Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

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venerdì 25 maggio 2012

1541 - Commento al Vangelo del 25/5/2012


+ Dal Vangelo secondo Giovanni (21,15-19)
In quel tempo, essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Oggi il Vangelo passa dall’Ultima Cena alla Risurrezione di Gesù, precisamente all’apparizione agli undici ancora storditi per i fatti avvenuti.
Il capitolo 21 di San Giovanni racconta che Gesù si era manifestato di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade, proprio mentre gli Apostoli erano andati a pescare, trascorrendo la notte senza prendere nulla. Era già l’alba e neanche un pesciolino era abboccato, nessuno si muoveva verso la barca di Pietro. Era la prova che Gesù voleva dare ad essi, voleva far comprendere che senza il suo intervento non avrebbero mai compiuto nulla di buono.
Infatti, all’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. E il Signore disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci.
Solo a quel punto il discepolo più puro, Giovanni, si accorse che era Gesù.
Pietro si gettò in acqua per raggiungere il Signore, gli altri raggiunsero la riva con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.
Questa era la terza volta che Gesù si manifestava agli Apostoli, dopo essere risuscitato dai morti. In questa circostanza Gesù dà un’ulteriore dimostrazione della sua Divinità, facendo trovare agli Apostoli appena scesi a terra, un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un pò del pesce che avete preso or ora». Poi disse loro: «Venite a mangiare».  
Gesù mostra che è vivo e vero, mangia con loro, ha un Corpo glorioso, è veramente Dio. C’è un altro motivo.
A questo punto si inserisce il Vangelo di oggi, con le tre domande che Gesù ripete a Pietro per riabilitarlo dopo i suoi tre rinnegamenti. Gesù conosce perfettamente i cuori di tutti, considera benissimo quali motivazioni spingono verso una scelta piuttosto che su un’altra, conosce l’intenzione se è retta o malvagia, percepisce anche il più intimo pensiero che ognuno di noi ha nella mente. Sapeva molto bene che Pietro aveva avuto paura dei perfidi ebrei, non c’era altro motivo nella sua reazione scomposta.
Gesù lo riabilita, prima ancora fa organizzare dagli Angeli un banchetto, il fuoco di brace preparato con pesce che si cuoceva e del pane fresco, sfornato chissà in quale angolo del Paradiso… Per esempio, il pane che Gesù moltiplicava a migliaia di pezzi per migliaia di persone durante la predicazione, da dove veniva? Dal nulla, da un mistico forno che Dio crea nell’invisibile. Ed è un pane squisito e unico.
Nel Vangelo di oggi Gesù vuole festeggiare con gli Apostoli, oltre a riabilitare Pietro vuole ancora una volta mostrare la sua bontà e mitezza, però ad essi che vivevano oramai per Lui, mentre ai cattivi e ai maliziosi mostra la sua Giustizia dopo che hanno abusato della sua Misericordia. Pensiamo a quanti commettono violenze e vivono di odio, inganni, truffe, scandali e disprezzano i più deboli.
Le tre risposte di Pietro servivano più a lui che a Gesù, Egli lo conosce perfettamente, ma era necessario ripetere per tre volte“Ti amo”. Tre professioni di amore totale che dissolvono tre rinnegamenti. Alle domande di Gesù: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?»,  Pietro confuso risponde: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Ma alla terza domanda Pietro rimase addolorato e rispose: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene».
Allo stesso modo Gesù libera dai peccati quanti umilmente si inginocchiano davanti al confessore e si pentono delle loro colpe. Alla base deve esserci sempre l’amore a Gesù, questo è il motivo della Confessione, si prende consapevolezza di avere offeso Dio, tradito Gesù che ci ha dato tutti gli insegnamenti per evitare di correre dietro gli idoli e di vivere nella corruzione.
Riguardo il progetto Vangelo e Vita, ho inserito nella home page del sito www.gesuemaria.it un link specifico con le meditazioni già inviate nelle settimane passate riguardanti questa scuola di formazione. Avete la possibilità di meditare meglio e di approfondire questo progetto, oltre all’invito di partecipare da fare ai parenti e ai conoscenti http://www.gesuemaria.it/files/Vangelo_e_Vita.pdf
Cliccando questo link accedete ad una ampia selezione dei testi riguardanti il nostro progetto Vangelo e Vita. Per conoscere bene la formazione spirituale che stiamo già compiendo da tre anni con la newsletter giornaliera, e quello che faremo in futuro. Riporto una frase simbolo del progetto, che vi invito a copiare e a tenere visibile sul tavolo o in un ambiente che frequentate di più, per leggerla spesso. È inserita nel commento al Vangelo di sabato 12 maggio 2012.

«Gesù ci parla dello spirito del mondo, ci dice che il mondo è infettato da una intensa negatività e che senza la preghiera si rimane soggiogati dalle sue seduzioni. Il mondo ama ciò che è suo, ama i suoi figli, esalta la perversione e l’immoralità, la droga e il sesso, ogni forma di violenza. Seguire la tendenza della società, quindi del mondo, significa perdersi, andare fuori strada. Ma voi vivete nel mondo, come si può coniugare il tutto?
Vivendo nel mondo senza lo spirito del mondo.
Potete continuare a compiere le stesse opere oneste che già fate, seguire i divertimenti leciti e che gratificano il corpo e lo spirito, viaggiare e mangiare dove volete, fare tutto ciò che è lecito ma con uno spirito diverso da quello del mondo. Non è lo spirito umano, è lo Spirito di Gesù a trasformare la persona e la sua vita. Con il progetto Vangelo e Vita cercheremo di rivestirci dello Spirito Divino. Chi vuole partecipare a questo progetto di formazione e di apostolato mi invii una mail di adesione. Solo se si rimane uniti a Gesù si riesce a superare il tumulto e il disordine del mondo, perché nel mondo regna il disordine.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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