.

§ 422. La testimonianza di Gesù è garantita dal suo Padre celeste; ma i Giudei non conoscono il Padre, perché non conoscono Gesù. Intanto il tempo stringe: Gesù si allontanerà per sempre dai Giudei, ed essi moriranno ostinati nel peccato di non aver riconosciuto la sua missione. Essi sono dalle cose di giù e del mon­do; Gesù èdalle cose di su e non del mondo. A questo punto i Giudei, ironicamente, gli rivolgono la stessa domanda già rivolta a Giovanni il Battista dalla loro ambasceria (§ 277): Tu chi sei? Gesù risponde: In primo luogo, (io sono) ciò che appunto vi sto dicendo; la frase evita una dichiarazione precisa e netta, la quale invece è aspettata dai Giudei per poter scendere subito a violenze contro Gesù, come di fatto avverrà alla fine della discussione. Eppure - prosegue Gesù - quando i Giudei avranno innalzato il figlio dell'uomo allora conosceranno che egli è “il figlio dell'uomo”, fedele esecutore della missione ricevuta dal Padre. Questa totale dedizione alla volontà del Padre colpisce molti uditori, i quali credono in lui. Ai nuovi credenti si rivolge poi Gesù, ma subito interloquiscono altri presenti che gli sono rimasti avversi. Accettando gl'insegnamenti di Gesù - dice egli - si ottiene la vera libertà, e questa consiste non già nell'essere discendenti di Abramo bensì nell'affrancamento dal peccato. Chi è vero discendente di Abramo compia le giuste opere di Abramo, e non cerchi di ucci­dere Gesù inviato dal Padre celeste. Non basta proclamarsi - come fanno gli avversari - figli d'Iddio, bisogna anche amare Gesù ed accettare i suoi insegnamenti, perché egli è uscito da Iddio e inviato da lui; chi non ascolta le parole di Gesù dimostra d'avere per pa­dre il diavolo che fu omicida da principio ed il padre della men­zogna. Se Gesù dice la verità, perché non gli si crede? Chi può convincere lui di peccato? Chi è da Dio, ascolta i detti di Dio; ma per questo gli avversari non ascoltano Gesù, perché non sono da Dio.

§ 423. A questo punto la lotta diviene più serrata. I Giudei risen­tono dei colpi ricevuti, e reagiscono non con accorgimenti dimostrativi ma con ingiurie. Essi replicarono: “Non diciamo bene noi che tu sei un Samaritano (§§ 4, 417) e hai un demonio?”. Gesù rispose:”Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi (invece) mi disonorate. Io al contrario non cerco la mia gloria; v'é chi (la) cerca e (su ciò) giudica. In verità, in verità vi dico, se alcuno abbia custodito la mia parola non vedrà morte in eterno”. Gli risposero i Giudei: “Adesso abbiamo conosciuto che hai un de­monio! Abramo morì, (così) pure i profeti, e tu dici - Se alcuno abbia custodito la mia parola non gusterà morte in eterno. - For­seché sei tu maggiore del nostro padre Abramo che morì? (Così) pure i profeti morirono. Chi ti fai (da) te stesso?”. Gesù rispose: “Se io abbia glorificato me stesso”la mia gloria e' niente; v'e' il Padre mio che mi glorifica” (quello di) cui voi dite - Dio nostro. - E(ppure) non lo conoscete, mentre io so lui; e qualora (io) dica che non so lui, sarò simile a voi mentitore. Ma (io) so lui, e la parola di lui custodisco. Abramo, il vostro padre, esultò per (desiderio di) vedere il mio giorno, e (lo) vide e (ne) godé”. Dissero pertanto i Giudei a lui: “Cinquanta anni ancora non hai, e hai visto Abra­mo?” (§§ 176,182). Disse loro Gesù:”in verità, in verità vi dico, prima che Abramo fosse, io sono”. La discussione è finita. Gesù si è proclamato anteriore ad Abramo, e quindi all'intero ebraismo di cui Abramo è il capostipite. O si accetta la sua affermazione, credendo in lui: oppure in contrapposto si proclama che Gesù è posteriore e inferiore all'ebraismo, e quindi sottoposto alle sue leggi. Ora, secondo la Legge ebraica (Le­vitico, 24, 16), il bestemmiatore deve esser lapidato; perciò i Giudei, secondo i quali Gesù ha bestemmiato proclamandosi preesistente ad Abramo, passano ad applicare la Legge:Tolsero pertanto delle pietre per lanciar(le) addosso a lui. Ma Gesù si nascose, e uscì dal Tempio.
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