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martedì 3 luglio 2012

1631 - Commento al Vangelo del 3/7/2012


+ Dal Vangelo secondo Giovanni (20,24-29)
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Dopo la finale di calcio e la sconfitta dell’Italia, la maggior parte degli italiani ha pensato di avere perduto il paradiso (minuscolo), lo scoraggiamento e le imprecazioni li hanno pure sconfitti. Quella sera di domenica ho avuto modo di leggere qualcosa di interessante e di vedere alcune persone. Avrei potuto seguire questa partita, ma seguire per divertirsi non deve portare ad impazzire o divinizzare i giocatori.
Le ultime partite dell’Italia hanno mostrato più del passato che il tifo divertente si è trasformato in fanatismo, è una passione che prende tutta la persona e la anestetizza o tramortisce. Avviene anche nello spettacolo per i cantanti e gli attori, tutti sono diventati più importanti di Gesù. Posso capire questo sbandamento da parte dei non credenti, ma la mia riflessione è rivolta ai credenti, quelli che sostengono di essere cristiani.
È l’eccesso che rovina tutto, la divinizzazione di qualsiasi personaggio del calcio e dello spettacolo diventa idolatria e il sacro viene bruciato. Milioni di credenti non riescono più a scindere lo spettacolo, il divertimento sportivo dalla passione totale verso gli idoli e questi credenti si trasformano anch’essi in adoratori di ciò che satana gradisce molto.
Riflettete che i calciatori, i cantanti, attori e altri personaggi famosi, sono persone come voi, con gli stessi identici vizi e virtù (poche), con paure e ossessioni, con desideri e speranze (sbagliate). Sono solamente bravi nel compiere qualcosa, tutto qui, è solo questo il personaggio famoso, nient’altro. Non può meritare adorazione né considerarlo come il senso della vita. Conoscete quanti scandali commettono, quante droghe assumono e alcool in quantità che trangugiano perché sono vuoti dentro, non hanno mai conosciuto la vera felicità che può dare solamente Gesù Cristo. I loro cattivi esempi sono però seguiti da miliardi di persone. E satana crea di continuo nuovi idoli, li conquista perché essi vendono l’anima per qualche anno di popolarità e ricchezza.
Lo sport può essere un momento di rilassamento e di divertimento, invece diventa una divinità quando il vero Dio viene escluso, e si dedica ogni energia, ogni interesse, ogni disponibilità per difendere la propria squadra e i calciatori. Il termometro della perdita del sacro in moltissimi credenti è la divinizzazione di uomini che spesso si comportano non da uomini.
Nella società manca l’onestà, questo lo sappiamo, ma nello sport la lealtà è il principio su cui si fonda il gioco, ma proprio la lealtà non è più presente. Lo vediamo dalle partite che si vendono i calciatori, le scommesse illegali che fanno i calciatori, il ricorso alla magia occulta. Se delle prime cose ne siamo tutti a conoscenza, poco si conosce della magia utilizzata quasi da tutti figuriamoci da certi calciatori e presidenti di società senza moralità.
Non entro nei particolari perché dovrei anche scrivere altro di quanto avviene nel calcio e qualcosa in passato vi ho accennato, ma nella nazionale italiana ci sono diversi che frequentano la magia occulta, uno in particolare è amico intimo di un mago potente.
È gratificante sapere che la nazionale vince per mezzo di pratiche magiche? Non c’è alcun piacere, ma non sono solamente quelli dell’Italia a ricorrere alla magia occulta, magari saranno pure quelli meno coinvolti perché la magia occulta oggi è diventata la vera divinità dei pagani, nel mondo si ricorre all’intervento dei diavoli con una facilità disarmante. Anche per i cristiani però avviene questo.
