+ Dal Vangelo secondo Matteo (11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del Cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La differenza che colgo immediatamente tra San Francesco e un teologo modernista, ma anche un Vescovo o un Sacerdote modernisti, è molto semplice: San Francesco ha obbedito a Gesù con la semplicità di un bambino e possiamo consideralo come uno tra i più mistici del Cristianesimo, mentre il teologo o il Vescovo o il Sacerdote modernisti si sono ribellati a Gesù e hanno manipolato il Vangelo, restando in una condizione spirituale dubbia, che pregiudica addirittura per la loro salvezza eterna.
Alla fine della loro vita ognuno riceve quello che ha seminato con le sue opere, quindi è facile capire quanto avrà raccolto Frate Francesco, come è facile intuire cosa raccolgono quanti si oppongono al Vangelo, minimizzano la figura di Gesù, vivono attorcigliati alle immoralità più lascive, rifiutano la contemplazione delle cose di Dio, infine e non per ultime, denigrano o sprezzano l’adorazione all’Eucaristia e il Santo Rosario alla Madonna.
Nella sua vita dopo la conversione, San Francesco visse di preghiera, tanto da essere definito “l’uomo fatto preghiera”. Il suo raccoglimento abituale e la scelta di ritirarsi per periodi di almeno quaranta giorni periodici nella foresta vicino Perugia, con un pezzo di pane e una gioia straordinaria, contribuirono a renderlo come uno dei più grandi innamorati di Gesù Cristo. C’è un episodio che descrive la sua collocazione preparata in Cielo quando era ancora in vita e che spiega il premio riservato da Dio all’umilissimo Frate Francesco.
Ecco l’episodio, che mette a fuoco l’umiltà e la grandezza di San Francesco, nella versione della Leggenda Perugina:
«Allo spuntare del giorno, ritornò da lui Frate Pacifico. Il Santo era in orazione davanti all’altare, entro il coro. Frate Pacifico stava ad aspettarlo fuori del coro, dinanzi al Crocifisso, pregando anche lui il Signore. Appena cominciata la preghiera, fu elevato in estasi (se nel corpo o fuori del corpo, Dio lo sa), e vide molti troni in Cielo, tra i quali uno più alto, glorioso e raggiante, adorno d’ogni sorta di pietre preziose. Mentre ammirava quello splendore, prese a riflettere fra sé cosa fosse quel trono e a chi appartenesse. E subito udì una voce: “Questo trono fu di Lucifero, e al suo posto vi si siederà Frate Francesco”. Tornato in sé, ecco Frate Francesco venirgli incontro. Frate Pacifico si prostrò ai suoi piedi con le braccia in croce, considerandolo, in seguito alla visione, come già fosse in Cielo. E gli disse: “Padre, perdonami i miei peccati, e prega il Signore che mi perdoni e abbia misericordia di me”. Francesco stese la mano e lo rialzò, e comprese che il compagno aveva avuto una visione durante la preghiera. Appariva tutto trasfigurato e parlava a Frate Francesco non come a una persona in carne e ossa, ma come a un Santo già regnante in Cielo. Poi, come facendo lo gnorri, perché non voleva rivelare la visione al Santo, Frate Pacifico lo interrogò: “Cosa pensi di te stesso, fratello?”. Rispose Frate Francesco: “Sono convinto di essere l’uomo più peccatore che esista al mondo”. E subito una voce parlò in cuore a Frate Pacifico : “Da questo puoi conoscere che la visione che hai avuto è vera. Come Lucifero per la sua superbia fu precipitato da quel trono, così Francesco per la sua umiltà meriterà di esservi esaltato e di sedersi”»
La grandezza di San Francesco sta tutta nella semplicità con cui accolse integralmente il Vangelo di Gesù e lo visse senza manipolarlo o disporlo secondo le sue convenienze. Non si tratta solamente di obbedienza a Gesù, perché questa consegue lo spirito di abbandono alla Parola di Dio, Egli si è fidato pienamente del Signore e ha calpestato radicalmente le sue opinioni, le sue vedute, i suoi calcoli, i suoi interessi, le sue comodità, l’apparire e la mondanità.
