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lunedì 21 maggio 2012

1530 - San Zeno, Vescovo, Patrono di Verona


Nel "M.R."  la sua festa è fissata al 12 aprile;la diocesi di Verona, però, lo celebra il 21 maggio a ricordo del giorno della traslazione delle reliquie nella Basilica, per opera dei SS. Benigno e Caro, avvenuta il 21 maggio 807.

Zeno, la cui vita è avvolta nella leggenda, pare fosse originario dell’Africa settentrionale, più precisamente della Mauritania, per questo vi si fa spesso ancora riferimento come a "il Vescovo Moro"; la data della nascita risulterebbe intorno al 300. Non si conoscono le motivazioni che portarono Zeno, dalle coste nordafricane a Verona, ma bisogna tenere conto che, dopo la fine delle persecuzioni romane, il Cristianesimo prese un tenore universale e furono numerosi gli spostamenti dei cristiani in tutto il mondo allora conosciuto.
Zeno condusse una vita monastica nel veronese, fino alla morte del Vescovo Cricino, avvenuta nel 362, al quale successe come ottavo Vescovo di Verona; il suo episcopato durò circa 10 anni. Secondo le fonti agiografiche visse in austerità e semplicità, tanto che pescava egli stesso nell'Adige il pesce per il proprio pasto; del resto è raffigurato spesso con un pesciolino pendente dal pastorale e considerato anche protettore dei pescatori d'acqua dolce. Era comunque una persona colta ed erudita, formatosi alla scuola di retorica africana, i cui maggiori esponenti furono Apuleio di Madaura, Tertulliano, Cipriano e Lattanzio. Fu anche un grande teologo.
Per la concisione ed intensità dei suoi sermoni e per le sue doti oratorie viene ricordato come "il Cicerone cristiano".
Sono giunti fino a noi 93 "Sermones" o trattati, di cui 16 lunghi e 77 brevi, con la cui stesura, a detta degli studiosi, Zeno aprì la grande schiera degli scrittori cattolici, fu il primo dei grandi Padri latini, e meriterebbe quindi di essere collocato fra i Dottori della Chiesa, per la scienza testimoniata con i suoi scritti.
I temi dei ‘Sermoni’ sono quelli affrontati nella predicazione: la genuinità della dottrina trinitaria, la mariologia, l’iniziazione sacramentale (l’Eucaristia e il Battesimo, con cui egli ammetteva i pagani solo dopo un’adeguata preparazione e un severo esame), la liturgia pasquale, le virtù cristiane della povertà, umiltà, carità e l’aiuto ai poveri e sofferenti. 
Gli argomenti dogmatici, morali, cristologici, biblici e gli episodi cui fa riferimento, sono espressi dal santo con uno stile che ne testimonia l’origine; dicono gli esperti che il suo latino è “caldo e conciso”, ricorda quello degli scrittori africani “abituati a tormentare le frasi e a coniare nuovi vocaboli, per scolpire in tutta la sua luminosa bellezza l’idea”. Viene ricordato, inoltre, per la sua umiltà e carità. 
Gli episodi della vita di S. Zeno narrano numerosi prodigi del patrono veronese, spesso alle prese con il diavolo. Doveva essere forte l’impatto che ebbe sui suoi contemporanei, dato che numerosi scritti e lettere lo ricordano; parlano di lui anche S. Ambrogio e perfino Pp Gregorio I ("Gregorio Magno") due secoli dopo.
I miracoli, che le leggende devozionali raccontano, sono parecchi. La leggenda più straordinaria è riferita proprio da Pp Gregorio I  che narra di un improvviso straripamento delle acque dell'Adige che sommerse tutta la città fino ai tetti delle chiese, al tempo del re longobardo Autari. Le acque arrivarono alla cattedrale dove il re aveva appena sposato la bella principessa Teodolinda, ma si sarebbero arrestate improvvisamente, in sospensione, sulla porta, ma senza potere invadere l'interno. Ciò avrebbe determinato la salvezza dei veronesi, che, pur non potendo uscire, poterono resistere finché la piena non calò. Zeno morì a Verona il 12 aprile 372, dopo circa 10 anni di episcopato.
Nel "M.R." la sua festa è fissata al 12 aprile; la diocesi di Verona, però, lo celebra il 21 maggio a ricordo del giorno della traslazione delle reliquie nella Basilica, per opera dei SS. Benigno e Caro, avvenuta il 21 maggio 807.

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