Gaspare Bertoni nacque a Verona, nella repubblica di Venezia, il 9 ottobre 1777, da Francesco e da Brunora Ravelli. Fu battezzato il giorno successivo dal prozio paterno, don Giacomo, nella parrocchiale di S. Paolo Campo Marzo. Nelle due famiglie dei genitori prevaleva la professione notarile con un discreto benessere materiale. In quest’ambiente crebbe il giovane Gaspare, alle scuole di S. Sebastiano, divenute comunali dopo la soppressione dei Gesuiti.
Presto fu posto di fronte ad alcuni drammi familiari, come la morte della sua unica sorellina ancora bambina, l’incapacità del padre ad amministrare i beni della famiglia e, non ultimo, la separazione dei genitori, pur decisa di mutuo accordo. Chiamato, fin dalla prima Comunione, allora undicenne, sulla via dell'unione mistica, maturò la sua vocazione sacerdotale a 18 anni. Nella frequenza dei corsi di Teologia, come esterno del Seminario, trovò nel professore di Morale, don Nicola Galvani, la sua illuminata guida spirituale.
Con l'ordinazione sacerdotale (20 settembre 1800) si trovò alle soglie del nuovo secolo con un mondo tutto in subbuglio e bisognoso di molteplici interventi per la soluzione dei gravi problemi che lo agitavano. La città di Verona viveva tempi tristi. Era teatro di continue lotte tra i francesi e gli austriaci che se la contendevano; in conseguenza a ciò soffriva le piaghe della povertà e della fame. I ragazzi, erano abbandonati a se stessi, la gioventù appariva disorientata, ammalati e feriti languivano negli ospedali e perfino il clero era sottoposto all’influenza, per nulla salubre, del vento della rivoluzione francese.
Già da seminarista si era dedicato agli ammalati feriti, in seno all'Evangelica Fratellanza
degli Spedalieri, appena istituita. Ora però, ricevuto dal parroco l'incarico della gioventù, si gettò con tutte le sue forze e capacità organizzative nel nuovo campo d’apostolato.
Fondò un primo Oratorio in forma di “Coorte Mariana”, mirando alla formazione cristiana e sociale dei giovani. Questo lavoro con i giovani fu così fruttuoso che la gente cominciò a riconoscerlo come "Apostolo dei Giovani".Ma sopravvenne di schianto la soppressione napoleonica (1807) e don Gaspare riservò l'attuazione dei suoi piani a tempi migliori.
Intanto assumeva la direzione spirituale di parecchie persone quali Maddalena di Canossa, Leopoldina Naudet e Teodora Campostrini che guidava e consigliava nella fondazione delle loro famiglie religiose.
Nel settembre 1810, don Gaspare, fu incaricato dal Vescovo della direzione spirituale dei chierici del Seminario. E, di fatto, il Seminario che era passato per una crisi economica e morale delle più disastrose, recuperava in breve tempo la sua giusta fisionomia di luogo di maturazione per i futuri ministri di Dio.
Chiamato a collaborare in una grande missione popolare nella parrocchia di S. Fermo in Verona, rivelò il suo grande spirito di evangelizzatore tanto da ottenere, il 20 dicembre 1817, da Pp Pio VII (Barnaba Chiaramonti, 1800-1823), il titolo e le facoltà di “missionario apostolico”.
Pur facendosi tutto a tutti per tutti guadagnare a Cristo, don Gaspare coltivava anche una vita interiore molto intensa, che venne gratificata, come appare dal suo “Memoriale Privato”, da vari doni mistici : fra questi è da segnalare la chiamata, mediante particolari segni dall'alto, alla fondazione di una famiglia religiosa.
Il 4 novembre 1816 si ritirava con due compagni presso la chiesa soppressa delle Sacre Stimmate di S. Francesco (di qui il nome adattato della sua Congregazione e la diffusione della devozione alla passione e alle piaghe del Signore), dove iniziava, occultamente, sotto lo schermo di una scuola popolare, il suo servizio gratuito alla Chiesa e alla società, in una vita comune di stretta osservanza e rigida penitenza, additando come programma una intensa vita di contemplazione e un vasto apostolato, comprendente l'educazione della gioventù, la formazione del Clero e la predicazione missionaria, in una perfetta disponibilità alle richieste dei Vescovi.
All’età di 35 anni, all'indomani di un'estasi avuta davanti al Crocifisso (30 maggio 1812), venne colpito da "migliare" (infezione tubercolare acuta) che lo portò all'orlo della tomba. Si riebbe quasi per miracolo, ma rimase per i restanti 41 anni di vita un valetudinario (debole di salute, malaticcio), dando mirabile esempio di pazienza con un eroico fiducioso abbandono nelle mani di Dio.
Sul letto dei suoi inenarrabili dolori divenne angelo di consiglio per innumerevoli anime come il Beato Carlo Steeb, i servi di Dio don Nicola Mazza e don Antonio Provolo ed altri che giungevano a Verona, anche da fuori, per incontrarsi con lui.
Vera immagine del Cristo Crocifisso, con le sue quasi trecento operazioni chirurgiche subite alla gamba destra, pareva non fosse mai pago di soffrire per il bene della Chiesa, per la salvezza delle anime. “Padre - gli chiese l'infermiere - ha bisogno di qualche cosa?” “Ho bisogno di patire”, fu la risposta degli ultimi aneliti. Si spense santamente, alle 15,30, il 12 giugno 1853.
Il 1° novembre 1975 fu proclamato Beato dal Servo di Dio Paolo VI (Giovanni Battista Montini).
Il 1° novembre 1989 fu proclamato Santo dal Beato Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005).
La sua “Congregazione delle Sacre Stimmate di N. S. G. C.”, fecondata da tante sofferenze, si è gradualmente diffusa fuori Verona in altre città d'Italia, poi negli Stati Uniti, nel Brasile, nel Cile, nelle Filippine e nei territori di missione: Sud Africa, Costa d'Avorio, Tanzania e Thailandia.
Significato del nome Gaspare : "amabile maestro" (persiano).
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