Non entro nei particolari almeno per il momento, non è una questione di Fede, è un comportamento sbagliato che evidenzio a voce sostenuta ma non serve a nulla entrare nei dettagli. Lo stesso discorso si applica quando si discute di qualche argomento, se l’interlocutore non è pronto ad accettare gli errori dei suoi idoli o politici o teologi, non ci potrà mai essere vero dialogo. Non si tratta di avere ragione, ma il bianco si deve chiamare bianco e il nero è sempre nero. È impossibile dialogare con quanti negano anche l’evidenza e chiamano bianco il neo.
Il dialogo impone un confronto aperto, leale, schietto. Non è però possibile dialogare con chi non vuole riconoscere o non riesce a riconoscere gli errori, per esempio, di Lutero o di un dittatore sanguinario. Ho sempre considerato interessante un confronto aperto a molte persone, come la discussione di un argomento importante e in cui ognuno porta un contributo di spessore e non opinioni fondati sull’istinto.
Discutere di teologia in modo semplice e chiaro è un’esperienza che arricchisce tutti i presenti, non solo per quanto si riceve a livello di conoscenze, anche per la correzione di posizioni sbagliate. Trovo invece deprimente discutere con chi pur sapendo i suoi errori o gli errori dei suoi idoli, rimane nella posizione iniziale e blocca una discussione.
Sono corrette quelle persone che rivedono le loro posizioni su argomenti di Fede e di problematiche sociali che inizialmente valutavano diversamente e in opposizione alla Fede cattolica. Perché in un confronto non c’è un vincitore, è il raggiungimento della verità teologica, storica, politica, sociale, ad aiutare tutti i presenti e a renderli migliori. Il confronto aperto su tematiche religiose e sociali, anche politiche se servono a migliorarci, favoriscono la formazione spirituale. Nel dibattito si possono riconoscere le posizioni in contrasto con il Cristianesimo e cambiarle.
Nella Grecia antica si indicava la piazza principale della polis, con il nome di agorà, che significa raccogliere, radunare. I primi agorai si fanno risalire ancora più anticamente a Creta, ed erano strettamente associati a santuari religiosi e ad attività di intrattenimento, quali feste, giochi e teatro.
L’agorà per noi è un momento di confronto religioso per migliorarci e fraternizzare in un clima spirituale.
Sopra ho scritto che discutere di argomenti religiosi con persone che portano i paraocchi è assolutamente deprimente, mi riferisco soprattutto ai teologi e giornalisti cattolici invaghiti e depressi, essi riescono a sostenere il contrario dell’evidenza con disinvoltura o di nascondere ciò che pubblicamente è riconosciuto come errore quanto commesso dai loro miti, quelli che loro stimano come superiori agli altri.
Non voglio approfondire l’argomento perché poche righe non sono sufficienti, lo faremo quando qui dove vivo avremo la struttura per organizzare questi incontri. Adesso considero non determinante per voi l’approfondimento di qualche articolo che suscita perplessità, invece nell’agorà è possibile discutere e riflettere insieme, parlare con maggiore chiarezza e confutando le tesi degli altri.
Una discussione è bella e onesta quando si ammettono le evidenze e non si insabbiano o giustificano in modo immaturo. Chi riconosce che il personaggio che segue commette errori è sicuramente intelligente, e rimane libero di continuare ad ammirarlo e di leggere i suoi scritti.
Qui mi riferisco a un giornalista cattolico che segue un teologo ambiguo, lo difende anche quando è indifendibile.
Oggi è la festa di San Tommaso, incredulo nel respingere le testimonianze degli altri Apostoli e offuscato al punto da rifiutare le profezie di Gesù sulla sua Resurrezione. Questo comportamento offuscato viene copiato da personaggi che dovrebbero illuminare il mondo anche dalle loro posizioni privilegiate. Oggi mi preoccupano di più certi politici e giornalisti cattolici che gli atei dichiarati.
Se a loro apparisse Gesù Cristo, seguirebbero sempre il loro sommo egoismo e i propri interessi. Altro che cattolici.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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