San Francesco ha schiacciato tutto ciò che si opponeva alla volontà di Dio. Scelse solo Dio nella sua vita, tutto il resto lo escluse.
La sua Regola fu il Vangelo, sta qui il segreto della sua eccelsa santità. Al contrario quanti oggi manipolano lo stesso Vangelo si ritrovano in una condizione opposta alla santità, diventano servi di satana e da lui ricevono ordini. Mettiamo di fronte queste due figure: San Francesco che vive il Vangelo integrale e diventa probabilmente il più grande Santo dopo San Giuseppe, e quei modernisti che nella Chiesa disprezzano subdolamente il Vangelo, tanto da scegliere di non osservarlo, anche se pubblicamente esprimono parole contenute in esso.
Ma non lo vivono interiormente, non sentono più il Vangelo come regola di vita, non amano più Gesù e lo mostrano con le loro opere!
La vita di San Francesco dopo la sua conversione, fu un crescendo di purificazione e di trasfigurazione in Gesù Cristo, tanto da ricevere per primo le stimmate a La Verna , mentre era come sempre immerso nella preghiera contemplativa. Più pregava più diventava umile e innamorato del Vangelo. Vedete come sono unite queste condizioni. La preghiera interiore ed umile è quella vera perché sincera, autentica, ardente. Chi prega con questa disposizione interiore, con questo desiderio intimo di piacere a Gesù e di compiere la sua volontà, non cammina ma vola nello spirito e si uniforma sempre più al Signore.
Il segreto della vera conversione e della santità di vita sta nell’osservare il Vangelo come vuole Gesù e non come piace al mondo!
San Francesco ebbe come Regola il Vangelo, questo ci deve far riflettere che non possiamo seguire Gesù in modo astratto e senza osservare i suoi insegnamenti. Non serve a nulla, è tempo sprecato, è solo un’illusione vivere da cristiano. Il Santo raggiunse un raccoglimento interiore per mezzo del distacco dalle dissipazioni del mondo, e la mistica insegna che per crescere nella spiritualità occorre abbandonare anche le conversazioni inutili, quelle che fanno scattare i giudizi, le maldicenze, le cattiverie più crude.
Sicuramente San Francesco è un modello di santità inarrivabile, ma non a tutti Gesù chiede questo percorso. A Lui chiese un distacco radicale perché fosse di esempio a milioni di Frati e di Suore. Oltre alla cristianità tutta. Come “uomo fatto preghiera” divenne sempre più piccolo nel senso evangelico e la sua umiltà è di un’altezza inimmaginabile. Come la Madonna , San Francesco più si umiliò più fu esaltato da Dio.
Riguardo la Madonna , ne ebbe una devozione profonda e tenera, La pregava intensamente e a Lei affidava l’Ordine dei Minori. Scrisse anche alcune preghiere dedicate alla Madonna e mi piace ricordare il Saluto alla Beata Vergine Maria:
“Ave, Signora, Santa Regina,
Santa Madre di Dio, Maria,
che sei Vergine fatta Chiesa
ed eletta dal Santissimo Padre celeste,
che ti ha consacrata
insieme col Santissimo suo Figlio diletto
e con lo Spirito Santo Paraclito.
Tu in cui fu ed è ogni pienezza di Grazia e ogni bene.
Ave, suo palazzo.
ave, suo tabernacolo,
ave, sua casa.
Ave, suo vestimento,
ave, sua ancella,
ave, sua Madre.
E saluto voi tutte, sante virtù,
che per Grazia e illuminazione dello Spirito Santo
venite infuse nei cuori dei fedeli,
perché da infedeli
fedeli a Dio li rendiate”.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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