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domenica 6 maggio 2012

1498 - Commento al Vangelo del 6/5/2012, Domenica 5^ di Pasqua

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (15,1-8)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Dal capitolo 13 al capitolo 17 di San Giovanni viene descritto il lungo addio di Gesù, direi infinito proprio per la presenza di Gesù, che si svolge nel Cenacolo la sera di giovedì, poco prima del suo arresto. C’è una frase che precede l’Ultima Cena scritta dall’Evangelista e che è sintomatica: “Sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro, non credevano in Lui” (12,37).
Gesù esprime tutta la sua delusione nel constatare che molti dei presenti non credevano in Lui ed aggiunge queste parole per svegliarli: “Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre” (12,46). Ma non ebbero alcun effetto e terminato questo incontro si diresse con gli Apostoli verso il Cenacolo.
Nel lungo discorso che tenne nell’Ultima Cena e che comprende ben cinque capitoli in San Giovanni, Gesù mantiene una pazienza tutta Divina, non si potrebbe spiegare altrimenti l’Amore che continua ad elargire mentre continua a spiegare ai Dodici che Lui e il Padre sono una cosa sola. Non può che collegare questa unione ad ogni situazione: “Chi odia me, odia anche il Padre mio” (15,23).
Però precisa una cosa che riguarda anche i cristiani di oggi: «“Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha fatto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio”. Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione» (15,24-25).
L’ultima affermazione non ci sorprende, anche molti cristiani odiano spesso senza una vera ragione, sono dominati da una forza spirituale negativa che li spinge a compiere opere sbagliate e a dire parole ambigue e dannose per la reputazione degli altri. Ogni parola cattiva fa perdere molto davanti a Dio, ogni forma di avversità verso gli altri diminuisce la Fede e il fervore devozionale. Per non dire che certe parole possono anche sconfinare nella diffamazione e far cadere nel peccato mortale.
Ma non dobbiamo mai temere, la nostra comunione con Gesù e la Madonna deve rimanere il pilastro centrale della nostra vita spirituale, anche in mezzo alle più tremende tribolazioni sono Loro e solo Loro gli unici riferimenti a cui rivolgerci. Con la preghiera del cuore, parlando con grande affetto e piena apertura di tutto ciò che causa inquietudine, ancora meglio quando si và davanti al Tabernacolo e si rimane ad adorare il Re dell’universo.
Non possiamo mai abbatterci quando la persecuzione, l’odio e la malizia degli stolti ci colpiscono e questo avviene anche all’interno delle famiglie, ovunque oggi si è concentrato lo spirito immondo dei diavoli. Gesù ci tranquillizza: “Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33). 
Anche se la maggior parte di quanti Lo ascoltavano non credevano in Lui, vanificando quanto Gesù aveva compiuto ed insegnato, oggi il Signore ci chiede di avvicinarci al suo Amore e di lasciarci avvolgere. Ci chiede oggi un abbandono in Lui come mai prima, perché i tempi degenerano e la Chiesa viene sempre più spogliata della sua Divinità: “Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”.
Prendiamo quel disgraziato di Giuda, non solo non raccolse nulla di buono a causa della sua malizia prima e dopo del tradimento, ma si lasciò possedere letteralmente da satana. Lo abbiamo letto ieri nella rivelazione alla Valtorta. Il Vangelo di San Giovanni afferma che nell’Ultima Cena Giuda fu posseduto da satana: “E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui” (13,27). Non c’è alcun dubbio sulla dannazione di Giuda, e Gesù nella rivelazione alla Valtorta spiega cosa era diventato Giuda compiendo opere maliziose e giudicando con assoluta doppiezza.
Rileggiamo cosa disse Gesù alla Valtorta su Giuda: «Non dite: “E allora, se Tu ci hai scelti, perché hai scelto un traditore? Se tutto Tu sai, perché hai fatto questo?”. Non chiedetevi neppure chi è costui. Non è un uomo. È satana. L’ho detto all’amico fedele e l’ho lasciato dire dal figlio diletto. È satana. Se satana non si fosse incarnato, l’eterno scimmiottatore di Dio, in una carne mortale, questo posseduto non avrebbe potuto sfuggire al mio potere di Gesù. Ho detto: “posseduto”. No. È molto di più: è un annullato in satana».
