Luca Evangelista (in greco Λουκάς), venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa, è autore del Vangelo, che porta il suo nome, e degli Atti degli Apostoli : terzo e quinto libro del Nuovo Testamento. Per i cattolici è il santo patrono degli artisti e dei dottori, e si festeggia il 18 ottobre. Viene venerato anche dalla Chiesa copta.
Luca nacque ad Antiochia, da famiglia pagana, ed esercitava la professione di medico. Ad Antiochia aveva conosciuto Paolo di Tarso, qui condotto da Barnaba per formare alla fede la nuova comunità composta da ebrei e pagani convertiti al cristianesimo.
Luca diventa discepolo degli apostoli e Paolo lo cita in alcune sue lettere : «con Marco, Aristarco, Dema e Luca, miei collaboratori. » (Fm 1,23-24); «Vi salutano Luca, il caro medico, e Dema.» (Col 4,14); «Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero .» (2Tm 4,11). Questa è l'ultima notizia certa dell'evangelista.
Luca possiede una buona cultura: lo si vede dal suo greco fluente ed elegante, dalla sua ottima conoscenza della Bibbia scritta in greco, detta “dei Settanta”, ed infine da come, di tanto in tanto, affiorano punti di contatto con il modo di scrivere degli storici greci del suo tempo. Il suo Vangelo, scritto probabilmente tra gli anni 80-90 d.C. e gli Atti, sono dedicati ad un certo Teofilo.
Ma che c'entra Teofilo? E chi lo conosce? Da sempre pare un po' abusivo questo personaggio ignoto, che si vede riverito e lodato all'inizio del vangelo di Luca e citato negli Atti. La risposta si trova nella formazione ellenistica dell'autore. Con la dedica fatta a Teofilo, che doveva essere un cristiano eminente, egli segue l'uso degli scrittori classici, che appunto erano soliti dedicare le loro opere a personaggi insigni. Altra ipotesi, forse la più attendibile, è che egli intendesse dedicare i suoi libri proprio a chi ama Dio (Teofilo = amante di Dio).
Luca sente parlare per la prima volta di Gesù nel 37 d.C., quindi non ha mai conosciuto Gesù se non tramite i racconti degli apostoli e di altri testimoni: tra questi ultimi dovette esserci Maria di Nazareth, cioè la madre di Gesù, poiché le informazioni sull'infanzia di Gesù che egli riporta sono troppo specifiche e quasi riservate per poterle considerare acquisite da terze persone.
L'evangelista Luca è, dunque, particolarmente l'evangelista della Madonna. Solo lui ci ha tramandato l'annunciazione, la visitazione, le scene del Natale, della presentazione al tempio di Gesù.
Si può anche dire che Luca è l'evangelista del cuore di Gesù, perché ci rivela meglio la sua misericordia
Ø È l'evangelista della parabola del figlio prodigo: un tesoro che si trova soltanto nel suo Vangelo, della dramma perduta e ritrovata;
Ø È l'evangelista della carità: lui solo racconta la parabola del buon samaritano, e parla dell'amore di Gesù per i poveri con accenti più teneri degli altri: presenta il Signore che si commuove davanti al dolore della vedova di Nain; che accoglie la peccatrice in casa di Simone il fariseo con tanta delicatezza e le assicura il perdono di Dio; che accoglie Zaccheo con tanta bontà da cambiare il suo esoso cuore di pubblicano in un cuore pentito e generoso.
Luca è dunque l'evangelista della fiducia, della pace, della gioia: in una parola si può dire che è l'evangelista dello Spirito Santo.
Negli Atti degli Apostoli è lui che ha trovato la formula tanto cara alle comunità cristiane: “formare un cuor solo e un'anima sola”.
L’Evangelista morì all'età di 84 anni e sarebbe stato sepolto a Tebe, capitale della Beozia. Secondo quanto riportato da S. Girolamo (De viri ill. VI, I), le sue ossa furono trasportate a Costantinopoli nella famosa Basilica dei Santi Apostoli. Le sue spoglie giunsero poi a Padova, dove tuttora si trovano nella basilica di S. Giustina; solo la testa è invece conservata a Praga.
Unico evangelista non ebreo, il suo emblema è il bue (simbolo di tenerezza, dolcezza e mansuetudine).
Significato del nome Luca: «della Lucania» oppure «[nato] alle prime luci, di primo mattino» (latino).
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