+ Dal Vangelo secondo Marco (14,12-16.22-26)
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua , i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua ?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La liturgia di domenica scorsa presentava Gesù dopo la Risurrezione mentre dava il mandato agli Apostoli di fare discepoli in tutti gli angoli della terra: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato”.
A queste parole di Gesù si opponevano già trent’anni fa molti Sacerdoti missionari nelle terre pagane, ed ancora oggi la molti missionari continuano a ripetere che non bisogna inculturare i popoli che non conoscono Gesù Cristo, vogliono limitarsi a compiere opere buone per lo sviluppo sociale e per una condizione di vita migliore. Qualcuno rimarrà sbigottito ma è avvenuto anche questo nella confusione dottrinale e di identità in molti Sacerdoti missionari.
Invece di portare Gesù e cercare di convertire i popoli a Lui, si sono limitati solo a parlarne senza sostenere con convinzione che solo nel Signore c’è la salvezza quando si viene a conoscere il Vangelo.
Il problema dell’inculturazione come sfida alla vita consacrata è un problema che si sono posti in molti nella Chiesa, il fatto curioso è che molti hanno cercato di indirizzarlo proprio contro il Vangelo che invita ad andare e ad annunciare che Gesù è Risorto ed è il Signore della vita e della storia.
C’è stato un lungo dibattito sulla modalità e l’importanza della missione come inculturazione, cioè un nuovo insegnamento spirituale da fare conoscere a popoli che non hanno mai incontrato Gesù Cristo. Gruppi di consacrati impegnati nella missione in Africa hanno avuto confronti e le testimonianze dei più fedeli alla Chiesa ovviamente affermano che non si può rimanere in Africa come turisti o educatori sociali, si và in Africa per portare e parlare del Signore Gesù.
«Con la sua diversità carismatica, la vita consacrata costituisce una grande chance offerta alla Chiesa, per dare speranza oggi ai poveri di questo continente sofferente. Il Sinodo di ottobre 1994 ha invitato tutti i consacrati ad avere l’audacia di inculturarsi e di inculturare. Ciò implica una forte riforma interiore, la ricerca del significato profondo del carisma istituzionale per il mondo di oggi, ed un grande impegno di formazione secondo le sfide da rilevare e le sensibilità culturali delle persone da evangelizzare».
Al termine del Vangelo di domenica scorsa Gesù affermava solennemente queste parole: “Ed ecco, Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Con la liturgia di oggi, Corpus Domini, ci agganciamo a questa sua promessa di restare con noi fino alla fine del mondo. Il Vangelo ci riporta all’Ultima Cena, momento culminante per l’istituzione dell’Eucaristia.
Gesù è in mezzo a noi, rimane con noi e in noi se siamo in Grazia, riposa nel Tabernacolo delle Chiese nell’attesa di incontrare ognuno di noi per dialogare e donare il suo Divino Spirito. Purtroppo, in moltissime Chiese si evidenzia una trascuratezza notevole, Gesù Eucaristia è assolutamente dimenticato e pochi si fermano davanti al Tabernacolo per adorarlo e ringraziarlo.
Come si spiega se proprio l’Eucaristia è il centro della vita della Chiesa?
Se non c’è vera e profonda devozione all’Eucaristia, è chiaro che si sta brancolando nelle tenebre, perché solo Gesù Eucaristia cambia la vita e la speranza di ogni persona. Mancando la vera devozione a Gesù Eucaristia i pensieri non possono che essere trasversali, arrivano da ogni lato e non si sa la verità di essi. Tutti i cristiani necessitano assolutamente della vicinanza quotidiana con Gesù Eucaristia, maggiormente tutti i Sacerdoti e i Religiosi impegnati in una missione che è valida e proficua esclusivamente se è presente proprio lo Spirito di Gesù Eucaristia.