Ecco a quale condizione arriva chi intenzionalmente si mette contro Gesù e Lo perseguita nella sua Chiesa, cercando di sminuire la sua Persona, o Lo perseguita nei suoi coraggiosi Sacerdoti che Lo difendono in ogni circostanza mettendosi contro potenti uomini che conoscevano Gesù ma che sono diventati come Giuda. Nel mio libro “La corruzione nella Chiesa”, spiego più volte che diventano come demoni incarnati quanti tradiscono Gesù e con molta ipocrisia agiscono nell’ambiguità per distruggere la Persona di Gesù e la sana dottrina della Chiesa.
Questi uomini si considerano potenti e intoccabili, ignorano che presto Gesù interverrà energicamente e risolutamente, e riporterà la Chiesa al suo massimo splendore. Dobbiamo solo attendere e pregare, sempre Gesù con certezza interviene per salvare la sua Chiesa e fare trionfare i suoi servi fedeli.
Gesù ha bisogno di noi che Lo adoriamo sul serio, ci chiede di farlo conoscere nei nostri ambienti, di fare qualcosa in più per la causa del Vangelo. Il progetto Vangelo e Vita di cui vi ho accennato, nasce da questa mia ansia apostolica, è urgente fare apostolato dove e come possiamo, non c’è nulla di impegnativo o difficile, ma se pensiamo a quello che ci dà Gesù, non dovremmo anche noi mettere da parte cose non importanti e aiutare il Signore nella salvezza delle anime?
Finora quelli che hanno risposto a questo progetto sono 110, molti di voi forse temono di impegnarsi non corrispondendo in nessun modo alla richiesta fatta da Gesù: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi…”. Per rimanere in Gesù occorre conoscerlo bene e questo è uno dei punti del mio progetto: approfondire con facilità e semplicità la sua Persona, poi occorre dimostrare che crediamo in Lui e quindi occorre fare qualcosa per lui.
Non si può credere in Gesù e non fare nella per farlo conoscere nei luoghi che si frequentano.
Gesù ci dice che Lui è la Vite, il Padre chiaramente il vignaiolo perché pota con maestria e senza pensarci due volte se il tralcio è secco, noi appunto siamo i tralci. Questo riferimento della vite è presente nell’Antico Testamento quando Israele era la vigna di Dio e spesso diventava infedele all’alleanza. Gesù è la Vite che dà linfa al nuovo popolo di Dio: i cristiani. Ma il cristiano è tale solo se è in comunione con la Vite, con Gesù, una comunione che non esiste se il cristiano si limita alla Messa e alle sue preghiere giornaliere, omettendo le opere sante!
Quindi, il cristiano deve rimanere in Gesù compiendo la sua volontà, come tralcio deve essere unito alla Vite attraverso i Sacramenti e le preghiere, inoltre deve portare frutti. Il cristiano che porta frutti ha già compiuto personalmente la sua potatura, cioè, ha lavorato per eliminare difetti e vizi, vincere i peccati, cambiare mentalità, amare tutti e non odiare mai nessuno. Questa è la potatura attiva, compiuta dal cristiano.
Se non compie bene la potatura, il Padre interviene e taglia i rami secchi che danneggiano la pianta.
Questa è la vera spiritualità cristiana, ma molti la ignorano e confidano solo su se stessi, sulle loro capacità. Quanta autosufficienza si deve in giro e poi si conoscono tutti i fallimenti di persone che nascondono drammi e disperazioni anche familiari. L’autosufficienza è figlia della superbia, è presente anche in coloro che pregano e contemporaneamente si considerano piccole divinità per le loro sicurezze umane e sbagliate.
Quante persone all’esterno appaiono brillanti e allegri, ostentano potere e successo ma davanti a Gesù sono legni secchi da bruciare?
I cristiani devono rimanere uniti non a parole, occorrono i fatti, quelle opere che ci devono anche costare sacrifici. Gesù deve ritornare al centro della vita ecclesiale e deve diminuire quell’attivismo che pregiudica la preghiera e svuota l’anima. Si preghi di più e con amore, si dedichino lunghi momenti al Rosario e alla meditazione, facendo propositi santi per cambiare vita e diventare un tralcio pieno di frutti spirituali. Questo vuole Gesù e la Madonna ci aiuta per realizzarlo.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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