Orsola, al
secolo Giulia, Ledóchowska nacque il 17 aprile 1865 a Loosdorf (Austria) in
una famiglia, che da parte della madre (di nazionalità
svizzera discendente da una stirpe cavalleresca dei Salis) come pure dalla
parte del padre (discendente da un’antica famiglia polacca) ha dato
numerosi uomini di stato, militari, ecclesiastici e persone consacrate,
impegnati nella storia dell’Europa e della Chiesa.
È cresciuta in un clima famigliare pieno di
amore, saggio ed esigente, tra numerosi fratelli e sorelle. I primi tre dei
fratelli scelgono la strada della vita consacrata : Maria Teresa (beatificata
nel 1975), fondatrice del Sodalizio di San Pietro Claver e il fratello minore,
Vladimiro, preposito generale dei Gesuiti.
Nel 1883 la famiglia si trasferì a Lipnica Murowana,
vicino a Cracovia. Nel 1886 Giulia entrò nel convento delle Orsoline di
Cracovia.
“Sapessi
solo amare! Ardere, consumarmi nell’amore” – così scrive prima dei voti religiosi la 24 enne
Giulia Ledóchowska, novizia nel convento delle orsoline a Cracovia. Nel giorno
della professione prende il nome di Maria Orsola di Gesù, e le parole qui
riportate diventano le linee guida di tutta la sua vita.
Maria Orsola vive nel convento di
Cracovia 21 anni. Attira l’attenzione il suo amore per il Signore, il suo talento
educativo e la sua sensibilità ai bisogni dei giovani nelle mutate condizioni
sociali, politiche e morali di questi tempi. Quando le donne acquistano il
diritto allo studio universitario, riesce a organizzare il primo pensionato per
studentesse in Polonia dove esse possono trovare non solo un posto sicuro per
la vita e per lo studio, ma anche una solida formazione religiosa. La stessa
sensibilità la spinge ad andare per lavoro, con la benedizione di S. Pio X (Giuseppe
Melchiorre Sarto, 1903-1914), nel cuore della Russia ostile alla Chiesa.
Quando, con un’altra suora, vestite in borghese (la vita religiosa era proibita
in Russia) partono per Pietroburgo, non sa di essersi incamminata verso una
destinazione a lei sconosciuta e che lo Spirito Santo l’avrebbe condotta sulle
strade che non aveva previsto.
A Pietroburgo la Madre e la comunità delle
suore in aumento (eretta presto come una casa autonoma delle orsoline) vivono
in clandestinità, e anche se sorvegliate in continuo dalla polizia segreta,
svolgono un intenso lavoro educativo e di formazione religiosa, diretto anche
all’avvicinamento nelle relazioni tra polacchi e russi.
Scoppiata la guerra del 1914 Maria Orsola deve
lasciare la Russia.
Parte per Stoccolma. Durante il periodo della peregrinazione
scandinava (Svezia, Danimarca, Norvegia), la sua attività si concentra,
oltre al lavoro educativo, sull’impegno nella vita della Chiesa locale, sul
lavoro in favore delle vittime della guerra e sull’impegno ecumenico. La casa
delle sue suore diventa un appoggio per la gente di diversi orientamenti
politici e religiosi. Il suo amore ardente per la patria va di pari passo con
l’apertura alla diversità, agli altri. Richiesta una volta di che
orientazione è la sua politica, rispose senza indugiare: “la mia politica è l’amore”.
Nel 1920 Maria Orsola con le suore e un
numeroso gruppo di orfani di famiglie di emigrati, ritorna in Polonia. La Sede Apostolica
trasforma il suo convento autonomo delle orsoline nella Congregazione
delle “Orsoline del SacroCuore di Gesù Agonizzante”. La
spiritualità della congregazione si concentra intorno alla contemplazione
dell’amore salvifico di Cristo e alla partecipazione alla sua missione per
mezzo del lavoro educativo ed il servizio al prossimo, in modo particolare
sofferente, solo, emarginato, alla ricerca del senso della vita.
Maria Orsola educa le suore ad amare Dio sopra
ogni cosa e in Dio “ogni persona umana
e tutta la creazione”. Ritiene una
testimonianza particolarmente credibile del legame personale con Cristo e uno
strumento efficiente dell’influsso evangelizzatore ed educativo, il sorriso, la
serenità d’animo, l'umiltà e la capacità di vivere la grigia quotidianità come
via privilegiata verso la santità. E lei stessa è un esempio trasparente di una
tale vita.
Nel 1928 nasce la casa generalizia in Roma e
un pensionato per le ragazze meno abbienti perché possano conoscere la
ricchezza spirituale e religiosa del cuore della Chiesa e della civilizzazione
europea. Le suore iniziano anche il lavoro tra i poveri dei sobborghi di Roma.
Nel 1930 le suore, accompagnando le ragazze che partono alla ricerca di lavoro,
si stabiliscono in Francia. In ogni posto dove è possibile Maria Orsola fonda
centri di lavoro educativo e di insegnamento, invia le suore alla catechesi e
al lavoro nei quartieri poveri, organizza edizioni per bambini e giovani e lei
stessa scrive libri e articoli. Cerca di iniziare e di appoggiare le
organizzazioni ecclesiastiche per i bambini (Movimento Eucaristico),
per la gioventù e per le donne. Partecipa attivamente alla vita della Chiesa e
del Paese, ricevendo alti riconoscimenti e decorazioni statali ed
ecclesiastiche.
Quando la sua vita laboriosa e non facile
giunge al termine a Roma, il 29 maggio 1939, la gente diceva che è morta una
santa.
Orsola Ledóchowska è stata beatificata il
20 giugno 1983, a
Poznań, e canonizzata, a Roma, il 18 maggio 2003, dallo stesso Papa : il Beato
Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005).
Le Orsoline Grigie si dedicano all'istruzione
e all'educazione cristiana della gioventù: sono attive presso scuole
elementari, dell'infanzia, di taglio e cucito, oratori, residenze per studenti
e case famiglia per malati di AIDS.
Sono presenti in : Argentina, Bielorussia,
Brasile, Canada, Filippine, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Polonia,
Tanzania, Ucraina; la sede generalizia è a Roma.
Al 31 dicembre 2005, la congregazione contava
832 religiose in 98 case.
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