I Cardinali e i Vescovi che non dedicano tempo all’adorazione quotidiana di Gesù Eucaristia, devono necessariamente sbranarsi e mordersi a vicenda, come ha detto il Papa Benedetto XVI. Arrivano a farlo per la mancanza di Spirito Santo, ciò che rimane è solo spirito umano impregnato di altro.
Ogni persona che non raggiunge il dominio dei sensi per mezzo dello Spirito di Dio che ci trasmette abbondantemente l’Eucaristia, è capace di ogni abominio, maggiormente se tradisce Dio e persegue finalità personali.
Oggi molte parrocchie non dedicano tempo all’adorazione dell’Eucaristia oppure si svolge per un’ora settimanale proprio come minimo sindacale… Altre parrocchie dedicano una giornata della settimana, alternandosi i fedeli di ora in ora e quasi sempre con fervore, se il parroco ha trasmesso precedentemente il suo fervore nelle omelie e in altre catechesi.
Non tutte le parrocchie che svolgono una giornata o anche più giorni nella settimana dedicate all’adorazione dell’Eucaristia poi mostrano di avere assimilato lo Spirito di Dio. Se il parroco non si santifica giorno dopo giorno, se i parrocchiani non smettono di giudicare e di agire con cattiveria, l’adorazione settimanale all’Eucaristia è pressoché inutile.
Nelle parrocchie che non hanno mai conosciuto il fervore per l’Eucaristia da parte del parroco, si vedono molti fedeli seduti di fronte al Tabernacolo quasi a domandarsi: “E ora…?”. Non sanno cosa fare, non hanno ancora conosciuto profondamente che l’Eucaristia è Dio e che ci ama, ci abbraccia, ci usa misericordia e chiede il nostro amore. Solo questo.
Per santificare la parrocchia bisogna mettere al centro l’Eucaristia, per santificarsi, i Sacerdoti devono mettere al centro l’Eucaristia.
È un mistero la presenza reale, vera, sostanziale, di Gesù Cristo nell’Eucaristia, oltre alla sua Parola che risulta già sufficiente (“…questo è il mio Corpo”; “…questo è il mio Sangue”), in questi duemila anni abbiamo assistito a innumerevoli miracoli eucaristici, inspiegabili e straordinari. Il solo miracolo di Lanciano ha fatto scoprire agli scienziati nel 1970 che il vino si è veramente trasformato in Sangue e l’ostia è realmente diventata Carne viva, dopo che nel lontano 750 avvenne quel prodigio sull’altare durante la Santa Messa. Gli scienziati hanno scoperto che si tratta di Carne umana, precisamente del miocardio, ovvero il muscolo cardiaco, che è la tonaca muscolare del cuore.
L’Eucaristia diventata Carne, rimane ancora oggi dopo 1262 anni Carne viva e appartiene al Cuore. È la più grande prova che l’Eucaristia è un pezzo di Cuore, incredibilmente è Carne viva che non marcisce.
Cosa dobbiamo pensare allora del piano portato avanti dai modernisti che prevede l’eliminazione del Tabernacolo dal centro della Chiesa per riporlo in una cappella laterale e ignorata? Si può capire questa disposizione in una basilica grande con molte cappelle laterali e una viene utilizzata per porre il Tabernacolo e permettere l’adorazione raccolta e silenziosa, ma in tantissime altre Chiese perché il Tabernacolo viene tolto dal centro?
Non si può realizzare la Parola di Gesù che vuole rimanere in mezzo a noi fino alla fine del mondo se il Tabernacolo viene eliminato dalla sua collocazione logica. È proprio il Tabernacolo che fa di ogni Chiesa un Tempio, se lo ignori e lo trascuri, quel tempio non è più il luogo di adorazione di Dio. Diventa altro. È il Tabernacolo a distinguere la Chiesa Cattolica dai protestanti e da altre religioni. E deve restare al centro della Chiesa, visibile ai fedeli che vi entrano e che esprime la centralità della presenza di Dio.
Il culto all’Eucaristia è la Via indispensabile per la trasformazione interiore, è il mezzo di santificazione.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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