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mercoledì 3 ottobre 2012

1847 - Commento al Vangelo del 3/10/2012


+ Dal Vangelo secondo Luca (9,57-62) 
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La Parola di oggi ci mostra che sono molteplici le modalità per cercare Gesù, come anche la disponibilità di seguirlo, la prontezza di voler compiere la sua volontà. Rileggiamo sinteticamente cosa dicono oggi i tre uomini del Vangelo:
“Ti seguirò dovunque tu vada”.
“Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre”.
“Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia”.
Questi propositi non nascono da una disponibilità interiore sincera, quantomeno altruista, lo notiamo dalle risposte che diede Gesù ad ognuno di essi. Notiamo che dinanzi a propositi apparentemente sinceri, Gesù risponde con una negazione, nel senso che non trova la persona pronta a seguirlo come chiede Lui. Addirittura al primo che si era offerto in pienezza, “Ti seguirò dovunque tu vada”, Gesù dà la risposta più distaccata: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”.
Mentre, colui che fu chiamato da Gesù con “Seguimi” perché era pronto interiormente, quest’uomo che mostrava veramente di amare il Signore e di mettersi a sua disposizione, proprio lui trovò una scusa inopportuna anche se ragionevole“Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre”. Dinanzi alla chiamata di Gesù però non ci sono motivazioni, non si possono trovare scuse anche se autentiche. Gesù chiama e bisogna lasciare tutto. Non riguarda solamente le vocazioni, riguarda tutti voi laici chiamati ad essere missionari nel mondo della sua Parola.
La risposta di Gesù all’uomo non è stata pesante ma veritiera: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece và e annuncia il Regno di Dio”. Se tuo padre è morto non puoi fare più nulla per lui se non pregare per la sua anima, compiendo un apostolato autentico con la santità della tua vita. Quindi, mettiti subito all’opera. Gesù lo ha invitato ad agire con maturità spirituale e non in modo carnale.
Poi, c’è l’uomo che vuole seguire Gesù a condizione che incontri i suoi familiari: “Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia”, richiesta legittima ed affettuosa, ma dinanzi a Dio che chiama, la priorità è solo Lui, i familiari vengono dopo. Gesù lo spiega in un altro passo: “Chi ama il padre o la madre più di Me non è degno di Me; chi ama il figlio o la figlia più di Me non è degno di Me” (Mt 10,37).
Allora è proprio vero che molti che hanno iniziato un cammino spirituale e ritornano a vivere come i pagani pur andando a Messa e pregando, non meritano la salvezza eterna. “Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il Regno di Dio”. La Santissima Trinità deve essere adorata senza altri idoli nel cuore, chi torna indietro vanifica la morte di Gesù, fa perdere il valore di tutte le sue preghiere.
Abbiamo notato in questi diversi atteggiamenti dei tre uomini, le diversità che esistono nella disponibilità a seguire Gesù e le marce indietro quando è il momento di compiere il passo più importante, quello che fa uscire dalla condizione più carnale per entrare nel vero cammino di santificazione. Per questo, è facile vedere persone che pregano molto ma poi non praticano le virtù cristiane, vanno a Messa e all’Adorazione Eucaristica e non imitano l’umiltà e la bontà di Gesù Cristo.
Tra quello che siamo interiormente e quanto mostriamo all’esterno, ci può essere deformazione, per non dire alterazione.
Questo non avviene in tutti i cristiani, ognuno conosce se stesso o dovrebbe finalmente iniziare a conoscersi, meditando ogni giorno sulle parole che pronuncia, sulle opere che compie, sulle dissipazioni in cui cade, sugli idoli che segue. Una persona può idolatrare se stessa senza rendersene conto, ad essa necessita una grande vicinanza a Gesù con la Messa e alla Madonna con il Rosario giornaliero. Oltre all’umiltà e alla pratica delle altre virtù.
È importante confessarvi spesso, fate giornalmente se possibile almeno una visita a Gesù sacramentato e recitare sempre il potente Rosario.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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