Romolo, venerato come Santo dalla Chiesa cattolica, fu vescovo di Genova, intorno al V secolo, e successore di S. Siro e S. Felice.
Non si hanno notizie certe sulla sua vita in quanto esiste una sua sola biografia anonima risalente al X° secolo; tuttavia ciò che è certo è che sia stato un uomo di notevole bontà e particolarmente portato a dirimere discordie. Morì nella città diVilla Matutiæ (oggi Sanremo), pare durante un viaggio pastorale nella Liguria di ponente; la sua morte è attribuita, per tradizione, al 13 ottobre.
Tale fu la venerazione per il vescovo che non si è certi di quanto si siano mescolati leggenda e realtà. La tradizione sanremese dice che Romolo venne educato a Villa Matutiæ ; eletto vescovo, si recò a Genova per la sua missione pastorale. Tuttavia per sfuggire alle invasioni longobarde ritornò nella terra natale ove si rifugiò, in penitenza, in una grotta nell'entroterra sanremese. Ogni volta che vi erano attacchi da nemici, carestie, calamità varie, i matuziani si recavano in pellegrinaggio presso la grotta dove viveva Romolo, pregando e chiedendo la protezione del Signore. Alla sua morte, il suo corpo fu sepolto nella città, ai piedi di un piccolo altare usato per le prime celebrazioni cristiane, e qui venerato per molti anni.
Intorno al 930 il suo corpo fu traslato a Genova, per il timore delle numerose scorribande saracene, e venne sepolto nella Cattedrale di S. Lorenzo. A Villa Matutiæ, nel frattempo, si cominciarono ad attribuire a Romolo numerosi prodigi, soprattutto relativi alla difesa della città dagli attacchi dei Saraceni, tanto che ancora oggi il Santo viene rappresentato vestito da vescovo e con una spada in mano.
L'occasione della traslazione spinse i sanremesi ad edificare, nel luogo di sepoltura originario, una chiesetta (ricostruita nel XII secolo e oggi Insigne Basilica Collegiata Cattedrale). Essa fu consacrata nel 1143 dall'Arcivescovo di Genova il Cardinale Siro de Porcello e dedicata a quel S. Siro che in quello stesso luogo aveva fatto costruire, alcuni secoli prima, il primo altare della città e sotto al quale collocò le spoglie del Beato Ormisda (Sacerdote dell'antica pieve di Villa Matutiæ) evangelizzatore del ponente ligure e suo maestro.
Tanta fu la venerazione per S. Romolo che, all'inizio dell'XI secolo, la cittadinanza decise di cambiare il nome del paese in “civitas Sancti Romuli”. Tuttavia in dialetto locale il nome veniva declinato nel più breve “San Romolo”, pronunciato “San Roemu”, che mutò, poi, intorno al Quattrocento, nella forma attuale “Sanremo”.
La località dove il Santo si era ritirato, ai piedi del Monte Bignone, è ora chiamata “S. Romolo” ed è una frazione della città: la grotta (detta bauma) è stata trasformata in chiesetta, con l'ingresso protetto da una inferriata, e contiene all'interno una statua di S. Romolo morente sopra un altare barocco.
Significato del nome Romolo: dal leggendario fondatore di Roma; “forza” (greco).
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