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martedì 16 ottobre 2012

1875 - Commento al Vangelo del 16/10/2012


+ Dal Vangelo secondo Luca (11,37-41)
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’episodio che narra oggi il Vangelo avviene dopo alcune circostanze dolorose patite da Gesù, come l’accusa pubblica di agire nel nome di satana: “È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni” (Lc 11,15). Non è un’accusa di poco conto, si tratta delle parole più offensive lanciate contro il Signore. Occorreva molta malizia per dire queste parole, come quelli che parlano senza riflettere e privi di una mediocre maturità umana.
Il capitolo 11 di San Luca descrive come Gesù insegnò il Padre Nostro agli Apostoli, la fiducia che dovevano nutrire verso il Padre del Cielo sempre pronto ad aiutare i buoni e quanti pregano. Aveva anche fatto l’esempio dell’amico che a mezzanotte cerca del pane e bussa con insistenza. La sua insistenza causerà sicuramente l’intervento del suo amico con la donazione del pane.
L’insistenza della preghiera è un argomento toccato spesso da Gesù, così si impara a pregare e a chiedere con Fede e umiltà.
Nel contesto che stiamo esaminando, Gesù aveva insegnato con profondità alcune tematiche molto interessanti, quando all’improvviso alcuni farisei e scribi per diffamarlo ed allontanare i presenti, scaricarono senza vergogna quelle accuse infamanti. “È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni”. Occorre dichiararsi disonesto per affermare l’opposto di ciò che appare. E questi uomini senza Dio hanno mostrato di non avere alcun pudore nell’accusare il Santissimo di agire nel nome di satana.
Da qui prese l’avvio la risposta di Gesù, «Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: “Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici”» (Lc 11,17-19).
Ma una donna dalla folla gridò a Gesù che era benedetta la Madre che Lo aveva partorito, zittendo così quei diavoli in carne e ossa.
A quel punto Gesù agendo con molta intelligenza, per spiegare la sua identità e far conoscere meglio la sua Persona, citò il profeta Giona che rimase tre giorni dentro il pesce e la regina del Sud che aveva affrontato un lungo viaggio per ascoltare la sapienza di Salomone. Se Giona e Salomone erano considerati grandi uomini dalla religione ebraica, infinitamente più importante era proprio Gesù, potente nel cacciare i diavoli e nel compiere miracoli impossibili.
Come potevano restare ciechi dinanzi alle opere strepitose di Gesù Cristo?
Tant’è rimasero ciechi, ma un fariseo per interrompere il dibattito o meglio, per fermare la perfetta e inequivocabile requisitoria di Gesù, Lo invitò a casa sua, con la scusa di ascoltarlo ancora. In realtà, voleva allontanare Gesù dalla folla e il Maestro entrò in quella casa per approfittare della circostanza e parlare con maggiore chiarezza.
Non appena Gesù si mise a tavola il fariseo rilevò una prima accusa e si lamentò con il Signore per non avere fatto le abluzioni o il lavaggio delle mani. C’è da precisare che i farisei facevano queste abluzioni non per la pulizia delle mani e così mangiare con una igiene conveniente, le loro abluzioni avevano un fine malvagio, intendevano purificarsi di qualunque immondezza legale che avessero potuto contrarre.
Ma Gesù non aveva bisogno di questa purificazione, nessuno era più innocente e splendente di Lui. Anche questa accusa però causò amarezza al Cuore buono di Gesù. Ma non era ancora finita, anzi per Gesù fu il modo per continuare le invettive che aveva iniziato prima quando parlava alla folla. In questo modo il fariseo fu colpito nelle cose che riteneva sante, mentre erano falsi riti umani inventati da loro. I farisei si consideravano immondi anche se parlavano con un pagano.
Gesù spiegò ai farisei che non serviva a nulla fare le abluzioni se i loro cuori erano maliziosi e cercavano in ogni modo di arricchirsi ingannevolmente.
Ma aggiunse una condanna che schiacciò i farisei: essi per ostentare alta religiosità facevano delle elemosine, ma non erano soldi guadagnati onestamente, si trattava di denaro usurpato. Gesù li invitò a fare elemosina con quello che apparteneva a loro e non quello che avanzava degli altri.
Li invitò a fare elemosina con carità soprannaturale e con quello che apparteneva a loro.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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