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mercoledì 17 ottobre 2012

1877 - Commento al Vangelo del 17/10/2012


Dal Vangelo secondo Luca (11,42-46)
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
In pratica quel fariseo che invitò Gesù a casa sua per mangiare insieme, fu la causa dell’esplosione del Signore con altre e tuonanti condanne. Se le parole di ieri erano già consistenti, oggi Gesù rincara la dose arrivando ad accusare i farisei di essere sepolcri imbiancati. Chissà quante volte si sarà pentito quel fariseo dell’invito rivolto a Gesù…
Il fariseo accese una miccia con le sue osservazioni ipocrite, egli si considerava perfetto e non accettava il mancato lavaggio delle mani da parte del Signore. Questo comportamento è solito manifestarsi in tutti quelli che sono ancora all’inizio del cammino spirituale ed osservano sempre gli altri, cercano i cavilli per condannarli, in questo modo si considerano migliori degli altri, anche se stanno appena iniziando la loro conversione.
“Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle”. Come non essere d’accordo con Gesù? Quanti erano nella casa del fariseo non avevano alcuna possibilità di replicare e di mostrare una verità diversa, Gesù aveva centrato perfettamente la loro ipocrita vita e l’ostentazione impacciata.
Oggi molti cristiani non hanno ancora compreso che è importante amare Dio con tutto il cuore e vivere nell’onestà o giustizia per considerarsi seguaci autentici. Non serve a nulla la pratica esteriore, quella compiuta fisicamente mentre il cuore e gli interessi sono altrove. Molti mi scrivono che questo avviene anche all’interno della Chiesa, questo non si può affatto negare, non sono altri a condannare i modernisti e quanti modificano il Vangelo, sono le loro stesse opere a condannarli.
Non ha senso professare esteriormente una fede che non si possiede più e interiormente pensare e poi agire in opposizione al Vangelo.
“Guai a voi”, afferma Gesù, però bisogna rientrare in se stessi per capire la portata delle sue ammonizioni. Chi è oramai lanciato nella vita dissoluta e nel modernismo sfrenato che tutto permette, che ha eliminato il peccato, l’inferno e i diavoli, non ha la capacità di fermarsi e riflettere sulla gravità delle parole di Gesù.
“Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze”. Non possiamo non pensare al carrierismo all’interno della Chiesa, condannato in diverse circostanze dal Papa Benedetto XVI. Mentre Sant’Alfonso dè Liguori affermava che diventare Vescovo più che un onore era una condanna, perché le responsabilità sono immense davanti a Dio, ma oggi questo concetto della responsabilità in molti casi è sparito. Si pensa che il ruolo è importante e non il resoconto da dare a Dio. In questo modo si mostra di non avere più Dio come riferimento ma altri!
Per tutti gli uomini, amare i primi posti è un comportamento avvolto nella superbia della vita, mostra un’alta considerazione di sé, pur avendo probabilmente limiti e difetti evidenti. Gesù lo affermò in una circostanza: “Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali” (Lc 14,8-10).
Dio ci premia quando viviamo nell’umiltà, la ricerca di primeggiare manifesta invece molta impulsività e superficialità.
Chi medita il Vangelo ogni giorno e si sforza di metterlo in pratica, nel tempo si ritroverà virtù forgiate quasi senza rendersene conto, ed è questo il segno che quel credente compie un buon cammino spirituale. Arriva anche ad accettare con serena sopportazione avversità, diffamazioni, cattiverie, senza pensare mai alla vendetta.
Invece, dopo le condanne di Gesù ai farisei, «uno dei dottori della Legge gli disse: “Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi”». Questo uomo era forse migliore dei farisei? Ecco la prova di quanto ho scritto sopra, ecco la risposta di Gesù a un dottore della Legge che presumeva di possedere la perfezione ed aveva una grande considerazione di sé.
Proprio a lui Gesù dà la risposta che ancora oggi conserva tutto il suo peso per quanti ipotizzano una religione basata sul potere e sui comandi impartiti agli altri, senza mettere in pratica essi stessi per primi, gli insegnamenti di Gesù. “Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!”.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.


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