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giovedì 7 giugno 2012

1570 - Commento al Vangelo del 7/6/2012


+ Dal Vangelo secondo Marco (12,28-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Amare Dio e il prossimo, cioè, ogni persona che incontriamo nella nostra vita, è l’inizio della santità, intesa come giustizia, dando a Dio l’adorazione e ai fratelli e alle sorelle amore e rispetto. Bastano questi due impegni per elevarsi da una condizione spirituale tiepida. Due impegni che richiedono propositi convinti e buona volontà nell’adempierli. Non bastano alcuni buoni desideri che spesso volteggiano nella mente per poi allontanarsi senza lasciare traccia.
Ciò che contano sono i fatti, le parole si elaborano con facilità e l’illusione di fare tutto bene è sempre presente dove invece è assente la conoscenza di sé. Se non si conosce la vita interiore non c’è buona vita esteriore.
Le parole buoniste vengono pronunciate prontamente ma sono i fatti a darci la vera valutazione del nostro essere cristiani. Non servono a nulla molte preghiere se poi non si ama il prossimo o si giudica accompagnando anche le diffamazioni. Non si ottengono Grazie se il cuore è indurito a causa dell’orgoglio che non è stato limato giornalmente fino a renderlo controllabile.
Ma amare chi non ci ama è veramente difficile, in molti casi impossibile. Questo avviene senza l’Amore di Gesù, se l’anima invece si nutre di questo Divino Amore allora tutto è possibile. Si riescono ad amare nel proprio cuore anche le persone più cattive o comunque quelle che hanno arrecato sofferenze prolungate e dannose.
Conosco un Sacerdote che subisce vere prepotenze e vessazioni crudeli ma non pensa male di questi nemici e li perdona sempre. Ama ininterrottamente quanti crocifiggono prima Gesù coi loro tradimenti e poi perseguitano con la menzogna questo Sacerdote, ma lui nella preghiera augura ad essi tutto il bene possibile. Li ama sempre e prega ogni giorno per la salvezza delle loro anime.
È l’amore lo stemma del cristiano, il fiore all’occhiello che significa anche dignità e onore. Chi ama è persona distinta e stimata per le sue stesse opere. Proprio perché ama c’è da considerare però che viene sempre sottoposta all’invidia dei cattivi, alle loro vessazioni e a trovare molti ostacoli nella sua strada. Ma guai se la nostra vita fosse senza ostacoli!
Voi vedete molte persone che apparentemente non hanno mai sofferenze, mai un problema, tutto scorre felicemente, e questa è la falsa felicità che passa satana a quanti camminano verso la via scivolosa che porta giù, in fondo al baratro. Satana con la sua malata intelligenza non li disturba perché oramai sono suoi.
Devo però invitarvi a non giudicare con il vostro metro quelli che non hanno sofferenze come se fossero dannati. Evitate di giudicare senza conoscere l’interiorità di una persona. E non la conoscerete mai.
Passo a descrivervi alcuni effetti della preghiera efficace, quella fatta con amore. Si può pregare anche nutrendo odio verso qualcuno o con il cuore indurito e queste preghiera sono in sé paralizzate, non vanno da nessuna parte, non salgono mai verso il Cielo perché prive dell’amore. Invece la preghiera fatta con amore arreca frutti meravigliosi. Leggiamo la prima testimonianza:

“Caro Padre Giulio, tempo fa le scrissi per chiederle una preghiera affinché io e mia moglie avessimo un bimbo/bimba. Le sue preghiere sono state  ascoltate. Da pochissimo ho saputo che Rosa è in dolce attesa. Grazie di cuore per tutto. Con affetto. Raffaele Raja”.

Ho riportato queste parole per darvi la convinzione che tutto è possibile quando si prega con amore, non ho nessun merito per la Grazia di un bambino ricevuta da questa coppia, ho solo pregato e chiesto alla Madonna di rendere felice questa coppia, due persone che stanno compiendo un cammino spirituale.
La seconda testimonianza di un nostro affezionato parrocchiano evidenzia nuovamente che la preghiera può tutto, ma ripeto sempre: deve essere fatta con amore, con vera fiducia, con umiltà. Leggetela e rifletteteci su per un po’:

«Ave Maria! Caro Padre Giulio, oggi avrei una piccola testimonianza da raccontare. Prendo spunto da quanto lei ci ha scritto nel commento al Vangelo di oggi riguardo alla necessaria preghiera per i peccatori. Ebbene, Padre Giulio, a me è successo questo. Io salgo giornalmente sul terrazzo della palazzina in cui abito, per recitare delle brevi preghiere ed ammirare i tramonti, il mare con le isole Eolie e la Sicilia (sono quello di Palmi - RC). In particolar modo, quando apro la porticina del terrazzo, poiché a 200 metri in linea d’aria c’è una Chiesa parrocchiale, mi metto in ginocchio e, con lo sguardo rivolto verso la Chiesa, prego con la preghiera che lei ci ha indicato e inviato l’estate scorsa: “Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, vi adoro profondamente e vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i Tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze da cui Egli stesso è offeso. E per i meriti infiniti del Suo Sacratissimo Cuore e per intercessione del Cuore Immacolato di Maria, Rifugio delle anime, vi chiedo la conversione dei poveri peccatori”.
È da circa due mesi che ogni qualvolta che salgo sul terrazzo per la “due minuti panoramica”, recito questa preghiera rivolto verso la Chiesa “Santa Famiglia”, all’andata e al ritorno. Ebbene, il giorno di Pentecoste, partecipai per la prima volta in vita mia alla Santa Messa domenicale in questa Chiesa che sta a 200 metri da casa mia, semplicemente perché è una parrocchia nuova e perché la mia parrocchia di appartenenza, che frequento e alla quale sono affezionato, è un’altra. Era dunque per me una cosa del tutto inusuale. Sapevo già che il parroco è un Sacerdote fedele al Papa e spirituale, oltre che convinto sostenitore di Medjugorje.
Nell’omelia il parroco si sofferma sul fatto che qualche giorno prima di Pentecoste era andato a confessarsi un uomo che era lontano dalla Chiesa e dai Sacramenti da 40 anni. Diceva che quest’uomo gli aveva confidato che sentiva sempre più “la morte nel cuore” e che aveva portato con sé una lunga e dettagliata lista scritta a mano con tutti i peccati accumulati negli anni. Ascoltando l’omelia, questo fatto raccontato dal parroco mi colpì molto: mi è venuto naturale fare il collegamento tra la mia preghiera quasi quotidiana rivolta verso la Chiesa “Santa Famiglia” e la storia di quest’uomo che ha ritrovato Dio proprio nella Chiesa “Santa Famiglia”...
Fatto sta che ho raccontato questo fatto al parroco e questi mi ha pregato di passargli questa preghiera, che vuole diffondere in tutta la sua parrocchia. È come se il Signore con questo fatto mi avesse voluto dire: “Vedi, le tue preghiere mi servono, continua”. Con un caro saluto, Pace e Bene. Antonino Brando».

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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