Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

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domenica 1 luglio 2012

1626 - Commento al Vangelo del 1/7/2012, domenica 13^ t.ord.


+ Dal Vangelo secondo Marco (5,21-43)
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Dinanzi a due miracoli straordinari e che accrescono la fiducia verso Gesù, mi colpisce la sua frase alla donna che soffriva da dodici anni: “Figlia, la tua Fede ti ha salvata”. Letta senza interesse non ci lascia niente, se viene approfondita ci permette di comprendere che i miracoli sono condizionati dalla Fede del credente, di tutti noi che preghiamo e chiediamo.
Non si può assolutamente imputare a Gesù la mancata ricezione di una Grazia o il silenzio che a volta si avverte nell’abbattimento. La nostra Fede è il parametro per stabilire se siamo convertiti o meno. Non è una valutazione per mezzo di test o di apparecchiature, da noi stessi possiamo comprendere se la nostra Fede è forte, autentica, profonda, oppure si tratta di una parvenza di Fede, un minuscolo accenno di ricordo dell’esistenza di Gesù e di “andare” alla Santa Messa.
La Fede si valuta anche nella tentazione: quelli che ne hanno poca si lasciano vincere dai pensieri che ispira satana per frenare la preghiera o causare confusione nelle scelte quotidiane.
“Figlia, la tua Fede ti ha salvata”, la salvezza arriva dalla profonda spiritualità che aumenta nell’interiorità della persona, la Fede autentica non si deve manifestare esteriormente con un buonismo stupido e che vuole nascondere invece la desolazione interiore. Deve prima riempirsi di Grazia l’anima per esternare una Fede autentica e sincera, non si deve valutare la Fede da qualche opera esteriore, infatti spesso ci si affanna per mostrare esteriormente ciò che non corrisponde alla vita interiore.
Coltivare la propria Fede è l’impegno più prezioso della vita di una persona. Tutto passa nella vita, solo l’Amore di Gesù riempie la vita di verità, sicurezza, pace e gioia. Ma questo arriva insieme alla Fede, è dipendente dalla Fede e nessuno può raggiungere la vera pace e la profonda gioia senza l’intervento di Gesù.
Giàiro cercava Gesù perché aveva Fede, portava nell’anima la pace e l’onestà, aveva i requisiti per chiedere questo miracolo e riceverlo. Ma lui era il capo della sinagoga ebraica, non un seguace di Gesù, questo indica che pur non mostrandosi come suo seguace, nel cuore coltivava una grande Fede in Gesù, per lui era veramente il Figlio di Dio.
La risurrezione da morte della bambina di dodici anni e la guarigione improvvisa della donna malata da dodici anni, sono due miracoli che si posso legare in quanto manifestano un messaggio complementare. Erano due donne, una bambina l’altra disfatta da interminabili sofferenze, erano condannate alla morte ed una già lo era di fatto. Nessuno poteva ridare la vita energica, non c’erano speranze. Ma la Fede del genitore della bambina e la Fede della donna straziata dal male, ottennero due miracoli straordinari.
La Fede è la chiave che apre il Cuore buono e mite di Gesù. Dove c’è la Fedela Madonnaintercede potentemente.
Le storie delle due donne sono intrecciate dalla sofferenza e dall’età, dalla morte della bambina e dall’agonia mortale della donna colpita da emorragia. Due storie che si intrecciano e ci indicano il senso della sofferenza quando viene accolta con pazienza, come hanno fatto il padre della bambina e la donna. La sofferenza presente in questi due miracoli ci indica che Gesù è venuto a guarire la sofferenza e che nulla è impossibile a Lui.
Non vuole la nostra sofferenza, Lui viene a guarirci da ogni sofferenza, ma dobbiamo avere i requisiti per ottenere miracoli.
Ha risuscitato una bambina morta e ha guarito una donna da un male incurabile a quel tempo.
Le due donne avevano in comune anche i dodici anni di vita di una e di sofferenza dell’altra, dodici è un numero che ricorre spesso nella Sacra Scrittura. Gesù a dodici anni rimase nel Tempio a discutere con i dottori; dodici le tribù di Israele; dodici gli Apostoli presenti con Gesù; a dodici anni in Israele i ragazzi erano accolti come membri adulti nella sinagoga di cui era capo Giairo; dodici erano le ceste di pane con le quali Gesù sfamò i suoi discepoli (Mc 6,43); la fine dei tempi è simboleggiata dalle dodici porte della Gerusalemme celeste (Ap 21,12-21); la Donna dell’Apocalisse, Maria Santissima, è coronata da dodici stelle (Ap 12,1).
Dodici indica il tempo di qualcosa che si compie, biblicamente è la realizzazione del piano di Dio. Gesù profetizzò a dodici anni.
Questi due miracoli ci fanno anche riflettere sulla morte spirituale presente dove c’è il peccato mortale, quindi non confessato, una situazione di rottura con lo Spirito Santo, e possono anche non rendersene conto. Ma la responsabilità della persona c’è tutta, già l’esame di coscienza permette di conoscere il proprio stato interiore.
Oltre la morte spirituale troviamo l’emorragia della Fede nei cristiani confusi e dispersi nella tiepidezza, bloccati da cose poco importanti e che allontanano da Gesù. Questa emorragia della Fede svuota l’anima e la schiaccia nello sconforto e nell’abbattimento. Ma proprio quando tutto sembra perduto si può avere maggiore spinta interiore per cercare Gesù con una santa Confessione e chiedendo consigli al proprio parroco o ad una Guida spirituale vicino casa vostra.
Molti pensano che trovare nella vita ostacoli e contrasti, sia una sfortuna o un segno che Gesù non è vicino. È un errore grave e che allontana dalla vera spiritualità, possiamo affermare che ostacoli e contrasti possono diventare benedetti perché fermano una persona e le permettono di rientrare in sé e riprendere le redini della propria vita.
Quando tutto và bene qualsiasi persona si rilassa e si compiace della vita anche senza i Sacramenti e la vera preghiera. Non appena si presentano ostacoli e contrasti ci si rende conto che senza Gesù siamo niente, nulla possiamo risolvere di determinante senza il suo aiuto.
Ovviamente non amiamo ostacoli e contrasti, ma non è un caso che i più grandi Santi hanno convissuto in ogni istante della loro vita con infinite seccature e difficoltà ininterrotte. I Santi erano ininterrottamente visitati da tribolazioni che arrivavano da tutti i lati. Loro si mantenevano sereni e gioiosi, proviamo anche noi ad imitarli e a pregare con più Fede nelle tribolazioni.
Non spaventiamoci quando incontriamo tribolazioni, è un’occasione per pregare e crescere nella Grazia di Dio.
Gesù ad ognuno di noi chiede due cose: “Non temere, continua solo ad aver Fede”.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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